“Grazie di aver
affrontato un lungo viaggio per venire a visitare il mio paese”.
L’essenza del nostro viaggio in Giappone, e il folle
innamoramento che ne è conseguito, è racchiusa tutta in questa frase commovente,
rivoltaci da una persona incontrata per caso a un semaforo di Hiroshima.
Quello in Giappone è stato, fra tutti quelli intrapresi
finora, il viaggio più sorprendente ed emozionante dal punto di vista umano. Ricco
di insegnamenti, di stupore continuo, di spunti di riflessione su ogni aspetto
della vita.
Mi ha dato la misura di quanto siamo brutalmente assuefatti
a un certo tipo di condotta, stupendomi ogni volta per cose che dovrebbero
essere normali e invece per noi risultano utopistiche, come poter andare in giro con lo
zaino aperto o parcheggiare una bicicletta senza doverla necessariamente
assicurare a un palo con un lucchetto.
Mi ha dolcemente trasportata, pure a volte insofferente, nel
rispetto di regole apparentemente eccessive, inutilmente cerimoniose, che
rallentano il nostro incedere in una vita che impone di andare di fretta,
sempre e mi ha svelato invece la possibilità di adottare la lentezza e la
consapevolezza come motori primi di ogni gesto.
Mi ha regalato la sensazione unica e irripetibile di sentirmi sempre a casa, al
sicuro, pur trovandomi “dall’altra parte del mondo”.
In Giappone vigono una serie di regole di cui anche il
turista viene immediatamente messo a conoscenza: attraverso appositi cartelloni
affissi sugli autobus o nelle stazioni, oppure mediante opuscoli distribuiti
variamente o, ancora, semplicemente con l’esempio.
Basta guardarsi intorno infatti per capire che in Giappone non si fuma per la strada,
se non in apposite (abbastanza rare) aree
non si mangia e non si beve sui mezzi pubblici, tranne che sui treni a lunga
percorrenza. Si parla a bassa voce, si evita di farlo al cellulare, si mette
quest’ultimo in modalità silenzioso, si toglie lo zaino dalle spalle per non
essere d’intralcio, si rispetta la fila per salire e anche per scendere e poi
risalire sulle scale mobili. Si fa la fila anche per prendere l autobus.
La più grande frustrazione: desiderare di sapere che suonerie abbiano i loro
cellulari e non riuscire a sentirne nemmeno una nel corso di 15 giorni di permanenza.
E poi ci sono tutti gli aspetti di una cultura improntata al
rispetto profondo del prossimo e alla cura massima del dettaglio.
I suoni che ricorrono costantemente, ossessivamente, sono
(oltre ai jingle dei semafori) quelli di una locuzione corrispondente al nostro
“grazie mille”. Raramente si udirà in maniera distinta il termine Arigatò
(grazie), perché sarà inglobato in un rotolio di parole che suona più o meno
come riatòsarimaaaaassss,
con la a e la s cantilenate e prolungate all’infinito insieme al sorriso che lo
accompagna.
Dalla commessa del negozio al bigliettaio del treno; dal poliziotto
che ferma i pedoni per far uscire una macchina da un parcheggio, al conducente
di autobus al momento di scendere, tutti indistintamente hanno in serbo un
inchino e un profondo ringraziamento per tutti.
Difficile a un certo punto non trovarsi goffamente a voler
ricambiare tanta gentilezza con un inchino che non verrà mai bene come il loro.
Ma che loro apprezzeranno comunque.
Tutti indistintamente indosseranno una divisa: dai bambini e
ragazzi di ogni età che vanno a scuola,
ai giardinieri, agli addetti alle pulizie, ai venditori di pesce nei mercati
all’ingrosso!
A volte accompagnata da guanti bianchi, come i conducenti di
taxi o i bigliettai sugli autobus.
E quando non indossano una divisa sono comunque abbigliati
in maniera curata, mai sciatta, mai trasandata.
Un po' eccentrica delle volte, questo sì.
O con l'abito tradizionale,
specie nelle occasioni di festa,
anche se vedere un kimono non è così difficile considerando che si affittano a ogni angolo.
Più complesso, anche se a detta di qualcuno non impossibile, è riuscire a vedere una vera geisha.
La pacatezza dei modi, il tono di voce discreto,
l’atteggiamento profondamente rispettoso nei confronti del prossimo si
riscontrano sui mezzi di trasporto, nei locali pubblici (dove però l’unica
concessione al rumore è quella prodotta risucchiando i noodles o sorbendone il
brodo) ma soprattutto per la strada.
Ed è per questo che a Tokyo, il livello di stress si
mantiene a livelli pressoché pari a quelli di un qualsiasi paesino sperduto
sulle alpi giapponesi. Nessuno cercherà di spintonare, passare avanti, sopra o
di lato per farsi largo. Ciò che si noterà, nella grande metropoli, sarà un incedere
appena più frenetico, sempre comunque nel rispetto assoluto di chi gravita
attorno al proprio spazio vitale.
Girare per il Giappone è quanto di più comodo e confortevole
si possa immaginare: per l’affidabilità dei mezzi, la comodità degli stessi (dai
supersonici Shinkansen
ai trenini locali con vista panoramica su gole, montagne e cascate),
la presenza capillare di bagni pubblici perfino negli angoli più remoti, la pulizia che regna sovrana, e si riscontra ovunque, nei luoghi privati così come in quelli pubblici, bagni in primo luogo.
ai trenini locali con vista panoramica su gole, montagne e cascate),
la presenza capillare di bagni pubblici perfino negli angoli più remoti, la pulizia che regna sovrana, e si riscontra ovunque, nei luoghi privati così come in quelli pubblici, bagni in primo luogo.
Questi ultimi sono sempre
completi di ogni accessorio (compresi fazzoletti antibatterici per tavolette) e
perfino di istruzioni per il verso di utilizzo delle turche, che in Giappone
sono dotate di…paraschizzi!
Altrettanta chiarezza non caratterizza l’indicazione relativa
allo sciacquone ma fa parte della giostra acrobatica che sono i wc giapponesi
con i quali occorre un po’ di tempo (poi totalmente ricambiato) per entrare in
confidenza e capirne la logica.
In Giappone si va con la migliore scorta di calzini del
proprio corredo dal momento che nei templi, in molti ristoranti e nelle stanze
di alberghi e ostelli è richiesto di entrare scalzi, lasciando fuori le scarpe.
E per andare in bagno? Niente paura: davanti alle porte
delle toilette si trovano apposite ciabattine da usare all’uopo.
E se già vi
state facendo paranoie sull’uso promiscuo di queste calzature a disposizione di
chiunque, sappiate che – quando non sono usa e getta - vengono regolarmente – e accuratamente- lavate e disinfettate prima di essere
nuovamente messe a disposizione.
Il prodotto che va per la maggiore sono le salviettine
umidificate distribuite un po’ ovunque: sempre quando si compra del cibo anche
nel più piccolo chioschetto di street food e perfino per la strada come gadget
che accompagna un opuscolo pubblicitario.
Salviettine senza profumo, si badi bene: disinfettanti ma
con discrezione, senza risultare invadenti, nello stile tipico di questo
popolo.
E questo è anche il paese in cui alcune parti delle impalcature nei cantieri edili sono trasparenti e decorate con vasi di fiori colorati...
E questo è anche il paese in cui alcune parti delle impalcature nei cantieri edili sono trasparenti e decorate con vasi di fiori colorati...
Nonostante l’ipermodernità di una megalopoli come Tokyo non è così
scontato trovare gente che parli inglese o, se accade lo parla comunque in modo
incomprensibile. Questo per la natura stessa della lingua giapponese che
contiene un minore numero di suoni rispetto alle principali lingue del mondo e
rende difficile comunicare in modo efficace, ma anche per le tendenze
perfezioniste e una sorta di pudore innato di questo popolo, che si imbarazza
quando gli si chiede un’informazione ma al contempo si farà in quattro pur di
essere di aiuto, anche a costo di fornire indicazioni sbagliate.
Nei ristoranti e perfino da Mc Donald’s inoltre non è facile
trovare menu che non siano scritti prevalentemente in ideogrammi e in generale
le scritte in inglese sono ridotte all’essenziale perfino in luoghi come le
grandi stazioni.
Come a dire: “faccio del mio meglio per metterti a tuo agio, ti fornisco gli strumenti per cavartela da solo ma rimango fedele a me stesso e ai miei usi e tradizioni”. È l’ospite che si deve adeguare, non il contrario. Personalmente ho molto apprezzato anche questo. Lo si potrebbe interpretare per freddezza o disinteresse nei confronti dello straniero, a me ha dato l’impressione di coerenza e di orgoglio di un popolo saldo nella sua identità.
Come a dire: “faccio del mio meglio per metterti a tuo agio, ti fornisco gli strumenti per cavartela da solo ma rimango fedele a me stesso e ai miei usi e tradizioni”. È l’ospite che si deve adeguare, non il contrario. Personalmente ho molto apprezzato anche questo. Lo si potrebbe interpretare per freddezza o disinteresse nei confronti dello straniero, a me ha dato l’impressione di coerenza e di orgoglio di un popolo saldo nella sua identità.
Che non ha
problemi a interagire, correre in aiuto, farsi fotografare
e mettersi perfino
in posa,
ma senza uscire mai da se stesso. Del resto a dispetto di questa
presunta freddezza e “distanza” dall’occidente, Tokyo vanta una riproduzione della Statua
della Libertà, una della Torre Eiffel e un ponte molto simile al Golden Gate!
E come contraltare spicca una spirito ludico riscontrabile nell'abbigliamento e nella società in generale...
Non tutto è semplice, ma basta organizzarsi per tempo e la
qualità dei servizi oltre agli strumenti messi a disposizione, rendono tutto piacevolmente fattibile.
Un po’ di rodaggio per familiarizzare con la rete intricatissima della
metropolitana di Tokyo (e con le macchinette per fare i biglietti);
una mappa
degli autobus di Kyoto, studiarsi in anticipo orari e percorsi dei treni per
poterli prenotare e sapersi districare fra le varie compagnie ferroviarie
esistenti sono tutte astuzie per non doversi ritrovare a leggere tabelloni
impossibili e mappe astruse. Per quest’ultimo punto sarà di vitale importanza
avere sempre a disposizione l’utilissimo sito Hyperdia.
Il nostro itinerario è partito da Kyoto, dove ci siamo
fermati 6 giorni, facendo escursioni a Nara, Hiroshima e Miaijima ed è
proseguito in treno fino a Tokyo dove abbiamo trascorso altri 3 giorni facendo prima altre due tappe intermedie rispettivamente di 2 e 1 notte a Kanazawa e
Takayama.
Il Japan Rail Pass, è stato il nostro prezioso e
fondamentale alleato per i primi sette giorni di spostamenti continui, prima di
approdare nella capitale. È un abbonamento, solo per stranieri, che può essere
fatto per 7, 14 o 21 giorni e si acquista prima di partire: a Roma, Firenze e Milano
presso l’agenzia HIS Love, Peace, Travel; altrimenti online con consegna a
domicilio. Una volta in Giappone ci si reca presso una stazione JR e,
passaporto alla mano, si cambia il vaucher con la tessera vera e propria che
andrà sempre esibita all’entrata e all’uscita dalle stazioni. Abbiamo trovato
essenziale documentarci prima sul già citato sito Hyperdia per sapere orari e
destinazioni e, con quelle scritte su un foglietto recarci nelle stazioni per
prenotare i posti su ogni tratta. Non è fondamentale ma in alcuni giorni
particolarmente affollati si è rivelato molto utile. Il personale addetto parla
un discreto inglese ma nonostante ciò si fatica a capirsi: andare lì con il
foglietto è utile per questo e loro apprezzeranno moltissimo! Le code a volte
sono lunghe ma gli sportelli molteplici e quindi si fa abbastanza presto.
Il Giappone riserva enormi bellezze
fra musei di ogni tipo, templi e santuari (buddisti, shintoisti, confuciani)
e relativi giardini zen perfettamente curati
e ognuno pensato per una specifica funzione;
fra paesaggi di montagna, alberi di ogni forma e colore
e meraviglie architettoniche (basti pensare che la sola Kyoto vanta 17 siti UNESCO).
Ma per la prima volta in un paese straniero così ricco dal punto di vista culturale non è questo ad avermi emozionata e incantata.
Sono invece rimasta affascinata dal modo di vivere, dalle loro convenzioni, dall’orgoglio di una cultura apparentemente impenetrabile ma in fondo solo molto diversa dalla nostra.
Restia a mostrarsi pienamente ma disponibile a svelarsi poco a poco, fedele ai suoi tempi, ai suoi ritmi e ai suoi toni delicati.
Questo aspetto, più di ogni altro mi ha conquistata del Giappone: i giapponesi, con la loro forte identità di gruppo e il loro culto estremo dell’armonia sociale.
fra musei di ogni tipo, templi e santuari (buddisti, shintoisti, confuciani)
e relativi giardini zen perfettamente curati
e ognuno pensato per una specifica funzione;
fra paesaggi di montagna, alberi di ogni forma e colore
e meraviglie architettoniche (basti pensare che la sola Kyoto vanta 17 siti UNESCO).
Ma per la prima volta in un paese straniero così ricco dal punto di vista culturale non è questo ad avermi emozionata e incantata.
Sono invece rimasta affascinata dal modo di vivere, dalle loro convenzioni, dall’orgoglio di una cultura apparentemente impenetrabile ma in fondo solo molto diversa dalla nostra.
Restia a mostrarsi pienamente ma disponibile a svelarsi poco a poco, fedele ai suoi tempi, ai suoi ritmi e ai suoi toni delicati.
Questo aspetto, più di ogni altro mi ha conquistata del Giappone: i giapponesi, con la loro forte identità di gruppo e il loro culto estremo dell’armonia sociale.
Lasciandomi dentro la voglia di approfondire, conoscere e,
più che mai, di tornare.
Neanche Piero Angela poteva descrivere cosi bene il Giappone. Grazie Katia
RispondiEliminaTu qui? Sorpresa!! Grazie a te<3
Eliminama che meraviglia, quanto vorrei...
RispondiEliminaPrenota e via!
EliminaIntanto garzie per questo post meraviglioso che stasera rileggerò con calma. Poi devi sapere che ho viaggiato con te grazie a tutto quello che hai postato in facebook, grazie infinite, mi hai fatto un regalo, un bacio!
RispondiEliminaMa grazie a te, Cristina, di avermi seguita anche su facebook! baci grandi
EliminaTi ho letta con trasporto e tutta d'un fiato! Questo viaggio è stato davvero emozionante anche x noi che lo abbiamo seguito attraverso i tuoi occhi :-)
RispondiEliminaGrazie x tutte queste sensazioni, informazioni e foto!
Bentornata <3
Grazie Consu, anche delle bellissime parole <3
EliminaMeraviglioso quanto racconti veramente stupendo e penso che tu hai colto il cuore di questi popolo e non è facile. Ho un amica di penna che vive ad Osaka è una traduttrice incluso l'Italiano e lei nei suoi racconti e articoli si sente la dolcezza calma quasi zen. Grazie carissima amica anche di queste splendide foto alcune le ho memorizzate di quelle che mettevi su FB le tengo per me stupende.Grazie ancora e buona serata. Bacioni.
RispondiEliminaChe bello avere una amica di penna a Osaka! Sarebbe interessante confrontare il suo punto di vista con le impressioni che ho avuto io da questo viaggio.
EliminaGrazie a te, veramente ti sei salvata alcune foto?? sei troppo forte, edvige!
un bacione grande grande
Cavolo... mi sono ritagliata 20 minuti appena rientrata a acsa per leggermi il tuo post.. Mi hai fatto restare incantata dalla tua spiegazione.. dalle tue foto.. le tue emozioni a freddo... Sapevo che il Giappone davvero merita.. per la cultura e non solo!Della seria "tutto uguale a noi italiani eh!" che vergogna siamo.. Ci vivrei bene là.. meno stress.. più ordine e regole.. è ciò che ci vuole.. Lentezza... che bella parola che non fa più parte di noi... Grazie mille per questo tuo racconto... Non so se un giorno riuscirò ad andare.. spostarmi così lontano mi spaventa.. non so se riuscirei a raccapezzarmi come avete fatto voi... Ma voi 2.. siete bravissimi in questo genere di viaggi!!! Continuate a viaggiare.. postare.. raccontarci.. così mi sembrerà di viaggiare con voi .-**** un abbraccio
RispondiEliminaLa cosa più desolante infatti è stato il continuo confronto con il nostro modo di vivere...anche io lì vivrei bene, ecco, soprattutto noi pendolari o che comunque viaggiano sui mezzi tutto il giorno...incredibile come sia rilassante farlo lì in Giappone, che sì per carità viaggi in piedi per tutta la gente che c'è, però sai quando parti e sai precisamente anche quando arrivi e non solo con il treno, perfino gli autobus spaccano il secondo! Grazie Claudietta delle bellissime parole. tanti baci buona giornata!
EliminaAssolutamente delizioso ed affascinante! Io amo l'ordine, il silenzio, la pulizia e la buona educazione, vuoi che questo post non mi abbia fatta innamorare? Stupendo....
RispondiEliminaUn bacio e bentornata :)
Ti troveresti moltn bene in Giappone, Tatiana! Io sono come te, l Ho adorato, mi manca tantissimo! È stato davvero il viaggio (itinerante) più rilassante e piacevole. Grazie bacioni a te!
EliminaVeramente una guida/istruzioni per l'uso utilissima! E' uno di quei Paesi che sogno visitare e questo tuo post e le immagini me lo confermano ancora una volta, se ce ne fosse stato bisogno.
RispondiEliminaFabio
Ed è anche molto meglio di come si possa mai descrivere a parole. Nonostante avessi letto qualcosa prima di partire, mi ha stupita e meravigliata perché andava oltre ogni aspettativa. Uno di quei viaggi da fare assolutamente( e da ripetere, se possibile!).
EliminaGrazie Fabio, buon weekend
Intanto: BENTORNATA!!!!
RispondiElimina...e poi grazie per le foto condivise!!!
Un super abbraccio
Grazie a te Mila!!! Abbracci&baci super a te!
EliminaCiao carissima!!! Attendevo con ansia il tuo post, il Giappone è uno dei miei tanti viaggi dei sogni... dovrò aspettare qualche anno per la piccola nuova arrivata ma poi i tuoi appunti mi saranno di grande aiuto!!!! Grazie come sempre x portarci in giro stando sul divano di casa :-) Bacioni e a prestissimo!!! PS: corro a seguirti anche su fb!!!!
RispondiEliminaCiaoooo!! Che bello rileggerti!! Grazie a te! Non riesco a pensare a un paese più sicuro, accogliente e attrezzato in cui viaggiare con i bambini. Non esiste angolo in cui non ci siano bagno completi di fasciatoi o stanze riservate per allattare, ma certo quando sarà più grande potrete godervelo meglio sia voi sia lei, soprattutto per le taaaaantissime ore di aereo! Bacioni grandi e tante coccole per la tua piccolina<3
Elimina"prenota e via"...
RispondiEliminamo te mozzico...
che ne sai?...Tutto può succedere!
RispondiElimina