Facile ritrovare in Singapore, il paragone che ne fece
William Hornaday nel 1885:
“Assomiglia a
un’enorme scrivania , piena di cassetti e scomparti, dove ogni cosa è al suo
posto e tutto si riesce a trovare facilmente”.
Completamente all’opposto di quella bolgia di uomini e
cemento che è Kuala Lumpur, Singapore si presenta come una elegante, raffinata,
pulitissima e soprattutto ordinata città-stato piena di fascino.
Appare così già dal suo aeroporto,
che più che un enorme
aeroscalo internazionale assomiglia a un orto botanico pieno di piante, aiuole
di orchidee e giardini fioriti.
Per entrare a Singapore bisogna compilare un questionario,
dichiarando dove si risiederà e per quanti giorni. E poi rispettare tutta una
serie di regole molto rigide, come il divieto di mangiare (ma anche di
importare) il chewing gum, quello di bere alcolici in determinati quartieri,
quello di fumare, anche per la strada, al di fuori delle aree dedicate (e
dotate di appositi posacenere), quello di attraversare al di fuori delle
strisce pedonali o di gettare rifiuti a terra.
Pena: multe salatissime.
Sarà per quello che i sottopassaggi qui appaiono di un
biancore abbagliante e senza la minima traccia dell’intervento di writers….
Messa così sembrerebbe una grigia e noiosa città in cui
vigono solo doveri e scarsissimi svaghi.
Ma è l’immagine che più si discosta dalla realtà.
Tanto per cominciare è una città con una vegetazione
lussureggiante: oltre che in aeroporto, piante e fiori dominano il panorama a
ogni angolo della città.
Tratti di foresta
Viali di palme
Tappeti erbosi
Alberi giganteschi
Qua le piante crescono anche sui grattacieli
E perfino le passerelle sopraelevate sono dotate di balconi
fioriti
Oltre a quella meraviglia che sono gli alberi di frangipane
il cui profumo si avverte all’improvviso ed è come un caldo abbraccio.
Il volto ludico e aperto di questa città si ritrova in tutte
le innumerevoli statue e installazioni di vario (e vasto) genere sparse qui e
là
Da uomini fatti di marmitte
A calzature gigantesche
Da enormi fiori di ceramica
A panchine alternative
Da abiti grandi come case
A orsacchiotti a grandezza naturale che giocano sul prato
Passando per tutti gli strambi personaggi colorati che si
affannano in Orchard Road, lungo la
via dello shopping,
e quelli altrettanto strampalati di bronzo che popolano il
lungo fiume.
Le stravaganze architettoniche pullulano anche qua, ma hanno
il pregio di non essere buttate a casaccio come a Kuala Lumpur bensì
sapientemente collocate a caratterizzare ogni singolo quartiere della città (e quando non c'è posto, direttamente sull'acqua...).
E ce ne sono per tutti i gusti e di ogni tipo.
Dall’edificio a forma di disco volante, che è la nuova Corte suprema,
al bellissimo, nella sua sobrietà, Victoria Concert Hall;
dagli avveniristici grattacieli del distretto finanziario,
alla gloria cittadina del Marina Bay Sands, hotel casinò divenuto quasi icona nazionale e
oggetto di continue riprese durante il Gran Premio di Formula 1.
Non a torto per la verità: è davvero un complesso
mastodontico e imponente, costituito da tre edifici di 55 piani ciascuno, collegati
tra loro dallo Sky Park. Più una terrazza sul tetto che ricorda una gigantesca
barca, per salire sulla quale però occorre pagare un biglietto piuttosto
costoso, a meno che non si vada lì per cenare o bere qualcosa.
Pare ci sia una piscina lunga 150 metri , l’ Infinity
pool, mozzafiato già nel nome.
E comunque il complesso è bellissimo, sia di giorno sia di
notte, quando cambia colore e si veste di mille luci diverse.
Sia da fuori sia dall’interno, dove sembra di passeggiare
dentro una immensa piramide di vetro.
Proprio sotto questo futuristico complesso sorge una foresta
artificiale di alberi giganti rivestiti di (vere) piante rampicanti, il Supertree Grove.
Di sera, fra le 8 e le
9, anche gli alberi si accendono di luci colorate che eseguono una affascinante
coreografia a ritmo di musica.
Una passerella ad altezze vertiginose permette di camminare
da un albero all’altro ammirandoli da vicino.
Il quadro generale risulta
vagamente inquietante e degno di un set cinematografico, ma di sicuro effetto.
Completano il quartiere Marina, un faraonico centro
commerciale dai prezzi inavvicinabili, al cui interno scorre un fiumiciattolo
solcato da tanto di gondole,
più centri congressi, alberghi, uffici e i due edifici dell’Esplanade- Theatres on the Bay, di dubbio gusto a forma di riccio (o di colini da cucina, dipende dai punti di vista), pur quelli travestiti di luci diverse secondo le ore della giornata.
più centri congressi, alberghi, uffici e i due edifici dell’Esplanade- Theatres on the Bay, di dubbio gusto a forma di riccio (o di colini da cucina, dipende dai punti di vista), pur quelli travestiti di luci diverse secondo le ore della giornata.
Singapore presenta volti diversi a ogni suo angolo, per la
sua architettura ma soprattutto per la sua popolazione multiculturale.
Si passa così dal fascino di Little India, con i suoi edifici colorati,
i venditori di ghirlande
profumate,
i sarti che lavorano all’aperto,
le gioiellerie piene di commessi come nemmeno in una panetteria
e i
piccoli empori che vendono un po’ di tutto
oltre che frutta e verdura;
all’aura di mistero di Arab
Street,
con le sue botteghe di tappeti, tessuti pregiati e rarità, oltre
che accoglienti localini in cui mangiare e fumare la shisha.
Per non parlare del quartiere di Chinatown (ripulito, riqualificato e rimesso a nuovo, tanto da aver
perso parte della sua autenticità),
con tutto il suo folklore enfatizzato,
anche qui, dal periodo del capodanno,
che imperversa perfino nei supermercati.
Oltre ai quartieri etnici c’è tutto il complesso di locali,
ristoranti, chioschi e giostre ambulanti che si estende lungo i vari tratti del
fiume, tra Clarke Quay, Boat Quay, Collyer Quay, dove antiche shophouse e vecchi magazzini di
stoccaggio sono stati completamente rimessi a nuovo
e trasformati nel quartiere
moderno e scintillante che appare ora.
A sud dell’antica foce del fiume, nel parco a essa dedicato,
sorge anche la statua del Merlion,
icona nazionale di Singapore.
È una creatura inquietante metà pesce, metà sirena, che richiama
le origini marittime dell’isola e l’antica leggenda da cui trae il nome, in
sanscrito “Singapura”, che significa “Città del leone”.
Da vedere a Singapore c’è davvero molto. Templi per tutti i
gusti e di tutti i culti.
Su tutti, il Buddha
Tooth Relic Temple,
costruito in seguito al ritrovamento, nel 1980 di quello
che si crede essere il dente del Buddha, all’interno dello stupa crollato in un
monastero birmano.
Migliaia di statue intagliate a mano tappezzano le pareti di
tutti e quattro i piani del tempio in attesa di essere “adottate”, da
volenterosi donatori che riceveranno in cambio un karma positivo.
Ogni piano è straripante di broccati
e ognuno conserva
reliquie importanti:
al terzo piano sono esposti i resti cremati di naso,
cervello e fegato del Buddha, mentre al quarto, finalmente, dove è obbligatorio
togliersi le scarpe per entrare,
troneggia uno stupa di 3
metri di diametro, protetto da vetrate, all’interno del
quale è conservato il dente. Le piastrelle intorno allo stupa sono di oro
zecchino e anche queste adottabili alla modica cifra di 5000 dollari.
Dal mezzanino si godono viste meravigliose sulle cerimonie e
i monaci in preghiera.
Anche in una città così verde, con le piante che crescono
sui palazzi, non si può prescindere da
una visita ai Singapore Botanics Gardens,
immensi per estensione e dei quali noi
ci siamo accontentati di vedere il
magnifico National Orchid Garden, con incredibili orchidee di ogni forma e colore.
Oltre che laghetti di ninfee
e palme dalle foglie gigantesche
Non si può dire che Singapore sia una città economica.
Alloggi, pasti, shopping in generale hanno prezzi di gran
lunga più alti rispetto, per esempio, a Kuala Lumpur. Noi ci siamo spostati
sempre in metro, che offre un servizio capillare, comodo e abbastanza
economico.
Singapore è una città molto accogliente e bella da girare in
libertà,
magari anche fermandosi a fare sport tutti insieme all’aperto.
Un piccolo salotto in cui tutto funziona ed è curato nei
minimi particolari.
Purtroppo il clima
anche qua è penalizzante: caldo, ma soprattutto un tasso di umidità tale per
cui anche risalire gli scalini della metro costa fatica. E poi l’acquazzone
quotidiano che arriva puntuale ogni pomeriggio (che spiega anche una
vegetazione tanto rigogliosa).
Conviene avere sempre pronto all’uso un k-way nello zaino.
Per mangiare c’è l’imbarazzo della scelta, fra bancarelle,
food court, ristoranti di ogni tipo.
Questi ultimi sono un po’ cari, ma le alternative non
mancano e abbiamo perfino ritrovato la catena di ristoranti Cristal Jade in cui
avevamo lasciato il cuore durante il viaggio in Cina.
Qualche suggerimento
Per dormire:
Holiday Inn Express Singapore Clarke Quay, in posizione strategica tra
Chinatown e Clarke Quay, con fermate metro a 200 metri . Camere molto piccole, ma ottima colazione inclusa nel prezzo e gradevole piscina a sfioro sulla terrazza panoramica.
Per mangiare:
- Fremantle Seafood Market (Clarke Quay),
cucina di pesce con prodotti locali e forti richiami alla Sicilia, tra cous
cous, caponate e insalate di arance finocchi e olive. Ambiente informale e
molto carino sul lungo fiume (anche da asporto)
- Crystal Jade La
Mian Xiao Long Bao, Ngee Ann City, su
Orchard Road (cucina cinese del nord e i meravigliosi xiao long bao, ravioli di
carne di maiale di Shanghai)
- La panetteria del Market
Place, presso il Tanglin Mall, per ottimi panini (anche di farro!)
E tutto ciò che, lungo la strada, possa attirare l’attenzione
e incuriosire compresi, soprattutto, i rivenditori di gelati ai fagioli rossi!
Apperò... che fascino che ha!!Non lo so se mi piacerebbe sai? già che mi dici che il tasso di umidità è altissimo mi fa desistere.. Io l'umidità non la reggo.. mi ammazza letteralmente!!! Mi accontento di viaggiare virtualmente quando lo fate voi! grazie ai tuoi reportage e foto.. Un abbraccione
RispondiEliminaL umidità lì è veramente terribile, Singapore è una città veramente bella che ci è piaciuta tanto da farci dire: qui ci vivrei ". ...se non fosse però per il clima! Perché anche la pioggia ogni giorno non è proprio facile da tollerare. Poi ci si abitua, per carità però mi chiedo ancora come ci si riesca! Grazie e claudietta tanti baci
Eliminaquanta nostalgia a rivedere le tue foto, al marina bay sands non riuscivamo piú ad uscire non perché avessimo trovato qualcosa di particolare interesse ma non trovavamo piú l'uscita :-D e lo spettacolo da sopra dove c'é la piscina é davvero da rimanere incantati. Col clima umido al primo giorno mi sembrava di avere le gambe di piombo, ma poi mi sono assestata e sinceramente non sarei piú tornata. Delle cittá asiatiche visitate Singapore é quella dove tornerei piú volte.
RispondiEliminaCiao, benvenuta!! Mannaggia noi non siamo saliti sopra, lo abbiamo visto solo da sotto anche se siamo stati fortemente tentati e ora un po me ne pento!! Però avevo letto il !tuo racconto su Singapore e la cosa che non riusciate più a trovare l uscita..che meraviglia deve essere da lassù! Io al clima sinceramente non mi sono mai adattata: l ho sofferto molto, anche se a Singapore( che era la nostra ultima tappa) la situazione era più tollerabile rispetto a Kuala Lumpur e soprattutto al Taman Negara dove pensavo di rimanerci secca. In particolare si stava benissimo nella zona di Marina che era piacevolmente ventilato. Ma certo in ogni altro luogo si moriva proprio. Comunque anche io ci tornerei molto volentieri! Grazie di essere passata, buona serata!
Eliminawow sembra proprio un altro mondo O_O non sai come vorrei sentirne i profumi, i sapori e i rumori di questi paesaggi così lontani..grazie x la condivisione :-)
RispondiEliminaÈ proprio così Consu: un altro mondo! Grazie a te, felice che ti sia piaciuto! Buon weekend tanti baci
EliminaChe spettacolo i tuoi post, sempre una fonte di spunti... non avevo mai considerato di visitare Singapore ma dopo le tue foto e i tuoi racconti ora è in elenco :-)! Baci e buona domenica cara!!
RispondiEliminaÈ molto bella, ne vale veramente la pena! Grazie baci e buona settimana a te!!
EliminaUna meraviglia l'abbiamo guardata marito ed io favoloso un luogo da vedere. Grazie per il viaggio e buona domenica.
RispondiEliminaOh che bello, grazie a voi! Baci a te e a maritozzo!
Eliminaciao, volevo avvisarti che almeno da quel che capisco, qualcuno ti ha rubato completamente il post e l'ha inserito nel suo blog seppur con il tuo nome ma che non rimanda al tuo blog. Quindi i lettori lo leggeranno lí e non verranno mai da te che l'hai scritto. ti lascio il link dove vedere questa cosa - http://pizzamargherita.altervista.org/singapore-e-come-una-scrivania/
RispondiEliminaGrazie Marta, ho controllato e visto che non è nemmeno l unico mio post presente su quel blog. Solo non ci sono riferimenti ALL autore né contatti. Vedrò come fare. Grazie infinite per avermi avvisata!
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