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martedì 11 febbraio 2014

Penso, dunque sono – Cake di wafer


Dice il personaggio di un libro di Amélie Nothomb: “[Il treno] È il mezzo di trasporto più pedagogico che conosca: non sono mai salito su un treno senza imparare qualcosa, sia dalla bocca di viaggiatori in vena di confidenze, sia dalle mie osservazioni personali”.
Io sul treno viaggio ogni giorno da 23 anni e di lezioni gratuite, non volute, schiantate fra capo e collo o semplicemente piovute con delicatezza dal cielo, me ne ha elargite davvero a piene mani.
Studi di geografia
Lezioni di comportamento
Esempi di umanità e altruismo
Fino alla rivelazione di nuovi modi di dire e significati occulti di certe locuzioni.
Del resto esistono tanti tipi di domande.
Ci sono quelle che nascono già destinate a rimanere senza risposta,
da quelle esistenziali
(da dove veniamo, dove stiamo andando?)
a quelle solo poco meno importanti
(l’avrò spento il gas sotto il minestrone?)
E che servono solo a generare ansia, visto che essendo già salita sul treno, che l’abbia spento o meno il gas a quel punto conta davvero poco.
Ci sono le domande retoriche, che uno si pone così, giusto per, conoscendo già la risposta
(si schianterà a terra il tegame con tutto lo spezzatino mentre mi accingo a servirlo in tavola?)
Ma sai che anche stavolta (o perlomeno preghi che vada così...) ti andrà bene: lo dimostra il fatto che il servizio di tazzine buono, per esempio, l’hai decimato in tutta segretezza, mentre lavavi i piatti, quando non ti guardava nessuno.
 E che a parlare sono solo le tue paure (mica pregressi eventi nefasti).
Ci sono le domande dirette, che arrivano come staffilate e alle quali non si sa bene cosa rispondere
(vieni alla cena della palestra venerdì sera?)
Ma inducono a riflettere, a chiederti perché non sei capace di dire subito sì, ma hai sempre bisogno di prendere tempo, di capire se lo vuoi veramente, manco di trattasse di firmare una cambiale o valutare una proposta di matrimonio.
Poi ci sono quelle a risposta obbligata, che mascherano affermazioni, contengono minacce
(buona sta pasta, vero? – e prova a dire il contrario).
Le domande insomma non nascono mai per caso e buttare lì una risposta potrebbe risultare compromettente.
Per questo è consigliabile riflettere bene, contare anche fino a 100, e poi tenersi sul vago, non sbilanciarsi mai troppo, a meno che non si disponga di inconfutabili prove scientifiche a sostegno, valide pezze d’appoggio insomma.

Venerdì sera, stazione di arrivo,un ragazzo fermo sulla banchina ad attendere la sua compagna che scende dal mio stesso treno.
Frammenti di conversazione rubati al volo (inevitabilmente, grazie al tono di voce di svariati decibel sopra la norma):
Lui, premuroso:“Amò, te so’ arivati i messaggi?
Saggia e guardinga pausa di riflessione da parte dell’interrogata
 “Se t’ho risposto, certo che me so’ arivati!
La logica infatti si rivela ineccepibile e il merito dev’essere tutto della pausa di cui sopra.
Ma lui incalza: è uno che non s’accontenta, che scava nel profondo, vuole capire, approfondire, vagliare senza trascurare proprio nulla
Noo, io dicevo quelli che nun m’hai risposto
Lei dà prova di non essere da meno: si arrovella nel dubbio, scava nella memoria, cerca di ripercorrere ogni frammento di azione compiuta durante il tragitto, fino a trarre la seguente, sudata conclusione:
 “Ah…e no, quelli me sa de no
Perché la prudenza, anche nelle supposizioni di un certo rilievo, non è mai troppa.


@@@@@@@@@@@


Della ricetta mi sono innamorata da lei (grazie Claudia!) e vabbè che poi ho impiegato un anno e passa per decidermi a realizzarla, ma va anche detto che in una sola volta ne ho fatte ben due versioni!
Perché sì, la bellezza di questa torta è che la si può personalizzare a piacimento, declinare in mille modi, provare a buttarci dentro tutti i gusti più strani di wafer che si riescano a scovare.
Ma mi sono tenuta sul classico e (per ora) sono andata di vaniglia e cioccolato.
Il risultato è sorprendente: morbidissimo, dalla consistenza umida, il sapore meno dolce di quello che mi avrebbero fatto credere i 150 gr di zucchero necessari.
Anche di farina ne bastano 150 gr: pochissimi! e a me questa è parsa proprio una magia.
Ora aspetto di trovare wafer al limone e alla fragola.
Come minimo.


Ingredienti (per uno stampo da plumcake lungo 30 cm)
200 gr di wafer alla vaniglia
150 gr di zucchero
150 gr di farina 00
3 uova intere
1 bicchiere di latte (io a ridotto contenuto di lattosio)
1 bicchiere di olio di semi
1 bustina di lievito
I semi di mezza stecca di vaniglia (o 1 bustina di vanillina)
1 pizzico di sale

Procedimento
Mettere i biscotti in un sacchetto di plastica e batterli con il batticarne o il matterello tritandoli grossolanamente. Sbattere molto bene le uova con lo zucchero e  un pizzico di sale. Quando saranno diventate bianche e spumose unire l’olio e il latte continuando a mescolare. Aggiungere quindi progressivamente la farina setacciata con il lievito e i semi della vaniglia.
Incorporare i biscotti, versare il composto in uno stampo da plumcake ricoperto di carta forno e cuocere a 160° per circa 45-50 minuti (fare la prova stecchino: se la superficie inizierà a scurirsi troppo ma lo stecchino ma il plumcake ancora non sarà cotto, coprirlo con un foglio di carta stagnola)


Per la seconda versione:
-         wafer al cacao
-         latte miscelato con un bicchierino di Amarula (crema di whisky africana, simile al Baileys)
-         una manciata di gocce di cioccolato extrafondente da unire al composto




10 commenti:

  1. Inusuale, ma davvero sfiziosa: me sa me sa... che la provo! ;) Grazie!

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  2. Ahaahahahahah si capisco bene il tuo post di oggi.. dal 1995 fino allo scorso anno mi son recata sul posto di lavoro prendendo treni ed autobus.. e ne ho sentite delle belle..a tal punto che stanca di certe caxx... ho deciso di ascoltare la musica!!! :-D.. ahahaha il dialogo dei due fidanzatini.. ahahama ti prego!!!!!!!!!!!!!!!! E invece che sorpresa la torta!!!! ammazzati sei decisa presto eh?? ahahah meglio tardi che mai.. Son contenta che ti sia piaciuta.. mi hai fatto venire voglia di rifarla.. ma che gusto è fragola e limone? davvero esiste?? devo trovarlo!!!!!! baci baci :-)

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  3. Che figata di torta, anche per riciclare biscotti come i wafer che se non mangi subito diventano mollicci. Per il resto ti capisco anch'io ho un passato treno/autobus e varia umanità ne ho conosciuta. Deduco che vi siete ripresi dalla duplice influenza...io sono ancora choccata dalla tragica fine di Shrek...<3 Bacio.

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  4. Posso dire che da un pò foto e postproduzione sono migliorati tantissimo?

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    1. Pensa che erano prima!!!!!ahahaha.
      Uau, detto da te Gongolo tutta:grazieeee!!!
      Scusa Annarì, ma che è la post produzione?
      Se intendi le didascalie che finalmente ho (quasi) capito come se fa,
      Posso dirti che il merito è tutto di una tizia che tu conosci molto bene...
      <3 baci tanti!

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  5. Senz'altro buono mi mandi via internet.....buona giornata :))

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  6. "Me sa che sta torta me la magnerei tutta" ahahah :) Luna, che ridere! Non ho smesso da inizio a fine post...anch'io viaggio spessissimo sui treni e mi ritrovo in tutte le cose che hai elencato! Che agglomerato meraviglioso e inquietante di umanità che ho ritrovato alle andate e ai ritorni :) questa torta waferosa non la conoscevo...ma sai che mi è venuta voglia di rifare colazione? :) intanto nei fedelissimi qui a destra ci sono anch'io ;) un abbraccio e buon mercoledì!

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  7. Mi unisco al commento delle altre.
    Per anni ho viaggiato con i mezzi e ne ho sentite e vissute di ogni tipo quasi quasi, ora che viaggio in auto, ne sento la mancanza!!!!!
    La wafer cake ci piace!!!!
    Kiss bella Luna

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  8. ahahahahahahahahahahah sono piegata dalle risate, troppo belli i tuoi post!!! Questo cake mi ispira tantissimo: un grosso assaggioooooooooooooooooo!! Un abbraccio SILVIA

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  9. Pendolare da 20 anni, ne senti e ne accadono tante . Te ne racconto una recentissima. Ieri mattina il treno (io già stavo in ritardo) si ferma alla stazione di maccarese e annunciano 10 minuti di ferma perchè qualcuno è stato investito ecc ecc... 4 persone decidono di scendere a fumare una sigaretta... il treno riparte immediatamente. Ci siamo tutti chiesti se avessero preso per lo meno le borse!!! E di dialoghi e di telefonate che oramai si fanno a voce alta tranquillamente, dove tu senti solo un interlocutore e cerchi di immaginare le risposte dall'altra parte... Quelli incontrati da te comunque sono mitici. La torta di Clà.... non la conoscevo!!! Bella idea...
    p.s. mo vado a dormì sul serio! Bacio!!!!

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