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mercoledì 11 febbraio 2015

Anche gli atleti mangiano - Ravioli di pasta brisée con ricotta e cioccolato


Che in palestra si andasse per tutta una serie di altre faccende che esulano dalla mera questione fisica è una scoperta proprio dei primi tempi.
Di quando, riluttante e recalcitrante, ormai quasi due anni fa, mi sono votata (immolandomi) alla causa e ho iniziato ad andarci.
All’inizio non è stato slancio gioioso e puro afflato lirico: perlopiù cercavo disperatamente appigli e pretesti che mi dessero coraggio ma al contempo fossero meno brutali e più diplomatici di un semplice calcio nel didietro di me stessa a me medesima.
Ma pure cercando e ricercando, un’unica motivazione ha finito per prevalere su tanti cincischiamenti:
Ce devi annà.
(C’è poco da fa’).
Poi sì, pure la schiena dolorante.
Il miraggio di una bella postura (esteticamente gradevole oltre che salutare).
La prospettiva magari di sciogliere quei materassini di grasso nei punti più sbagliati (...hai visto mai?).
Il fatto di prendere due piccioni con una fava e pensare che tutta la fatica degli addominali (alti/bassi/laterali/metaforici e tutti quelli che non sapevo nemmeno esistessero…) costantemente allenati per l’ottimo motivo che “sono loro a sorreggere e proteggere la schiena”, in qualche modo venissero utili pure in vista della prova costume.
E poi certo, a mano a mano che superavo il disappunto e lottavo con la sveglia/la tuta/i leggins/i calzini bucati (te pare che non tiri su proprio quelli dal cassetto?), quell’impegno trisettimanale (che così, all’improvviso mi impediva di starmene felicemente in pigiama e calzettoni antiscivolo  davanti al computer fino a metà mattina scrivendo e leggendo) mi regalava anche lo scambio bellissimo e costruttivo con le mie compagnucce di corso.
Senza paletti mentali e senza età: vere donne tutte d’un pezzo che col freddo o con la pioggia, col sole o con il vento, puntuali la mattina alle 9 erano (e sono ancora) lì in tenuta ginnica a far lavorare i muscoli.
Non come me che ogni scusa sarebbe buona.
Guarda che bel sole: in alternativa potrei uscire a fare una lunga camminata, magari fino al mare!
Uhhh piove: noooo e ‘ndo vado in palestra?
Senti che tramontana: e se nel tragitto a piedi da qui a lì mi casca un ramo in testa?
E siccome l’equilibrio è per sua natura molto precario io scuse di questo genere per non andare in palestra continuo a sfornarne sempre di nuove e fantasiose.
Convincenti e insidiose, che a smontarle fatico più che se prendessi e andassi senza tante storie.
Allora ho deciso di affrontare la questione diversamente: cercare i lati fortemente positivi e i pretesti incrollabili per volerci andare in palestra.
Per non vedere l’ora di farlo.
Per entrare in fibrillazione anche cinque minuti prima che suoni la sveglia nei giorni dispari della settimana e mi ordini di scapicollarmi giù dal letto per andare a faticare ricordi dolcemente che quel giorno devo dedicarmi a me stessa coccolando (se fa pe dì) i miei muscoli.
Per un periodo mi sono inventata il bookcrossing: fantasticavo di andare lì e, prima di buttarmi a  capofitto nell’allenamento, sollazzare anche la mente passando un’oretta buona a scambiare libri, leggere bandelle, sbirciare copertine. Un’anticamera invogliante e rassicurante, tanto che immaginavo pure come potesse essere uno scaffale all’uopo dedicato e di sistemarci all’interno tutti i libri che mi ero scelta mentalmente il giorno prima, manco la palestra fosse di mia proprietà.
Ma la fantasia non basta.
Serviva uno scossone forte.
Uno sprone incontestabile.
Tipo parlare di cucina.
Di torte.
Di dolci.
Che basta entrare poco più in confidenza per calare la maschera e scoprire gli altarini.
Frasi buttate lì, che colgo al volo, drizzando le antenne come non mai.
Io sono golosa da morire
Ah sì?
Allora posso confessarti che anche io, se lasciata libera davanti a una  tavoletta di cioccolato fondente sono capace di finirmela diligentemente pezzo per pezzo dal primo all’ultimo quadratino.
Massima di rimbalzo:
Embè te credo. Co mezza che ce fai??
(amo la filosofia di queste donne!)
E via, con scenari sempre più ampi:
domenica avevo voglia di dolce, ma non avevo niente in casa
e io, ingenua:
ah brava, allora te ne sei preparato uno?
No ma de che? seee così poi dovevo pure aspettà che se freddava!! nooo, so' scesa e me so' comprata ee pastarelle!
Wow, che donna!
Grande personalità: decisa, massiccia, tosta, ecco perchè a pelle già mi stava così simpatica.
D'ora in poi sarà il mio faro, lo spirito guida, la voce della mia coscienza e pure (soprattutto) quella dell'incoscienza.
Ma le sorprese non sono finite, altre voci si sono aggiunte al chiacchiericcio:
Ma a proposito di cannoli siciliani, sai dove li fanno proprio buoni m’hanno detto?
E giù a spiegare strade e tracciare mappe.
Programmare tomtom mentali e prendere bene nota, ‘nsia mai me sbajo.
E arriva all’improvviso, quella voce apparentemente preposta solo a impartire ordini, imporre disciplina e pronunciare poche, mirate e indigeste parole:
“….e ancora su, stringete i glutei, rientrate la pancia, tenete la postura... piuttosto schiattate ma non mollate…”.
È proprio la sua, di quell’essere mitologico che nella mia mente si nutre solo di radici, chiare d’uovo e poco altro.
Colui che nel bilanciamento di zuccheri/proteine e carboidrati bada bene che dei primi e degli ultimi non vi siano che rare tracce.
Che i dolci non li guarda nemmeno da lontano.
E nemmeno col binocolo.
Questo è nella mia mente un highlander istruttore di palestra.
E invece (pare di) no, è proprio lui che sento chiedere attento, vigile e interessato:
“Scusa dov’è, dov’è di preciso che farebbero sti cannoli?”
Mi crolla un mito, me ne nasce subito un altro.
Riformulo la mia mente (poco) ginnica e (per niente) atletica.
Contemplo rapita e ammirata il nuovo personaggio delle mie strampalate storie:
L’atleta goloso.
Rivedo le mie teorie strambe e un po’ assurde.
Ma che te pensavi: che gli atleti nun magnano?
 E mentre continuo a rimuginare, una delle mie mature compagne di corso mi mette una mano sulla spalla con fare rassicurante:
“allora venerdì ti porto la ricetta di quella torta al cioccolato di cui abbiamo parlato!”
Eccolo un ottimo motivo per venire in palestra!
Altro che cavoli.
La schiena, la forma fisica, l’allenamento, la salute….
Se se.
Mo ho capito tutto!

@@@@@@@


Questi sono ravioli di recupero, ecco perchè le dosi sono proprio minime, bastano giusto per due. E non è per tenersi in forma! Il fatto è che nascono dagli avanzi delle tartellette perStagioniAMO!
Un po’ di ricotta, qualche ritaglio di pasta brisèe…e che fai butti via tutto o metti in frigo a languire?
La ricotta avrebbe finito per camminare da sola…i ravioli no: sono spariti in un attimo.
Perciò non abbiate paura: abbondante pure.
Raddoppiate, triplicate le dosi…tanto poi c'è sempre la palestra!!!


Ingredienti (per 10 ravioli)
Mezzo rotolo di pasta brisée pronta (circa 100 gr)
80 gr di ricotta
2 cucchiaini di zucchero semolato
1 cucchiaino di cacao amaro in polvere
1 pizzico generoso di cannella

Procedimento
In una ciotola amalgamare la ricotta con il cacao, lo zucchero e la cannella. Ricavare dalla pasta tanti dischetti con l’aiuto di uno stampino (riammassare i ritagli e stenderli tra due fogli di carta forno con l’aiuto di un matterello) , quindi farcirli con un cucchiaino scarso di composto (attenzione a non riempire troppo o si apriranno in cottura). Piegare a metà e schiacciare i bordi con i rebbi di una forchetta. Disporre i ravioli su una teglia ricoperta di carta forno e cuocere in forno preriscaldato a 180° per circa 20 minuti o fino a quando saranno ben dorati.


13 commenti:

  1. Mitica tu! Stai traviando l'intera palestra! Scherzo, of course, si sa, le debolezze sono nascoste ma mai troppo in profondità, almeno le mie. Te l'avevo scritto anche tempo fa, tu lotti contro la poca voglia di andare in palestra, io non lotto nemmeno, la ignoro totalmente, con la scusa che tanto corro tutto il giorno, che sollevo pesi e faccio addominali ogni volta che devo recuperare i giocattoli delle bimbe finiti sotto al divano, al letto, al tavolo, al mobile, ecc ecc. però ammetto che una bella compagnia con la quale c'è affiatamento è il miglior input per indossare la tuta, il leggins e le scarpette e allora si può decisamente fare.
    Buone quelle raviole, ci piazzo dentro anche qualche cubetto di pera e le preparo a Luca (bella scusa per sfornarle!)
    Bacioni da Sabrina&Luca

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    1. Giusto: raviolE, al femminile, come le chiamate da voi e che mi piace tanto!!
      Ciao bella, che piacere rileggervi! e sono stata così presa a vedere i progressi delle bimbe che (ci ho pensato dopo) come al solito non ho nemmeno fatto caso alla ricetta....
      Per quanto riguarda la tua ginnastica quotidiana, fra piegamenti, addominali, affondi e corse varie, non è proprio una scusa: con due bimbe così piccole a cui badare tu al palestra ce l'hai in casa 24 h!!!
      Bacioni grandi a tutti e 4 e buon fine settimana!!

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  2. Embè, si sa che la palestra serve solo a toglierti i sensi di colpa davanti ad un cannolo, no? Comunque se ti dovessi trovare a corto di scuse per preferire il pigiama ed un bel libro alla palestra consultami pure :)
    Un bacio!!!
    PS: ravioloni splendidi...slurrrpppp....

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    1. Oh sì sì: 1 ora di palestra= una fetta di torta....peccato che io per la maggior parte delle volte faccia posturale che non è che proprio sia così movimentata, anzi.....ma fa niente!!!!L'accoppiata libro/pigiama è sempre vincente: parliamone pure quando vuoi!!!(io intanto prendo nota di quello che recensisci e mi organizzo!)
      Tanti baci tatiana, buon weekend!

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  3. Ahahahaahma che forza!!!!mi piacerebbe poter venire in palestra con te!!!!! Ottimi intanto questi ravioli. è una vita che non faccio quelli dolci.. smackkkkkkkkkkkk

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    1. Eh sì, però tu in compenso quest'anno non fai altro che sfornare dolcetti di carnevale da far svenire i sassi: e prima le frappe e poi le castagnole....tutte cose per le quali io farei follie!
      Solo che non ho mai voglia di friggere e mi vengono i brividi anche solo pensare di farlo nel mio angolino cottura...vediamo se l'anno prossimo nella casetta nuova con la cucina dotata di ben 2 finestre, di cui una lunga trovo ancora scuse.....
      Quanto alla palestra: sarebbe proprio bello andarci insieme, sai che risate?! (e quanto post dedicati???)
      Mille baci claudietta, buon weekend!!

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  4. ahahah..ogni volta sai regalarmi un momento di risate sinceri, di pancia ( e non x i cannoli, sia chiaro..) :-)
    Ti adoro e sono sicura che d'ora in poi andare in palestra sarà + divertente..aspetto altre scenette ^_^
    Io ho optato per un attrezzo ginnico da tenere in casa e da fare diligentemente 1 volta al giorno 1 ora e quando c'è il sole cammino a passo svelto x 1 ora..ci riesco, ci credi?? L'unica mia salvezza è la musica sparata nelle orecchie..come vedi ognuno ha le sue "scuse" :-)
    Deliziosi questi ravioli del riciclo..li trovo anche un'ottima proposta golosa in onore della settimana + dolce dell'anno :-)
    Complimenti cara e felice serata <3

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    1. ci credo, ci credo: quello di camminare a passo svelto per un'ora è un'abitudine che ho anche io da tantissimi anni e che rispetto sempre ma solo perchè mi piace e mi dà soddisfazione.
      così come mi impongo sempre di fare le scale anche quando esco dalla metro anzichè cedere alla tentazione di quelle mobili...poi vabbè, non usando la macchina ogni mio spostamento è a piedi e di spostamenti durante il giorno ne faccio tanti.
      Invece l'attrezzo ginnico proprio non fa per me: avevo provato a tenerne uno anni fa a casa dei miei ma è rimasto intonso e immacolato e nel corso del tempo si è trasformato, nell'ordine, in:
      -attaccapanni
      -poggiapiedi
      -mensola per libri e raccoglitori
      -supporto per stendere lenzuola ancora umide....
      no, già trovo scuse per andare in palestra...figurati se dovessi fare da sola a casa!!!
      Cara consu, però sarebbe bello fare la camminata di 1 ora insieme...sai che belle chiacchierate?!?! (una scusa anche per andare più piano...prendersela comoda...senza faticare troppo!!).
      Bacioni grandissimi<3<3

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  5. Ma sai che mi fai sempre l'effetto di qualcosa di incredibilmente familiare? A leggere le tue parole mi sono venuti in mente tanti di quei ricordi e sensazioni che mi verrebbe voglia di star qui a scriverne per ore, se non fosse che certe cose è bello accompagnarle da sguardi, gesti, smorfie e accenti della voce. Una cosa però la voglio dire: non smettere mai di trovare ottime motivazioni per fare mille altre cose, unendo l'utile al dilettovole ma soprattutto trovando sempre il lato ironico e spiritoso della vita, che al pari di una fetta di torta è un gran toccasana!

    E porto a casa anche la tua ricetta che di ricotta, cannella e cioccolata sono ghiotta ;)
    Un abbraccione
    Giulia

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    1. A chi lo dici giuliè...cannella soprattutto: quanto mi piace!!!
      Ahhhhhh che bello tornare a leggerti e a risponderti, anche qui da me: mi sei mancata un sacco, sappilo!
      Poi certo, come dici tu, l'ideale sarebbe parlare, gesticolare, comunicare direttamente.
      ma anche nello scambio "epistolare" c'è del bello.
      Quanto all'ironia: penso sia quella a salvarci la vita! se no sai che palle (per dirla con finezza) e che angoscia e che lamenti ogni giorno? io, almeno, tendenzialmente sarei così: poi per fortuna faccio prevalere il lato ironico e butto tutto in caciara, o cerco di farlo... e in questo la scrittura, come ben saprai, aiuta tanto!

      Abbraccioni a te: tanti, felici, stritolosi<3
      e bacioni.
      Non sparire di nuovo, eh?!

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  6. mangiano mangiano i sportivi e sono certo che molti lo gradirebbero questo ravioli, magari anche i non sportivi :-)

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  7. :D mi fai morire Luna! Giuro! ti ho letta tutta d'un fiato e sono ancora qui con il sorriso sulle labbra e negli occhi! almeno comunque una scusa l'ahi trovata e un faro a cui mirare ora c'è come guida! che sia golosa o mangereccia...questa è tutta un'altra storia :D
    splendida ricetta: io sono una fan sfegatata dei dolci alla ricotta quindi.. prendo e rubo con gola!
    A presto,
    Elena

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  8. sehhhh quelli magnano eccome con tutto quello che consumano....è che se mangi come loro ma hai la vivacità di un bradipo i cannoli si appiccicano a casaccio nel corpo e sempre dove non dovrebbero. Io ti capisco eh se ti capisco, io ho la palestra davanti casa, neanche lo sforzo di parcheggiare l'auto, ci vado a piedi eppure fatico più al pensiero di andarci che non dopo quando ci sono. Però se di parlasse di cibo allora...

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