Dopo Corfù,
Zante e Cefalonia, visitiamo la quarta delle 7 isole ionie maggiori.
Una sorta di
amore/odio ci lega a questo gruppo di isole della Grecia e la ragione è
soprattutto legata al tempo: a parte Corfù, Zante ci aveva riservato una
settimana di vento fortissimo, mentre a Cefalonia avevamo beccato giusto
giusto uno dei nubifragi passati alla storia, accompagnati da trombe d’aria che
avevano causato anche diversi danni.
Va da sé che
un certo timore fosse anche giustificato, considerando che il periodo in cui
noi andiamo in Grecia è settembre e non estate piena.
E infatti…dopo
il primo giorno di sole, i successivi cinque sono stati costellati da un
“vortice proveniente dai Balcani” che ha causato piogge intense e anche
abbassamento delle temperature.
Ma per
fortuna poi le cose si sono rimesse decisamente meglio.
A Lefkada
siamo arrivati in macchina da Atene (pur essendoci il comodo aeroporto della
vicina città di Preveza o il porto dell’altrettanto vicina Igoumenitsa). La
ragione di questa scelta è che, prenotando moltissimo tempo prima (quasi un
anno), i voli diretti non sono ancora disponibili ma anche che Atene ci piace
tanto e fare scalo lì, per qualsiasi destinazione, è sempre un grande piacere.
In 15 giorni
abbiamo percorso un totale di 1600 km, cambiato 9 alloggi, attraversato 4
regioni (Attica, Epiro, Tessaglia, Focide), visitato 3 siti archeologici; ci
siamo spostati fra 2 isole e transitato su 1 ponte unico al mondo. In mezzo ci
abbiamo infilato anche una notte alle Meteore perché desideravamo tornarci dopo
esserci stati qualche anno fa.
Nello
specifico, l’itinerario è stato così articolato:
1 notte ad
Atene
4 notti a
Vassiliki
4 notti a
Mikros Gialos
2 notti
sull’isola di Meganisi
1 notte a
Lefkada Town
1 notte a
Parga (sul continente)
1 notte a
Kalambaka (per tornare a visitare le Meteore)
1 ulteriore
notte ad Atene
Ad Atene abbiamo trovato un appartamentino
delizioso (Paradise Apartment in Koukaki ),
in un quartiere tranquillo a ridosso del centro (Koukaki, per l’appunto).
Vicino all’autonoleggio (Volta4U), a ridosso di Plaka
e sotto alla collina di Filopappo.
Una dritta
per un ristorante eccellente, con prezzi contenuti, ambiente carino in una via
defilata dal centro e un appassionato cuoco greco che ama però rivisitare in
chiave fantasiosa i piatti della tradizione: Abibayo.
Invece, per una
colazione indimenticabile, a poca distanza dall’appartamento di cui sopra:
Pasticceria Tzatzos.
opera ingegneristica davvero grandiosa. Si tratta del ponte strallato più lungo del mondo (gli stralli sono quei cavi di acciaio inclinati che ancorano l'impalcato ai piloni di sostegno), si trova nel Golfo di Corinto e collega il Peloponneso alla Grecia continentale.
È chiamato
anche Ponte di Poseidone, vista la sua imponenza e la sua grande importanza.
Sorge infatti in una zona ad altissimo rischio sismico e, come se non bastasse,
soggetta a venti di forte intensità (oltre 100km orari), ma è progettato per
resistere a terremoti superiori a 7 gradi della scala Richter, tanto che, in
caso di sisma, secondo i costruttori, sarebbe «il luogo più sicuro nella
regione di Patrasso». Basti
pensare che i quattro piloni in cemento su cui poggia sono larghi 90 metri e
pesano 150 mila tonnellate ciascuno.
Attraversarlo
regala davvero una grande emozione, anche solo pensando che la sede stradale si
trova a 60 metri sul livello del mare!
Tutto
questo ha un costo, infatti con la macchina il prezzo per l’accesso è di €13,70.
Poiché si è fatta l’ora di pranzo, ci fermiamo nel grazioso paesino di Vonitsa, dove la stagione, pur essendo sabato, sembra volgere al termine e l’aria è un po’ malinconica.
Ma forse è solo presto, perché i
ristoranti a un certo punto iniziano a riempirsi (di greci) e noi non
resistiamo all'idea di pranzare con i piedi nella sabbia e delle incantevoli
alici fritte (l’insalata greca a seguire, invece, sarà la più deludente di
tutto il viaggio).
Altro caffè
e ripartiamo finalmente alla volta di Lefkada.
La nostra
prima meta è la località di Vassiliki e
i Romanza Studios , dove il padrone di casa ci
accoglie con un barattolo di miele prodotto da lui stesso, mentre il
porticciolo di Vassiliki ci ammalia con
la sua placida atmosfera e degli stratosferici moscardini, fritti pure quelli
(menomale che il polpo lo fanno solo grigliato!).
Una baia a ferro di cavallo, caratterizzata dal paradosso del mare sempre calmo, dai fondali bassi e sabbiosi e però sede di innumerevoli scuole di surf in tutte le sue varianti. Nei quattro giorni di permanenza purtroppo il tempo non ci assiste granché, ma per fortuna possiamo goderci il mare anche dal bellissimo affaccio del nostro alloggio.
Nei momenti
in cui esce il sole comunque abbiamo modo di constatare che anche qui, come in
altre parti della Grecia, a metà mattina compare questo diavolo tentatore che
cammina lasciando dietro di sé una scia conturbante di zucchero e vaniglia…
Arriva, apre
il suo banchetto e ci poggia sopra il vassoio pieno di ciambelle e bomboloni
appena fritti. Che se uno non va alla pasticceria è lei che si carica baracca e
burattini e viene da te.
Troviamo un
ristorante (Vagelaras) dove poter gustare un ottimo pesce fresco, la sera.
Quando è ora
di lasciare Vassiliki il tempo non si è ancora rimesso del tutto, ma nonostante
ciò la salutiamo con una punta di tristezza perché alla fine ci è piaciuta con
la pioggia, figuriamoci come dovrebbe essere con il bel tempo!
In realtà ci
allontaniamo di poco, una ventina di km appena, per sistemarci in una nuova
baia, su un altro tratto di costa. Prima però facciamo una deviazione per
arrivare a Capo Doukato, la punta
più meridionale dell'isola di Lefkada. Qui, su uno scenografico sperone di
roccia alto ben 72 metri, sorge un faro che occupa quello che una volta era il
sito di un tempio dedicato ad Apollo.
Guardare giù
dalla scogliera mette i brividi, soprattutto pensando che questa rupe,
nell'antichità, era usata dai sacerdoti del tempio per praticare una sorta di
rito religioso che prevedeva di lanciarsi nel vuoto dopo essersi attaccati
addosso delle piume. La leggenda vuole che anche la poetessa Saffo si sia
gettata in mare da qui, in seguito a una delusione d'amore.
Percorriamo
le "solite" strade greche con tornanti stretti stretti, a precipizio, senza guard rail e pareti
rocciose con segni di frane sulla parte opposta, ma che regalano scenari
incredibili.
La sosta a
una panetteria dal profumo inebriante e che espone giusto quattro cosette è
quasi un dovere morale.
Arriviamo quindi nella piccola e raccolta baietta di Mikros Gialos, in un altro delizioso appartamento (Captain Nick), sempre affacciato sul mare.
Il luogo,
sede di una spiaggia tra le più famose di Lefkada, è frequentatissimo di giorno
per poi svuotarsi la sera. Il set di ombrellone e lettini non è gratis come in
altri luoghi ma costa 15€ normalmente, 10 con il brutto tempo…motivo per il
quale la poca spiaggia libera è presa letteralmente d’assalto. Troviamo un tipo
di turismo mordi e fuggi, molto confusionario e poco interessato alle bellezza
del luogo.
Per il
resto: il villaggio più vicino è in
collina, a 3km e mezzo dalla baia e alla sera tutto riacquista una dimensione
tranquilla e a misura d’uomo.
Essendoci
più taverne che case non si rischia di morire di fame. La sola
controindicazione è che essendo meta di numerose imbarcazioni che attraccano a
ogni ora del giorno, i ristoranti la sera si riempiono ed è sempre necessario
prenotarsi. Insomma: tutto molto bello, ma non un luogo da eremiti, ecco.
Un pomeriggio saliamo verso Poros, il borgo di montagna che sovrasta la baia e dove si respira più autenticità.
Una
piccola scuola, la piazzetta con un solo negozio che fa da bar/alimentari/emporio
e davanti al quale i vecchi si siedono a discutere e a sgranare lo
scacciapensieri;
e poi
un'unica taverna, gestita da una coppia di italiani da 20 anni in Grecia che
propongono una cucina fatta di ingredienti semplici e tanta passione.
Un punto di
incontro fra tradizione greca e del sud Italia, con "ricette di
mamma" rivisitate in chiave locale e tanto, tanto (troppo?) formaggio.
Rifacciamo i
bagagli, quattro giorni dopo, per ripartire da questo luogo che non è brutto,
ma in cui sicuramente non torneremmo.
È sabato e ci
diverte pensare che ci aspetti una sorta di vacanza nella vacanza, un fine
settimana “fuori” e cioè a Meganisi, un’isola minore delle Ionie, situata
proprio di fronte a Lefkada e raggiungibile in soli 20 minuti di traversata. Ma
a lei dedicheremo un post a parte.
Il lunedì
successivo torniamo sul continente per trascorrere l’ultima notte proprio a
Lefkada Town, il suo capoluogo. Decidiamo però, una volta sbarcati, di prenderci ancora del
tempo per guardare le cose da un altro punto di vista e di salire sul punto più
dell’isola.
Qui sorge, in uno scenario a tratti inquietante per la presenza di una vecchia stazione radio ormai in disuso (e tutte le sue relative antenne gigantesche) e una cava immensa utilizzata per le esercitazioni militari,
la Chiesa del profeta Elia (non facilissima da trovare, bisogna stare
molto attenti alla segnaletica, guardarsi intorno e cercare di individuarla a
occhio perché anche il navigatore a un certo punto si perde…).
Riscesi dai
monti ci fermiamo a mangiare un'insalata ad Agios Nikitas, dove la stagione turistica è tutt’altro che al
termine e anzi pare essersi dato appuntamento mezzo mondo.
Ma certo il
mare continua ad avere colori straordinari.
E finalmente
siamo in albergo (Hotel Pirofani), il primo, dopo nove giorni, senza vista mare.
Almeno
frontale, perché basta uscire sul balconcino che eccolo lì, a rassicurarci.
Il capoluogo
di Lefkada si rivela una vera sorpresa.
Dopo la
velata delusione per alcune località di quest'isola completamente votate al
turismo e in nome di questo stravolte, rispetto a quello che ci dicono fossero
fino a qualche anno fa, Lefkada Town ci conquista fin dai primi istanti.
Incredibilmente
infatti vi troviamo una realtà sì protesa ai visitatori, ma che vive
placidamente la sua vita e le sue tradizioni. Già nell'architettura presenta
tutta la sua originalità con case rivestite di lamiera (per fini antisismici).
Vanta poi: una
laguna protetta su cui godere di struggenti tramonti attraversandola a piedi o
in macchina;
un ponte
mobile che non solo si solleva al passaggio delle imbarcazioni ma gira su se
stesso per lasciarle passare ed è uno spettacolo vederlo “In azione”;
un forte
veneziano circondato dall'acqua;
bei negozi e,
soprattutto, una bellissima atmosfera.
Peccato
passarci solo una notte!
Ma una nuova
meta, di cui tanto abbiamo sentito parlare, ci attende: si tratta della
cittadina di Parga.
Ci arriviamo
molto lentamente però: salutata anche Lefkada sul fare dell'alba, infatti, viaggiamo
per circa un'oretta per rientrare sul continente e fermarci nella regione
dell'Epiro. Il programma non è particolarmente articolato: vogliamo solo
concederci un'ultima giornata di mare prima di inoltrarci nell'entroterra!
Ma siccome poi questa località su cui sorge l'infinita spiaggia di Ammoudia si trova proprio sul delta del fiume ACHERONTE, di giornata al mare ne faremo mezza visto che l'altra metà decidiamo di dedicarla alla visita del vicino sito archeologico del NECROMANTEION, il tempio dedicato ad Ade e Persefone e preposto al culto dei morti.
La Grecia ti
costringe sempre a scelte difficilissime!
Il fiume
Acheronte, oltre che lungo un suggestivo paesaggio carsico, per un tratto scorre
sotterraneo e questa è una delle ragioni per cui i greci credevano fosse il
viatico per gli inferi. Lungo le sue sponde, nella località di Mesopotamos, si trovano le rovine del Nekromanteion,
l'unico oracolo della morte conosciuto in Grecia.
Qui i fedeli si recavano per parlare con le anime degli antenati e al suo interno si snodano: labirinti, scale, archi, cunicoli, ambienti in cui si praticavano elaborate cerimonie di purificazione e sacrifici di animali fino a raggiungere la sala di Ade e Persefone, custodi dell'aldilà.
Intorno: una
fresca pineta, con vista su una piana incorniciata da colline e la brezza che
arriva dal mare.
Sei euro di
biglietto e il tempo sacrificato al mare cristallino, li vale veramente tutti.
E finalmente, a pomeriggio inoltrato, arriviamo a Parga, che è davvero un piccolo gioiello.
Peccato
passare una sola notte anche qui (in un hotel carino, centralissimo ed economico: Hotel San Nectarios)
Il
dispiacere è parzialmente mitigato da una magnifica cena, con piatti della
tradizione, alla taverna Dokos, dove rimaniamo quasi increduli per
aver trovato cibo ottimo a prezzi onesti in una cittadina bellissima sì, ma
tanto turistica.
L’indomani
la sveglia è prima dell'alba: ci aspetta una meta amatissima in cui siamo stati
cinque anni prima: le Meteore.
Ci arriviamo dopo tre ore di macchina fra paesaggi di montagna e la sosta nel bar di un paesino sperduto di cui non ricorderemo mai il nome, dove mangiamo un delizioso pane all’uvetta appena sfornato, accompagnato da un ottimo caffè espresso.
Il
tutto sotto un porticato di uva, in compagnia di cani, gatti e tre paesani
incuriositi dalla nostra presenza.
Il nostro
viaggio si conclude dove era iniziato, con un’ultima notte ad Atene.
Prima di arrivarci però, ancora non paghi di tutto il girovagare, facciamo un’ultima tappa a DELFI,
la cui suggestiva bellezza è ben nota e sia il sito archeologico sia il museo
meritano assolutamente una visita.
Qualche
riflessione aggiuntiva:
A Lefkada
abbiamo trovato una Grecia diversa rispetto a quella che amiamo e molto simile
a quella, che non ci è piaciuta, di Santorini e della Penisola Calcidica.
Di per sé l'isola è davvero bellissima, con paesaggi
incantevoli e una vegetazione quasi tropicale. Ma, anche a settembre inoltrato,
è piena zeppa di gente. Ci hanno detto che è cambiata, stravolgendosi, da
quattro anni a questa parte.
Su
ristoranti e servizi abbiamo riscontrato prezzi esorbitanti (non sugli alloggi
che invece mantengono standard bassi a fronte di una qualità eccelsa).
Questo è
comprensibile, ma non a scapito della quantità: delle due l'una.
La
qualità non sarebbe nemmeno da
considerare, ma capita anche quello.
E il
confronto viene spontaneo: insalata greca raffazzonata e in quantità ridicola,
a Lefkada 9,50€; Agnello con purè di
melanzana, ecc., nel centro di Atene 8,50.
E ancora:
set ombrellone/lettini gratis (a fronte di una consumazione) ad Ammoudia
(continente); 10€ a Mikros Gialos finché
era nuvoloso, 15€ il giorno dopo
"perché è uscito il sole".
Prezzi
sparati a caso.
Quello che
ci è mancato è "la grecità" in molte occasioni, atmosfere, piatti,
situazioni.
A ripagare
di tutto: il mare, gli scenari, la sua innegabile bellezza.
Tutto il
resto, da Meganisi a Parga, alle Meteore, a Delfi, fino alla nostra adorata
Atene, è stato solo autentica meraviglia.
Nessun commento:
Posta un commento
Grazie della visita, lascia un segno del tuo passaggio, sarò felice di risponderti