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giovedì 24 settembre 2015

Tutto a posto - Muffins di farro e riso al succo di frutta


Dura, durissima ricominciare.
La sveglia.
Il treno.
Le corse a ostacoli.
Le scarpe (per giunta chiuse).
Impegni vari.
Primissimo appuntamento al rientro dalle vacanze: un battesimo.
Tanto per ricominciare in maniera soft.
La bimba di una carissima amica, impossibile declinare.
Abito, scarpe, accessori e regalo predisposti prima di partire.
Perché “se mi compro dei pantaloni nuovi devo pure far fare l’orlo
considera astutamente l’amato bene rimirando il suo guardaroba di ormai 22 chili fa.
Ma il condizionale è giusto un accessorio, che no, non puoi mettere ugualmente dei pantaloni di due taglie più grandi semplicemente stringendo la cinta.
E di fatti prende tutto per tempo.
Acquisto.
Orlo.
Lavaggio e stiraggio camicia.
Cosicché al ritorno siamo pronti e l’indecisa a momenti sarei io (vestito o pantaloni? Sandali beige o neri? Mamma prestami una borsa che fra le trecentomila che ho non ne va bene una).
E partiamo –smadonnando giusto un po’-  un sabato subito dopo pranzo, quando ancora le temperature sfiorano i 35 gradi e le nostre spiagge non si sono per niente, o solo in minima parte, svuotate.
Noi: vestiti e acchitati di tutto punto per immolarci al sacrificio.
Tanto per cominciare le scarpe, queste sconosciute per l’intera durata della stagione estiva.
Figurarsi scarpe con i tacchi.
Infatti le prime molestatrici sono due enormi vesciche che mi ricordano subito chi è che comanda in questi casi.
Con me ho un cerotto di Sponge bob (regalo dei “miei” bimbetti) e due, moderatamente più sobri, di un bel colore azzurro carta da zucchero.
Ci fermeremo a comprare dei cerotti. Possibilmente invisibili.
All’amato bene non va meglio: nemmeno un quarto d’ora dopo essere partiti comincia a grattarsi forsennatamente maledicendo camicia e cravatta.
l’eritema mi si scatena non solo in spiaggia sotto il sole, ma anche quando ho caldo” spiega rassegnato
Bene: arriveremo azzoppati e sfregiati.
Ma puntuali.
Troviamo perfino parcheggio subito, in una Roma gremita e già tornata alla normalità del suo traffico congestionato.
Del resto la nostra meta è una parrocchia attaccata alla basilica di San Pietro, mica un qualunque altro quartiere dove magari un parcheggio a pagamento puoi sperare di trovarlo.
Lì si va proprio senza nemmeno la speranza.
Ma la fortuna oggi ha deciso di strizzarci (almeno) un occhio!
Se non fosse per le vesciche, l’eritema e… il fatto che la chiesa ha la porta sbarrata.
Il  piazzale antistante deserto, a parte uno sparuto drappello di turisti che si dissolve nel giro di un attimo.
Che abbia sbagliato giorno?
Spero per te di no, ringhia l’amato bene continuando a grattarsi e al contempo infilando due dita nel collo della camicia nella speranza che almeno l’ultimo bottone ceda.
Consulto l’invito arrivato via mail, scopro che no, il giorno è quello giusto.
Ho sbagliato solo di mezzora e siamo in anticipo: buon per noi, no?
Considerando tutti gli ostacoli lungo la strada.
Mi sento imbalsamato dentro questa giacca. Sei sicura che questo bottone vada allacciato?
Sbuffa lui mentre, non appena chiude lo sportello, come da copione mi consegna, nell’ordine: sigarette, accendino, cellulare e chiavi della macchina-con-attaccate-quelle-di-casa, tutto da infilare nella micro borsa prestata da mamma.
Ma certo, stai tranquillo: e poi stai benissimo, lo rassicuro senza nemmeno guardarlo mentre gioco a tetris con tutto il contenuto per far chiudere la zip della povera tracollina, sperando che invece lei non ceda.
Sarà, eppure io sento tirare troppo.
Non so, mi pare di non potermi muovere.
Arrivano gli invitati, si celebra il battesimo, si va al rinfresco, si mangia, si chiacchiera, ci si ritrova, si sta perfino bene.
Si va via quasi per ultimi, trovando piacevole conversare anche con persone conosciute lì per lì.
Tra una stilettata e l’altra al piede io (perché il bello di un buffet all’impiedi è anche quello di non trovare mai, nemmeno per un secondo, una sola sedia libera e sentire il listino del sandalo premere senza pietà sul cerotto indivisibile) e acrobazie varie per il prurito, lui (sarà, eppure io sta giacca la sento strana, mi sussurra ogni tanto quando ci ritroviamo).
Torniamo a casa tardi.
Sfatti ma contenti (pure questa è andata).
Scendo dai trampoli e assaporo con sollievo il contatto col gelo (si fa per dire) del pavimento.
Lui si toglie finalmente la giacca.
Da buon militare è il tipo che rimane tutto d'un pezzo, dall'inizio alla fine.
Non si sbraga, non si sbrillenta, non si stropiccia.
Non si toglie la cravatta né si rimbocca le maniche della camicia dopo averla aperta fino all'ombelico; 
Non ama per niente gli abiti formali ma se li indossa assolve stoicamente al suo compito fino al ritorno a casa.
Con o senza eritema.
Non appena varca la soglia di casa però butta via la giacca insieme a camicia e cravatta: non vede l’ora di correre sotto la doccia per dare tregua a sto prurito.
Ma ci ripensa, torna indietro, raccoglie la giacca da terra e la osserva attentamente.
La gira, la rigira e la soppesa.
Amore, ma non è che per caso questi spacchi sul retro andavano scuciti?
E le tasche pure?!
Gli tirava, la sentiva strana, faticava a muovercisi dentro….
Menomale che almeno il cartellino lo avevamo staccato.


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Buoni con il succo gusto ACE, buonissimi con quello solo di carota. In questo caso suggerisco di aggiungere scorza di arancia e una carota grattugiata.


Ingredienti (per 12-13 muffins)

200 gr di succo di frutta (io arancia-carota-limone, senza zuccheri aggiunti)
150 gr di zucchero di canna
100 gr di farina di farro
100 gr di farina di riso
100 gr di amido di mais
60 gr di olio di semi di girasole
2 uova
3 cucchiaini rasi di lievito (poco meno di una bustina)
Un pizzico di sale
Scorza di un piccolo limone o di arancia


Procedimento
Preriscaldare il forno a  180°. Riunire in una ciotola tutti gli ingredienti liquidi (succo di frutta, olio, uova) e sbatterli leggermente. Disporre in un’altra ciotola più capiente gli ingredienti secchi (farine, amido, scorza di limone, lievito, sale e zucchero) e mescolarli bene con una forchetta. Unire i liquidi a questi ultimi e lavorare pochissimo, giusto per amalgamarli; distribuire il composto negli stampi per muffins e cuocere per 20- 25 minuti facendo la prova stecchino.

12 commenti:

  1. Mi hai fatta sbellicare dalle risate!!! Ma gli uomini son proprio tutti uguali, eh? Sono esseri semplici che rimangono stupiti anche di fronte ad una giacca fresca di sartoria: tra un po' le indosseranno pure con il cellophane ancora addosso.... o almeno il mio lo farebbe! :)
    Consoliamoci con un paio di muffin va, che mi sa che ti sono venuti anche parecchio bene...
    Un bacio!

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    1. Anche il mio lo farebbe Tatiana! Ti basti pensare che al rientro dalle vacanze, fossero pure i primi di settembre con AFA e caldo asfissiante puntualmente, al momento di disfare le valigie mi chiede: ma quindi ora facciamo il cambio di stagione agli armadi?
      Ed è serio.
      Hai ragione tu: sono semplici! Tanti baci bella mia e grazie!

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  2. ahahah speriamo solo non diventi la moda per il prossimo anno :-D
    Ottimi e sani questi muffins!

    Fabio

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    1. Lo spero anche io!!! Ma non si può mai sapere....
      grazie mille, buona serata!

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  3. Io adoro passare da te, mi piacciono da impazzire i tuoi racconti. Mio marito è molto diverso dal tuo perché si sbraga dopo 10'. Via giacca, via cravatta e maniche arrotolate , ahahaha. I tuoi muffin sono semplicemente perfetti. Complimenti cara

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    1. Cara Lisa, il mio rimane intatto, ma vedi tu a quali condizioni!!! Quindi gira che ti rigira cara mia, sono tutti uguali!!!!!
      Grazie, tanti bacioni e... solidarietà!! Ahahah
      <3

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  4. ma guarda che belle cupolette appuntite!
    i miei oramai non vengono più così da mesi... che succede? il forno? li lascio troppo? troppa poca farina? li sforno subito e si siedono?

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    1. Ma no, pure io li sforno subito, ma se sono cresciuti non si siedono più ( non avrei l accortezza di lasciarli acclimatare nel forno spento...già tanto che mi ricordi di non aprirlo mentre cuociono!!) Nemmeno a me viene proprio sempre la cupoletta e ancora non ho ben capito perche. Dal basso della mia esperienza posso dirti due elementi i imprescindibili:
      -lavorare l impasto pochissimo, giusto il minimo per amalgamare gli ingredienti senza sbattere né montare;
      -forno ben caldo quando li metti dentro.
      Sull' impasto troppo liquido ho delle riserve anche io( se devo fare il ciambellobe mi regolo a occhio e nel caso aggiungo farina, per i muffin ho una sorta di soggezione e tendo a rispettare sempre minuziosamente la proporzione tra secchi e liquidi), ma l ultima volta ho provato a infornare lo stesso senza molte aspettative, con l' impasto che mi pareva davvero eccessivamente liquido, invece sono venuti benissimo con tutte le loro cupolette....boh!!
      Ogni volta è una sorpresa!
      Cara pills, tanti baci!!<3

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  5. io sto continuando ad andare in giro in infradito di giorno: mi sento un po' osservata, ma per me le scarpe chiuse sono una vera tortura!

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    1. A chi lo dici fede! Per me fai benissimo, fregatene. Io osservò quelle che già con 20 gradi girano col piumino o gli stivali.
      Potrei morire.
      Baci grandi

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  6. Oh mamma...ma lui è un sant'uomo!!!! Mio marito avrebbe sclerato dopo solo 30 secondi O_O siete una coppia ben assortita..in vostra compagnia non ci si annoia mai!
    Golosissimi i muffins e dopo una bella doccia rigenerante sarebbero stati il giusto compenso ^_*
    Buon we carissima e a presto <3

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  7. ma povero, ahahahah e pure tu con le vesciche. Io ho comprato le mie uniche scarpe con un tacco a donna per il matrimonio di mia sorella alla quale facevo da testimone e pure il filmino delle nozze, dopo la cerimonia ho finalmente tolto quelle cose ormai unite al piede troppo gonfio per uscire senza smadonnamenti e ho avuto mal di piedi e di schiena per una settimana........ecco sono ancora nuove, usate solo una volta. Bacio.

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