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giovedì 8 maggio 2014

Retroscena - Maltagliati alla crema di fave, latte e pecorino


E dopo aver forse un po’ annoiato  averli ridotti a peperini, illustrando minuziosamente ogni singola tappa del nostro viaggio, sdoganato post chilometrici (che giusto una manciata di masochisti avranno avuto l'ardire di leggersi fino alla fine), caricato foto su foto e passato ore e ore seduta alla finestra (del pc) sospirando per il tempo che fu, rieccoci alla dura vita quotidiana.
Fatta di treni e corse a ostacoli.
Ginnastica posturale e grane quotidiane.
Ma anche fornelli (era ora!) e weekend passati a ciondolare in pigiama.
Perché sì, in fondo è sempre bello poi tornare a casa.
Specie dopo viaggi che appunto sono viaggi, non certo vacanze. 
Dove al massimo dormi 5-6 ore per notte e di giorno scarpini dall’alba al tramonto, nell’ansia di voler vedere tutto e qualche volta facendoci scappare pure qualcosa di non programmato, talmente si è presi dal sacro fuoco, dell' "e quando ci ricapita?".
 E a proposito di fuoco, nemmeno la febbre alta mi ha fermata: perché sì, al terzo giorno di smog ero stesa da uno dei miei raffreddori senza scampo, aggravato dal nuovo, stranissimo clima.
Non respiravo e avevo le ossa rotte.
non mi sento tanto bene: senti un po’ se scotto” ho chiesto una sera all’amato bene.
Lui, distolto dalla lettura della Lonely Planet mi appoggia distrattamente una mano sulla fronte.
ma non così: si sente con le labbra..come fanno le mamme, no?”
E vado a illustrargli la tecnica scientifica di misurazione della temperatura in uso dai tempi de pora nonna: una mano a cingere la testa, l'altra preposta a scostare  eventuali capelli dalla fronte, labbra poggiate con piglio deciso su una tempia o poco più su.
Sbuffando e guardandomi in cagnesco esegue l’ordine e dopo un attimo di finta concentrazione sentenzia: 37.5/38
È il mio momento di riscatto!
 Visto che il malessere si presenta già da un paio di sere, vado tutta fiera ad aprire il mio prezioso bagaglio caricato appositamente ed esclusivamente di farmaci e ad estrarne una delle due scatole di antibiotico che mi sono portata dietro sventolandola sotto il naso dello scettico amato bene (visto che è servito?!), che per non darmi (ulteriore) soddisfazione si limita ad alzare un sopracciglio.
Visto, come siamo organizzati? insisto io, sempre più contenta, che a momenti manco della febbre mi importa più.
sì, te sei portata dietro na farmacia e manco un termometro…proprio organizzati!
Gasp. Taccio, rimango muta, faccio finta di niente che su questo (ma solo su questo)…ha ragione.
Due giorni dopo, sulla via della guarigione, il fato mi viene incontro porgendomi l’occasione di un ulteriore riscatto.
L’amato bene fatica ad appoggiare il piede a terra: ha il tallone gonfio e dolorante.
Don’t worry! Mi precipito a riprendere la mia borsa di Mary Poppins versione Pronto soccorso e tiro fuori un tubetto di gel allp’arnica e una dose unica di granuli alla 200CH.
Sì, perché mica solo medicina allopatica, mi porto dietro io. 
(E se è per quello ci sono pure fiori di bach e oli essenziali, che non si può mai sapere)
I granuli li rifiuta (uomo di poca fede!), allora gli faccio impacchi di gel, non mancando di fargli notare come un’altra volta la presenza di quella borsa da lui tanto contestata  si sia rivelata assolutamente fondamentale.
(poi sì, usciamo anche a comprare delle talloniere, cammina zoppo per un paio di giorni ma alla fine, grazie alla borsa delle meraviglie, passa pure quello).
Arrivati a Shangai però la mia efficienza medica viene minata seriamente: sempre il mio aitante e muscoloso consorte si alza dal letto stavolta con una gengiva rossa e dolorante, per la presenza di una pallina fioritale sopra durante la notte.
Vai con l’antibiotico! (ehehehe) Ne ho un’altra scatola!
Ma lui resiste.
No, quale antibiotico?! Dammi un collutorio, piuttosto.
Annaspo. 
Oh caspita.
Collutorio? 
ehm...non ce l’ho.
Ma poi ragiono: quello non è un farmaco, non può esserci nella mia borsa delle meraviglie.
Tanti impicci e manco un collutorio!
Termometro no, collutorio no…che te sei portata a fa tutta quella roba?
Sottolinea lo zoppicante, variamente abbottato, consorte malaticcio, che non gli pare vero di potermi cogliere in flagrante.
Vaglielo a spiegare che il colluttorio e il termometro si trovano anche in Cina, anche senza parlare cinese.
Il primo al supermercato.
Il secondo mimandolo a gesti nella prima farmacia incontrata.
E così ora ho pure:
 un termometro digitale e
un flaconcino di colluttorio 
entrambi con spiegazioni rigorosamente in ideogrammi da poter aggiungere al mio bottino da viaggio!

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L'ennesima versione della pasta fave e pecorino, la pasta del primo maggio, come la chiamiamo noi. Che infatti la faccio tutti gli anni, quasi come un rito, e rigorosamente solo in questa data (perchè non si sa).
Cercando ci apportare almeno qualche variazione ogni volta. 
Ma c'è da fare una premessa.
A me la pasta all’uovo, lasagne a parte, non piace, c’è poco da fare. Sarà perché non amo le uova che fettuccine, tagliatelle e, specialmente i maltagliati, secondo me finiscono per sovrastare anche il più complesso e godurioso dei condimenti.
E sono consapevole, con questo outing, di attirarmi le ingiurie di provette sfogline e amanti del genere.
L’amato bene  è uno di questi e ama la pasta all'uovo in maniera viscerale, con una passione insana proprio per i maltagliati, seguiti a ruota dagli spaghetti alla chitarra, gli stessi che io non posso vedere nemmeno da lontano perchè mi paiono un insulto agli spaghetti “veri e propri”.
Per amore però si fa questo ed altro, anche una pasta cremosa che con uno spaghetto di acqua e farina sarebbe andato a nozze, senza incastrarsi e venire assorbita dai fetentoni all’uovo. Buona era buona per carità, ma fossi in voi, per apprezzarla pienamente calerei una mezza chilata di fusilli o pennette rigate…
Io ve l’ho detto!


Ingredienti (per 2)

220 gr di maltagliati
1.2 kg di fave (pesate ancora da pulire)
100 gr di speck
Abbondante pecorino romano grattugiato e in scaglie
1 scalogno
Mezo bicchiere di latte
Olio extravergine d’oliva
Sale
Pepe nero

Procedimento
Sbucciare le fave, eliminando anche “l’unghietta” che le tiene attaccate al baccello. La pellicina che le ricopre, se sono ancora tenere non è necessario eliminarla: a me piace, poi è questione di gusti.
In una padella antiaderente far scaldare dell’olio con lo scalogno tritato e lo speck tagliato a striscioline, ma prima che cominci a sfrigolare unire le fave, bagnare con qualche mestolo di acqua calda, salare, pepare e lasciar cuocere per circa un quarto d’ora o finchè non saranno tenere.
Mettere via un paio di mestoli di fave, e unire al resto 2 cucchiai di pecorino, il latte e un goccio di olio, quindi passare tutto al minipimer.

Cuocere i maltagliati in abbondante acqua salata, scolarli al dente, conservando un mestolino di acqua di cottura e metterli nella padella con le fave rimaste. Unire la crema e mantecare il tutto su fuoco molto basso, allungando eventualmente con l’acqua di cottura.
Completare con altro pecorino a scaglie, impiattare e servire con un'altra spolverata di pepe nero.


16 commenti:

  1. meno male che ci siete voi ..... e tu che una situazione familiare normalissima la fai diventare una scenetta tutta da ridere. Avrei voluto vederti mimare il termometro. La pasta è davvero invitante salvo pulire tutte le fave dalla pellicina...roba da distendere i nervi o farteli venire dipende. Un bacione.

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    1. no per carità annarì, apposta dico: a me piacciono con la pellicina!!! e chi la leva?!
      sul gioco dei mimi in farmacia c'è un archivio segreto di foto ;-)
      ...e segreto rimarrà!!
      bacioni a te

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  2. Ma sai che anche io nn ho questo amore per la pasta all'uovo!!!! Mi sembra sempre tutto troppo pesante.

    E comunque una cosa devo chiedertela, ma sti post kilometrici quando li scrivi????

    Un kiss compagna!!!

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    1. sul treno, alla fermata dell'autobus, in bagno, mentre vado in palestra, in coda alla posta... oppure di notte....come adesso!
      baci a te, bellezza!! (e a quel pacioccone bellissimo!)

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  3. ahahahahahaha sai che mi sembra me? parto l'estate per la Grecia e mi porto tutto l'arsenale di medicine.. e Ric che mi fa "guarda che anche là esistono le farmacie!" ahahahaahaha Ottimi invecei maltagliati.. adoro l'abbinamento fave e pecorino.. mi piace frullarne una buona parte col latte..che fame m'haimesso.. baciotti cara :-)

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    1. eh sì, ho visto che anche tu usi tanto questo abbinamento di fave e pecorino (infatti prima di pubblicare la ricetta sono passata a vedere da te se per caso non fosse uguale a una delle tue!!).
      grazie claudietta tanti bacioni!

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  4. oooooooh, finalmente qualcuno con cui parlare , io che vengo additata quando dico che la pasta all'uovo ummigarba mica... (solo i tortellini, diciamo)! Bona, poi, questa!

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    1. ah ecco sì, tra le eccezioni annovero pure i tortellini via, ma per il resto, sta pasta all'uovo un garba manco a me!
      bacioni enormi, Pills!

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  5. mi hai molto ma è cosi quando si va all'estero turro quello che non devo capitare capita :-)
    complimenti per ottimo primo piatto, un altra verisone no un ottima versione

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    1. Grazie carmine, sì è proprio così: in viaggio capita un po' di tutto, ma in fondo gli imprevisti fanno parte del gioco!

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  6. Anche io porto sempre l'arsenale, compreso il termometro (ma solo da quando è nata la peste), il colluttorio no...dici che lo devo aggiungere?
    Gustosissima questa pasta, me la annoto, anche se i miei esperimenti veg non lo consentirebbero ;-)

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    1. beh sai, un colluttorio in una farmacia da viaggio ben fornita non può mancare!! Io il termometro una volta lo portavo, poi da quando le compagnie aeree hanno vietato quelli vecchi al mercurio, ho smesso di farlo. questa è stata anche l'occasione quindi per comprarmi un termometro digitale!!
      bacioni, grazie!

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  7. Oooh finalmente qualcuno lo dice a voce alta! la pasta all'uovo eanchebasta! mio marito chiedera il divorzio se legge :)

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    1. ahahaha, sì anche il mio! ma tanto non leggono, almeno il mio fa solo finta di averlo fatto quando gli chiedo: hai letto quella cosa che ho scritto...?
      quindi possiamo pure urlarlo!!

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  8. Peccato la 200CH sarebbe stato perfetto uomo di poca fede....non cosa sia meglio il racconto o la ricetta...direi entrambi leggo il racconto e mangio il piatto più perfetto di cosi....Buona serata.

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  9. brava edvige: mai accontentarsi!!!! Scegliere entrambe le cose risolve il dilemma!!!
    Per la 200 ch ...sì è proprio testardo!! ma peggio per lui...
    baciii

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