Quando ho letto l’argomento di questo mese, della rubrica di
Monica, mi sono venuti in mente, a valanga, un’infinità di immagini di fiori e
alberi scattate durante i viaggi.
Da quelli più recenti, come gli immensi baobab africani, a
quelli più lontani nel tempo, come le foreste di mangrovie di cui sono solcate
le coste dell’Oceano indiano (tanto per rimanere sempre in tema e non cambiare
latitudine..); dalle bellissime piantagioni di agave, alle distese di lavanda o
ai campi di girasoli sparsi qui e là per il mondo.
Per non parlare dei fiori esotici: la Polinesia , con le sue
ghirlande di tiarè, offriva spunti a volontà.
Così come il mercato di fiori di Amsterdam o tutte le
bellissime ninfee di cui sono punteggiati gli specchi d’acqua dell’Isola
Martana sul lago di Bolsena.
Poi però mi sono soffermata su altri particolari,
sull’immagine un po’ stridente, un po’ affascinante della natura ingabbiata, di
tutti quei giardini (o intere piantagioni) “artificiali” che per un motivo o
per l’altro sono stati creati all’interno di edifici di cemento.
E che crescono e prosperano lì dentro, al chiuso, lontani
dal sole e dall’aria, o potendo usufruire di questi due elementi solo protendendosi,
annaspando verso l’alto, in uno spettacolo triste e affascinante nello stesso
tempo.
1) Il
giardino tropicale all’interno della stazione ferroviaria di Atocha a Madrid,
costruito sotto la volta di (poco)vetro e (tanto)acciaio che un tempo sormontava i binari. Ora
la stazione vera e propria è leggermente spostata, mentre il giardino,
costituito da oltre 500 specie di piante e abitato da nutrite colonie di
tartarughe acquatiche, costituisce una bella piazza coperta su cui affacciano
bar, ristoranti e negozietti vari. La temperatura è mantenuta costante a 24°(l'umidità si fa sentire) e una studiata illuminazione bianca e gialla ha
la funzione di simulare (sigh!) le radiazioni solari.
2) Il
viale di palme all’interno dello sfarzoso aeroporto di Dubai
3) Alberi schierati, conficcati nel cemento,racchiusi all'interno di un cortile di Siviglia
Le 3 foto partecipano alla rubrica Il senso dei miei viaggi del blog Viaggi e baci.
Ma sai che non ci avevo minimamente pensato?
RispondiEliminaQuando dici "alberi" la mente vola in luoghi selvaggi e si tuffa nella natura incontaminata ...
Interpretazione originalissima, dunque, cara Luna
Che belli i fiori, in generale, anch'io li fotografo sempre, a casa e in viaggio e prendo pure i semi in ogni parte del mondo per far crescere un pò di mondo a casa. Ho una pianta hawaiana alla quale tengo come a un diamante. Un bacio cara Luna.
RispondiElimina..hai ragione...se uno va al di là dell'idea magari innovativa del progetto può fare qualche considerazione...a me per esempio hanno fatto un po' lo stesso effetto che vedere gli animali in gabbia...insomma, preferisco vedere gli alberi con le radici nella terra profonda, con i rami che tendono al cielo e con qualche uccellino che va e viene, ecco!
RispondiEliminaUn abbraccio stritoloso anche a te!!!!
Molto interessante questo tuo punto di vista! In effetti, soprattutto la prima foto, dà l'idea di uno "zoo per alberi".
RispondiEliminaBaci
Che belle immagini! Anche se lo spettacolo degli alberi ingabbiati è un po' inquietante o, come dici tu, triste ed affascinante insieme.
RispondiEliminaDue su tre, Luna, le ho viste (mi manca Dubai) e a me Atocha è piaciuta tantissimo, la natura che esplode dentro l'architettura e ne diventa protagonista. Un colpo d'occhio meraviglioso. Bella idea :-)
RispondiEliminaChe belle!
RispondiEliminaA me le serre tropicali piacciono un sacco, non mi rendono triste pensando a zoo ma mi dà l'idea di qualcosa di prezioso che si vuole curare e coccolare.
Proprio ieri sono andata a Chicago al Gardield Conservatory Park, un'immensa serra con la riproduzione di vari ambienti tropicali e desertici, uno spettacolo per come sono tenute e devo dire che crescono rigogliose, vuol dire che si trovano bene.
Ieri poi c'era l'esposizione "Creature of the night" dove i bambini (ma anche io, non solo loro) potevano toccare lupi, volpi, armadilli, serpenti e ragni.
Uno spettacolo in questa bellissima serra tropicale.
Ciao
Norma
mi piacciono tutte e tre!!! sarà dura per Monica sceglierne solo una;-))
RispondiEliminaFoto favolose.. non son stata in nessuno di quei posti..sigh.. bacioni e buon festa di Ognissanti :-)
RispondiEliminaMa gli alberi dentro un aereoporto non li avevo mai visti!!!! Mi piacerebbe visitare tutti e tre i posti che hai citato, non ne ho visitato nemmeno uno :-(
RispondiEliminaL'immagine di Atocha è spettacolare! A mio avviso il connubio di recupero aree, architettura verde e spazi vivibili per tutti è sicuramente un qualcosa di imperdibile!
RispondiEliminaCiao Luna, che taglio originale hai dato a questo post...non mi sarebbe mai venuto in mente.
RispondiEliminaComplimenti per gli scatti e per l'idea.
a presto.
Antonella
quando son stata a madrid non l'ho visto! :(
RispondiEliminaÈ sempre un piacere guardare il mondo attraverso i tuoi occhi, anche le piante assumono un altro senso ! :)
RispondiEliminaun abbraccio
che spettacolo queste foto (corro da Monica, me ne sono proprio dimenticata...) un abbraccio SILVIA
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