"A casa non s'arriva mai, ma dove confluiscono vie amiche, il mondo per un istante sembra casa nostra" (H.Hesse)

lunedì 27 novembre 2017

Social - Starbucks pumpkin bread


Da qualche mese ho aperto un account Instagram.
Sì, proprio io che in principio (cioè quando stava quasi per passare di moda…) non volevo nemmeno saperne di Facebook.
E in cui adesso mi destreggio abbastanza baldanzosamente.
È che io sono una tipa che ha bisogno di tempo, per evolversi tecnologicamente.
Whatsapp è una conquista ancora più recente, e nemmeno radicata, visto che – udite udite - lo attivo solo quando sono in casa.
E soprattutto quando mi ricordo.
E allora che ce l’hai a fa’? -  mi si obietterà.
Per non rimanere indietro! E perché in fondo mi piace pure.
Solo che non mi rassegno ancora a vivere sepolta dalle onde elettromagnetiche se non altrui, perlomeno del mio stesso smartphone.
Allora lo connetto quando non ce l’ho addosso o in borsa, dove lederebbe i granuli omeopatici che mi porto sempre dietro. Accontentandomi di comunicare con preistorici sms e antidiluviane, brevissime, telefonate.
Oppure di optare per un dignitoso silenzio.
Per la verità, da molto più tempo, risulto iscritta pure al rutilante Pintertest (di cui devo ancora comprendere appieno il meccanismo) e a Google+, per forza di cose, ma più semplice e simpatico da usare.
E allora ieri riflettevo sul potenziale enorme di tutta questa roba messa insieme e in particolare di Instagram che, a conti fatti, è quello che mi piace di più.
Oltre a incuriosirmi tanto, soprattutto per la logica che lo sostiene.
Tanto per cominciare bisogna correre.
Scapicollarsi.
Prendere decisioni rapide e spietate, soprattutto in merito alle reazioni basiche (mi piace/ti seguo) che animano ogni nuova immagine pubblicata.
L’alternativa è ignorare. Ma per non essere travolti dall’ansia, è doveroso sapere che, con altrettanta rapidità, è possibile tornare indietro sui propri gusti e sulle proprie scelte, togliendo “like” e “segui” elargiti incautamente in attimi di scarsa lucidità.
Poi ci sono gli hasthag, che se azzecchi quelli giusti (esistono elenchi appositi che aiutano a  destreggiarsi fra quelli più gettonati anziché razzolare a casaccio) e ne metti a vagonate, nemmeno il tempo di cliccare su “pubblica” e ti ritrovi sommersa di like.
Forte.
Anche perché poi arrivano da tutto l’universo mondo.
Perfetti sconosciuti da parti lontanissime del globo vedono la tua foto e ti comunicano che gli piace.
Anche se non è vero. Ma valli a smentire.
Ed è bello vedere come la lista dei follower sia animata da un continuo moto fluttuante che ti porta a guadagnarne un tot e il minuto dopo a perderne altrettanti. O anche di più.
Bisogna capire che i seguaci sono tali fino a quando non ti prendi pure tu la briga di andare sul loro profilo ad aggiungerti alla lista dei followers.
E per farlo hai tempo 3, 2, 1…basta, finito, si sono cancellati.
Un po’ come quello che succedeva nel blog quando ancora esistevano i lettori fissi (esseri ormai in rapida estinzione poiché probabilmente emigrati in massa su altri canali e i residui trasformati in preziosi reperti archeologici esposti qui, nella bacheca a fianco), ma molto, molto più rapidamente.
Ecco, per il momento ho capito questo: su Instagram, che tu sia leone o gazzella, appena apri gli occhi al mattino devi correre.
E passare oltre.


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L’ho visto da loro, Anna Luisa e Fabio, da poco reduci da un bellissimo viaggio on the road nel New England, dal quale hanno riportato, oltre a bellissime foto, anche la ricetta di questo meraviglioso dolce americano.
Stranamente light per essere tale. Ma inconfondibilmente speziato.
Senza burro, senza lattosio, perfino senza lievito. Facilissimo da fare e difficilissimo da far durare più di una giornata.
A colpire, oltre all'armonia dei sapori assolutamente bilanciati nonostante la presenza di tante spezie, è l'incredibile sofficità di questo dolce.
Umido, morbidissimo, non si smetterebbe mai di mangiarne.
Anna Luisa aveva ragione: basta assaggiarlo per innamorarsene perdutamente.
Rispetto alla ricetta originale,a  parte aver usato uno stampo da plumcake anziché a ciambella, ho apportato solo piccole variazioni relative al tipo di farina e alla quantità di zucchero.


Ingredienti (per uno stampo da plumcake grande)
180 gr di farina di farro
180 gr di zucchero (io di canna)
2 uova medie
200 gr di purea di zucca cotta al vapore
100 ml di olio di riso
5 gr di bicarbonato di sodio
1 cucchiaino di cannella
½ cucchiaino di sale
½ cucchiaino di cardamomo (che io ho omesso perché non lo avevo)
½ cucchiaino di noce moscata
½ cucchiaio di allspice (misto di spezie. Io ne ho trovato uno a base di: cannella, noce moscata, chiodi di garofano, zenzero, finocchio)
½ bacca di vaniglia


Procedimento
Raccogliere la farina setacciata in un largo recipiente insieme allo zucchero, al sale, al bicarbonato, alle spezie e ai semi della bacca di vaniglia.
In un altro recipiente sbattere leggermente le uova, aggiungervi la purea di zucca e a seguire l'olio a filo, continuando a mescolare.
Versare l'impasto a base di uova nel recipiente con la farina e mescolare giusto fino ad ottenere un impasto omogeneo. Versare in uno stampo da plumcake (o anche in uno a ciambella) e cuocere a 180°C per 45 minuti circa, o comunque finché uno stuzzicadenti infilato nel centro del dolce, ne esca pulito.

Fare raffreddare completamente prima di estrarre il pumpkin bread dallo stampo.

10 commenti:

  1. Sul discorso social, credimi, delle volte è meglio starne fuori: sono reduce da una lite furiosa proprio sui social a causa di una persona scorrettissima che ha riportato falsità a quintali sul mio conto, quindi mi sa che si arriva d un punto in cui è meglio staccare e farsi gli affari propri poiché si vive proprio meglio!
    Vedo che anche tu sei alle prese con i dolci speziati: ho appena sfornato una crostata, ma a questo punto devo fare il tuo, mi attira da morire ed è anche light (la mia crostata no, ahahah!).
    Un bacio!

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    1. Assurdo. Questa cosa poi dei pettegolezzi e delle chiacchiere messe in giro per ledere una persona, sui social, mi sembra proprio follia!
      Beh si, in quel caso l unica è staccare e ciao a tutti.
      Sono passata a vedere la tua crostata:non avrò pace finché non avrò provato quella frolla!
      Baci a te!!

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  2. ahahah..direi che sul discorso social, ci troviamo piuttosto d'accordo anche se io ancora non ho ceduto alle avances di Instagram :-P quando non andrà più di moda, stai pur certa che arriverò :-P
    Questo pumpkin bread è strepitoso e mi hai davvero invogliata a provarlo..slurp!

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    1. Non mi dire che sono più avanti di te, io che in fatto di tecnologia mi sento una preistorica...non ci posso credere! Ahahaha. Brava Consu: resisti finché puoi!!
      Grazie tanti baci

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  3. Bellissimo post, mi hai fatto divertire un sacco. Mi sa che mi aggiungerò ai tuoi lettori fissi. Esistono ancora?
    Ho fatto di recente dei muffins molto simili, buonissimi.

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    Risposte
    1. Ciao Chiara benvenuta!! Grazie, sì sì i lettori fissi esistono sempre: come reperti archeologici ma ci sono!
      Torna a trovarmi!

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  4. Che te lo dico a fare? Bellissimo! Hai visto che buono? Noi quella mattina che l'abbiamo provato a colazione siamo impazziti! :-D
    Quella dei followers che salgono e diminuiscono su Instagram è di una tristezza infinita. Si affidano a programmini automatici (Bot) che ti seguono, poi tu semmai li vai a vedere ed (ingenuamente) ricambi e poi automaticamente, tipo dopo una settimana, sempre automaticamente ti tolgono il follow. A conferma che viviamo in un bel mondo.
    Meno male che per il resto c'è il pumpkin bread :-)

    Fabio

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  5. Ah! Pure un'organizzazione scientifica dietro al va e vieni dei followers? Non lo sapevo, è ancora più sconcertante...
    Meglio pensare al pumpkin bread:stratosferico! Fabio (mio) mi ha già chiesto di rifarlo...è durato veramente poco!!
    Grazie ancora, un abbraccio!

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  6. Goloso e invitante, ottimo con la farina di farro!!!!

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  7. questo plum cake sembra pericoloso... DEVO AVERLO

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