Contrariamente
a ogni previsione, quell'anno infausto che non voglio nemmeno più nominare si è
invece concluso nel più sorprendente dei modi. Intendiamoci: di cose belle ne
ha avute pure lui, che poi alla fine, a dispetto del mio umore color pece, delle mie lamentele senza fine e di tutti i gne gne gne per i viaggi sfumati (per
i 12 giorni in Namibia, però, permettetemi di considerare legittimo qualche piccolo rodimento di
chiccherone), alla fine, ripensandoci, siamo riusciti a fare:
-un weekend
lungo a Napoli, a giugno, godendoci tutta la sua bellezza in totale tranquillità,
priva com'era di turisti;
-un weekend
corto al lago di Bolsena, a luglio, con cena stratosferica per festeggiare gli
11 anni di matrimonio (testimonianze sparse anche qui e qui);
-18 giorni
in Grecia, a settembre, tornando nella meravigliosa Creta in cui ormai stiamo
per prendere la cittadinanza onoraria.
E quindi
ecco, non è che di momenti belli (e anche bellissimi) non ci siano stati in
quell'anno lì, ormai alle spalle.
Ma questi
sono bilanci e io avevo detto che non li avrei fatti, nemmeno per stargli a
dare questa soddisfazione.
Per cui
dicevo, col mio solito, ingrato spirito da “va tutto male, fa tutto schifo”
anche se così, ringraziando il cielo, non era, mi apprestavo a festeggiare, recalcitrante e insofferente, un
capodanno in patria, cosa che non accadeva da..almeno 20 anni!
E soprattutto
un capodanno in compagnia di qualcuno che non fosse esclusivamente l’amato bene, per la
tradizione che “Natale con i tuoi, ma Capodanno tutto per noi”, in giro per il
mondo o per l’Italia ma comunque solo noi.
Ligi alle
regole severe delle ultime disposizioni, abbiamo apparecchiato, distanziati,
una tavola per soli altri due commensali non conviventi.
Amici
residenti a 20 metri da casa nostra, con i quali dunque condividiamo l’indirizzo,
seppure con un diverso numero civico.
Per l’occasione abbiamo apparecchiato nei toni dell'oro e del rosso
facendoci poi prendere la mano e finendo per spargere “oro” un po’ ovunque
e cucinato, con moltissimo amore, una cena a base di pesce,
riuscita per metà, visto che ho miseramente fallito la cottura della pasta rovinando un meraviglioso condimento a base di cozze e vongole che l’amato bene aveva speso una mattinata intera a pulire, far spurgare (con acqua di mare!), cuocere, coccolare e incoraggiare per consegnarle nelle mie maldestre mani.
Ma perfino
questo fastidioso contrattempo è passato in sordina, travolto dalle risate e
dalla voglia, evidentemente condivisa, di lasciarci alle spalle quell’anno lì
e tutte le sue brutture, compresa una qualità di pasta dalle mille promesse e i
risultati pessimi (non è stata tutta colpa mia!).
Non ce ne é fregato
niente.
Abbiamo salutato il nuovo anno con lenticchie e salsicce, un godurioso panettone artigianale al mirto,
risate a non finire e uno
stare insieme semplice e bello come non ce ne ricordavamo.
Durato fino
alla fine del coprifuoco e quindi ben oltre l’alba del nuovo giorno.
Roba che io, le sette di mattina a capodanno, non le ho mai fatte nemmeno a 20 anni.
A quel punto sarebbe
stato bello infilarsi il cappotto e andarsi a prendere cappuccino e cornetto al
bar, ma non si poteva.
Che uno dice: “ma che avete fatto fino alle 7 del mattino”?
A pensarci
prima mi veniva l’orticaria.
Tanto per cominciare, intorno alle 4 e mezzo, ho anche messo su il brodo per i tortellini che il giorno dopo avevo promesso all'amato bene.
E tutto il resto del tempo è
scorso così velocemente da non rendercene nemmeno conto.
Giocando innanzitutto.
Con un vecchio Trivial Pursuit dalle domande un po’ obsolete ma sempre tanto affascinante.
Per poi
passare alle carte, farsi insegnare 31 e sbancare tutti (la fortuna del
principiante!).
E poi
soprattutto ridendo, cosa che avevamo un po’ dimenticato di fare.
Senza abbracciarci e baciarci nemmeno allo scoccare della mezzanotte.
Festeggiando con bastoncini di scintille e guardando i fuochi dalla finestra.
Arieggiando la stanza ogni tot per evitare possibili contagi.
Prestando la massima attenzione a ogni norma di buon senso, ma prendendo la vita, i problemi, i pensieri, le amarezze, almeno per una notte, una intera notte, con estrema leggerezza.
Compreso un
piatto riuscito male.
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Quelle delle
torte di pasta sfoglia sono delle “non ricette”, vista la facilità con cui si
possono portare in tavola, con ripieni e forme sempre diversi e risultati
sempre garantiti.
Proprio per
questo mi piacciono da impazzire e rappresentano quella comfort zone in cui rifugiare
tutte le ansie connesse alla preparazione di un’intera cena. Questa, nello
specifico, è a base di salmone e provola affumicata e ha la forma di un pesce. Ma
va da sé che ci si possa veramente sbizzarrire, a mano libera e con apposite
formine.
Ingredienti
2 rotoli di
pasta sfoglia, rotonda o rettangolare
150 gr di
salmone affumicato
8 fettine
molto sottili di provola affumicata (io la compro già affettata)
1 uovo
Semi di
sesamo e di papavero
Procedimento
Preriscaldare
il forno a 200°.
Srotolare il
primo rotolo di pasta sfoglia lasciandola sulla sua carta forno.
Adagiarvi sopra
le fette di provola e poi ricoprirle con i ritagli di salmone affumicato. Coprire
con il secondo rotolo e, con l’aiuto di un coltellino molto affilato,
ritagliare una sagoma a piacere. Io in questo caso ho scelto di dare la forma
di un pesce e, con una formina per biscotti, di ricavare tante stelline dalla
parte avanzata. Trasferire tutto su una placca da forno, spennellare la
superficie della pasta con l’uovo sbattuto e cospargere di semi di sesamo e di
papavero.
Infornare per
circa 20 minuti.
N.B.: a
garantire la buona riuscita di un rustico, a base di pasta sfoglia, è lo shock
termico che la pasta subisce dal frigo al forno molto caldo, perciò per
esempio, il secondo rotolo di pasta sfoglia tiratelo fuori dal frigo solo al
momento opportuno. Oppure, se pensate che la lavorazione sia durata troppo e che il tutto sia stato troppo a lungo a temperatura ambiente, mettete la
teglia in frigo per qualche minuto e solo poi direttamente in forno.
che bello che hai il camino!
RispondiEliminaBuon anno :)
Brava e coraggiosa noi non ce lo siamo sentito di andare in vacanza. Certo abbiamo il mare a Trieste ma arrivarci era un problema con appuntamenti file ecc. veniva solo nervoso e caldo data la temperatura. Si mi manca la piscina però ginnastica a casa non è la stessa cosa ma ci si arrangia. Di comune accordo figlia genero e nipote 22enne abbiamo deciso ognuno a casa sua. Noi vita un poco ritirata e sono fortunata ho nella mia zona tutto quello che mi serve solo attraversando la strada e quindi risparmio mezzi pubblici e negozietta vari. Loro fanno un poco di vita diversa anche perchè nipote ha la ragazza e... nessuno di noi se l'è sentita di rischiare. Va bene cosi passato tutto come dici tu con l'amato bene (dopo 55 anni) sempre ok. quindi salute e compagnia non mi è mancata. Auguri ancora e buona fine settimana.
RispondiEliminaNon tutti i male vengono per nuocere poi quando si sta insieme con qualcuno di speciale il tempo scorre e non ti accorgi, io mi sono perfino dimenticato di brindare a mezzanotte :-))
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