Situato a circa un’ora di macchina da Port Elizabeth e a 700 km da Cape Town, questo parco costituiva per noi il quarto della nostra vita, il primo malaria free. Nessuna
profilassi preventiva quindi, nessuna protezione meccanica per scongiurare
punture di zanzare o numeri di pronto soccorso-malaria affissi in ogni angolo,
come avevamo visto in precedenza.
Il che
rappresentava un motivo di tranquillità, almeno su questo fronte.
Nonostante avessimo letto che l'Addo riunisce al suo interno ben cinque dei nove ecosistemi-tipo presenti in Sudafrica, comprendendo perfino una riserva marina di cui da vari punti sono visibili le magnifiche dune di sabbia sullo sfondo,
non avevamo grandi aspettative.
Pensavamo che dopo aver trascorso dieci giorni all'interno del Kruger, cinque anni prima, nulla potesse emozionarci così tanto.
Nonostante avessimo letto che l'Addo riunisce al suo interno ben cinque dei nove ecosistemi-tipo presenti in Sudafrica, comprendendo perfino una riserva marina di cui da vari punti sono visibili le magnifiche dune di sabbia sullo sfondo,
non avevamo grandi aspettative.
Pensavamo che dopo aver trascorso dieci giorni all'interno del Kruger, cinque anni prima, nulla potesse emozionarci così tanto.
Sì, l’Addo è
molto più piccolo del Kruger (ma comunque parliamo sempre di 3500 km quadrati).
E sì, mancano le giraffe, gli ippopotami e molte altre varietà di antilopi.
Elefanti da
soli, elefanti in grossi branchi, elefanti ai bordi delle strade, elefanti a
perdita d’occhio sul fianco di una collina.
E viene da
commuoversi al pensiero che il parco, nel momento in cui fu istituito, di
elefanti sopravvissuti alle stragi ne contava appena undici…
Eppure ci è
capitato di incontrare una coppia di argentini in viaggio di nozze che per un’intera
giornata avevano perlustrato tutta la zona Sud del parco senza fare alcun
avvistamento.
Perché poi è
così: per quanto possa essere limitata l’ampiezza di un parco, vedere o meno
gli animali dipende molto dal caso.
E dal
passaparola con altri visitatori: quel giorno, tutti gli animali parevano
essersi dati appuntamento sul versante Nord.
Perfino un
paio di leoni,
che ci regalano l’emozione impareggiabile di lasciarsi ammirare da molto molto vicino.
che ci regalano l’emozione impareggiabile di lasciarsi ammirare da molto molto vicino.
Nell’Addo si
trova anche una specie endemica di scarabeo stercorario, il
Circellium bacchus. Incapace di volare, ma fine forgiatore di artistici ammassi di sterco.
Tutelato da
cartelli che invitano a fare attenzione a non schiacciarlo,
a non passargli sopra con la macchina, a dargli la precedenza.
a non passargli sopra con la macchina, a dargli la precedenza.
E di cui ci sono talmente tanti esemplari da rendere il viaggio un divertente percorso a ostacoli volto a
tutelare anche l’oggetto del loro amore, quegli escrementi di elefante che poi
si ritrovano nel negozietto di souvenir del campo base sotto forma di bigliettini
d’auguri, carta da lettera, quaderni, agendine o perfino così, al naturale,
semplicemente rinchiusi in una bottiglina da portarsi a casa come ricordo.
Nel “museo”
del parco, una sorta di aula magna in cui è esposta una mostra fotografica che
narra la storia della sua fondazione, troneggia la mastodontica testa
imbalsamata di Hapoor un enorme elefante maschio, un tempo a capo di un branco
di una ventina di esemplari, che fu colpito da un proiettile che gli bucò un
orecchio, senza però ucciderlo. Nel 1968, all'età di 44 anni, Hapoor venne cacciato
dal branco da un contendente più giovane; rimasto solo, riuscì in ciò che
nessun elefante aveva mai tentato prima: scavalcare l'alta barriera di
protezione che delimitava il territorio dell'Addo. E così lui, che da quel lontano
episodio del proiettile non vedeva proprio di buon occhio l’essere umano, fu abbattuto
perché pericoloso.
Non ho gli
ho scattato foto, perché già prima di conoscere la sua storia quella immensa testa
imbalsamata mi faceva tanta impressione e una gran pena. Faticavo addirittura a
credere che potesse essere vera.
Il momento
migliore per godersi il parco è senz’altro la sera, quando si svuota dei
visitatori giornalieri e anche il piccolo ristorante nel campo base
dismette i panni del confusionario fast food a buffet dell’ora di pranzo e assume i caratteri di un tranquillo e romantico locale in cui consumare ottimi pasti a prezzi onesti.
dismette i panni del confusionario fast food a buffet dell’ora di pranzo e assume i caratteri di un tranquillo e romantico locale in cui consumare ottimi pasti a prezzi onesti.
Il tutto
fino alle 22, quando inesorabilmente chiude i battenti ed è ora di tornare nel
proprio alloggio.
Alla luce
fioca di una torcia.
Qui per l'itinerario completo
Qui per saperne di più sui parchi africani
Bellissime foto, buon pomeriggio.
RispondiEliminaGrazie, buon primo maggio a te!
EliminaImmagino l'emozione di rimanere la sera da soli immersi nella natura ad ascoltarla ed assaporarla!
RispondiEliminaGrazie x questo magnifico tour! Chissà se un giorno vedrò anch'io un elefante dal vivo :-)
Sicuramente! E insieme al tuo bimbo sarà ancora più emozionante! <3
EliminaUn altro parco tutto da esplorare. Davvero tantissimi elefanti!
RispondiEliminaE poi quei leoni così vicini, wow!
Ma anche lo scarabeo merita una menzione, simpaticissimo! :-D
Fabio
Lo scarabeo prima di tutto! Lì è anche più importante dell'elefante e del leone...se la comanda proprio!! ;-))
EliminaBella la naTURA IN PIENA LIBERTà.
RispondiEliminaGrazie
Mandi
Grazie a te, Rosetta, di seguirmi sempre con tanto affetto.
EliminaTi mando un bacione!
il mio sogno n° 1 era vedere i pinguini... ora che l'ho realizzato il mio nuovo sogno n° 1 sono gli elefanti! wooooooooooooooooooooooooow!
RispondiEliminaTi auguro allora di realizzarlo prestissimo, Fede!
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