"A casa non s'arriva mai, ma dove confluiscono vie amiche, il mondo per un istante sembra casa nostra" (H.Hesse)

giovedì 4 agosto 2016

Eroismi - Barchette di melanzane e feta


Pensavo di aver visto e patito tutto durante il mio, di trasloco, appena un anno fa.
Da cui tutto sommato, tra butta via una cosa e conservane altre cento, ero uscita (più o meno) indenne e moderatamente soddisfatta.
Non sapevo che quello fosse appena un assaggio, una quisquilia, una passeggiata in confronto al trasloco dei miei.
Pensavo di avere giusto un paio di cose mie ancora lì da loro.
Mi sono ritrovata a riesumare bambolotti di quattro-cinque vita fa, fazzoletti ricamati con le mie iniziali, attestati dell’asilo e diari di prima elementare.
Poi di seconda, di terza e così via per ogni anno fino all’ università, senza saltarne nemmeno uno, fuori corso compresi.
Per un complessivo numero di 18 diari/agende ufficiali, tra Heidi, Sarah Key, Holly Hobbie, Camomilla e Moleskine, seguiti da un altro discreto numero di diari segreti , quelli con chiave e lucchetto che io tanto amavo e continuerei a fare alla luce del sole se non mi vergognassi anche solo a pensarlo.
Insomma, è venuto il tempo pure per loro di traslocare e per me di sbaraccare tutto il cucuzzaro di ricordi e cianfrusaglie accumulati negli anni, nascosti negli anfratti, finiti perfino nel dimenticatoio.
Ma se ti eri dimenticata pure di averli, evidentemente non ti interessavano più di tanto. Che ci vuole a buttarli via? -  ragiona, pragmatico, l’amato bene.
Ma gli uomini (apparentemente) non capiscono. Non conoscono l’onda di emozioni che si innalza allo scoperchiare certi vasi.
Non se ne fanno travolgere, loro.
Semplicemente perché i vasi, almeno lui, non li scoperchia proprio.
Li butta via direttamente così: chiusi come si trovano.
E non sa che quando hanno traslocato i suoi io ho salvato dalla pattumiera una scatola di scarpe piena di macchinine e soldatini di quando era bambino.
Non sa che pure quella di scatola si è incollato ignaro il peso durante il nostro trasloco e che ora occupa uno spazio nel mio armadio.
Perché io invece non solo mi faccio travolgere da quell’onda ma ci sguazzo pure dentro molto a lungo. Sballottata di qua e di là fino a che lei, ingrata, non mi abbandona esausta sullo scoglio dei secchioni della differenziata a stabilire dove depositare il doloroso ricordo.
Quando sono uscita di casa ho affrontato il difficile compito di dare via l’intera collezione di peluche che popolava la mia stanza, compresi un elefante e una mucca giganti che, da soli, ne occupavano praticamente la metà.
E già allora mi pareva di aver compiuto un gesto eroico ed essermi sbarazzata praticamente di mezza vita più un pezzo immenso di cuore.
Io, che ho conservato pure uno scontrino, la carta di una caramella, quella delle Brooklyn alla cannella, il biglietto d’ingresso a un museo, i libretti delle giustificazioni, gli abbonamenti vecchi del treno, le schede telefoniche di quando c’erano ancora i telefoni a schede e i medicinali scaduti.
Sempre in quell’occasione, sulla spinta emotiva di un coraggio che non sospettavo di avere, tappandomi gli occhi e azzerando i pensieri, avevo depositato accanto ai sacchi della spazzatura ben 8 esemplari di tutta la collezione di diari/agende di cui sopra.
Finché mia madre non li è andati a riprendere un attimo prima che iniziasse a piovere, rimproverandomi pure che i libri si ricomprano, ma i diari, con tutti i ricordi dentro, no!
Li teniamo noi qua se vuoi .
E capirai, io avevo accolto l’invito tutta contenta, salvo arrivare a questo momento in cui il problema si ripresenta più grosso e spinoso di prima visto che adesso, oltre ai diari, devo buttare via un sacco di altra roba.
Moltiplicare i gesti eroici.
Ritrovare il coraggio una, due, centocinquantamila volte.
Ci sono i libri: delle elementari, del liceo e dell’università.
E i quaderni, sempre relativi a ogni corso di studi.
Della scuola tedesca e di quella italiana.
Dispense, fotocopie e quaderni di appunti.
I quaderni di arabo e i giornalini della scuola.
Fino ad arrivare all’abito da sposa.
Ma in mezzo ci sono anche giubbotti e cappotti che non ricordavo nemmeno di avere ma che pareva peccato, all’epoca, buttare via così, dopo averli usati magari solo per ogni santo giorno di tutti e cinque gli anni di liceo.
E ci sono le prime scarpette di quando avevo sei mesi.
E gli album fotografici del viaggio in Kenya quando ancora pensavo che avrei stampato tutte le foto di tutti i viaggi.
Il primo walkman rosa shocking, antenato dell’mp3, comprensivo naturalmente di cuffie.
La pianola della Casio.
Conchiglie, sassolini e fiori secchi.
Cicciobello bianco, cicciobello nero, cicciobello indiano e cicciobello cinese.
Che io li avevo voluti tutti e giocavo con tutti.
Svariati block notes, un carillon, pacchi infiniti di lettere che viaggiavano tra Roma e Berlino, tra Jeddah e Roma.
E poi c’è anche, ancora, Giggiotto, un (altro) elefantone di quando avevo solo qualche mese.
Questo naturalmente lo buttiamo via – tuono a voce alta per darmi coraggio evitando di incrociarne lo sguardo languido.
Ma porello…- sento pronunciare da mio padre sopraggiunto alle mie spalle.
E vabbè, allora fate voi, io mica posso morire e risorgere ogni volta così.
Nessuno su cui contare in questi momenti cruciali di decisioni importanti.
Lo butto via? sì! che un attimo dopo è no. 
E se lo tengo dove lo metto?
Perché ogni cosa che salvo poi naturalmente la devo traslocare qui di straforo senza farmi vedere da quel minimalista fintamente insensibile con cui divido la casa e trovargli una collocazione discreta che ne occulti la presenza per un ragionevole lasso di tempo.
Quello necessario a fargli accettare l’idea o a far scomparire le tracce.
E questo è il motivo per il quale da questi pomeriggi estenuanti di scandaglio e soffertissimo smistamento, ho cura di rincasare con un sacchettino leggerissimo contenente al massimo un opuscolo o una minuscola bambolina, avendo lasciato in sospeso e occultato interi scatoloni di roba che traslocherò qui alla prima occasione utile in cui lui non sarà in casa.
Da queste sessioni dolorose poi torno con tutta una serie di foto sul cellulare.
Perché sì: quello che decido di buttare via prima lo fotografo per conservarne almeno un’ultima, labile traccia.
E ne mostro una, tutta fiera, all’amato bene.

Guarda cosa ho buttato via oggi! (a fronte di tutto ciò che ho deciso di conservare)
E lui, come sempre, come da una vita a questa parte mi stupisce, mi sorprende, mi annienta
Che carinooooo! Ma chi è?!
Che tutto si può dire, ma che sia carino un peluche di quando andavo all’asilo, comprato nella DDR, di chiarissima fattura anni 70, dalla natura pure incerta perchè non si capisce se sia un orso, una volpe, un coniglietto o un cane, proprio no.
Posso dire di volergli tanto bene, di averci giocato una vita, di averlo voluto conservare fino ad ora proprio perché è stato il mio compagno di avventure per tanto tempo e infiniti traslochi.
Ma, come mi hai insegnato proprio tu che adesso, te possino acciaccatte, riporti a galla tutto questo fiume di emozioni, è pure vero che avevo dimenticato di averlo, che l’ho lasciato per anni chiuso dentro uno scatolone, che è tutto sporco e impolverato.
Beh ma che c’entra, si lava!  Scusa, impara a distinguere le cose inutili dai ricordi che vale la pensa conservare: questo è tanto carino, originale, non ne ho mai visto uno simile. Questo va tenuto, che diamine! – sentenzia pure vagamente risentito di tanta superficialità da me dimostrata.
Altro che fiera di aver buttato via.
Rimetto in crisi tutte le scelte del giorno e pure quelle dei giorni passati.
Ma perché vuole salvare proprio quello?
Poi mi rispondo: perché è l’unico che abbia visto, anche se solo in foto.
Perché lui queste cernite non le fa: butterebbe via scatoloni interi senza nemmeno aprirli, per non trovarsi a soffrire, a ripensarci, a obbligarsi.
E niente, salgo al piano di sopra e chiamo, in gran segreto, cospirando giusto un po’
Mamma, apri subito il sacco nero che abbiamo messo accanto alla porta del garage. Riesuma il pupazzo blu con la salopette, ci ho ripensato: lo tengo!
Anzi, già che ci siamo ritira su pure quello vestito da cosacco, la bambola Adele e il cane col fiocco
E anche oggi la nostra severa e inflessibile cernita l’abbiamo fatta.

@@@@@@@@@


Nella baraonda totale di questo periodo fugge via anche la voglia di cucinare.
Ma queste melanzane andavano condivise, perché buone da morire e risolutive di un pasto. Piatto unico, tutto sommato rapido: si preparano, si infornano e ciao. La sera per la mattina perché gustate fredde sono ancora meglio. E in mezzo si può traslocare…

Ingredienti (per 4)
4 melanzane viola, lunghe
Una manciatona di pomodorini a grappolo
200 gr di formaggio feta
Un mazzetto di basilico
Una spolverata di origano
Una manciata di olive nere denocciolate
Olio extravergine d’oliva
Sale
Pepe

Procedimento
Lavare le melanzane asciugarle, eliminare il picciolo e tagliarle a metà per il senso della lunghezza.
Praticare su ogni metà dei tagli trasversali e salarle leggermente. 

Lavare, mondare i pomodorini e tagliarli a dadini. Condirli con olio, poco sale, pepe, l’origano e il basilico tritato. Unire la feta sbriciolata e cospargere le melanzane con questo composto (se necessario togliere via una piccola parte della base per farle stare dritte nella teglia). 

Completare con qualche rondella di oliva, un altro giro d’olio e infornare a 180° per 40-50 minuti secondo il forno.







8 commenti:

  1. ahahahahahaha sapessi la roba che è a casa di mia mamma.. Sopra l'armadio tutti i miei peluche.. Nella vetrina la mia collezione di fatine.. Nella libreria diari.. ritagli di giornale e altra roba.. Nel mobile in salone.. tutti i miei dischi.. i giochi di società.. lettere.. cartoline e quant'altro... Chissà se un giorno avrò mai coraggio di buttare tutto..o fare una cernita come te.. Mah.. al momento non ci penso.. Buonissime le tue melanzane.. con la feta che tanto amo.. e che adesso per 10 giorni in Grecia farò scorpacciata! Ti abbraccio forte forte
    ps: mamma mia che strano quel pupazzo.. ma davvero che è? non pare un orso.. ma nemmeno un cane.. e nemmeno una volpe.. bohhhhhhhh

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    1. Quindi pure tu?! Beh ma fai bene non ci pensare proprio per ora: io ho fatto esattamente come te fino ad ora e avrei continuato se i miei non avessero deciso di trasferirsi in una casa molto più piccola! Anche io torno in Grecia questo anno...ti ricordi che ti chiedevo informazioni l anno scorso? Infatti poi abbiamo prenotato appena rientrati e meno male perché in certi luoghi prenotano da un anno all altro e non si trova posto! Sono curiosa di sapere dove vai tu! Noi dopo Zante che ci era piaciuta da morire abbiamo scelto Cefalonia.
      Cara Claudietta, un abbraccio fortissimo a te: riposati, rigenerati e fai tantissime belle mangiate e soprattutto foto da condividere!
      Baciiiii
      P.s: il pupazzo sì è inquietante e non è una delle cose che avrei salvato.. Ma posso sempre usarla in futuro come arma di ricatto per l amato bene😉

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  2. Io sono un mix tra te e tuo marito..ci sono periodi che butterei anche il mio consorte nel cassone del secco, che ho voglia di un ambiente minimale e di essere circondata dall'essenziale..a questi si alternano altri che conserverei anche lo scontrino della spesa settimanale! Saranno gli ormoni a decidere x me?? Chissà, intanto che ci penso mi preparo queste golosissime melanzane e ti faccio i miei sinceri in bocca al lupo x le tue prossime "cernite" :-)

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    1. Grazie Consu, crepi il lupo!!!! Ne ho proprio bisogno! Io spero sempre ardentemente di diventare minimalista e non dovermi più trovare in certe situazioni...ma poi ogni volta ci ricasco! Un bacione grande, buon weekend

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  3. Questa volta sono tutta dalla parte di tuo marito...ma sei fuori??? pensa che ogni tanto arriva mia mamma da Bologna e capisco subito dalla prima frase "stavo facendo pulizie nll'armadio..." e mi svuota una valanga di "INUTILITA'"!!!! All'inizio cercavo di farle capire che un asciugamano di mia nonna che manco lei usava più forse era ora che passasse a miglior vita...ora le dico grazie ed appena esce butto tutto nel "trita souvenir" alias divido tra caritas e raccolta differenziata...
    Ma ci rendiamo conto che se uno dovesse tenere la roba della nonna (perchè era dei nonni), poi quella dei genitori (ciò era della mamma/papà!!) e la propria (in infanzio tra diari segreti, foto, inutilità varie messe da parte chissà a quale scopo...) mio figlio dovrà comperare un capannonne solo per le cianfrusaglie!!!
    NOOOOOO via...se non la si usa o manco ci si ricordava che esisteva un motivo ci sarà!!!!
    BUon week end

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    1. E che ti devo dire? Hai ragione!!!! Il tuo ragionamento non fa una piega e me lo ripeto sempre cercando di crederci anche io. Solo che la mente lo appoggia in pieno, il cuore....va per conto suo Mila! fosse per me ecco, avrei tenuto tutte, tutte le cose di mia nonna. Poi per fortuna mi sono limitata a un paio piccolissimo di orecchini. Che poi è pure vero che quando butti, dai via, togli di mezzo poi ti senti anche bene: l ho sperimentato! Userò il tuo commento come promemoria e sprone: verrò a leggermelo ogni volta che rischierò di cadere nella tentazione di temere qualcosa! Grazie, bacioni e buon weekend a te!!

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  4. Ciao Luna, con mia immensa contrarietà le notifiche dei tuoi post continuano a non arrivarmi, porca paletta! E io mi perdo tutte queste avventure che mi fanno sbellicare oltre a dover recuperare tutti i post perduti...
    Quel pelusciotto lì hai fatto benissimo a salvarlo, ha un fascino anni 70 non da poco e mi ricorda un po' i Teletubbies e poi i peluches non si buttano mai! Di', sono riuscita a metterti in crisi ancora un pochino? :) Però il resto io lo sto buttando tutto, non tollero più il caos e la casa piena di cavolate: fatti qualche anno con un marito ed un figlio come i miei e ti garantisco che diventi minimalista per esasperazione...
    Un bacione e corro a leggere il resto!

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    1. Mannaggia ma come mai non arrivano le notifiche? Anche a me capita con altri blog, ma non saprei nemmeno dove indagare per ncapirne i motivi, spero si risolva autonomamente al più presto. Per il resto sie, mi hai messa ancora più in crisi perché tutto ciò che ho buttato, niente escluso, sarei corsa a riprendermelo subito dopo..ma alla fine scopro che diventare un po' minimalisti fa anche sentire bene...tutt è farci l abitudine! Tanti bacionin a te sperando che nel frattempo tànte tue questioni di questo periodo si siano risolti. Specialmente la salute di tua mamma e che tu sia più serena💜

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