Tra tutte le
incombenze da sbrigare prima di Natale, quella dei regali è certamente la più
complicata. Liberatoria anche, per certi versi. Che il gusto di regalare cose
assurde o sgradite a determinate persone ha un che di catartico.
Racchiude in
sé tutti quegli improperi formulati e mai pronunciati. Tutti quegli insulti messi
a punto e mai esplicitati. E che tutti, unitamente, confluiscono nel regalo più
brutto del mondo con effetto immediatamente godurioso su chi lo fa.
Di livore su
chi lo riceve. Dice: “Ma a Natale siamo tutti più buoni”.
Certo,
difatti gli si fa pure un regalo, a certi soggetti.
Che sia pure
bello e gradito mi pare troppo.
E nella
frenesia generale di questa pratica si consumano i rituali più strampalati.
Da noi per
esempio, da sempre, è quasi più importante la Vigilia.
Perché si
scartano i regali, per l’appunto.
Una volta
eravamo molti di più a tavola e intorno all’albero subito dopo cena.
Poi, morta
nonna, capostipite del branco e ramificatasi la famiglia, ci siamo prima
espansi per poi arrivare al nucleo stretto e concentrato di 8 persone + bimba:
-io&l’amato
bene
-mamma&papà
-suocero&suocera
-fratello/cognata&adoratanipote
Con varie ed
eventuali. Spostamenti di pedine e cambio della guardia il giorno di Natale,
quando fanno la loro apparizione una coppia di miei zii, i più affezionati (e
soprattutto quelli, fra tutti, ancora in grado di deambulare e raggiungerci)
che si uniscono alla nostra tavola.
La NOSTRA
tavola, perché per una sorta di legge non scritta, da quando siamo convolati a
nozze, ormai un decennio fa, Vigilia e Natale si festeggiano a casa nostra.
Inderogabilmente, anche se ci sono dei lavori in corso.
Ma mica
cucino tutto io, eh? Ci si divide equamente il lavoro spalmato sui due giorni,
secondo capacità e buona volontà di ognuno fino a che il terzo, giorno di Santo
Stefano, tanto per stare un po’ leggeri, si va tutti a pranzo fuori!
E allora a
mamma compete il risotto alla pescatora della Vigilia oltre che i consueti
fritti di verdure pastellate e le classiche puntarelle romane, mentre io mi occupo
degli antipasti (immancabili tartine salmone e ricotta o provola) e dei secondi
di pesce (di solito seppie con piselli e persico al forno).
Il 25 si
passa la palla al suocero che, obtorto collo vista la sua natura pigra e
indolente, si cimenta in ben due portate, sempre inerenti la tradizione, che
sono la lasagna e l’abbacchio. Quest’ultimo senza patate perché sarebbe pretendere
la luna. Siccome poi non a tutti piace l’abbacchio e di tradizione ne abbiamo
voluta istituire una tutta nostra, io completo l’opera con il tacchino
all’arancia, contorni vari e le patate di cui sopra.
(dalla pagina https://www.facebook.com/CRISROMATHECLUB/) |
La settimana
che precede la tre giorni di fuoco è essa stessa scoppiettante.
Di solito
per i regali mi organizzo per tempo. Io. Ma visto che sono così previdente mi
si finisce per accollare pure quelli degli altre o….per me stessa.
“Senti, se vedi una cosa che ti piace
compratela, poi ti ridò i soldi perché io non ho molto tempo per girare” –
tuona sconsolatamente mia madre.
Come se io
passassi l’intera giornata in pigiama e vestaglia a guardare film di Natale sul
divano.
Ma anche
questo fa parte di una tradizione atavica, che è frutto di grandi risate al
momento di scartare e fingersi anche stupiti.
Poi ci sono
le telefonate di consultazione e conforto.
“Che je posso fa’ a Fabio? E a papà? E a
quella che me spiccia casa?”
Come fosse
facile tirare fuori una seconda idea dopo che si è partorita a grandissima
fatica la prima e unica.
Ammiro la
tecnica di mio fratello che, intelligentemente e senza ansia, un paio di
settimane prima va e sbriga la pratica, procedendo per scelte tematiche.
Variando giusto colori e dettagli.
C’è l’anno
delle sciarpe per tutti gli uomini e guanti per tutte le donne; quello dei
prodotti per l’igiene per gli uni e delle creme per il viso per le altre.
Da qualche anno
si era arenato sul filone dei prodotti per la cura della persona, ma al momento
della richiesta su cosa avesse potuto regalare all’amato bene, era un
particolare che mi sfuggiva. Ed è così che mi è parso del tutto naturale tirare
fuori l’asso nella manica, l’idea geniale, il regalo perfetto:
“Fagli una pochette di prodotti per l’igiene,
che per la piscina o per i viaggi sono sempre comode!”
Perentoria
la sua risposta
“So’ anni che je regalo na pochette da
viaggio, a lui, a zio, a papà…. quest’anno me volevo risparmià qualche
vaffanculo”.
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Immagino avrete
già messo a punto il menu della Vigilia, ma se per caso foste ancora a corto di
idee, questo è uno di quei secondi che fanno fare bella figura con pochissima
fatica. Quasi nulla se si ha un pescivendolo di fiducia cui far pulire i
moscardini. Ma anche se così non fosse, sappiate che non è un compito così
oneroso. Quanto al titolo….l’idea che dei molluschi siano affogati potrebbe
apparire bizzarra, ma parliamo di affogare nel vino, allora ha tutto un altro
senso. E una logica perfino. E non si dica che in questa casa si mangiano solo
dolci! ;-)
Ingredienti (per 4 persone)
1,5 kg di
moscardini
4 patate
grandi
2 spicchi
d’aglio
1 bicchiere
di vino bianco secco
Peperoncino
in grani
Olio
extravergine d’oliva
Abbondante
prezzemolo
Procedimento
Come prima
cosa mettere a lessare le patate con tutta la buccia partendo da acqua fredda e
lasciarle bollire fino a quando, infilzandole con uno stecchino, non
risulteranno morbide.
Passare
quindi a pulire i moscardini togliendo la pellicola che ne ricopre la sacca,
poi rivoltando quest’ultima e privandoli delle interiora. Sciacquarli
abbondantemente sotto il getto dell’acqua, dopodiché capovolgerli e togliere il
becco, quell’escrescenza situata nel lembo di carne che unisce i tentacoli alla
testa. A questo punto, se sono molto grandi, conviene tagliarli magari in
due-tre pezzi considerando che tendono a rimpicciolirsi notevolmente una volta
cotti.
In un’ampia
padella far imbiondire l’aglio sbucciato e tagliato a metà insieme a una
manciata di peperoncino in grani. Tuffarci dentro i moscardini e dopo qualche
secondo sfumare con il vino.
Alzare la
fiamma per altri pochi secondi, per far evaporare l’alcol e poi completare con
abbondante prezzemolo tritato finemente e cuocere coperto, a fiamma molto
bassa, fino a che risulteranno morbidissimi (occorreranno circa 25-30 minuti
secondo la grandezza dei moscardini).
È importante
cuocerli a fuoco lento affinché non risultino duri e gommosi.
Personalmente
non aggiungo sale se non alla fine, perché a volte vanno già bene così.
Una volta
fredde, sbucciare le patate, tagliarle a fette e disporle a raggiera su un
piatto da portata. Sistemarvi nel centro i moscardini con il loro sughetto e
servire.
Luna, tu non hai idea della fame che mi hai fatto venire con le foto di questa ricetta, praticamente sto sbavando come il mio cane davanti ad una bistecca (fa la pozzanghera, giuro!), cioè io alle 9.30 del mattino mi mangerei quel ben di Dio immediatamente! Adoro tutto ciò che esce dal mare, impazzisco per le patate, non hai idea… cioè io sto letteralmente annusando lo schermo del pc!!!
RispondiEliminaAh ovviamente la caciara di casa tua me la son vista tutta eh, siete una cosa da film mi sa :) Certamente mi divertirei più da te che nella casa in cui vengo costretta ad andare… sigh… l'incubo di ogni anno…
Bacioni bella!
Mannaggia Tatiana e potevi venire da noi!! Comunque non credere: il natale è un incubo in generale, nels enso che è un equilibrio molto precario da consevare fra simpatie/gelosie/malumori di persone che quel giorno sono in qualche modo costrette a convivere. Per fortuna noi siamo pochi e la gestione è minimamente più agevole. ma solo minimamente ;-)))
EliminaBacioni grandi a te, bella mia
Ahahahaah i tuoi Natali.. sono i miei! Anche da noi succede più o meno così.. la mamma che mi da addirittura i soldi per comprarmelo da me il regalo.. io che chiedo a mia cognata che posso fare ai nipoti.. sciarpe per uomini... cremine e caxxatine varie per le done.. ma quest'anno è stata la vera novità.. tutto shopping su Amazon.. santo chi lo ha inventato! Pacco dopo pacco ho finito con i regali!!!!! Buonissimi i moscardini.. io li adoro!!!! Un abbraccio forte
RispondiEliminaAnche io mi aiuto con Amazon ma poi la verità è che anche se sbuffo e mi lamento, alla fine mi piace andare per negozi e scegliere di persona le cose. Quando sono troppi però aiuta eccome! Quest'anno su Amazon ne ho comprati solo 2, ma devo dire che è comodissimo.
EliminaUn abbraccio fortissimo a te, Claudietta, tanti bacioni
quando leggo i tuoi post vedo un po' casa mia, ospiti si ma tutti devono portare qualcosa, chi il vino, che il dessert è una tavola partecipativa, faccio cosi anche io e ho colto con interesse questi moscardini una ricetta semplice ma di gusto
RispondiEliminaGrazie Gunther! Dividersi i compiti è la scelta migliore per non ammazzarsi di fatica ogni volta e permettere anche ai padroni di casa di godersi le feste!
EliminaUn abbraccio, tanti auguri ancora
avevo lasciato un lungo commento, che è sparito nel nulla, ma mi arrivano le notifiche degli altri, chissà che ho combinato. In sostanza dicevo che il vostro è una sorta di Natale in casa Cupiello versione ciociara. 🤣😂😅 Tantissimi auguri a te e alla tua bella famiglia!
RispondiEliminaAhahaha proprio così Vale. che peccato per il lungo commento andato perso...non l'ho trovato nemmeno in quelli in attesa, e mi dispiace tanto perchè i tuoi lunghi commenti mi piacciono tantissimo!! Buone feste a voi, e soprattutto tanti auguri per il nuovo anno, che sia bellissimo, pieno di amore, di pace e di meravigliosi viaggi a bordo della vostra barca <3
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