Mi piace
svegliarmi di notte e non riuscire a riprendere sonno.
Sono momenti
di quiete assoluta in cui posso leggere, pensare, cincischiare sul tablet in
modalità silenzioso o anche accendere la televisione a volume basso basso che
tanto l’amato bene ormai è abituato.
Mi piace
dormire fino a tardissimo il sabato o la domenica mattina, o ancora meglio
tutte e due i giorni. Mi piace ancora di più svegliarmi alle 5 o alle 6, stare
sveglia un bel po’ e poi riaddormentarmi fino alle 11.
Domenica 30
ottobre è andata esattamente così, solo che alle 7:41 non mi ero ancora
riaddormentata ed ero tutta concentrata a creare la mia wishlist dopo aver
scaricato l’app di Leroy Merlin.
L’amato bene
ronfante alle mie spalle si alza improvvisamente a sedere sul letto.
Io, vigile e
attenta (se fa pe dì) da più di un’ora, me lo guardo aspettando che si svegli
del tutto e capisca di aver fatto solo un brutto sogno.
Sono perfino
pronta a consolarlo con una pacca sulla spalla e dirgli che può rimettersi giù,
visto che con il ritorno all’ora solare abbiamo pure più tempo davanti,
stamattina!
Non è niente amore, lo conforto con un sorriso di
ironia mista a pena
Scricchiola tutto, sibila lui atterrito.
E che c’è di strano? penso fra me e me - i tavelloni di legno che ricoprono il
pavimento lo fanno sempre: basta che passi una macchina sulla strada che parte
il concerto.
Ma non
faccio in tempo ad allungare la mano per accarezzargli la testa cercando parole
di conforto che sento il letto muoversi, la sveglia sul comodino vibrare, il
rumore dei legni aumentare e la vicina, che di solito scende i gradini (pure
quelli di legno), lentamente uno ad uno, scapicollarsi giù alla velocità della
luce.
Colta
(finalmente) da illuminazione improvvisa zompo anche io giù dal letto e
raggiungo l’amato bene sotto lo stipite della porta.
Ma tu che eri sveglia non hai sentito
niente??
Mica tutti i
giorni incappo in un terremoto. Ero distratta, impreparata. Fiduciosa, nel
rumore consueto e rassicurante dei legni che scricchiolano.
Chiamo mamma,
segue conversazione surreale:
No, io pensavo di avere un capogiro,
ho detto: oddio ma che mi sta succedendo? Sto male! Solo dopo me ne sono resa
conto, quando ho visto lo stendino oscillare, poi ho acceso la tv e ho scoperto
che invece era il terremoto.
E papà? No, lui non ha sentito proprio niente, era
in giro per la sua solita camminata. Glielo hanno detto quando si è fermato al
bar.
L’amato bene,
che nel frattempo ha aperto per sicurezza la grata di accesso a casa e
preparato così una eventuale via di fuga, torna in camera per recuperare
pigiama, ciabatte e lucidità, e coglie gli ultimi stralci del dialogo.
Quando attacco
mi guarda ancora incredulo
Certo che tu, tuo padre e tua madre,
con questa spiccata sensibilità a fiutare il pericolo, dovreste occuparvi del
pronto intervento per l’evacuazione degli edifici...
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La ricetta
di queste treccine è di Luca Montersino, io però l’ho scoperta sulla pagina
facebook di Stefania Arabafelice. Da quando l’ho letta a quando ho deciso di
farla trascorsa un’oretta scarsa: il tempo di correre all’alimentari a comprare
la ricotta. Sono morbide e dalla consistenza umida. Sanno di panna, di burro e
di buono. Ma dentro non ci sono né panna, né burro, né olio, né uova. Pochi
ingredienti, pochissimo tempo per farle e la colazione è pronta (ma fredde sono
ancora più buone!). Di seguito la mia versione con piccole sostituzioni.
Ingredienti (per circa 12 treccine)
250 gr di
farina di farro
180 gr di
zucchero di canna
375 gr di
ricotta di pecora
Mezza
bustina di lievito per dolci (8 gr)
1 cucchiaino
raso di sale (5 gr)
Buccia
grattugiata di mezzo limone
Per la
copertura:
latte di riso,
zucchero di canna
Procedimento
In una
ciotola capiente amalgamare la farina, la ricotta, lo zucchero, il sale, il
lievito e la buccia grattugiata del limone, evitando però di lavorare troppo
l’impasto.
Formare delle palline da circa 60 gr l’una e lavorarle in piccoli
cilindri da intrecciare due a due.
Disporre le
treccine su una teglia ricoperta di carta forno, spennellarle con il latte di
riso e spolverizzarle di zucchero di canna.
Cuocerle a
170° per una ventina di minuti, secondo il forno.
Note
Come dice Stefania, si
possono anche congelare e tirare fuori dal freezer una mezz’oretta prima di consumarle
e se non ci sono né burro né uova te pareva che io non mi scapicollassi qui? Cosa che non hai fatto tu, per le scale, NON sentendo il terremoto. Spero che per voi (o forse dovrei dire solo "per tuo marito"!) si sia risolto tutto in una brutta esperienza senza strascichi. Il Centro Italia è in ginocchio :(((( Un bacione Luna cara :*
RispondiEliminaNo no noi nessuno strascico, solo qualche attimo di apprensione. Ma se lo abbiamo sentito noi da qui immagino le povere persone nei pressi dell'epicentro.
Eliminatanti bacioni a te, Faustina bella.
Non mi ci fare pensare va.. eravamo svegli anche io e Ric.. che stava guardando a letto su youtube con lo smartphone gli episodi di Mariottide.. Una paura.. ti dico.. una paura assurda.. Una scossa tremenda.. che sembrava non finire mai.. Poi la Tv.. le prime notizie..e il dispiacere.. :-( vabbè speriamo si plachino! Golose le tue treccine invece.. con la ricotta nell'impasto devono essere deliziose davvero! smack
RispondiEliminaMeglio non pensarci infatti. quello che ha stupito anche noi è stata la durata della scossa: io non me ne ero accorta, ma ho avuto tutto il tempo per farlo... Un bacione a te Cla, buon fine settimana!
EliminaDeliziosi questi biscotti alla ricotta e molto invitanti!
RispondiEliminaGrazie! più che biscotti sono una specie di tortine. hanno una consistenza molto morbida. un bacione!
EliminaCapisco i rumori familiari delle assi di legno che si assestano ed io ho anche la ferrovia a fungere da alibi x non sentire assolutamente nessun altro rumore..nemmeno il terremoto!!! E' anche vero che nella mia zona si percepisce pochissimo ma posso solo immaginare la paura :-(
RispondiEliminaDopo quest'esperienza una colazione soffice e coccolosa (ma senza sensi di colpa..) è d'obbligo!
anche io ho la ferrovia nelle vicinanze, ma anche per me è un solido alibi!
EliminaBuon fine settimana consu, baci!
Il terremoto ha svegliato di soprassalto anche me, che ero dai miei genitori per il ponte. Peccato non aver trovato per colazione nulla di simile a queste squisite treccine. Complimenti Luna e un abbraccio
RispondiEliminaSpero sia tutto ok dai tuoi genitori. Quanto alle treccine, puoi farle alla prima occasione, anche per loro! Abbraccio fortissimo a te. e tanti baci
EliminaBuone da provare. Si io l'ho provato con il terremoto del Friuli vicino a Trieste e ancora non l'ho scordato.Abbiamo sentito la seconda scossa forte fino a Trieste il lampadario oscillava ed il divano pure si muoveva l'ho sentito molto perchè sono anche al 7 piano. Buona fine settimana un abbraccio.
RispondiEliminaMamma mia, al settimo piano deve essere terribile, se penso che da noi si èse bruto così forte solo al primo! Buona settimana a te Recife, un bacione!
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