"A casa non s'arriva mai, ma dove confluiscono vie amiche, il mondo per un istante sembra casa nostra" (H.Hesse)

martedì 5 novembre 2019

Creta seconda tappa: Lentas, il leone seduto

Una manciata di case buttate a casaccio su una piccola insenatura della costa meridionale di Creta, quella lambita dal Mar Libico. 

Ci si arriva da un'unica strada che per 20 km si inerpica fra le montagne e per i restanti 10 ridiscende, tornante dopo tornante, fino al mare. 


Un promontorio a forma di leone seduto (“leontas” in greco, da qui il nome) a fare da guardia.


Lentas (o Lendas) è un piccolo gioiellino incastonato fra le montagne e il mare. Vicoli stretti e acciottolati che si intrecciano; case una sopra o dentro l'altra, con confini labili e invisibili. Piccoli affacci sul mare, ripide discese verso l'acqua, profumi di minuscole taverne da cui provengono note soffuse. Vociare sommesso che non turba minimamente il dialogo costante, ora calmo ora roboante, fra mare e vento.






È un microcosmo pullulante di vita genuina e relax. Qua non si capita per caso e se si sceglie vi si arriva con il pieno di benzina, che distributori non ce ne sono. E nemmeno sportelli bancomat o negozi, fatta eccezione per 2 minuscoli empori.
Una volta arrivati si abbandona la macchina e si vive scalzi, fra terra e mare.
Solo una piccola striscia di spiaggia di ciottoli al centro del “paese”, dove ombrelloni e lettini sono a disposizione gratuitamente a patto di  lasciare pulito e in ordine quando ci si ritira la sera.

Lendas però non è soltanto mare cristallino e paradisiaco angolo di relax. È  cresciuta sulle rovine dell’antica città di Levina, anticamente richiamava folle di Pellegrini provenienti da tutta l'area ellenica in quanto era un rinomato Askiplion, un luogo termale in cui si veniva a farsi curare dai sacerdoti di Asclepio, dio della medicina e figlio di Apollo. Su un'altra che guarda il mare sono sparse disordinatamente le vestigia di questo luogo. 




Gli scavi sono abbandonati, la parte recintata è minima, alcune colonne si trovano addirittura parzialmente coperte da una colata di cemento su cui parcheggiano le macchine.



Andando in giro si vedono ovunque resti di colonne, capitelli, addirittura parti di anfore e vasellame poggiate sui muretti di cinta delle abitazioni. "Non ci sono soldi per portare avanti gli scavi" ci dicono.
E questo suscita un'infinita tristezza.


Un dettaglio non da poco, ma giusto un'ombra gettata sul grande amore che questo piccolo villaggio ha acceso in noi. Il fatto poi che per due giorni su quattro di permanenza sia stato sferzato da un vento poderoso e implacabile che soffiava a 90km orari, cambiando spesso direzione, alzando mulinelli di terra e increspando minacciosamente la superficie del mare non ha intaccato minimamente il fascino che tutto il contesto ha esercitato su di noi. È relax e immensa bellezza. Con la possibilità, volendo, di fare interessantissime escursioni nei dintorni.

Per dormire

Lendas Paradise Studios
Solo 6 camere affacciate direttamente sul mare. Una striscia di spiaggia di ciottoli scendendo una decina di scalini; ombrellone e lettini lasciati a disposizione nella casetta, da poter portare ovunque. Quest’ultima è attrezzata di tutto, compreso piccolo cucinino con due piastre elettriche. Non sono previste pulizie quotidiane né cambio biancheria.


Per mangiare

Taverna Oasis
Mamma dietro i fornelli mentre Stella, la figlia, accoglie i clienti e chiede loro se vogliono seguirla in cucina per vedere i piatti del giorno. Scoperchia pentoloni e vassoi che svelano meraviglie fumanti.
Tantissime verdure, ogni sera diverse; e poi spezzatini, zuppe e insalate di legumi ("perché mamma viene dalla montagna"); uno strepitoso piatto di fiori di zucca e foglie di vite ripieni di riso e infine il pescato del giorno. Mentre si cena poi arriva il contadino che scarica frutta e verdura.
4 sere su 4 da loro. Più un pranzo...praticamente adottati.




ESCURSIONI
In realtà questi luoghi noi li abbiamo visitati prima di arrivare a Lendas, trovandoceli sulla strada e per non doverci più muovere una volta arrivati al mare. La strada è molto scenografica, si inerpica fra le montagne per poi ridiscendere attraverso ripidi tornanti verso la costa. È abbastanza fattibile, ma bisogna tenersi larghi con i tempi considerando che il chilometraggio è relativo e a valere è più la velocità (piuttosto ridotta) che il percorso impone.

PALAZZO DI FESTOS (33 km)
Certo qua non ci sono labirinti nè Minotauri, ma insieme a quello di Cnosso, il Palazzo di Festo è uno dei siti più importanti della civiltà minoica.
In realtà i palazzi erano due, il primo andato distrutto nel 1700 a.c. Al secondo, ahimè,  è toccata la stessa sorte nel 1400 a.c. Ciò che rimane ora sono i resti di un ingresso monumentale con una scenografica scalinata; quelli di varie abitazioni/ locali di stoccaggio; colonne, basamenti e larghi pozzi. Più delle splendide, enormi anfore (pithoi).






Tutto affacciato sulla meravigliosa Piana di Messarà.

AGIA TRIADA
Indicazioni molto scarne, ci si arriva un po' a intuito, ma a soli 2 km da Festos c'è il sito archeologico di Agia Triada non meno bello e interessante. Anzi personalmente lo abbiamo preferito al primo. Ancora appartamenti reali, templi, magazzini e le rovine di una strada lastricata in ardesia che parte da qui e arriva fino a Festo.





Il tutto su uno sperone roccioso, con il mare in lontananza e grandi pini sotto i quali fermarsi a godere del vento refrigerante. Se ciò non fosse abbastanza, c'è anche una minuscola chiesetta bizantina interamente decorata di affreschi!




GÓRTINA (30km)
L’'ennesimo, magnifico sito archeologico di Creta. L'antica rivale di Cnosso, capitale dell'isola in epoca romana. Infatti la maggior parte delle rovine è di epoca romana. 


Si viene accolti come prima cosa da un edificio paleocristiano, o quel che ne resta tra il cemento e il vetro della ricostruzione. 


Ma i motivi essenziali per visitare Gortina sono fondamentalmente due.
Il primo, di carattere storico, le sue celebri leggi: un muro alto circa 2 mt e lungo 12 su cui sono incisi i diritti dei cittadini in epoca dorica. 621 righe, suddivise in 12 colonne, costituiscono la più importante raccolta di epigrafi in lingua greca a oggi conosciuta.




Il secondo motivo, di natura mitologica, riguarda il millenario platano, sempreverde, sotto il quale si narra che Zeus, trasformatosi in aquila avesse condotto Europa, dopo averla rapita. Qui dunque, sotto il platano, sarebbero stati concepiti Minosse e i suoi fratelli.






7 commenti:

  1. Cos'è quella pizza col sesamo?
    Comunque in alcune foto, specie quelle iniziali, giuro che assomiglia alla mia Puglia O__O

    Moz-

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    1. Una buonissima pizza ripiena di zucchine ed erbe selvatiche! È vero, anche io ho riscontato alcune analogie con la Puglia, sebbene non l'abbia girata moltissimo (ma un po'sì!). E in particolare ne ho apprezzato la cucina, tra cui le indimenticabili bombette. Che buooooneeee!!

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  2. Stupendo, sono senza parole GRAZIE !!!
    Mandi

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    1. Ma grazie infinite a te, Rosetta, come sempre! Un abbraccio fortissimo
      Mandi

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  3. Lendas!!!!! noi l'abbiamo vista mentre tornavamo col traghetto da Gavdos.. e abbiamo detto quanto sarebbe stato bello starci per una settimana in totale relax.. che meraviglia.. E poi tanti siti archeologici che noi ci siamo persi ahimè per il poco tempo.. Ma come ben sai.. Creta è fatta per tornarci!!!! Un abbraccione forte

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    1. Assolutamente: io già non vedo l'ora di tornare!!
      Un bacione Claudia, buon weekend!

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  4. Che colore che mare che meraviglia della civiltà

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