A mano a
mano che ci allontaniamo da Oudtshoorn il clima si fa sempre meno torrido. Il
deserto del Karoo lascia spazio alle montagne rocciose e il paesaggio cambia a
ogni curva
riacquistando colore chilometro dopo chilometro.
La temperatura si
fa più mite, l’aria torna respirabile.
Swellendam è una piccola cittadina fra le più
antiche del Sudafrica.
Sulla via
principale si snodano diversi locali in cui è fondamentale prenotare per
potersi sedere a mangiare.
Nulla di
particolarmente emozionante cattura la nostra attenzione, a parte la bella
Chiesa riformata olandese
e un piccolo centro commerciale in cui ci fermiamo
a fare provviste stupendoci ancora una
volta di come molti, qui in Sudafrica, sia grandi che bambini, scendano da
imponenti macchinoni e vadano a fare la spesa rigorosamente…scalzi!
Il lodge in
cui alloggiamo (fortunatamente per una sola notte) è gestito da una coppia di
tedeschi per nulla ospitali.
E per nostra sfortuna anche il resto della
clientela è perfettamente allineato con la gestione, percui pur mangiando allo
stesso tavolo con altri viaggiatori, per la prima volta da quando siamo qui ci capita
di non scambiare nemmeno una parola e di non vedere l’ora di terminare la
colazione e alzarci per riprendere il nostro viaggio. Peccato, perché la
freddezza generale stride con i colori, il calore e l’allegria dell’arredamento
africano.
Ma la
mattina ci riserva una sorpresa dopo l’altra.
Innanzitutto
l’incontro, bellissimo ed emozionante, con i pinguini.
Nella baia
di Betty’s Bay, che per il resto è
costituita da un pugno di case di villeggiatura lungo la scenografica Route 44,
vive infatti una colonia di pinguini sudafricani che ha la piena esclusiva su
quest’area.
Un po’ difficile da trovare, a causa della scarsa segnaletica,
quest’ area è visitabile mediante un percorso su una passerella di legno che
passa accanto a coppie amoreggianti, famigliole in gita e devoti a guardia
delle loro uova.
Un’area interamente dedicata a loro, dove anche la pesca è
interdetta così come ogni altra attività umana.
Per l’ingresso si paga un
importo simbolico di 10 rand, equivalenti a nemmeno 1 euro, destinati alla tutela
della colonia.
La
passeggiata sulla passerella permette di osservarli da molto vicino e anche di
assistere, impotenti, alle dure leggi della natura, quando un gabbiano punta un
nido e, fra gli sguardi rassegnati di tutta la colonia, afferra un uovo, lo becca
fino a romperne il guscio e ne gusta
indisturbato il contenuto.
Rientrati in
macchina decidiamo di non riprendere subito la statale per raggiungere Cape
Town.
Mancano ancora un centinaio di chilometri, ma su Google Maps, mentre
preparavamo il viaggio nei mesi scorsi, abbiamo visto che in questa zona si
ergono dune di sabbia imponenti di cui però nemmeno la Lonely Planet parla.
Il mio
previdente consorte tuttavia, mosso da curiosità, ha provveduto a stampare la
mappa per raggiungerle e dopo pochi minuti fermiamo la macchina di fronte a una
strada sterrata chiusa da una catena.
La scelta è tra fare marcia indietro lasciando stare o proseguire a piedi scalando l’enorme montagna sabbiosa che troviamo alla nostra destra.
Optiamo per
la seconda ipotesi, che si rivela meno agevole ma molto più divertente del previsto (avete mai provato
a scalare una duna? Per me – a parte “la
cammellata” nel deserto del Sahara - è la prima volta e quando non rotolo giù
sento affondare i piedi fino al ginocchio e ogni passo sembra al rallentatore).
Ma arrivati
in cima, lo spettacolo ripaga di ogni fatica.
Sferzata dal
vento, l’enorme distesa di sabbia bianca fa da splendido contrasto al blu
dell’oceano.
Insieme, soffiando e gorgogliando, si abbracciano e si
riallontanano offrendo uno spettacolo davvero mozzafiato.
Indugiamo a
lungo in questo posto paradisiaco che sembra essere solo nostro.
E ce ne
stacchiamo a fatica per riprendere la marcia verso Città del Capo,
la tappa
finale del nostro viaggio on the road, non prima di aver fatto rifornimento (di
carburante e di cibo)
in un particolarissimo ed enorme “autogrill” che troviamo
lungo la strada.
(QUI, l'itinerario completo del nostro secondo viaggio in Sudafrica)
Molto bello il dettagliato resoconto e le immagini. Ho preso due con i pinguini ed una della sabbia con l'oceano e se ok li metterò nella header del mio blog con link al tuo. Grazie in anticipo. (Mi sembra di avertelo già chiesto ma non vorrei ricordare male. Grazie e scusa se mi ripeto).
RispondiEliminaEdvige, ma figurati: sono felice che ti piacciano delle foto. Prendi pure quelle che vuoi, sono onorata di comparire nel tuo blog! Un bacione, spero tu stia meglio con la schiena
Eliminail giorno che ho visto i pinguini a Punta Arenas in Cile ho realizzato un sogno.
RispondiEliminaCi credo! Io non avevo smania di vederli. Ma perché non sapevo quanto mi sarebbero piaciuti!!
EliminaNon sai come vorrei poter vedere i pinguini liberi e così da vicino O_O anch'io sono reduce da una mini vacanza ma decisamente più vicina :-P
RispondiEliminaBuona domenica <3
Oh che bello! Qualsiasi vacanza/viaggio, anche dietro casa è bellissimo e rigenerante. Vengo a leggere da te!
EliminaTanti bacetti