Come ogni estate che si rispetti, mentre il mondo bloghesco
(food e non) chiude per ferie e si prende una meritata pausa dai menu virtuali,
io, avendo più tempo a disposizione, mi ci dedico più che in qualsiasi altro
periodo dell’anno.
Ma solo poco di più, per la verità, che quest’anno la
pigrizia la fa proprio da padrona.
Poi, as usual, mi
dedico pure alle pulizie di Pasqua.
Anche se è Ferragosto.
Con una tabella di marcia ben precisa e che non ammette
deroghe.
Un programma che prevede svago e dovere in misura
proporzionale ed equamente ripartiti fra mattina e pomeriggio
Mattina: mare
Primo pomeriggio: pennichella
Secondo pomeriggio: quello che riesco a fare prima che
l’amato bene faccia rientro.
E non perché avrebbe a che ridire qualora mi cogliesse in
flagranza di reato, quanto per il fatto che con aspirapolvere, stracci da
spolvero e secchi in mezzo alla casetta è già molto difficile muoversi
singolarmente, figuriamoci in due.
E come scusa regge ancora.
Tutto il dovere di cui sopra fra: lustra i vetri, spolvera le
inferriate, sgrassa a fondo la cucina, ripulisci la libreria (tirando giù fino
all’ultimo opuscolo infilato tra un libro e l’altro), disinfetta la scrivania
(rimuovendo pizzini e liste della spesa risalenti alle guerre puniche), rassetta
l’armadio a muro (riesumando scarpe e oggetti dati per buttati o regalati da
passate stagioni)…tutto ciò dicevo, avviene sollazzandomi variamente con la
musica.
E dato il già arduo compito di districarmi nella lotta
improba fra il senso del dovere e la tentazione di lasciar perdere ogni buon
proposito, per la selezione dei brani musicali mi affido, con una certa
tranquillità, alla cartella che l’amato bene ha archiviato nel suo pc.
Che non è (come le mie di cartelle) un ammasso di file
musicali buttati lì alla rinfusa, concernenti quattro o cinque cantanti, fra
italiani e stranieri, gruppi o singoli, da cercare a intuito sulla base di non
meglio specificate “tracce”; bensì una vera e propria discografia,
rigorosamente italiana e scientificamente suddivisa per autore in un elenco
molto preciso fatto di nomi e cognomi.
Prima i cognomi in verità, esattamente come a scuola.
Così, siccome la sua collezione abbraccia l’intero panorama
musicale italiano dagli anni 50-60 fino a oggi, non è raro imbattersi in
inquietanti sotto-cartelle dai nomi sinistri e a stento riconoscibili come:
Solo Bobby,
Cutugno Toto
Endrigo Sergio,
Fidenco Mario,
Rossi Vasco
e Zero Renato.
La questione tuttavia mi ha permesso di farmi una certa cultura, io pivella e sciatta ascoltatrice di quello-che-capita-senza nemmeno
conoscere il titolo, perfino di una canzone per me identificabile da sempre e da
qui nei secoli a venire semplicemente
come “Quella sua maglietta fina”, di
tutta una valanga di canzoni che in realtà già conoscevo ma di cui ignoravo,
nell’ordine:
chi le canta
a che età risalgono
come si intitolano.
Canzoni anche molto belle, toccanti, a volte struggenti,
talmente profonde da indurmi, per la musica o per le parole, a fermare il
movimento dello straccio intriso di Matsrolindo, appoggiarmi romanticamente
allo spazzolone e riflettere su un concetto o una sequenza di note.
Perché una canzone come questa
Con la voce graffiante di Mia Martini fa venire i brividi;
allo stesso modo parole come “ a chi
insegneremo quello che, noi due imparammo insieme….”, in una famiglia
composta di sole due persone, qualche riflessione la strappa; poi però capace
che arrivano Zucchero con Baila Morena
e Gianni Togni con Luna ed ecco che
ci scappa un balletto o una cantata a squarciagola.
Data l’estrema varietà delle reazioni provocate dunque,
sempre diversi sono gli scenari che di volta in volta si aprono agli occhi
dell’amato bene quando si affaccia sull’uscio di casa, di ritorno dal lavoro.
E nell’ordine può trovare me, sua moglie:
A) aggrappata allo spazzolone, intenta a brandirlo come
l’asta di un microfono, mentre canto a squarciagola, sentendomi a metà fra Tina Turner e Aretha Franklin;
B) scalza, in piedi su una sedia, mentre ballo convulsamente
su una canzone che mi riporta ai tempi del liceo e delle feste di pomeriggio;
C) ancora aggrappata allo spazzolone di cui sopra stavolta
però ripiegata su me stessa mentre piango a dirotto per colpa di una melodia
struggente.
Quest’ultimo caso si verifica un po’ più spesso dei primi
due, per essere onesti.
Che poi io la mia playlist me la faccio da sola:
scegliendo accuratamente brano per brano e alternando saggiamente uno lento e
strappalacrime a uno veloce e allegro.
Se poi lui mi rientra sempre quando è in corso una canzone
toccante e io mi struggo di conseguenza, mica è colpa mia.
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Impazzava nel web forse un paio d’anni fa.
L’ho visto da Fausta, per la primissima volta, poi da
Arabafelice e poi in tanti altri blog.
Come al solito io arrivo, comodamente, dopo li fochi, ma meglio tardi che mai, anche perché la curiosità
me la dovevo togliere, per tornare a prendere serenamente sonno la sera.
Facile è facile. Veloce manco a dirlo. Una vaschetta di
gelato che non sapete più dove mettere perché il freezer straripa? Un gusto che
a mangiarlo così non vi entusiasma? La voglia irrefrenabile di accendere il
forno pure il giorno di ferragosto?
Tutti ottimi motivi per provarlo questo plumcake. Che è
strano forte, sì. Ma anche tanto buono.
Io ho usato un gelato al gusto tiramisù con pezzi di
biscotti savoiardi e aroma di marsala.
Non l’ho cosparso di zucchero a velo una volta sfornato, ma
considerando che è davvero poco dolce, consiglio caldamente di farlo.
Non è sicuramente adatto a un dopocena, visto il saporino
tenue e delicato, ma alla meranda o alla colazione sì, a voja!
Ingredienti
1 vaschetta di gelato, del gusto preferito, da 500 gr
180 gr di farina
2 cucchiaini di lievito in polvere
Procedimento
Preriscaldare il forno a 180°.
Far ammorbidire un po' il gelato a temperatura ambiente,
quindi unire la farina setacciata con il lievito e amalgamare bene con una spatola.
Versare il composto in uno stampo da plumcake foderato di carta forno e cuocere per circa 40-50 minuti, affidandosi come sempre alla prova stecchino.
Sono e non sono....per te ci sono. Copiato il gelato la lista play no maritozzo ha una raccolta da far invidia..prima o dopo le riascolterò. Buona pulizia ferragostiana io passo al minimo il resto ottobre...ciaoooo
RispondiEliminaCiao bella, grazie di essere passata!! eh lo so in questo periodo non si ha troppa voglia di stare al pc: ti capisco!!
EliminaIo le grandi pulizie devo farle per forza d'estate altrimenti a settembre ricomincio a fare la pendolare e siccome perdo 3 ore della mia giornata sui mezzi pubblici, se ci aggiungi quelle di lavoro, mi ritrovo ad avere la giornata cortissima senza il tempo di fare niente. così, di norma faccio il minimo, poi però quando ho tempo fado a fondo alla questione!
Tanti bacioni edvige, a te e a maritozzo!
non ci posso credere! L'hai fatta :)))
RispondiEliminaGeniale, no?
Ciao cara, manco da tantissimo tempo dal web, purtroppo non è stato un periodo felice, ma mi sto riprendendo. E con la salute voglio riprendere anche questo filo interrotto, di amicizie e di chiacchierate. Non ho dimenticato la tua pizza ai fiori di zucca (che sono andata e "rivedermi"!) e anche se, mannaggia alla miseria, quest'anno le mie piante sembrano moooolto pigre in fatto di fiori, cascasse il mondo la voglio fare!
Un abbraccio e a presto :)))
Faustidda, bella, che piacere immenso rileggerti!! Mi spiace che tu abbia passato un periodo difficile, ma sono felice di sapere che le cose vanno meglio. allora dai, torna tra chiacchiere e frivolezze, che un po' aiutano. Sì, alla fine ho provato quel tuo famoso plumcake di gelato che mi aveva colpito tanto...ci ho messo una vita a decidermi, ma è davvero una genialata!! per la pizza ai fiori di zucca ti capisco perfettamente, i miei tempi sono biblici, quindi anche io quando vedo una ricetta me la appunto e magari rimane lì per anni. Cara faustidda, buona giornata, buon ferragosto, grazie ancora di essere passata.
Eliminati mando tanti baci.
a presto!!!!!! <3
:)))
EliminaNo vabbé è necessario rivediate la vostra playlist!!!!
RispondiEliminaPerò condivido con te che quelle canzoni smuovono tante emozioni. Alcuni brani sono dei capolavori e resteranno tali!!!!
Un abbraccio tesoro.
Sì, ecco federì, magari un'aggiustatina al tiro andrebbe data, me lo dico anche io, ma poi la curiosità di sentire certe canzoni prende il sopravvento. Quando però ne parte una particolarmente straziante o datata abbasso il volume o accosto la finestra...sai il palazzo d'estate si riempie e rischio che mi prendano per matta!!
EliminaBacioni e abbraccia a te e a lolletto<3
Sono contenta che l'abbia provata, grazie! :)
RispondiEliminaMa grazie come sempre a te, Stefania, che sei di grande ispirazione e con le tue ricette si va sempre sul sicuro! Ora aspiro a trovare anche qui in italia il tuo gelato con pezzetti di Oreo....
Eliminabacioni, buon ferragosto, salutami l'Arabia!
L'avevo messo nella lista (ormai infinita) dei dolci da provare e vedendo il tuo ho trovato la spinta giusta per prepararlo molto presto. 😋
RispondiEliminaUn saluto, un abbraccio e ... Buon ferragosto!!!!
Zioda, bello de casa!!!!! quante sorprese nei commenti di questo post: prima Fausta, ora tu, ma che bello! Sono proprio tanto felice di rileggerti. Dai provarlo questo plumcake, così poi mi dici cosa ne pensi.
RispondiEliminaGrazie, un abbraccio fortissimo e buon ferragosto a te, caro primo lettore in assoluto di questo blog!!!!!
Cu'mme è una delle mie preferite, ogni volta mi fa venire i brividi....però anch'io sono come te quando la musica mi prende inizio a ballare e cantare e tutto quello che mi si para davanti diventa un microfono e un palcoscenico......se capito davanti ad uno specchio ahimè mi fermo subito...
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