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martedì 29 settembre 2020

Che estate è stata? - Soda Bread di farro e semi misti

 



L’estate del 2020. Quella che fino all’ultimo non si sapeva se e come si sarebbe potuto andare al mare, riuscire allo scoperto, riprendere ad abbracciarsi.

Quest’ultima cosa in verità non l’abbiamo ancora fatta ed io, da marzo scorso, non abbraccio né bacio mia madre e mio padre o mio fratello e mia cognata in quanto appartenenti a nuclei famigliari diversi e soprattutto, i primi, in età e condizioni cliniche “a rischio”.

Mia nipote però sì, o perlomeno l’ho abbracciata e baciata all’incirca fino ai primi di settembre, prima di partire per la Grecia (sebbene tornata con tampone negativo), e poi di ricominciare a lavorare, a incontrare persone, avere contatti e quindi essere un potenziale untore, non certo per lei, ma sempre per i nonni che a lei badano. Le sue guance irresistibili mi hanno fatto capitolare e ora starne nuovamente lontana, o davanti ma col filtro della mascherina, è veramente durissima.

Con lei sono andata al mare, quel paio d’ore la mattina che tra monta e rismonta tutti i suoi bagagli fra ciambelle, canottini, piscinette, secchielli e formine passavano in un lampo. Sempre troppo brevi, sempre troppo di corsa. Sempre meravigliosamente insabbiate da capo a piedi.


Perché di corsa poi effettivamente andavo a recuperarla presso altri ombrelloni dove i giochi erano sempre più appetibili dei suoi.

Poi c’è stata la scoperta dell’acqua, inizialmente osservata da lontano con timore, subito dopo vissuta in lunghe sessioni di ammollo e di tiraemmolla per uscire, almeno quando la pelle di mani e piedini diventava bianca e avvizzita.

Ma il piacere dell’acqua poteva essere barattato solo con un cornetto e una tazzina piccola di latte schiumato, nelle meravigliose colazioni vista mare che ci siamo concesse presso il nostro stabilimento preferito. Piccolo, tutto di legno, quasi una baita di montagna con larghe vetrate sull’azzurro.

E file di ombrelloni desolatamente vuote in questa strana estate di prudenza.

Ma anche di fretta, di smania di viversela tutta, fino all’ultimo raggio di sole, nel timore che si sia nuovamente costretti a rinchiuderci.

Quindi ecco, siccome s’era cucinato tutto il cucinabile nel periodo lunghissimo della quarantena e siccome in questi rapidissimi due mesi trovavo sempre qualcosa di decisamente meglio da fare che mettermi ai fornelli, questa estate io ho cucinato solo per finta nella cucinetta giocattolo della suddetta nipotella.

Non che si sia morti di fame, eh? Ma abbiamo fatto sempre cose molto semplici, tante cene all’aperto con qualche coppia di amici e una sola, perfettamente distanziati, con i famigliari per il mio compleanno.

Barbecue a non finire e insalate come se piovesse.

Poi, di colpo, sul generale clima assai cupo di incertezza, sconcerto e pesantezza, sono arrivati la pioggia e un freddo polare.

E allora ecco, timidamente, forse, sta ricomparendo pure la voglia di chiudersi in casa a preparare qualcosa.

Sempre senza troppo impegno però, che le belle giornate per scorrazzare nei prati, con la mascherina, magari non sono ancora finite!


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Che non ami particolarmente lievitati, preparazioni lunghe e cervellotiche, con lunghi tempi di attesa e molta pazienza credo sia ormai cosa nota.

È con questi presupposti che mi sono avvicinata a una ricetta (vista qua, quindi anche vegano!) come quella del Soda Bread, simpatico pure nel nome. Perché fare questo pane è anche divertente. A parte che ci vogliono veramente 5 minuti (e 40 di cottura, sì, ma quelli io non li calcolo, che nel frattempo posso fare altro).

Ma poi è proprio bello vedere come da un’operazione rapida, senza il minimo sforzo, senza nemmeno sporcarsi le mani esca fuori un pane fragrante, saporito, gustoso che dà tanta di quella soddisfazione da chiedersi perché lo si sia scoperto solo ora.

Ha superato perfino la prova tempo, perché fatto ieri sera e assaggiato subito appena sfornato era fantastico. Ma lì era facile. Stamattina lo aspettavo al varco per la colazione. E non ha deluso minimamente: spalmato di tahin, coperto di fettine di banana e spolverato di cannella era veramente paradisiaco!


Ingredienti

200 gr di farina di farro

150 gr di farina di farro integrale

(oppure 350 gr di farina 0)

200 gr di latte di soia non dolcificato

2 cucchiai di aceto di mele

1 cucchiaino di bicarbonato

1 cucchiaino raso di sale

50 gr di semi misti

 


Procedimento

Accendere il forno a 200°.

Unire l’aceto al latte e lasciare riposare 5 minuti. In una ciotola mescolare le farine, il sale, il bicarbonato e i semi (lasciandone da parte 2 cucchiai per la decorazione finale).

A questo punto unire il latte cagliato e mescolare bene formando un panetto. Trasferirlo su una teglia foderata di carta forno, cospargere dei  restanti semi e infornare per 40°.



 

 

10 commenti:

  1. Buono questo panino e la piccola è da mangiare di bacetti, complimenti.
    Mandi

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  2. Sai che nemmeno io abbraccio e bacio mia mamma da febbraio scorso?? A dire la verità.. a parte Riccardo.. non bacio nessuno.. Che periodaccio.. speriamo finisca presto! Ti abbraccio forte e complimenti per questo soda bread..

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    1. E' un periodo proprio assurdo che ha rimesso in discussione tutta la nostra vita, specie per quello che riguarda le abitudini familiari. veramente triste. ma come dici tu, speriamo passi presto. Grazie Cla, un bacione grandissimo

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  3. Il soda bread mi ha salvata molte volte anche me che con i lievitati faccio l'amore...ahahahah...quindi non sentirti in imbarazzo!!! Anzi, direi che il risultato è molto appetitoso!
    Splendida la tua nipotina, come resisterle!! Farebbe una bella coppia con Vasco ahahaha

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    1. Tra l'altro mi sa che hanno la stessa età, lei e il tuo cuccioletto bellissimo.
      Beh, se anche una maga dei lievitati come te qualche volta ricorre al soda bread, mi sento mooooolto sollevata!! Grazie Consu, un abbraccio a te e tante coccole a Vasco

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  4. estate strana un po per tutti votata alla semplicità di vita e di gusto

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  5. io sono piemontese ... non abbraccio nessuno mai ;P

    Certo che però questa seconda attesa in cui già sappiamo cosa ci aspetta mette un'ansia!

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    1. A chi lo dici, Fede! Ansia e grande tristezza.
      Anche perchè io invece da romana con sangue siculo nelle vene andavo in giro sbaciucchiando e abbracciando tutti :-))))

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