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lunedì 29 ottobre 2018

Ottimismo - Tartufini mandorle e uvetta



Posso capire che sia distratto.
Sovrappensiero, direttamente dimorante fra le nuvole a volte.
Posso comprendere anche che certi dettagli non riescano proprio a catturare la sua attenzione.
Degli orecchini nuovi, un paio di scarpe mai messo prima, una borsa diversa dal solito.
Arrivo a comprendere perfino che non si accorga quando mi taglio i capelli.
Il taglio corto si aggiusta, non è che proprio si cambi fisionomia andando dal parrucchiere.
Passo sopra anche alle piccole variazioni sul tema che puntualmente gli sfuggono: una volta col ciuffo laterale, l’altra senza ciuffo; una volta la frangetta asimmetrica, la volta successiva perfettamente squadrata…per lui sono la medesima cosa.
Ma lo capisco.
Tuttavia continuo a insistere.
A volergli dare fiducia.
A credere ciecamente in lui e nelle sue possibilità.
È con l’animo pervaso da questo fermo ottimismo che venerdì scorso sono andata al lavoro aspettando trepidante un suo messaggio.
Certa che non appena fosse arrivato a casa e avesse visto i vestiti che mi ero comprata per i due battesimi che abbiamo da qui a breve non sarebbe stato più nella pelle e avrebbe voluto subito comunicarmi il suo entusiasmo.
Ma passano i minuti, passa il pomeriggio, passa pure la prima parte della serata in cui ceniamo dai miei.
Tutto senza che venga fatto il minimo cenno ai miei acquisti.
Quando torniamo a casa gli chiedo se per caso noti niente, più o meno al centro del salone, appeso sulla ringhiera della scala e incombente sul passaggio sottostante per andare in cucina, in bagno o per salire al piano superiore.
“Ma che? I panni stesi come sempre. Li hai ritirati presto. Ma potevi lasciarli: io sono tornato alle 4 c’era ancora il sole, si sarebbero asciugati meglio”
A sua (parziale) discolpa posso dire che è vero che le magliette e le camicie le stendo sulle stampelle che poi, se non sono ancora perfettamente asciutte, appendo per l’appunto sulle scale, esattamente in quel modo.
Nella mia ingenuità tuttavia l’ho creduto in grado di distinguere un vestitino nuovo, da donna, col cartellino ancora attaccato, da una sua maglietta XL stropicciata, fresca di centrifuga.
Anzi due vestitini. Accompagnati da altrettante giacche, messe su stampelle diverse per un totale di quattro capi appesi, in modo da garantire, a tutti indistintamente, la medesima visibilità.
#senzasperanza

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Alzi la mano chi, insieme al caffè, non si concederebbe sempre, volentieri anche un dolcetto? Questi tartufini sono un ottimo accompagnamento.
Ho preso spunto per questa ricetta da qui, sostituendo però al succo di mela una miscela di liquore e caffè; e alle nocciole le mandorle.
Senza farina, senza olio né burro né latte. E solo due cucchiaini di zucchero di canna. Beh, a me piacciono i sapori forti e il cioccolato molto amaro. Ma basta assaggiare l’impasto prima di formare le palline per decidere autonomamente il grado di dolcezza preferito.
Come liquore ho usato la Moretta di Fano, quella splendida bevanda a base di rum, liquore all’anice e brandy con cui nella sua città di origine sono soliti preparare un ottimo e corroborante caffè.

Ingredienti (per circa 10 tartufini)
100 gr di mandorle
50 gr di uvetta
2 cucchiaini di zucchero di canna
2 bicchierini di Moretta di Fano (o altro liquore tipo rum)
1 cucchiaino di cacao amaro in polvere (+ altri 2 cucchiai)
1 tazzina di caffè ristretto
1 pizzico di sale

Procedimento
Innanzitutto unire il liquore al caffè, mescolare bene e usare questa miscela per far rinvenire l’uvetta lasciandovela in ammollo per almeno mezz’ora.
Nel frattempo tostare leggermente le mandorle in forno (5-6 minuti a 160°) oppure sul fuoco in una padella antiaderente, tenendo la fiamma bassa e  mescolando sempre.
Dopodiché inserirle nel mixer insieme all’uvetta scolata (ma senza buttare la miscela di liquore e caffè!!), a due cucchiaini di cacao, allo zucchero di canna e al pizzico di sale. Frullare a intermittenza e aggiungere progressivamente qualche cucchiaino di miscela di ammollo dell’uvetta fino a raggiungere una consistenza morbida e appiccicosa (nel caso in cui si dovesse esagerare con il liquido, aggiungere un biscotto o una fetta biscottata sbriciolati per riaddensare).
Inumidirsi le mani e prelevare delle piccole porzioni di impasto dandogli la forma di palline. Adagiarle in una teglia ricoperta di carta forno e cuocerle a 180° per circa 6-8 minuti.
Lasciarle intiepidire e, prima di servirle, rotolarle nel restante cacao (quest’ultimo passaggio è opzionale).




9 commenti:

  1. Anch'io ormai c'ho perso le speranze, quindi consolati..magari addentando uno di questi tartufi spaziali!!!

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  2. Ahahah, non ci posso credere!!! Peggio del mio...ahahah! Ma se arrivi a casa con i capelli fuchsia dici che se ne accorge?
    Diamoci ai tartufini va' che è meglio (tanto quelli li notano subito, vero?)

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    1. Ah beh qualsiasi cosa e a dalla cucina non passa mai inosservato! Una volta ci voglio provare a tornare a casa con i capelli fucsia!
      Tanti baci Tati

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  3. Mi sa che sei in ottima compagnia . Il mio non si accorge mai se indosso qualcosa di nuovo e poi magari se ne esce con mille complimenti per un capo vecchio come il cucco . Strafoghiamoci di tartufini, che è meglio <3

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    1. Questo sí che si chiama ragionare: il verbo strafogarsi, specie se riferito al cioccolato, mi piace tantissimo!!
      Tanti baci Loretta cara

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  4. Non ti preoccupare il non vedere regna sovrano in molti uomini. Il mio dopo 53 anni assieme ancora non si ricorda se il compleanno mio è al 2-3 o 4 ... Poi se da molto non metto qualcosa che magari ha anni di vita... mi dice nuovo??? altro appena acquistato non ci bada nemmeno. Conclusione se mi comodo e dice nuovo (ed è vero) gli dico no... è tanto tempo che non lo metto :) :) :) ahahahaha. Ottimi questi tartufi che prendo un po qui. Buona serata.

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  5. PS. Anni fa sono arrivata a casa capelli cortissimi e bionda, mi apre la porta mi guarda e dice...non mi serve pubblictà.. e chiude la porta. ahahahaha

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    1. Ahahahaha troppo forte: maritozzo li batte tutti! Questione di esperienza!!
      Un bacione a tutti e due, Edvige

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