"A casa non s'arriva mai, ma dove confluiscono vie amiche, il mondo per un istante sembra casa nostra" (H.Hesse)

venerdì 30 gennaio 2015

Il peso delle parole (al quadrato) - Torta Ciocco-Cocco-Pere al Rum


Esistono parole intraducibili.
Termini unici e irripetibili il cui significato non è riproponibile in un’altra lingua e la cui traduzione è sempre un piccolo-immenso tradimento.
Un compromesso, un patteggiamento che non rendono loro giustizia.
Bisogna rassegnarsi a non tradurli, sforzandosi al massimo di capirli bene nella lingua in cui sono nati.
Questo vale ancora di più per i dialetti.
Parole intoccabili, concetti esprimibili solo in un modo e in nessun altro.
Come rendere altrimenti un concetto come “sderenato”?
Certo chi è romano non faticherà a capire. Ma gli altri?
Possono essere mai rese la forza intrinseca e la gravità di un vocabolo simile?
Che non è solo “stanco morto” o “acciaccato e dolorante”.
E non è nemmeno qualcosa tipo: “ in preda a una lancinante lombalgia”.
Per quanto il vocabolario Treccani ne dia un significato anche tecnico, definendolo
participio passato di sderenare
premurandosi di specificare che si tratta di un regionalismo e suggerendo come termini simili
sfiancato
o, meglio ancora,
slombato!!!! (giuro!)
Perché qui signori entrano in gioco organi profondi.
Concetti altissimi, scenari medici inarrivabili.
I reni.
Che già nell’uso dell’articolo maschile esprimono tutta la forza dell’addoloramento.
Perché se il femminile si usa per indicare in generale quella parte di schiena, il maschile si riferisce  proprio agli organi.
E qua mica vogliamo essere generici e approssimativi.
Ecco, io quando esco dalla palestra il mercoledì (che non faccio posturale ma quell’altra roba decisamente più faticosa), mi sento esattamente così: sderenata.
E non esiste una parola parimenti appropriata.
Che possa rendere così bene l’idea.
Perché non ne esco, per dire: sfinita, distrutta, stanca, provata, dolorante, acciaccata, incriccata.
No no: proprio SDERENATA.
E che è giusto un barlume di come mi sento il mattino dopo, dopo averci anche dormito sopra.
Cioè sderenata all’ennesima potenza.
Che sia un po’ teatrale e un pelo melodrammatica ne sono cosciente io stessa.
Però giovedì scorso, all’indomani dello sderenamento indotto, io ne sentivo anche un altro supplementare.
Un che di diffuso, come un malessere generale.
Mal di ossa.
Mal di schiena (e di tutti quei muscoli e muscoletti finora sconosciuti e messi in moto tutti insieme, meschini).
Perfino mal di pelle!
Mi dico da sola che sono la solita esagerata.
E vado avanti.
Stoica, inetegerrima, ligia.
Oserei dire eroica, a posteriori.
Nessun sentore di febbre in arrivo, di raffreddore che sta per esplodere, di gola sul punto di incendiarsi.
Ma accade tutto il mattino dopo ancora, quando oltre allo sderenamento generale da palestra mi alzo con tutti gli altri sintomi di cui sopra.
Tutti insieme.
E zero voce.
O solo toni molto bassi.
Pure un filo inquietante, il pensiero di essere proprio io, quella che sta parlando e non magari l’eco lontana di un asino che raglia.
Avvalorato dall’espressione quasi inorridita dell’amato bene che pare chiedersi da chi sia posseduta.
Ecco quindi tutto il malessere del giorno prima.
Altro che melodramma.
Altro che teatralità.
Non ero solo sderenata, in quanto provata dalla palestra, ma pure dall’influenza in arrivo.
Inconsciamente, in pratica, ero sderenata al quadrato.
Che si sappia, una volta tanto.


@@@@@@@@@

Non so se si è capito che a me il rum nei dolci piace proprio da morire...
 E poi: sarà mica un caso che dall'alba del 2015 a oggi io abbia pubblicato solo ricette dolci?
No, ma stavolta non è solo per estrema golosità.. è per il weekend.. ;-)

Ingredienti (per uno stampo da 24 cm di diametro)
4 pere abate non troppo mature
180 gr di farina 00
70 gr di farina di cocco + altri 3 cucchiai
100 gr di zucchero
100 ml di olio di semi
100 ml fra latte e rum (diciamo 70+30)
20 gr di cacao
3 uova
1 bustina di lievito
1 bustina di vanillina
1 pizzico di sale


Procedimento
In una ciotola sbattere le uova con lo zucchero e il sale fino a quando saranno gonfie e spumose.
In un’altra terrina mescolare insieme le farine, il cacao, il lievito e la vanillina e aggiungerli alle uova sbattute. Unire anche l’olio amalgamando bene il tutto. Versare il composto nello stampo oliato e infarinato. Sbucciare le pere, tagliarle a fettine sottili e disporle sulla torta formando un motivo decorativo. Spolverizzare con il cocco rimanente e un cucchiaio di zucchero, quindi infornare in forno già caldo a 180° per circa 30 minuti.

12 commenti:

  1. ma nel frattempo lo sderenamento è passato? Entrambi? Sia quello autoinflitto che quello piombato-sulla-tua-capoccia-senza-che-l'abbia-cercato? Questa torta avrà contribuito a "risvegliarti"; pere e cioccolato sono sempre un'accoppiata vincente ed il rum... uhmmm... sono astemia, ma un tocco di liquore nei dolci piace molto anche a me! Baciotti da un'assente impenitente :))))

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    1. Uh, quanto ad assenza Faustina mia.....non ricordo nemmeno se sono passata a farti gli auguri di natale...diciamo che è un periodo un po così, ma passerà. Così come è passato il'duplice sderenamento, anche se quello palestricolo si rinnova a ogni mia nuovo accesso in quel luogo di tortura!
      Ti mando baci a profusione!

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  2. ahahah...con te so sempre da dove parti ma mai dove vai a parare (altro termine che forse sulla Treccani nemmeno c'è..)..diciamo che volevi giustificare in qualche modo tutta questa dolcezza, dì la verità???
    Spero che tu stia meglio ed in ogni caso hai buona compagnia (intendo fette di torta a go go) ^_*
    Buon we <3

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    1. Si si, volevo anche giustificare consu!!! Ma ero ANCHE realmente sderenata...diciamo che ho unito l utile al dilettevole!!!!
      Baci tanti<3

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  3. gran bella torta e il profumo del rum ci sta molto bene

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  4. Golosissima questa torta così cioccolatosa.... da rifare!!!!

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  5. ecco hai centrato il punto, in questo periodo ho proprio la schiena "sderenata"!! Certo che una fettina della tua torta un pò mi tirerebbe su...un abbraccio SILVIA

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    1. Capirai, poi con questo freddo!! Ecco, l unico modo per tirarsi su è proprio una bella fetta di torta ( o anche due!!)!! Abbracci a te

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  6. io mi sento in questo momento sderenata, da rientro alla vita normale dopo il gesso e non ancora tornata come prima dove la postura corretta è una chimera e da un misto di tossee raffreddore da sguardo ebete con con bocca aperta per riuscire a respirare e notte insonne...vedi sopra. E stasera dovrei uscire...quando l'unica cosa che vorrei sarebbe poter dormire fino a domani mattina.

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