Una manciata
di case buttate a casaccio su una piccola insenatura della costa meridionale di
Creta, quella lambita dal Mar Libico.
Ci si arriva da un'unica strada che per
20 km si inerpica fra le montagne e per i restanti 10 ridiscende, tornante dopo
tornante, fino al mare.
Un promontorio a forma di leone seduto (“leontas” in
greco, da qui il nome) a fare da guardia.
Lentas (o
Lendas) è un piccolo gioiellino incastonato fra le montagne e il mare. Vicoli
stretti e acciottolati che si intrecciano; case una sopra o dentro l'altra, con
confini labili e invisibili. Piccoli affacci sul mare, ripide discese verso
l'acqua, profumi di minuscole taverne da cui provengono note soffuse. Vociare
sommesso che non turba minimamente il dialogo costante, ora calmo ora roboante,
fra mare e vento.
È un microcosmo
pullulante di vita genuina e relax. Qua non si capita per caso e se si sceglie
vi si arriva con il pieno di benzina, che distributori non ce ne sono. E
nemmeno sportelli bancomat o negozi, fatta eccezione per 2 minuscoli empori.
Una volta
arrivati si abbandona la macchina e si vive scalzi, fra terra e mare.
Solo una
piccola striscia di spiaggia di ciottoli al centro del “paese”, dove ombrelloni
e lettini sono a disposizione gratuitamente a patto di lasciare pulito e in ordine quando ci si
ritira la sera.
Lendas però
non è soltanto mare cristallino e paradisiaco angolo di relax. È cresciuta sulle rovine dell’antica città di
Levina, anticamente richiamava folle di Pellegrini provenienti da tutta l'area
ellenica in quanto era un rinomato Askiplion, un luogo termale in cui si veniva
a farsi curare dai sacerdoti di Asclepio, dio della medicina e figlio di
Apollo. Su un'altra che guarda il mare sono sparse disordinatamente le vestigia
di questo luogo.
Gli scavi sono abbandonati, la parte recintata è minima,
alcune colonne si trovano addirittura parzialmente coperte da una colata di
cemento su cui parcheggiano le macchine.
Andando in giro si vedono ovunque
resti di colonne, capitelli, addirittura parti di anfore e vasellame poggiate
sui muretti di cinta delle abitazioni. "Non ci sono soldi per portare
avanti gli scavi" ci dicono.
E questo
suscita un'infinita tristezza.
Un dettaglio
non da poco, ma giusto un'ombra gettata sul grande amore che questo piccolo
villaggio ha acceso in noi. Il fatto poi che per due giorni su quattro di
permanenza sia stato sferzato da un vento poderoso e implacabile che soffiava a
90km orari, cambiando spesso direzione, alzando mulinelli di terra e increspando
minacciosamente la superficie del mare non ha intaccato minimamente il fascino
che tutto il contesto ha esercitato su di noi. È relax e immensa bellezza. Con
la possibilità, volendo, di fare interessantissime escursioni nei dintorni.
Per dormire
Lendas Paradise Studios
Solo 6
camere affacciate direttamente sul mare. Una striscia di spiaggia di ciottoli
scendendo una decina di scalini; ombrellone e lettini lasciati a disposizione
nella casetta, da poter portare ovunque. Quest’ultima è attrezzata di tutto,
compreso piccolo cucinino con due piastre elettriche. Non sono previste pulizie
quotidiane né cambio biancheria.
Per
mangiare
Taverna Oasis
Mamma dietro
i fornelli mentre Stella, la figlia, accoglie i clienti e chiede loro se
vogliono seguirla in cucina per vedere i piatti del giorno. Scoperchia
pentoloni e vassoi che svelano meraviglie fumanti.
Tantissime
verdure, ogni sera diverse; e poi spezzatini, zuppe e insalate di legumi
("perché mamma viene dalla montagna"); uno strepitoso piatto di fiori
di zucca e foglie di vite ripieni di riso e infine il pescato del giorno.
Mentre si cena poi arriva il contadino che scarica frutta e verdura.
4 sere su 4
da loro. Più un pranzo...praticamente adottati.
ESCURSIONI
In realtà
questi luoghi noi li abbiamo visitati prima di arrivare a Lendas,
trovandoceli sulla strada e per non doverci più muovere una volta arrivati al
mare. La strada è molto scenografica, si inerpica fra le montagne per poi
ridiscendere attraverso ripidi tornanti verso la costa. È abbastanza fattibile,
ma bisogna tenersi larghi con i tempi considerando che il chilometraggio è
relativo e a valere è più la velocità (piuttosto ridotta) che il percorso
impone.
PALAZZO DI FESTOS (33 km)
Certo qua
non ci sono labirinti nè Minotauri, ma insieme a quello di Cnosso, il Palazzo
di Festo è uno dei siti più importanti della civiltà minoica.
In realtà i
palazzi erano due, il primo andato distrutto nel 1700 a.c. Al secondo,
ahimè, è toccata la stessa sorte nel
1400 a.c. Ciò che rimane ora sono i resti di un ingresso monumentale con una
scenografica scalinata; quelli di varie abitazioni/ locali di stoccaggio;
colonne, basamenti e larghi pozzi. Più delle splendide, enormi anfore (pithoi).
Tutto
affacciato sulla meravigliosa Piana di Messarà.
AGIA TRIADA
Indicazioni
molto scarne, ci si arriva un po' a intuito, ma a soli 2 km da Festos c'è il
sito archeologico di Agia Triada non meno bello e interessante. Anzi
personalmente lo abbiamo preferito al primo. Ancora appartamenti reali, templi,
magazzini e le rovine di una strada lastricata in ardesia che parte da qui e
arriva fino a Festo.
Il tutto su
uno sperone roccioso, con il mare in lontananza e grandi pini sotto i quali
fermarsi a godere del vento refrigerante. Se ciò non fosse abbastanza, c'è
anche una minuscola chiesetta bizantina interamente decorata di affreschi!
GÓRTINA (30km)
L’'ennesimo,
magnifico sito archeologico di Creta. L'antica rivale di Cnosso, capitale
dell'isola in epoca romana. Infatti la maggior parte delle rovine è di epoca
romana.
Si viene accolti come prima cosa da un edificio paleocristiano, o quel
che ne resta tra il cemento e il vetro della ricostruzione.
Ma i motivi
essenziali per visitare Gortina sono fondamentalmente due.
Il primo, di
carattere storico, le sue celebri leggi: un muro alto circa 2 mt e lungo 12 su
cui sono incisi i diritti dei cittadini in epoca dorica. 621 righe, suddivise
in 12 colonne, costituiscono la più importante raccolta di epigrafi in lingua
greca a oggi conosciuta.
Il secondo
motivo, di natura mitologica, riguarda il millenario platano, sempreverde,
sotto il quale si narra che Zeus, trasformatosi in aquila avesse condotto
Europa, dopo averla rapita. Qui dunque, sotto il platano, sarebbero stati
concepiti Minosse e i suoi fratelli.
Nel prossimo
post: Chora Sfakion, e le Gole di Samaria.
Vedi anche: -10 motivi per andare a Creta
-Creta dove e come: prima tappa ed escursioni
Vedi anche: -10 motivi per andare a Creta
-Creta dove e come: prima tappa ed escursioni
Cos'è quella pizza col sesamo?
RispondiEliminaComunque in alcune foto, specie quelle iniziali, giuro che assomiglia alla mia Puglia O__O
Moz-
Una buonissima pizza ripiena di zucchine ed erbe selvatiche! È vero, anche io ho riscontato alcune analogie con la Puglia, sebbene non l'abbia girata moltissimo (ma un po'sì!). E in particolare ne ho apprezzato la cucina, tra cui le indimenticabili bombette. Che buooooneeee!!
EliminaStupendo, sono senza parole GRAZIE !!!
RispondiEliminaMandi
Ma grazie infinite a te, Rosetta, come sempre! Un abbraccio fortissimo
EliminaMandi
Lendas!!!!! noi l'abbiamo vista mentre tornavamo col traghetto da Gavdos.. e abbiamo detto quanto sarebbe stato bello starci per una settimana in totale relax.. che meraviglia.. E poi tanti siti archeologici che noi ci siamo persi ahimè per il poco tempo.. Ma come ben sai.. Creta è fatta per tornarci!!!! Un abbraccione forte
RispondiEliminaAssolutamente: io già non vedo l'ora di tornare!!
EliminaUn bacione Claudia, buon weekend!
Che colore che mare che meraviglia della civiltà
RispondiElimina