Un diario, un faldone di appunti sparsi, una pila di pagine tenute insieme da un elastico e dalla quale, ogni tanto, scivola via qualche foto.
Tutto questo in uno spazio virtuale, ai miei occhi di inguaribile nostalgica sicuramente poco romantico ma anche tanto affascinante.
Mi barcameno tra la passione insanabile per la carta frusciante e per l'odore di inchiostro e l'attrazione fortissima che su di me esercita il mondo immediato e "glitterato" del Web.
Per questo sono qui: cercare di trovare un accordo, tentare, timidamente, una conciliazione o forse solo per vivermi serenamente e allegramente le due cose insieme!
Il nome del blog nasce dall'unione di una pietanza povera, semplice, la cui denominazione è usata addirittura per significare un contrasto con qualcosa di alto e di importante: "Questa è roba seria, mica pizza e fichi...!". Eppure è connubio di sapori antichi e sorprendenti: la colazione "strana" della mia infanzia, quella in cui si univano, non senza qualche perplessità, il dolce e il salato, il compatto e lo scioglievole, il lievitato e la frutta. E poi c'è lui, lo Zighinì (con l'accento sull'ultima che per motivi tecnici a me oscuri, di carattere strettamente informatico, non ho potuto mettere nel titolo...), piatto di origine eritrea dall'aspetto (e dal sapore) decisamente infuocato. Dominano le spezie, il sugo concentrato, il gusto marcato della carne tagliata a pezzettini e intrisa di umori, ma a svettare su ogni altro componente è il sapore vulvanico, arroventato, inverosimilmente piccante. Difficile immaginare di poterlo mangiare senza accompagnare ogni singolo boccone con un pezzettino, anche piccolo, di pane, sempre eritreo, spugnoso, assorbente, mai come in questo caso rasserenante...
Ricapitoliamo. Gli ingredienti principali di tutto quello che vorrebbe essere questo blog dunque sono: sale, zucchero, peperoncino;
Le portate:
- Ricette: di famiglia, inventate, sperimentate e modificate in corso d'opera;
- Viaggi per il mondo e sempre sul filo dei ricordi sensoriali: di piatti assaggiati e subito scartati, oppure di altri divorati e fissati nella mente per sempre.
- Fotografie: imperfette, assolutamente amatoriali, spontanee, improvvisate...niente di più distante da ogni regola prefissata di spazio, luce, sfondi, disposizione esatta di soggetti e oggetti per la buona riuscita.
Bene. Queste le intenzioni. Ora non rimane che rimboccarsi le maniche e dare forma e ordine a tutto questo. Cercando innanzitutto di raccapezzarsi nella mirabolante proposta di stili, caratteri, gadgets, colori, finestre...
Una costruzione necessariamente lenta ma (spero!) progressiva, a mano a mano che si dipanerà la matassa, per ora aggrovigliatissima, di termini "bloggeschi" al momento astrusi e inaccessibili. Confido nel tempo e nella buona volontà, oltre che in eventuali suggerimenti, consigli, dritte che dovessero sopraggiungere.
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