Che il mestiere di barista non fosse il più semplice del mondo ne avevo avuto sentore già qualche tempo fa.
Avere a che fare con la clientela in generale non è facile, padroneggiare con disinvoltura l’arte di preparare caffè nemmeno.
Esaudire l’ennesima, bislacca, richiesta in merito a quella minuscola tazzina fumante di liquido nero tuttavia, ritengo sia un’arte sopraffina che merita davvero il massimo rispetto e anche qualche riconoscimento in più.
Immagino occorrano badilate di pazienza, grande senso dell’umorismo e infinita cortesia per rispondere educatamente davvero a tutti i tipi di richieste.
Da curiosa osservatrice quale mi ritengo, tra una colazione e l’altra in svariati bar della capitale e del litorale nord, finora avevo registrato mentalmente almeno una dozzina di declinazioni diverse del caffè, rispondenti ad altrettanti, fantasiosi e variegati gusti personali di ciascun avventore.
Del resto ognuno ha i suoi e c’è poco da discutere.
Tra macchiato (caldo e freddo), al vetro, schiumato, corto, lungo, nella tazzina riscaldata, corretto (per citare le più elementari) e via dicendo mi pareva tuttavia di avere esaurito l’intera casistica umanamente concepibile.
Ma siccome la realtà, si sa, molto spesso supera di gran lunga ogni più fervida immaginazione, non potevo che rimanere a bocca aperta, tra lo stupito e il dubbioso, quando poche mattine fa, dopo aver chiesto distrattamente un cornetto e un caffé (precisamente, anche se inconsapevolmente, in questo ordine) mi sento chiedere, dal solerte preparatore di delizie: “ASPETTO QUARCHE MOZZICO O GLIELO PREPARO SUBBBITO?”.
Il fatto di essere romana non mi ha aiutato a formulare prontamente una risposta.
Ho dovuto ragionarci su qualche secondo per poter comprendere che quello che mi si chiedeva (traduco) era se desiderassi prima addentare tranquillamente il mio cornetto per poi trovarmi davanti (magari esattamente a metà della consumazione) il caffè ustionante, oppure potessi sopportare con una certa tranquillità l’idea di vedermelo recapitare prima ancora di aver terminato il cornetto e quindi essere costretta a ingurgitarlo lievemente più freddo (qualora naturalmente non avessi tollerato di intervallare “i mozzichi” al cornetto con qualche sorso di caffè…).
Temendo di essere scambiata per una dalle richieste impossibili (ma provando anche un moto sincero di solidarietà verso quel poveretto che, considerata la domanda, chissà quante ne ha dovute sentire!), mi sono affrettata a rispondere che no, per carità, andava bene anche subito, “tanto a me piace tiepido”.
…salvo rimuginare sul fatto che anche quella lì, in fondo, poteva essere l’ennesima, strampalata richiesta sul caffè! Tiepido...sincronizzando gli orologi e facendo partire il cronometro alla prima addentata al cornetto.
Stavolta la richiesta è stata indotta però! Che, spontaneamente, non mi sarebbe mai venuto in mente di farla……
(ma mai dire mai!)
@@@@@@@@@@@@@@
Si tratta di un’altra ricetta di Peppe, sempre lui, quello di quel famoso antipasto lì.
Fatta, rifatta, riproposta, al punto che ormai è uno dei cavalli di battaglia che ripropongo sempre volentieri perché si fa rapidamente, è buona ed è anche diversa dai “soliti” saltimbocca alla romana, per esempio.
L’originale la potete trovare qui, personalmente l’ho sperimentata con tutti i tipi di carne, dalla vitella, al pollo passando per l’insipido tacchino e a conti fatti direi che: il pollo ci sta d’incanto, la lonza di maiale non ne parliamo, ma anche il tacchino ne esce sicuramente vincente.
Insomma: a ognuno la propria scelta!
Ho apportato naturalmente alcune modifiche secondo i miei gusti: l’aglio per esempio non lo frullo insieme al resto perché non amo particolarmente il suo sapore e quindi mi limito a farlo soffriggere leggermente nell’olio prima di mettere la carne; metà del parmigiano lo sostituisco con del buon pecorino romano.
Ingredienti (per 4)
12 fettine di vitella (o lonza di maiale, o pollo, o tacchino)
24 foglie di salvia grandi e belle
40 grammi fra parmigiano e pecorino romano grattugiati
20 grammi di mandorle pelate e tritate
1 spicchio d’aglio
1 bicchiere di vino bianco
olio extravergine d’oliva
sale
24 foglie di salvia grandi e belle
40 grammi fra parmigiano e pecorino romano grattugiati
20 grammi di mandorle pelate e tritate
1 spicchio d’aglio
1 bicchiere di vino bianco
olio extravergine d’oliva
sale
Procedimento
Lavare la salvia, asciugarla, tenerne da parte una metà e frullare l’altra con il parmigiano, il pecorino, le mandorle, qualche cucchiaio d’olio e il sale.
Spalmare il pesto sulle fettine,
Spalmare il pesto sulle fettine,
piegarle a metà, decorare con una foglia grande di salvia e fermare il tutto con uno stuzzicadenti.
Scaldare qualche cucchiaio di olio in una padella antiaderente facendovi soffriggere leggermente l’aglio tagliato a metà, unire la carne con la salvia girata verso il basso e cuocere coperto, a fuoco vivace, per 5 minuti.
Girare quindi la carne, proseguire la cottura per altri 5 minuti, versare il vino alzando la fiamma e lasciare evaporare.
Regolare di sale considerando la presenza dei formaggi e servire la carne caldissima irrorata del suo fondo di cottura.
Girare quindi la carne, proseguire la cottura per altri 5 minuti, versare il vino alzando la fiamma e lasciare evaporare.
Regolare di sale considerando la presenza dei formaggi e servire la carne caldissima irrorata del suo fondo di cottura.
Ahhahah, mi hai fatto ammazzare dalle risate...certo povero barista chissà quante ne avrà sentite...ahahahah!!! complimento per questi saltimbocca, vivo a Roma da 18 anni, non li ho nemmeno mai assaggiati, ma ti rendi conto???? Rimedierò quanto prima!! un bacio
RispondiEliminaForse sono una donna di poche pretese dal momento che non so nemmeno cosa sia un caffè al vetro.
RispondiEliminadimenticavo... la ricettate l'ho prontamente copiata! Grazie
RispondiEliminaA te non sarebbe mai venuta in mente la richiesta ma a qualcun altro sì! Penso che me la ricorderò a vita quella volta in cui al bar, insieme a mamma, una signora chiese al barista "un caffè, mi raccomando non troppo caldo" e per paura di non essere capita lo ripetè per tre volte di fila come avesse incantato il disco! Santa pazienza...non potrei fare questo mestiere! Se questi saltimbocca facessero un saltino qui mi dispiacerebbe mica :) Mi sconfinfera una cifra quel pesto del ripieno. Un bacione, buona serata
RispondiEliminaPenso anch'io che il lavoro del barista sia molto difficile e chi lo fa deve avere nervi ben saldi, altrimenti sai quante tazzine volerebbero? Certe volte diventa un' impresa titanica sapersi controllare quando si lavora a contatto diretto con la gente! Sfiziosissimi questi involtini, che fame..Ciao buona giornata!
RispondiEliminanon so di preciso quale ricetta e quale storiella mi sia piaciuta di più però nel tuo blog ci sono rimasta un bel po' ma non abbastanza da leggerlo tutto (magari!) mi tocca tornare per continuare e nel frattempo di seguo per non rimanere indietro. a proposito: brava!
RispondiEliminaIl bar potrebbe diventare famoso per la nota specialità: "caffè al mozzico"!
RispondiEliminaComunque, il barista dev'essere molto gentile e premuroso, e forse, un anticipatore di tendenze!!!
I saltimbocca sono deliziosi, mi piace tanto il pesto alle mandorle!
Bacioni
Buonissima questa ricetta,e molto versatile,sicuramente da copiare :)
RispondiEliminamamma mia quanto mi manca bere un caffè a Roma... nel msenso che un paio di anni fa sono ritornata nella capitale e l'aria che si respira nei bar affollati è diversa da qualsiasi altra città... roma è pur sempre roma e i romani io li adoro con la loro parlata... mentre per la tua ricetta- che trovo fantastica - aspetto il link al mio primo contest/raccolta... ti lascio il link
RispondiEliminahttp://dolcipensieri.wordpress.com/2011/09/01/parte-il-contest/
ciao
M atu ascolti generalmente tutti quando entrano in un bar e chiedono un caffè? Non c'è ne uno che dica un caffeè e stop giustamente come dici te le richieste sono molteplici e tutte diverse...altro che pazienza ha il barman...cmq ottima le fettine, molto profumate con la salvia che gli lascia un ottimo aroma in cottura...Ciao.
RispondiEliminaOLGA: beh sì, direi che sarebbe ora...anche se io non posso proprio parlare visto che, da romana, li ho assaggiati per la prima volta non molto tempo fa......
RispondiEliminaBaci!!
A PIEDI NUDI SUL DIVANO: grazie a te, sono contenta che ti sia piaciuta. Il caffè al vetro non è altro che il caffè servito nel bicchierino di vetro appunto anziché nella tazzina di ceramica. Qui va molto di moda...ma per la verità a casa di mia nonna il caffè s'è bevuto sempre e solo al vetro, ora che ci penso, mi sa che non avesse nemmeno un servizio di tazzine! bacioni!!
FEDERICA: nemmeno io potrei mai!! pazienza con la gente pari a zero: mi basta salire sul treno ogni giorno per perderla e sognare paesi lontani e possibilmente poco abitati.... Certo pure la signora del caffè "non troppo caldo" con cantilena annessa doveva essere proprio simpatica! baci a te, buon fine settimana!!
ORNELLA: che bellooooo!!!! Sono proprio tanto contenta che tu sia passata, oltre che per il piacere di rileggerti anche perchè volevo dirtelo ma non sapevo come: quel tuo ultimo dolce alle noci mi piace tantissimo e stavo giusto cercandone la ricetta dal momento che l'ho assaggiato quest'estate in grecia e volevo proprio rifarlo. Perciò, cara Ornella, capita veramente a proposito e mi piacciono anche le tue variazioni per evitare tutte quelle uova: GRAZIE!!!!! baci immensi e a presto!
ELE: grazie!!! delle bellissime parole di apprezzamento e del fatto che tu sia qui. Benvenuta!!! Tanti baci e a presto!
GIOVANNA: non sarebbe male, inaugurare questa nuova tendenza! Soprattutto per il povero barista che almeno troverebbe un senso a tutta quella sua pazienza!! Grazie un bacione!
NANNY: che piacere averti qua!! grazie di essere passata: benvenuta!!
DOLCIPENSIERI: anche io amo roma, anche se...da lontano, nel senso che a vivere non ci tornerei proprio più! Mi piace vederla da turista, un po' meno da lavoratrice che sbraita aspettando gli autobus alle fermate.... ma sui bar hai ragione: hanno un fascino tutto particolare, specialmente alcuni storici o comunque in luoghi centrali!
Grazie del link, la mia ricetta arriverà: abbi fede!!! Bacioni!
MAX: e che profuma tutta la casa, perchè la salvia cotta sprigiona un aroma veramente inebriante!! Sì sì Max, io non mi perdo nemmeno una parola. in genere al bar mi piace andare da sola e prima di inziare il lavoro: perchè la colazione (o anche solo il caffè) per me sono sacri: momenti tutti miei in cui degusto e mi inebrio del piacere di una pausa di relax. e allora proprio perchè sono sola non posso fare a meno di ascoltare e quindi di divertirmi!!
Un bacione, grazie e buon week end!
Ottima ricettina!Complimenti,carina!Un bacio!
RispondiEliminaotima ricetta, bravissima!!!!
RispondiEliminaps: simpaticissimo edivertente il tuo racconto!!!
ciaooo
LENIA: grazie bella,s sei sempre gentile: tanti baci!!!
RispondiEliminaDARIO: ziodà!!!!!!! Non sai che piacere immenso rileggerti!! Sono proprio tanto contenta: bentornato!!un abbraccio forte.