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martedì 10 dicembre 2019

Eccoci - Granola di miglio e avena alla banana




Pensavo di essere in ritardo come al solito.
Perché è vero che l’albero – e il presepe e le luci in giardino e i decori per tutta casa - si fanno l’8 dicembre.
Ma è pur vero che a casa nostra questa regola vale poco. Non si può andare oltre, ma portarsi avanti sì.
Così come mentre il resto del mondo mette via tutto l’addobbo natalizio dopo il 6 gennaio, da noi pur facendo la loro bella scena nel Presepe, dotati anche di un grosso cammello di legno africano accasciato sotto una palma, i re Magi sono costretti a peregrinare in tondo fra pastori e pecorelle senza mai arrivare a destinazione visto che qua, invece, si rismonta tutto prima ancora dell’Epifania.
Il motivo è che poi per la befana si va tutti a pranzo da mamma, il giorno dopo al lavoro, tempo (e soprattutto voglia) di smontare tutto non ce n’è e l’ansia di assolvere all’oneroso compito finisce per prendere il sopravvento.
Ecco, dicevo, ma se tenere albero addobbi e presepe oltre il limite dell’Epifania mi mette ansia e tristezza, giocare d’anticipo assolutamente no. Fosse per me l’albero lo farei pure a fine settembre, tornata dalle vacanze, se solo non facesse ancora caldo.
Del resto avevo una nonna che giocava a Tombola il giorno di Ferragosto e certi geni devono trovare terreno fertile nel tramandarsi.
Mi vedo bene in uno di quei posti del mondo in cui è sempre Natale, dove gli abeti decorati sono perenni.
Tuttavia, vivendo ad altre latitudini, mi pongo un freno e aspetto, almeno, fine novembre.
Il grande giorno dell’allestimento è preceduto, abitualmente, da un viaggio all’Ikea per andare a prendere l’albero (vero) da riportare poi a fine gennaio perché venga ripiantato. Il viaggio in terre distanti da qui una settantina di km, è finalizzato anche a  un preventivo giro di shopping alla ricerca, oltre che di regali (che però non trovo mai e per i quali sistematicamente mi riduco all’ultimo), anche dei grandi classici della tradizione di casa nostra: il torrone Pernigotti (gianduia e fondente), quello al pan di spagna imbevuto di liquore Strega, la frutta secca tostata, il Caffè Borghetti, i biscotti speziati dell’Ikea, pandoro e panettone rigorosamente Bauli e Motta. C’è più di un motivo per il quale sembra non si possa prescindere da queste due specifiche, insostituibili marche senza incorrere in crisi isteriche: la prima è la convinzione di mio padre che solo Motta faccia il panettone “classico”, mentre tutti gli altri strizzano l’occhio al postmoderno sdilinquendosi in glasse improbabili, ripieni azzardati e assenze gravi come quelle dei canditi o dell’uvetta (e c’è poco da scherzare: il Tartufone è un figlio degenere che probabilmente degli illustri genitori porta solo – ignobilmente - il nome e quei panettoni, sedicenti tali, senza canditi o senza uvetta sono solo tentativi di sabotaggio, opere di spionaggio industriale e haters che agiscono così, mettendo in cattiva luce un marchio che di suo sarebbe serio, storico e incorruttibile).
Poi, oltre a una sorta di mania ossessivo compulsiva spalmata su svariate famiglie della nostra cerchia parentale, una leggenda narra che mia madre, incinta di me, avesse costretto marito e fratello a fare un giro serale per i bar di Roma (in un’epoca in cui non esistevano supermercati aperti 24h) alla ricerca proprio di un pandoro Bauli. Quello e non altri. Del perché non ci giunge notizia. Ma va da sé che, essendoselo poi mangiato quasi tutto da sola, in quella precisa voglia gestazionale si sia sviluppato un imprinting, un marchio di fabbrica impresso indelebilmente su di me, ignara inquilina della pancia di mia madre…potrei mai ora barattarlo in nome di un qualsiasi pandoro artigianale, magari al pistacchio, magari con meno grassi idrogenati, lieviti chimici, conservanti e aromi artificiali? Che non sappia di plastica e di macchine industriali?
Ecco e poi arriva il momento tanto atteso di mettere su tutta la fiera di luci, lucette, folletti (ogni anno di più), ghirlande e nastri sparpagliati un po’ in ogni dove, bagni compresi.


Con la variante però, quest’anno, del presepe aereo anziché nel sottoscala come di consueto, in considerazione della tenerissima e curiosissima età della mia adorata, neocamminatrice nipotina. 


La quale ha già provveduto, in una decina scarsa di minuti di permanenza fortuita, quando ancora l’allestimento non era nemmeno del tutto completato, a:
-      Sbaragliare un intero set di bigliettini d’auguri ricevuti nel corso degli anni che in questo periodo io espongo sui vari ripiani della libreria.
-      Staccare i fili di una ghirlanda di luci attorcigliate sull’albero di Natale che ora, giocoforza, rimarranno lo stesso lì. Belle ma spente.
-      Scaraventare violentemente a terra un portacandele facendo schizzare schegge di vetro e grida di terrore.


Il tutto senza essere rimasta attaccata alla 220 né essersi procurata il minimo graffio.

E tra tempeste di porporina, pericoli scampati, rocamboleschi quanto del tutto inutili tentativi di disporre addobbi a misura di bambino, anche quest’anno, signore e signori, è ufficialmente sbocciato il Natale nella nostra casetta!


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Prima di lanciarsi in abbuffate pantagrueliche, tra un’infornata e l’altra di biscotti da regalare, vale la pena prepararsi scorte di granola per avere a disposizione almeno qualche colazione sana ed energetica senza zucchero ma con tante altre virtù. Si fa in pochissimo tempo, dura fino a un mese chiusa in un barattolo di vetro e sa anche di cannella, tanto per restare in tema ;-)

Ingredienti
140 gr di fiocchi di avena integrale
140 gr di miglio soffiato
110 gr di mandorle
60 gr di sciroppo d’acero
40 gr di semi misti
2 banane
1 cucchiaino di cannella


Procedimento
Schiacciare con una forchetta le banane e mescolarle con lo sciroppo d’acero. In una ciotola capiente riunire il miglio, l’avena, le mandorle tritate grossolanamente, la cannella e i semi misti. Unire i due composti e mescolare bene con una forchetta fino a quando tutti gli ingredienti secchi si saranno inumiditi. Distribuire il tutto su una placca ricoperta di carta forno cercando di livellare. Cuocere a 150° per una ventina di minuti, quindi estrarre al teglia, mescolare, livellare nuovamente e cuocere per altri venti minuti. Spegnere il forno e lasciare raffreddare lentamente con lo sportello tenuto aperto da un cucchiaio di legno per una notte intera.
La granola, ben asciutta e croccante, si conserva in un barattolo di vetro anche per 1 mese.


16 commenti:

  1. a che bella casetta che hai: calda e accogliente. Con quelle luci (specie sullo scaffale della prima foto) pare anche qualcosa di ammeregano! :)
    Buonissima la granola, da provare assolutamente.
    Io devo addobbare l'ufficio dove lavoro (ossia il mio luna park personale), e finire le spese per casa :)

    Moz-

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    1. Beh ma è uno spasso addobbare un lunapark! Cos'altro potresti metterci per renderlo più magico di quel che è? Coltivando il sogno di andarci a vivere in Ammerrega, intanto cerco di copiarne lo stile...ma sono ben lontana dal riuscirci!
      Buone spese, Moz!

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  2. Oh cappero ma che bella casa! Io che adoro i colori della tradizione nordica, è proprio superwow…
    E comunque mi hai fatta schiattare, premetto che non adoro pandori e panettoni ma se li mangio tali devono essere e non ti dico gli insulti ai Tartufoni che acquista mio marito! E quando mio figlio scarta i canditi e me li passa perché mi piacciono da morire? E le uvette? Uhhhh loro tolgono e io mangio, tanto che il tavolo sembra un campo di battaglia (tranquilla, con il grasso del prosciutto è la stessa cosa, loro tolgono e io me lo contendo con i cani).
    Sai che la granola non l'ho mai fatta anche se da anni prometto di provarci? Beh in questo periodo sono in trip con lo homemade quindi mi sa che è la volta buona :)
    Bacioni!!!

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    1. Ahahaha anche io vado raccattando uvette e canditi da chi li scarta! Purtroppo l'amato bene se magna tutto, ma in compenso quando siamo a tavola insieme mia madre e mio fratello vivisezionano il panettone e io ne beneficio!
      Tati, ho visto che hai fatto un viaggio magnifico per i mercatini di Natale della Germania, che meraviglia, che posti bellissimi!
      tanti bacioni a te

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  3. Attendo ogni anno con ansia che sbocci il Natale a casa tua !!!!! Qui da me invece la casa ancora piange ( e lo dico sottovoce perché mi vergogno a morte ) . comunque questa granola te la rubo. Tanti baci Luna bella
    P.s che carina la tua nipotina

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    1. Veramente?? e io che quest'anno per pigrizia ho messo giusto 3 foto, pure mosse, scattate al volo col cellulare! Quanto alla tua casa ancora da addobbare, ma che ti importa, Lisa? a parte che a Natale ancora c'è tempo, ma poi mica è detto che bisogna fare per forza l'albero. Anche solo mettere una candela o un'altra piccola decorazione a tema ed ecco creata l'atmosfera. Vergognarsi proprio no: ognuno a casa sua fa quel che vuole, anche non addobbare affatto se crede!
      Grazie per la nipotina: io sono completamente pazza di lei, quindi assolutamente non obiettiva, ma se mi dici che è carina ci credo :-))))
      Tanti baci a te, Lisetta mia.

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  4. Una casa belle decorata e quel piccolo angioletto che gattona di qua e di là, granocchiamo granola anche per queste feste grazie dello spunto

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  5. ahahah..anch'io ho dovuto fare decorazioni "aeree"! Vasco che sta per compiere 18 mesi, ormai è un avventuriero arrampicatore e tutto quello alla sua altezza sta diventando preda dei suoi esperimenti conoscitivi!!! Aiutooooo
    Adoro la granola (e lo sai bene :-P) questa alla banana è assolutamente da aggiungere alla lista delle varianti da provare ^_^

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    1. Guarda io ho iniziato a sperimentare granole vedendole da te! Mi piacciono troppo e ora me le preparo ogni due-tre settimane, appena finisco il barattolo!! Ora vorrei provare quella che hai fatto con il cous cous, infatti ce l ho salvata e sarà la prossima. Quanto a Vasco...amore di casa, due mesi più della mia nipotastra, combinano guai è vero, sono piccole trottole instancabili, ma Natale è così bello da quando ci sono loro! Tanti baci Consu

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    2. Guarda io ho iniziato a sperimentare granole vedendole da te! Mi piacciono troppo e ora me le preparo ogni due-tre settimane, appena finisco il barattolo!! Ora vorrei provare quella che hai fatto con il cous cous, infatti ce l ho salvata e sarà la prossima. Quanto a Vasco...amore di casa, due mesi più della mia nipotastra, combinano guai è vero, sono piccole trottole instancabili, ma Natale è così bello da quando ci sono loro! Tanti baci Consu

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  6. Ma la mangi così o la aggiungi allo yogurt?

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    1. La mangio così perché la preferisco non "ammollata" però nello yogurt sta sicuramente bene così come nel latte dí soia.

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