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lunedì 9 gennaio 2017

Prospettive - Plumcake vegano al limone e semi di papavero


Certo è dura tornare al lavoro dopo due settimane di stacco.
Soprattutto considerando di dover riprendere i due treni sia in andata sia al ritorno, per un totale di quattro treni al giorno con relativi ritardi/soppressioni/coincidenze/porte chiuse in faccia/scioperi/guasti sulle linee… – rifletto a voce alta addentando l’ultimo pezzo di panettone  vegano (che durante le feste ho poi sapientemente alternato a fettine di burrosissimo pandoro e pezzi di voluttuoso torrone alla gianduia).
È il giorno dell’Epifania, le vacanze sono ormai agli sgoccioli e fa un freddo cane.
Ma è così bello stare al calduccio, alzarsi tardi e prendersela comoda.
E lo dici a me che non ho nemmeno mai smesso, tranne che per le feste comandate? -  sospira l’amato bene spargendo briciole sulla veranda per il pettirosso che ormai da un po’ di tempo è di casa e pranza insieme agli operai.
Siccome poi oggi pare sia in modalità san Francesco si lancia pure in un discorso di incoraggiamento sul qui e ora.
Dai, mancano ancora due giorni pieni dopotutto: cerca di goderteli tutti e ai treni ci pensi lunedì!
Giorno uno, sabato:
ci svegliamo senza un filo d’acqua dai rubinetti. Ci mettiamo in ascolto della vicina che invece pare stia scaricando acqua a più non posso e perfino facendosi una doccia. Chiamo mamma, che al momento abita 6 numeri civici più avanti, e mi conferma che pure loro l’acqua ce l’hanno.
Facciamo due più due per scoprire che i tubi a cielo aperto, causa lavori, non hanno retto al gelo notturno e si sono completamente ghiacciati. Piccole stalattiti infatti pendono perfino dalla grondaia. Ma siamo tipi tosti noi e quindi, faccia ancora ammaccata dal cuscino, con spazzolino e dentifricio sotto un braccio e due taniche sotto l’altro ci dirigiamo dalle rispettive famiglie d’origine a chiedere asilo politico per lavarci e fare scorta di acqua per eventuali necessità future e almeno finché il sole non provvederà a sciogliere i ghiacciai perenni.
Dai su, ora se i tubi si ghiacceranno di nuovo avremo l’acqua di scorta. Intanto domani, che è domenica possiamo goderci più a lungo il calore dei termosifoni e alzarci con molto comodo in una casa calda.
Giorno due, domenica:
Un gelo polare ci avvolge non appena mettiamo la testa fuori dal piumone e nuvolette di vapore prendono a  danzarci davanti alla bocca mentre balbettiamo parole di buongiorno alternate a smadonnamenti sparsi.
Con ogni evidenza la caldaia non è partita.
Guardo l’amato bene bloccandolo prima che se ne esca con un incoraggiamento dei suoi.
Famo na cosa, va: tornamo al lavoro domani!

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E dopo le golose colazioni a base di avanzi di panettoni, pandori e torroni, torniamo nei ranghi con un dolcetto leggero ma appagante. Assomiglia un po’ a quei muffin lì ma cambiano le farine e dentro c’è una bella mela frullata al posto dello yogurt.

Ingredienti
150 gr di farina di orzo
80 g di farina di farro
70 gr di fecola di patate
120 gr di zucchero di canna
180 gr di latte di riso (o altra bevanda vegetale)
60 gr di olio di semi
1 grossa mela frullata (circa 120 gr al netto degli scarti)
Succo e buccia grattugiata di un limone bio
2 cucchiai di semi di papavero
3 cucchiaini di lievito
1 pizzico di sale


Procedimento

Setacciare insieme le farine e unirle a lievito, semi di papavero, sale, buccia di limone e zucchero. In un’altra ciotola mescolare latte, olio e la mela grattugiata. Unire i due composti, amalgamare bene e rovesciare tutto in uno stampo da plumcake oliato e infarinato. Cuocere a 180°, in forno preriscaldato, per circa 40 minuti facendo la prova stecchino.

12 commenti:

  1. Oh come vi capisco! A quanto pare nella nostra palazzina la pompa della caldaia non ce la fa e con tutti i termosifoni a palla non riusciamo a superare i 16 gradi, ovviamente l'acqua calda è pressoché una chimera e considera che Trieste non è proprio geograficamente a livello della Sicilia, che la bora penetra ovunque e la temperatura percepita è paurosamente bassa. Ora sono al lavoro con la stufetta tra le gambe, ovviamente :)
    Un bacio (e in bocca al lupo)!

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    1. Mamma mia ho seguito le tue peripezie con termosifoni, forno e quello splendido strudel. A me piace l'inverno, ma quando è troppo è troppo! Per fortuna poi ci sono rimedi confortanti come preparare un dolce!
      Tanti baci tatiana, in bocca al lupo anche a te!

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  2. Mi sono congelata solo a leggere il post, non oso pensare a come siete stati voi !!!!! Mangiare una fetta di plumcake mi pare un ottimo rifugio. Meraviglia la tua versione vegana. Un abbraccio cara Luna

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    1. Se non altro accendere il forno aiuta a sopravvivere!! E poi sì, mangiarlo è uan bellissima consolazione ;-)
      Abbracci stretti a te cara Lisetta

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  3. Oh mamma! Io sarei andata nel panico con annessa crisi isterica!!!
    Guardiamo il lato positivo, questo rientro al lavoro sarà stato meno traumatico del previsto!
    Golosissimo cake, chissà che buon profumino e a basso contenuto di sensi di colpa ^_*

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    1. Sì ecco, diciamo che per una volta almeno non vedevo l'ora di tornare al lavoro dopo le vacanze!! Grazie Consu, baci!

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  4. è un po' che non lo faccio più: il mio plumcake limone e papavero però non è vegano. proverò la tua versione :)

    è un dolce a cui sono molto legata perché l'ho mangiato in un bar a valparaiso in Cile e mi sono innamorata di quel paese, di quella città e di quel baretto!

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    1. che bello! no e allora devi assolutamente rifarlo, almeno per rivivere un po' la magia di quei posti. Vorrà dire che io proverò la tua versione non vegana!! Bacione Fede, buona giornata

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  5. mia carissima ma quanto sei brava a scrivere!!!i tuoi post sono dei piccoli gioielli li leggo sempre tutto d'un fiato ...ma anche in cucina sai il fatto tuo questo plumcake è delizioso...ti abbraccio aspettando il tuo prossimo"romanzo"!!!!

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    1. e quanto sei carina tu Mammalorita: grazie di cuore!!!!!
      sulla cucina, detto da te è davvero un grandissimo, smisurato complimento!
      Ti abbraccio forte

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