Dunque
funziona così: la domenica si cucina per tutta o quasi la settimana lavorativa.
Riso e altri cereali come base da condire poi giorno per giorno, legumi,
biscotti e soprattutto dolci da colazione. Perché sì, i biscotti sono solo
d’emergenza da sgranocchiare nel tempo libero, dopo cena o quando proprio si è
assaliti da raptus di fame ma non si vuole peccare oltremisura e allora ci si
attacca a un piccolo snack senza zucchero, senza lievito, senza questo e senza quello.
Lieve ed etereo, come il desiderio che lo sostiene e che se solo potesse
esprimersi liberamente nella sua terragna pesantezza addenterebbe volentieri un
panino con la nutella o con doppio strato di salame quando non con entrambi
nello stesso tempo e nella stessa misura.
E insomma,
dicevo, la domenica pomeriggio è tutto un profluvio di odori, vapori, belle
speranze.
Ieri è
toccato, finalmente, al Melaccio di Marco Bianchi. Questa torta non proprio
bellissima da vedere, venuta altina giusto perché io ho scelto una teglia più
piccola di quella grande da lui raccomandata affinché il dolce risulti molto
basso. Ma a me una torta bassa non dà soddisfazione.
Se non vedo
la stratificazione, gli incastri, la consistenza non sono contenta.
Era da tanto
che la volevo provare e ora mi chiedo come abbia potuto aspettare così tanto.
Ma tornando a
noi: dopo aver sfornato granole, biscotti e torte della domenica, di solito li
lascio lì, a raffreddare. Poi faccio sedimentare bene le idee. E solo quando
siamo più o meno a metà settimana, verso mercoledì-giovedì, mi decido a
raccattare gli ultimi pezzi di tutto quanto sopra, sopravvissuti a colazioni e
raptus di fame, per l’appunto, ad allestire uno straccio di set fotografico, a
recuperare il foglietto della ricetta con le mie modifiche (se nel frattempo
non l’ ho buttato scambiandolo per cartaccia e in quel caso non mi resta che
andare a memoria o aspettare di rifarli) e poi copiare la ricetta al computer,
comporre il post, pubblicarlo anche.
Stavolta no.
Da ieri sera
che ho sfornato il dolce, con la casa interamente pervasa dall’odore di
cannella e mele cotte non ho fatto altro che sognare di assaggiarlo. Ma dopo
cena non è stato possibile visto che la domenica siamo sempre fuori.
Allora l’ho
atteso al varco della colazione di stamattina.
O meglio
sarebbe dire che è lui ad aver atteso me.
Per sedurmi
del tutto. Al primo morso.
(Infine, siccome sono perennemente in ritardo e tra quello che ho in mente di fare e il reale tempo che ho a disposizione c'è una discrepanza di qualche ora che sistematicamente sfugge alla mia logica, siamo arrivati a martedì...)
In ogni caso: se amate le
torte di mele e in esse ricercate essenzialmente la consistenza soffice, umida,
dal sapore avvolgente bene: potete fermarvi qui perché questa torta è veramente
perfetta. Incarna l’essenza della torta di mele, tutto quello che, almeno io,
cerco in una torta del genere.
Dunque
finire l’ultimo boccone e decidere di allestire alla meno peggio un set
fotografico per condividerla subito, a costo di corredarla di foto più malmesse del solito è stato un
tutt’uno.
E pazienza
per l’estetica.
Qui si bada
soprattutto alla sostanza e credetemi, in questa torta c’è tutta, ma proprio
tutta.
@@@@@@@@@@@@@@@
Nessuno
vieta di farla in una tortiera tonda, a me piaceva l’idea di tagliarla a
cubotti e dunque ho scelto lo stampo rettangolare. La cannella è facoltativa,
ma io, che la adoro, ho decisamente abbondato.
Vista la
consistenza estremamente umida, conservarla in frigo se persiste questo caldo
anomalo.
Ingredienti (per uno stampo rettangolare da 20x30 cm)
800 gr di
mele al netto degli scarti (io ho usato quelle che avevo in casa: Golden e Pink
lady)
200 gr di
yogurt di soia (preferibilmente non zuccherato, ma io non l’ho trovato, dunque
ho ridotto la quantità di zucchero della ricetta)
90 gr di
farina di farro (o 00)
90 gr di
farina di farro integrale
80 gr di
uvetta
60 gr di
zucchero di canna (la ricetta originale dice 100 gr di zucchero muscovado)
60 gr di
noci
60 gr di
mandorle
30 gr di
fecola di patate (o amido di mais)
5 cucchiai
di olio di riso (o di semi)
1 bustina
(16 gr) di polvere lievitante bio (o lievito)
2 cucchiaini
colmi di cannella (o secondo i gusti)
Succo di 1
limone
Latte vegetale
o succo di mela se serve
Procedimento
Come prima
cosa mettere l’uvetta a bagno nell’acqua o nel succo di mela; sbucciare le
mele, tagliarle a dadini e “condirle” con succo di limone e cannella.
In una
ciotola molto capiente riunire le farine, il lievito e le noci e le mandorle
tritate grossolanamente.
A queste
aggiungere progressivamente l’olio e lo yogurt mescolando con cura. Dovrebbe
risultare un composto cremoso ma non troppo. Se così non fosse aggiungere un
dito di latte vegetale o di succo di mela ma stando attenti che rimanga denso.
A questo punto incorporare le mele e l’uvetta strizzata, girando energicamente
fino a che tutti i pezzi di mela saranno ricoperti di impasto. Versare tutto in
una tortiera oliata e infarinata oppure ricoperta di carta forno e cuocere a
180°(preriscaldato) per circa 50-60
minuti, secondo il forno.
Una sorta di strudel, l'odore deve essere simile.
RispondiEliminaCerto, non è "bellissima" ma sicuramente è buona.
Con un tè, o con un po' di panna, è TOP.
Moz-
Esattamente: il profumo è proprio quello di uno strudel! Tutt'altro che bella, ma posso assicurare che è buonissima!!(io vicino ci vedrei bene anche una pallina di gelato alla vaniglia...)
EliminaGrazie Moz, buona giornata!
Non sono per le cose belle da vedere ma per le cose buone e questa torta non è niente male
RispondiEliminaLa pensi come te Gunther: bado essenzialmente al sodo e questa torta sí, merita proprio di essere provata!
EliminaUh ma è peccaminosa! Una meraviglia che sa di casa, di calore domestico, di buono… adoro la cannella, le mele e la frutta secca, ci puoi giurare che la rifaccio, anzi considerala già nel forno!
RispondiEliminaUn bacio Luna :)
Se adoro tutte e tre le cose non puoi assolutamente esimerti dal provarla e mi raccomando, esagera pure con la cannella: ci sta d"incanto! Bacioni a te Tatiana
EliminaSe adoro tutte e tre le cose non puoi assolutamente esimerti dal provarla e mi raccomando, esagera pure con la cannella: ci sta d"incanto! Bacioni a te Tatiana
Eliminaa me piace tanto ...marco bianchi! <3
RispondiEliminaAnche a me! ;)
Elimina..e qui la sostanza c'è tutta!! Grazie per la condivisione, devo provarla al più presto perchè mi hai proprio convinta ^_^
RispondiEliminaNon te ne pentirai Consu!
EliminaBuono ma io qui sono fregata... per quanto ridurrei lo zucchero, usare le mele granny che hanno incidenza glicemica più bassa ma, non digerisco nessun tipo di cereale...managgia però prendo l'idea mi solletica.
RispondiEliminaGrazie della visita un abbraccio forte e buona settimana.
Mannaggia. Beh però puoi sempre cuocere semplicemente le mele con la cannella e magari un po di frutta secca e hai lo stesso un dolcetto- non dolce sano e sfizioso. Io adoro le mele cotte!
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