Ha cessato la
sua esperienza terrena così, di punto in bianco, in una qualsiasi giornata di
sciroccoso e anomalo mese di marzo, dell’anno 2019.
Dopo 7, lunghissimi
anni di onorato servizio. Sempre pronto, sempre sollecito.
Utile e
discreto. Elegante e originalissimo.
Che un
armadietto così per la mia chincaglieria, ce l’avevo solo io.
E potevo
continuare a comprare cianfrusaglie che non si sarebbe mai riempito. Mai perché
disponeva di spazi accessori, anfratti comodi, doppifondi inimmaginabili.
Aprivo,
sceglievo, richiudevo, valutavo guardandomi allo specchio e semmai riaprivo,
ricambiavo, mi rispecchiavo, eccetera finchè magari non perdevo il treno, ma
sempre comunque senza mai rischiare di andare via con un abbinamento di cui non
fossi proprio estremamente e scientificamente sicura.
Adesso il
lavoro è stato altrettanto minuzioso.
Ugualmente
ben fatto e molto curato.
Ma certo gli
spazi si sono ridotti.
“no! Posso
metterti altri supporti fino alla fine dello sportello”
Che è alto
due metri e io poco più di 1.50.
Ora gli
anelli non stanno più su singoli supporti ad altezza girovita.
Pendono da
stecche che incombono sulla mia testa e che per guardarli devo sollecitare le
mie vertebre cervicali già compromesse.
E per
prenderne uno devo prima toglierli tutti.
Un po’
meglio per i bracciali che nella maggior parte dei casi posso slacciare e
prelevare esattamente dal punto in cui si trovano.
Ma certo
quelli rigidi e non apribili devo farli scavalcare o appunto far sloggiare
tutti gli altri.
Gli
orecchini sono ben visibili, a parte l’esigenza di sistemarli, non appena avrò
tempo, in modo che i miei preferiti non si trovino ad altezza vatussi.
Alle collane
è andata meglio di tutti: mentre prima erano costrette ad accavallarsi e
attorcigliarsi l’un l’altra, che per non doverle districare ho finito per
perdere l’abitudine di metterle e perfino di ricordarmele tutte (è così che
avviene l’evoluzione sulla terra), ora hanno collocazioni autonome e
assolutamente visibili che permettono ampia e libera scelta.
Certo manca
lo specchio.
“ma ce l’hai
dietro le spalle, nella parete di fronte”
Devo
comunque girarmi, avvicinarmi (sono miope), eventualmente tornare indietro,
rifare il percorso…tutti minuti preziosi che contribuiscono a farmi perdere il treno.
E poi c’è
una cosa alla quale non mi abituerà forse mai.
La
delicatezza che mi è propria mi impedisce di aprire gli sportelli in modo tale
che non rischi ogni volta di buttare giù tutto.
“tranquilla
è tutto saldamente fissato. Non cade niente”
Questo lo
sappiamo io e te, non certo i vicini che a ogni apertura di sportello credono
sia scesa giù una slavina di ferraglia.
E non sanno
che è semplicemente il mio nuovo armadietto di bigiotteria che io apro dalle 6
alle 7 mila volte al giorno.
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Gli
esperimenti dei dolci senza zucchero, nemmeno quello di canna, toccano vette
inimmaginabili con l’utilizzo del malto. Ovviamente non ci si potrà aspettare
una dolcezza da cassata siciliana. Più un pane che un dolce nel senso stretto
del termine. Ma per chi è già abituato a togliere, limare, aggiustare il tiro
con spezie e frutta secca sarà il plumcake perfetto per la colazione. Morbido,
dall’aroma deciso e la croccantezza delle noci a fare il resto. Ho visto questa bella ricetta qui e l’ho riprodotta quasi fedelmente, ad eccezione della farina che
ho usato di farro, del latte di riso in luogo di quello vaccino e dell’olio di
riso anziché quello di semi.
Ingredienti
200 gr di
farina integrale di farro macinata a pietra
50 gr di
farina di farro
100 gr di
malto d’orzo
2 uova
30 ml di
olio di riso (o di semi)
110 ml di “latte”
di riso (o vaccino)
70 gr di
noci tritate grossolanamente
70 gr di
carote grattugiate (1 o due se piccole)
1 bustina di
lievito per dolci
Aroma vaniglia
(facoltativo)
1 pizzico di
sale
Procedimento
Preriscaldare
il forno a 180°. Setacciare le farine con il lievito, aggiungere le uova,
sbatterle leggermente, quindi unire l’olio e il malto. Aggiungere le carote e
le noci e, poco a poco, il latte amalgamando bene. Versare il composto in uno
stampo da plumcake foderato di carta forno oppure oliato e infarinato e cuocere
per circa 35-40 minuti, secondo il forno.
No scusa, parliamone, ma quanti orecchini , collane , braccialetti hai !!!!!!! Io il tuo armadietto lo trovo spettacolare e lo stesso vale per il dolce - pane che hai preparato. Già me lo sogno per colazione !!!!!! Mille baci Luna
RispondiEliminaNe ho da vendere in effetti...e niente di prezioso, tutte cianfrusaglie ma a me così care!! ahahah. Milioardi a te, non sono nemmeno passata a darti gli auguri di Pasqua :-((
EliminaRimedio con un abbraccio fortissimissimo
wow! Potresti aprire tu un negozio di bigiotteria direttamente in camera tua :-P che spettacolare soluzione!!! Mi sa che te la rubo...anche se ora come ora devo evitare ogni tipo di orecchino pendente per ovvi motivi!
RispondiEliminaDelizioso anche il cake...ne vorrei una bella fetta per la colazione di domattina ^_^
Eh, con i bimbi piccoli è complicato portare ammennicoli. Ne so qualcosa anche io con la mia piccola nipotina che è già interessatissima ai miei orecchini!! (ma mi piace tanto quando li guarda curiosa e cerca di strapparmeli...così corro il rischio e li indosso lo stesso!!)
EliminaAhahah, anche questa volta mi hai strappato una risata! Me ne sto in disparte a ridacchiare (passamela ma ti ci vedo) perché non uso bigiotteria e a vedere tutta quella roba lì potrei dare di matto visto il mio carattere minimalista :)
RispondiEliminaUn applauso per il plumcake: sono sempre a caccia di ricette light e so che da te rimedio sempre qualcosa ;)
Un bacio!
Tatiana (non riesco a loggarmi)
Mannaggia, spero non fosse un problema del mio blog (che non riuscivi a loggarti). Minimalista come il mio paziente consorte...che però ecco, fa buon viso a cattivo gioco e mi trova pure la soluzione!
EliminaBacioni grandi mia cara tatiana
ehi tu...
RispondiEliminaPills!!! Ho provato a commentare un tuo posto al scorsa settimana ma mica ci sono riuscita! mi chiedeva un codice di accesso, e siccome ero pure con lo smartphone e ci sbologno poco, è finita così...ci riprovo presto! Intanto ti mando un bacione!!
Eliminaio ormai non aggiungo zucchero al caffè e al tè da anni, ma nei dolci proprio non ce la faccio! :(
RispondiEliminaperò guarda, con il malto no, ma se usi i datteri dolcificano abbastanza (dipende anche da quanti ne metti) e ti assicuro che non ti fanno sentire la mancanza dello zucchero. io per esempio ne metto 8-10.
Eliminama comunque insomma, già togliere zucchero inutile come quello nel tè e nel caffè è un gran passo avanti! tanti baci Fede