…che prima erano di Miciapallina che a loro volta erano di
Lydia, ecc ecc.
Sì perché io di questi meravigliosi biscottoni, suggeritimi
dall’infallibile Vale, sono andata a guardarmi
tutta la storia, dagli albori.
In verità cercando lumi sull’ammoniaca per dolci (e darmi un
po’ di coraggio per superare il timore di utilizzarla).
Innanzitutto per la
puzza e chiamiamola col suo nome, che odore sarebbe davvero eufemistico.
Asfissiante, nauseante, terribile.
Che vedere l’amato bene aggirarsi per casa con il naso
infilato nella maglietta a esplicitare con voce soffocata tutti i dubbi del
mondo sul barattolo da 150 gr di ammoniaca (sì mi rendo conto che sarei potuta
partire anche dalle normali bustine da 16 gr, ma quello ho trovato) è
tutt’altro che incoraggiante.
Mi fa soffocare!
Si lamenta guardando quasi con disprezzo i miei biscotti correndo ad aprire
tutte le finestre.
Salvo poi servirsene a piene manciate una volta sfornati e
raffreddati del tutto.
Ma sono buonissimi!
Sembrano quelli rustici del forno di qualche paesino.
Il paragone mi suggerisce che si tratta di un apprezzamento
e comunque ogni dubbio (mio stavolta) viene fugato dalla rapidità con cui
finiscono, pur grandi come sono.
Perché sì, la prima volta non sono stata tanto lì a
cincischiare.
Ho formato cilindroni volanti con il solo ausilio delle mani
e nemmeno quello del piano da lavoro.
Acrobazie aeree per sgorbi di stazza importante da
spatasciare direttamente in teglia senza troppi riguardi.
Il risultato è stato ottenere delle specie di sfilatini in
miniatura dai quali l’ammoniaca ha faticato un po’ a evaporare subito del
tutto.
Perché ecco, il segreto poi è questo: più saranno di
dimensioni “umane”, non enormi, più in fretta l’effluvio pestilenziale li abbandonerà.
Che poi occhio: è vero che evapora tutto con la cottura, ma
attenzione ad aprire il forno!
Una nube tossica investirà cose e persone non appena si
aprirà anche solo un piccolo spiraglio. Mozzando il respiro.
La bella notizia è che a un certo punto svanirà come una
bolla di sapone, tranquilli.
A patto però di lasciarli raffreddare proprio del tutto.
Per assaggiarli infatti bisognerà aspettare, con pazienza e
fiducia, che siano completamente freddi.
Diciamo quasi gelati.
A quel punto, veramente, non sarà rimasta più traccia dei
loro imbarazzanti trascorsi.
Ecco, questo non lo sapevo e la prima volta mi sono
preoccupata.
Li guardavo e annusavo temendo di aver sbagliato qualcosa e
che sarebbero finiti al secchio.
Mi sono fatta, scettica e sull’orlo della rassegnazione,
sniffate infinite di ammoniaca fino a quando non è scomparsa (probabilmente dopo
essere finita tutta nelle mie narici).
Ma solo il mattino dopo mi sono convinta che invece no, anziché
al secchio non sarebbero arrivati nemmeno all’ora di cena, per quanto erano
buoni.
Insomma, è una ricetta da fare previo voto di fiducia
incondizionata e senza riscontri rassicuranti a cui appigliarsi in corso
d’opera.
Non sono belli da vedere, puzzano, fanno impressione.
Sia mentre si impastano sia mentre cuociono.
Ma saranno come Cenerentola al ballo: subiranno una
trasformazione radicale solo dopo l’intervento di una fatina, che in questo
caso sarete voi.
Bisogna crederci alla cieca.
Ma io per loro, dopo averne scoperto la bontà assoluta,
arriverei perfino a giurare, manina sul cuore e croce sulle labbra suggellata
da un bacetto.
Vi vengo giusto incontro con una piccola dritta salvavita,
qualora siate impressionabili o di stomaco debole come me.
L’impasto risulterà molto appiccicoso e la ricetta suggerisce
di non aggiungere farina, ma semplicemente inumidirsi le mani per lavorarlo.
Ecco, io la seconda volta che li preparavo ho contravvenuto
a questa regola infarinando un minimo il piano di lavoro e le mie mani.
I cilindretti da formare e ritagliare sono venuti
decisamente meglio, sia perché così è più facile lavorare il composto sia
soprattutto perché vedere quell’impasto (che proprio nulla da crudo ha di
attraente, anzi fa piuttosto impressione) inumidito dall’acqua fa passare la
voglia di perseverare nell’impresa.
Per gli aromi, i profumi, le golosità da aggiungere, non c’è
che l’imbarazzo della scelta: scorza di limone, di arancia, di cedro; zenzero,
cannella; semi di finocchio o di anice.
E ovviamente cacao per la versione super golosa (guardare
qua per credere).
Ma comunque li facciate, fosse pure al naturale senza altre
aggiunte, sappiate che non potrete più farne a meno perché sono davvero
spettacolari.
Io direi che sono a posto: con un etto e mezzo di ammoniaca
potrò farne da qui all’eternità.
@@@@@@@@
Qui la ricetta di Valeria, di seguito la mia versione
Ingredienti (per
circa 35 biscotti)
500 gr di farina di farro
200 gr di zucchero grezzo di canna
2 uova
2 uova
50 gr di latte (di riso/avena/soia o quello che avete in
casa) tiepido
35 gr di olio di semi
35 gr di olio extravergine d’oliva delicato
2 limoni bio (la buccia grattugiata)
1 bacca di vaniglia (i semini)
2 cucchiai di semi di anice
10 gr di ammoniaca per dolci
Procedimento
Sbattere lo zucchero con le uova in una ciotola capiente e
quando saranno gonfie e spumose aggiungere l’olio. Abbandonare la frusta
elettrica, mescolare la farina con la buccia dei limoni, i semini di
vaniglia e quelli di anice e unirla al
composto di uova con l’aiuto di un cucchiaio di legno.
Scaldare il latte in un pentolino grande e scioglierci
dentro l’ammoniaca (che gonfierà moltissimo), quindi unirla al composto e
lavorarlo bene per amalgamarla. A questo punto infarinarsi le mani e prelevare
dei pezzi di impasto. Rotolarli sul piano di lavoro (anch’esso infarinato)
formando dei cilindri e da questi ritagliare dei bastoncini di circa 10 cm . Disporli via via su
una placca ricoperta di carta forno, ben distanziati, visto che in cottura
tenderanno a crescere molto e farli
cuocere a 180° (preriscaldato) per circa 15-20 minuti, secondo il forno e comunque finché non risulteranno dorati in
superficie.
Aprire con cautela il forno tenendo il viso scostato, quindi
lasciarli raffreddare completamente prima di gustarli.
N.B: nel forno non resterà traccia di odore (altra mia paura
successivamente fugata), tanto che io ci ho cotto tranquillamente la pizza
subito dopo.
Mamma mia che bei biscottoni!!!! e ci vorrebbero al posto delle solite fette biscottate.. Ammoniaca per dolci.. si.. la conosco.. la usavano lenonnine nei tempipassati.. ad oggi non saprei dove trovarla.. Comunque ti son venuti una meraviglia..! un bacione
RispondiEliminaGrazie Cla!! Guarda l ammoniaca io al supermercato da noi non l ho trovata ( anche se mi hanno detto che in alcuni si trova) allora sono andata direttamente da Castroni. Lì hanno il barattolo da 150gr che costa 3€....certo mi basterà per i prossimi 10 anni!
EliminaUn bacione grande!!
Lo sapevo! questi biscotti sono stregati... producono un incantamento.
RispondiEliminaNon l'ho mai sottolineato, dal momento che per me è scontato che gli ingredienti debbano essere "felici" - come dice Sonia de Il pasto nudo - ma prima di usarla l'ammoniaca (e di appestare la casa) ho indagato! Ho un bellissimo librino di Matteo Giannattasio sugli additivi alimentari, e lì alla voce Carbonato di ammonio (E503), alias ammoniaca per dolci, la faccina è verde e sorridente. Evviva Lydia, evviva Miciapallina e evviva noi che abbiamo superato la diffidenza e siamo cadute sotto incantesimo!
Ah sì sì per me è finita qua: questi biscotti non temono rivali!
EliminaMa dici bene: ci hanno proprio stregate! Mai avrei creduto possibile superare la diffidenza nei confronti della ammoniaca. Ricordo ancora che durante una vacanza in Sicilia dai miei cugini più grandi (io avevo sugli 8 anni) la ragazza di uno di questi decise di preparare dei biscotti utilizzando appunto l ammoniaca. Evidentemente però ne usò troppa fatto sta che i biscotti erano bellissimi ma la credenza in cui mia zia li aveva riposti restò chiusa fino al momento in cui la ragazza tornò a casa sua dopo qualche giorno e l intero vassoio finì nel secchio!! Solo che per riguardo e per non dispiacere la tipa ci era stato categoricamente proibito di dire "che puzza" e io mi chiedo ancora oggi come abbiano fatto i grandi a trovare il coraggio di assaggiarli. Ecco, questo unico approccio con l ammoniaca rischiava di segnarmi a vita!!! Poi per fortuna la magia di questi biscotti ha spezzato il maleficio..
Non ho mai provato l'ammoniaca nei biscotti, mi ha sempre spaventata :-( ma se dici che ne vale la pena non posso che ripensarci un po' su...ma che differenza c'è nell'usare un semplice lievito x dolci??
RispondiEliminaPare che l ammoniaca li renda più friabili mentre con il lievito tradizionale perderebbero in fragranza e leggerezza. Forse verrebbero piu " ammalloppati" ( scusaa, non saalrei come definirli meglio.Il bello di questi biscotti ( a parte che sono buonissimi) è che non si sfaldano mentre li inzuppi nel latte. ma mi stupisce che tu, geniale e bravissima come sei a fare perfino ogni tipo di latte vegetale in casa e altre magie di questo genere non abbia mai sperimentato l ammoniaca per dolci!!
EliminaÈ comunque sì: ne vale assolutamente la pena!
Baciotti!
io l'ammoniaca la uso da diversi anni ormai (soprattutto per i dolcetti di Natale, visto che aiuta a mantenerli per più giorni), eppure ammetto che ogni volta che la utilizzo, sentendone l'odore (ok, puzza) qualche piccolo dubbio sulla quantità da usare ancora mi viene; ma è vero i risultati poi sono sempre appaganti. I tuoi biscotti hanno un aspetto molto invitante e credo proprio che la ricetta me la salvo. Approfitto di questa mia fugace apparizione per mandarti un affettuoso saluto. Dario (una volta conosciuto come Ziodá)
RispondiEliminaZioda che bellissima sorpresa!!!! Non sai quanto piacere mi fa rileggerti! È oggi poi deve essere la giornata giusta: nei commenti al post precedente ho ritrovato una blogger che non "sentivo" da almeno un anno! Ma io ogni tanto ripenso ai tuoi magnifici dolcetti e al gatto che sei e rimarrai sempre il primo lettore di questo blog!
EliminaGrazie della visita, ti abbraccio forte!
Al gatto= al fatto!
EliminaFavolosi e se me li fai per me ancora meglio :D . Un abbraccio e buona serata
RispondiEliminaCerto che te li faccio Edvige!! Ahh se fossimo state più vicino!
EliminaTanti baci grazie
Ancora un'annotazione per quanti potrebbero spaventarsi di fronte alla parola "ammoniaca": l'ammoniaca per dolci non è l'ammoniaca solvente più conosciuta e molto tossica e irritante; quella conosciuta come "ammoniaca per dolci" è il carbonato d'ammonio, un sale di ammonio dell'acido carbonico [questa la sua formula (H4)2CO3], quella che tutti noi conosciamo è presente in natura sotto forma di gas molto solubile nell'acqua [questa la sua formula NH3]. Per cui niente paura nell'usarla.
RispondiEliminaMi scuso in anticipo con tutti per la lezioncina da maestrina saccente, ma mi è sembrato necessario fugare timori, che potrebbero far desistere dal preparare questi fantastici biscotti.
Anzi, ora che ci penso, sarà meglio che io metta questa nota anche nel mio blog!
Non scusarti Vale!!! Grazie anzi! Io cercavo proprio note di questo genere e anzi mi sembrava strano che sul tuo post non ci fosser. per questo sono andata a cercarele in giro!!
EliminaLa prima volta che ho usato l'ammoniaca in cucina ho mandato via tutti e per prima ho assaggiato i miei biscotti....BUONISSIMI!!!
RispondiEliminaE comunque la vendono nel reparto dolci per cui penso sia difficile confonderla con quella che si usa per le pulizie!!!
No certo: impossibile confonderla, anche perché c è proprio scritto " ammoniaca per dolci" , ma io non mi fidavo lo stesso. Era proprio il concetto di ammoniaca, fosse pure per uso alimemtare, a inquietarmi! ( e comunque la puzza è la stessa!)
EliminaEcco forse ho sbagliato a non fare i biscotti quando ero sola a casa e così la reazione del mio consorte ha contribuito a farmi crescere l ansia!! Grazie un bacione
Noi siamo abituati ad usare l'ammoniaca nei nostri dolci tipici natalizi. certo, fa strano usare un ingrediente dall'odore così (diciamo) pungente. Eppure gli conferisce quella "morbidezza" che si gusta appieno una volta sfornati.
RispondiEliminaFabio
Voi cari miei, con quei dolci meravigliosi che fate ( e non solo quelli!!) siete 10 passi avanti! Però hai centrato il punto Fabio: fa strano usare un ingrediente del genere con qwuell odore nauseabondo. Eppure ceerto poi i risultati sono assolutamente convincenti e sciolgono ogni riserva!
EliminaGrazie buona giornata!!
Avevo letto qualcosa sui prodigi dell'ammoniaca, ma non ho mai avuto il coraggio di sperimentare. Ma di te e dei tuoi sempre squisiti biscotti mi fido ciecamente, quindi comincerò la ricerca. Ha ragione tuo marito hanno proprio l'aspetto di quelli del forno. Squisiti. Un abbraccio cara
RispondiEliminaAdoro i biscotti da inzuppo!!! Li ho preparati anche io molto tempo fa (quando ancora utilizzavo farina di farro per le mie ricette) e ho provato l'ebbrezza dell'odore mefitico e nauseabondo dell'ammoniaca... tremendo! Però devo dire che ne valeva la pena: i biscotti avevano una meravigliosa consistenza e il sapore dell'ammoniaca non si percepiva affatto. Inutile dirti che i tuoi biscotti sono meravigliosi e super golosi e ovviamente, cara Luna, è sempre un piacere leggerti! <3 Un abbraccio, Leti
RispondiEliminai tuoi biscotti sono buonissimi ma le tue premesse sono fantastiche le leggo sempre tutte d'un fiato sei veramente brava !!!!un bacione grande...
RispondiEliminaSai che finalmente ho trovato l'ammoniaca? E nel frattempo ho perso la ricetta? Quindi ti ringrazierò da qui all'eternità per averla postata, altrimenti che ci facevo con quello scatolino puzzoloso? E' terribile, ammoniaca pura e schifosamente penetrante, non la uso manco per l'igiene casalinga e ora ci faccio i biscottoni :)
RispondiEliminaUn bacio (con la molletta sul naso)!
Ecco un'altra ricetta di biscotti da aggiungere all'elenco... mi farai diventare una preparatrice folle di biscotti se continui così ahahah!!! Concordo sull'ammoniaca per dolci, l'odore ha fatto vacillare anche me ma il risultato mi ha conquistato.. quando ero piccola mia nonna in Sicilia mi faceva trovare i miei biscotti preferiti (entrambi preparati con ammoniaca) e i tuoi me li ricordano molto!!! Buona serata cara!!
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