“Sono molto
felice che ti piaccia, ma non è che ora tu la debba usare proprio sempre”.
Il mio
entusiasmo per la nuova vaporiera procede di pari passo con la preoccupazione
dell’amato bene per ciò che potrei farne.
Che poi:
quali pericoli si nasconderanno mai dietro quest’innocuo attrezzo? Che ci
potrei mai fare?
Cuocere
ovviamente.
Ma il punto
è proprio quello.
Il primo
sussulto, l’uomo di pochissima fede, lo ha quando decido di farci il riso per
il suo pranzo da portare in ufficio.
“Perché devo
fare da cavia proprio io?”
L’insulsa
domanda prevede una risposta altrettanto scontata: mica sono io che pranzo
fuori.
Io me lo
cucino fresco, il riso (eventualmente in pentola tradizionale.. ma sono
dettagli).
Una prima
volta ci dovrà pur essere.
Ma dopo l’iniziale
titubanza, e in barba alle più pessimistiche previsioni, già dal primo assaggio
lo trova buono.
Buonissimo
il giorno successivo quando apre il suo portapranzo in ufficio e ne gusta il
contenuto.
Lo vedi? –
lo sfotto convinta mentre dentro, segretamente, tiro un sospiro di sollievo.
E poi è la
volta di broccoli, zucche, zucchine, patate, perfino dei pomodorini che devo
spellare.
Tutto cotto
a puntino e con grande soddisfazione di non dover usare nemmeno un goccio di
olio, se non a crudo, a cottura avvenuta.
È quando
decido di provare a farci un dolce che la preoccupazione sale alle stelle.
In effetti
anche la mia, eh?
Che i panini
al vapore che fanno in Cina o in Giappone non è che mi facciano proprio
impazzire.
Ma decido di
provare lo stesso. Con una ricetta che non prevede nemmeno un grammo di grassi,
animali o vegetali, nell’impasto.
Nemmeno lo
zucchero, se è per quello.
Ma visto che lo sciroppo d’agave non ce l’ho, lo
sostituisco con qualche cucchiaio di zucchero di canna. Proprio perché mi sento
in vena di esagerare.
“Sento un
odore, ma proprio leggero leggero di dolce. Non come quando li fai al forno” –
constata nostalgico e sfiduciato l’amato bene mentre a me quasi esce una
lacrima di commozione scorgendo, tra i fumi del vapore, le meravigliose
gobbette dei muffins formarsi nonostante tutto. Nonostante il tipo di cottura e
tutte le vibrazioni negative che li minacciano.
Allungo
giusto di altri cinque minuti la cottura, nell’ansia che non siano cotti
perfettamente, data la novità assoluta anche per me.
Ma quando li
“sforno” quasi non credo ai miei occhi.
Gliene porto
un pezzetto fragrante, appena uscito.
“no grazie,
è quasi ora di cena, casomai dopo”
Che è
diventato domani perché a cena siamo stati fuori.
Ma sono i
numeri a parlare:
Domenica,
tondi e perfetti, 12 muffin.
Oggi,
mercoledì: 2 superstiti.
@@@@@@@@@@@@
Io non so se
la ricetta originale prevedesse realmente la totale assenza di olio o burro o se non sia
stata piuttosto una dimenticanza. Sta di fatto che li ho voluti provare così,
proprio senza grassi (a parte quelli delle uova), e non me ne sono pentita. La consistenza è, ovviamente, sofficissima. La mia paura più grande era che non lievitassero o che risultassero
gommosi. Niente di tutto ciò. Oltre ad essere cresciuti alla perfezione, hanno
mantenuto un’umidità e una morbidezza che va oltre quella di una normale torta
di mele.
Bisogna provarli
per capire!
Ma attenzione: non
bisogna avere per forza una vaporiera per farli.
Si possono
mettere gli stampini per muffin direttamente in una pentola con due dita d’acqua
e cuocere coperto sempre per 20-25 minuti.
Ingredienti (per una decina di muffin secondo la
grandezza degli stampini)
250 gr di
farina di farro
70 gr di
zucchero di canna
30 ml di
latte di riso o altra bevanda vegetale
2 uova
1 vasetto di
yogurt bianco al naturale
1 mela
grande
1 cucchiaino
colmo di cannella in polvere
1 bustina di
lievito (16 gr)
Procedimento
Riunire in
una ciotola la farina, il lievito, lo zucchero e la cannella. In un’altra
versare le uova, il latte, lo yogurt e mescolare con cura. Unire i due composti
lavorando il minimo indispensabile e aggiungere la mela tagliata a dadini. Riempire
gli stampi per ¾ e disporli nella vaporiera o in alternativa in una pentola con
due dita d’acqua e cuocere per 20-25 minuti.
Ma che figata! Potrei provare a cuocerli nella vaporiera cinese di bambù ^_^
RispondiEliminaPerché no?? Dai prova! A te sono sicura che piaceranno!!
EliminaBaci
Vabbè la vaporiera è una figata, io sono già alla terza :) però ultimamente la sto trascurando perché non ho il tempo di sperimentare: vuoi vedere che se mi passi le ricette bell'e pronte mi ci rimetto ad usarla?
RispondiEliminaUn abbraccio!
Io è la prima volta che ce l ho in casa e devo dire che la trovo comodissime, specialmente per cuocere il riso o le verdure:da tutto da sola e non si sporca niente. E la cottura risulta sempre perfetta.
EliminaSono diventata una sua Grande fan!!
Abbracci a te, Tatiana
a me fa tristezza.... ma forse perché non ho mai mangiato le cose giuste cucinate nel modo giusto!
RispondiEliminaAnche a me prima di averla!
EliminaE l ho sempre considerata abbastanza inutile. Invece l'ho scoperta utilissima specie per le preparazioni di base. Poi certo...Non si può paragonare a una friggitrice!! Un bacione Fede