"A casa non s'arriva mai, ma dove confluiscono vie amiche, il mondo per un istante sembra casa nostra" (H.Hesse)

giovedì 11 agosto 2016

Spinosi trascorsi – Fusilli integrali di Kamut con peperoni e olive



Il rinvenimento di oggetti personali imbarazzanti prosegue senza sosta.
E niente, quest’estate va così: tra scatoloni, tappeti da arrotolare, scatole da riaprire per poi non averlo voluto mai fare.
Tra le innumerevoli cose riemerse dall’opera di revisione totale cui è sottoposta l’ormai ex casa dei miei, posso vantarmi di poterne annoverare veramente di ogni tipo.
Alcune condivise con mio fratello; altre, che sarebbe preferibile tacere, solo mie.
Dalla roba della primissima infanzia a Roma, prima di diventare expat in erba, alle cose di Berlino, alle cose di Jeddah, fino a quelle del ritorno a Roma e della breve parentesi vissuta nella capitale, in una catasta di ricordi da non sapere dove guardare
(o dove voltarsi per non doverlo fare).
Che poi io mi chiedo il  senso vero della storia di tutta questa roba che fino a un certo punto ha viaggiato svariate volte su e giù per il mondo.
Resistendo per 40 anni a traslochi transcontinentali e stazionamenti in container bloccati alle varie frontiere.
Evidentemente si inaugura un nuovo ciclo di vita, e tutta questa roba ora, in un semplice e lineare trasloco nell’ambito dello stesso piccolo paesello, non ha più senso portarsela dietro.
Si è fatta improvvisamente fardello, impiccio, laccio stretto, laddove prima era punto fermo, radicamento, senso di appartenenza a qualcosa che sembrava sempre sfuggire.
Come per esempio un posto definitivo in cui abitare e riconoscersi.
E quindi ecco, tacitamente complici tutti e quattro in questa opera di alleggerimento generale, stiamo pazientemente passando al vaglio ogni singolo oggetto.
In una tabella di marcia serrata ma anche ben organizzata.
Con ruoli rigidamente definiti.
Chi ha la buttarella facile (tipo mio padre) viene escluso dalla cernita e chiamato a intervenire solo dopo l’accurata selezione per la destinazione finale: secchione/caritas/mercatino dell'usato/nuovo scatolone da traslocare.
Parimenti, chi manifesta sintomi di attaccamento esagerato e a tratti inconcludente (tipo mio fratello) viene interpellato solo per determinate cose e aiutato anche a suon di mortificanti ramanzine a farsi una ragione del destino infausto dell’ennesimo oggetto rinvenuto, suo o di qualsiasi altro membro della famiglia.
Messo a  tacere quando solleva dubbi pericolosi, capaci di far franare una montagna di (pseudo) certezze
Ma che sei matta? Butti via il poster scolorito e scarabocchiato di Luis Miguel??
(che sì, zitto va, fosse per me io lo terrei pure)
Oppure aiutato a decidere, per le sue cose, con apposite sedute di terapie di gruppo.
In questi casi è l’amato bene, con la delicatezza e il pragmatismo che gli sono propri, a essere nominato plebiscitariamente, moderatore della serata.
Lui conosce le parole giuste.
Possiede le chiavi per entrare e fare piazza pulita: di emozioni come di eventuali tentennamenti.
Che ce devi fa’ con la vecchia telecamera Betamax de tu padre che manco funziona più e da sola peserà 4-5 kg?
‘Namo, butta via sta roba. ‘Ndo la metti, che c’hai 3 metri quadri de casa??
Poi c’è mia madre, che istintivamente appoggerebbe l’inclinazione a non buttare via niente e poi me la ritrovo che gira per il paese a smistare buste e cartoni tra il centro caritas, la bancarella dei libri usati (presso la quale ha piazzato orgogliosamente l’intera collezione di gialli di Agatha Christie e Georges Simenon) e tutto il novero delle sue amiche, conoscenti, persone incontrate per caso.
Infine ci sono io, che abituata da sempre a fare la parte della dura, sprono chiunque, me compresa, a disfarsi di più roba possibile, salvo poi andare al secchione della carta con uno scatolone di dispense e tornare (segretamente) a casa (mia) con un blocco di fogli sotto il braccio perché ci ho ripensato.
E siccome la questione si protrae da circa un mese, va da sé che di oggetti ce ne sono veramente un’infinità.
Si va dalle 285(mila) audiocassette di ogni sorta e genere, che una volta pareva di non poter vivere senza, ai faldoni di diapositive viste un’unica volta (forse) e poi mai più.
Dalle videocassette in betamax a quelle in VHS di quando in Arabia la televisione locale, in arabo stretto, magari non attirava più di tanto, internet e cellulari ancora non esistevano e allora si portavano o si facevano portare dall’Italia (oltre a copie anche vecchie di Cioè e di Ragazza In), pacchi di film e spettacoli di varietà e cartoni animati e sitcom registrati da qualche volenteroso che si immolava alla causa.
Abbiamo così ritrovato intere collezioni di puntate di Arnold e dei Jefferson.
Dell’Uomo Tigre come di Carletto o de La Corsa più pazza del mondo, per non parlare di tutte e 5 le serate di Sanremo 1980, '81 e '82.
Che in certi casi nessuno era più patriottico di un italiano all'estero e Sanremo era uno di questi casi precipui.
Cassette che si guardavano e si riguardavano. Più e più volte. In attesa che ne arrivassero di nuove.
E questo spiega il motivo per il quale alcuni film sia mio fratello sia io li conosciamo a memoria.
Ci sono ancora bicchieroni di carta giallorossi e decorazioni varie di quando la Roma vinse lo scudetto e i miei, sempre a Jeddah, diedero una grande festa in cui il menu era fatto di pietanze rigorosamente in nuance con i colori sociali e il dresscode altrettanto.
A questa cosa poi si piegarono, sportivamente, perfino amici di altre squadre, che arrivarono abbigliati di improbabili calzoni gialli abbinati a magliette rosso fuoco, tanto perché all'estero in uno di quei certi casi di cui sopra si è italiani e basta. 
Specie intonando cori da stadio o facendo sventolare il tricolore dentro casa, davanti al condizionatore acceso, perchè all'esterno era proibito....
C’è poi il primissimo poster della mia vita, di quando ero ancora nell’età dell’incoscienza, e nemmeno parlavo, fatto di stoffa.

Ormai vecchio, smangiucchiato, macchiato e annerito ha sempre però trovato posto in ogni cameretta di ogni casa che cambiavo. 
Come non fargli almeno una foto per eternarne il ricordo.
Bisogna sperimentare il non attaccamento, diceva la mia vecchia insegnante di yoga.
Ecco e io dopo 40 anni e passa mi sto impegnando seriamente a sperimentarlo, mica no.
Almeno sul piano pratico.
Poi su quello emotivo, dopo averlo accartocciato e buttato al secchio, lasciatemi almeno aggrappare a una foto digitale...
Ci sono –aehm- le bamboline di carta, che disegnavo a migliaia 

tagliando poi le teste (sempre sproporzionate) e appiccicandoci dietro un pezzetto di scotch arrotolato che serviva a “cambiare vestito”.
E le ho ritrovate tutte, eh?
Teste giganti e abitini striminziti.
Roba che più buttavo, più ne uscivano fuori, parendomi questo quasi un segno del destino, un monito a tenerle…
Ma non mi sarei potuta presentare a casa dall’amato bene sconfessando questi e altri segreti.
Che “questi” passino pure, ma gli altri imbarazzanti lo sono per davvero.
(come definire altrimenti il ritrovamento di una gomma da masticare – masticata e presumibilmente sputata- incartata e catalogata a mo’ di reliquia, solo perché appartenuta al ragazzo dietro cui morivo?)
Perché sì, poi è arrivata l’età dell’adolescenza e degli innamoramenti folli.
Ne avevo già parlato diffusamente qui, confessando l'inconfessabile, ragione per cui passerei velocemente oltre.
Non prima però di aver mostrato il mio passatempo preferito di allora.

Ed eccoli i ritagli di giornale,


gli articoli raccolti, schedati e catalogati.
L’album di foto appositamente creato per lui (uguale a quello di ogni altro membro di questa famiglia, cani compresi) che andava dalla prima infanzia ai successi allora conseguiti.
E un titolo, da me apposto, di tutto rispetto
Eros, vita e opere
Roba che mio padre ieri, tirandolo delicatamente su da uno scatolone e porgendomelo con estremo riguardo, non ha potuto trattenere tuttavia un commento sardonico:
Minchia e chi era, Dostoevskij?
Ma io ero pazza di lui, altro che cavoli.
 Ed è per questo motivo che con un certo orgoglio ho salvato un unico ritaglio da tutto il faldone,



Sì signori, eccola qua, in tutto il suo splendore, la foto di Eros Ramazzotti a dieci anni.
Sfido tranquillamente pure l’emeroteca della Nazionale di Castro Pretorio a tirare fuori un reperto simile.

@@@@@@@@


Fra una cernita e l’altra, ho scodellato questa pasta colorata e gustosa. Che per me era una pasta del riciclo, essendomi avanzati dei peperoni dal giorno prima. Ma nulla vieta di cuocerli appositamente e farne volutamente avanzare un bel po'. Io poi l'ho servita calda, ma secondo me deve essere molto buona anche in versione fredda.

Ingredienti
200 gr di fusilli integrali di kamut
1 peperone giallo/verde
1 peperone rosso
1 scalogno
1 spicchio d’aglio
Una manciata di olive nere denocciolate
Un mazzetto abbondante di basilico
2 filetti di acciuga sottolio
2 cucchiai di pecorino stagionato
Olio extravergine d’oliva
Sale
Pepe

Procedimento
Mettere in un largo tegame i peperoni lavati, mondati e tagliati a losanghe, insieme allo scalogno affettato sottilmente e allo spicchio d’aglio sbucciato e  leggermente schiacciato. Unire un po’ d’olio, due dita di acqua, sale e far cuocere semicoperto, a fiamma sostenuta, per una decina di minuti. Dopodichè chiudere il tegame e lasciarlo da parte.
Nel frattempo mettere a bollire l’acqua per la pasta, tagliuzzare le olive, tritare il basilico e grattugiare il pecorino. Riprendere i peperoni e, dopo avere eliminato l’aglio, tagliarli a dadini più piccoli, quindi unire le acciughe, il basilico e le olive. Una volta cotta al dente e scolata la pasta, unirla al condimento e ripassarla un paio di minuti. A fuoco spento mantecare con il pecorino, spolverizzare di pepe e servire.





13 commenti:

  1. io conservo un quadernone con tutto il materiale sui Lunapop: roba da vera stalker e credo sia stata l'unica volta in vita mia in cui son stata ordinata!

    e anche io da qualche parte ho un quaderno con un cicles (a torino chiamiamo così le gomme) del mio primo morosino!

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    1. Che bello non essere soli in determinate circostanze!
      Grazie delle tue confessioni fede: solidarietà!!

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  2. Ciao cara, ora ci sono anche io tra i tuoi mitici fedelissimi,se vuoi ricambiare mi farà piacere: lachicchina.blogspot.com Bellissima la pasta, a presto, Cristina

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  3. Oh no... passo di qua per salutarti e ti trovo immersa nel mio stesso passatempo delle ultime settimane... Se non altro mi hai fatto capire che sono fortunata, devo selezionare "solo" roba ammucchiata da poco più di 10 anni... non oso immaginare se/quando dovrò aiutare a liberare casa dei miei (ho lasciato lì tonnellate di cose)!!! Quanti ricordi però, ottima idea quella di fotografare le cose più preziose ;-)
    Baci e buon ferragosto mia cara, a presto!!!!

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    1. Io invece credevo di aver tolto quasi tutto da casa loro...invece ho trovato un mondo sommerso!! Spero tu stia a buon punto con il tuo trasloco!! Tanti baci bellezza e buon ferragosto anche a te!

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  4. Quest'estate invece che un tuffo al mare, stai facendo un tuffo nel passato :-P non sai che ricordi hai riportato alla memoria..il poster di Chicca che mi ha accompagnata fino all'adolescenza attaccata in cameretta, per poi trasformarsi in una stanza dove il muro non esisteva più ma era rivestito da un sottile ed impenetrabile strato di poster dei Backstreet Boys (ahimè..tutti abbiamo degli scheletri - inconfessabili - nell'armadio..). Fortunatamente non ho conservato niente o adesso mi troverei nella tua stessa situazione e non vorrei mai..anzi non ce la farei :-P
    La tua pasta è il top, anch'io la vorrei gustare fredda, magari sulla spiaggia ^_^
    Buon we <3

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    1. Anche tu il poster di chicca?? Che bello! Proprio così Consu: un bel tuffo nel passato... Ma per fortuna ho quasi finito! Hai fatto bene a on conservare niente: avrei fatti meglio a selezionare a suo tempo! Grazie Consu buon ferragosto un bacione💜

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  5. Oltre a Ramazzotti a dieci anni (che documento storico! Ahaha) io sono rimasta ipnotizzata dalla tua pasta: fusilli integrali di kamut e peperoni, super! ne divorerei un piatto anche ora, sul serio eh, nonostante l'orario! Lo so, sono strana, ma come si fa a resistere a un piatto di pasta così? Impossibile! Un abbraccio cara Luna e se non ci sentiamo prima, buon Ferragosto! Divertiti e riposati!

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    1. Per me non sei affatto strana: io i peperoni li mangerei pure la mattina a colazione quindi posso capirti benissimo!
      Grazie leti buon ferragosto a te e tanti baci!

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  6. Capiamoci: mi presti tuo padre per rivedere finalmente il pavimento della camera di mio figlio? Però il Cioè non si butta: avevo 15 anni che pubblicai un'inserzione in cerca di amiche di penna e siccome ora ne ho 49 e alcune di loro ci sono ancora...beh, è un sacrilegio buttarne anche una sola copia (con quelle belle copertine autoadesive...uhhh lo adoravo...poi partecipavo ai concorsi e ho ancora mille cianfrusaglie che mi spedirono, quando si dice il minimalismo, eh? ).
    Un bacione e buon divertimento! (Poi passi a vuotare casa mia, vero?)

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    1. No per carità: mi è bastato il mio di repulisti! Però si ecco posso prestarti mi madre che in mezza giornata ti fa piazza pulita di tutto! Io oltre a Cioè adoiravo Dolly e ne conservato ancora tutta una serie con i racconti d amore, le "storie vere" tratte dalle lettere che arrivavano in redazione. Amiche di penna che hai ancora oggi?? Stupendo! Beh certo in quel caso non puoi assolutamente disfarti nemmeno di una copia di Cioè!
      E mi trovi assolutamente d accordo: Evviva il minimalismo! Bacioni grandi

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    2. Il Dolly non poteva mancare nemmeno da me... ;)

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