"A casa non s'arriva mai, ma dove confluiscono vie amiche, il mondo per un istante sembra casa nostra" (H.Hesse)

martedì 14 maggio 2013

Discrasie – Timballo di zite e polpettine




Le piante da sistemare….e la digitale da smontare per capire perché s’inceppa.
I maglioni di lana ancora da lavare dopo il cambio stagione….e lo sportello della cucina da aggiustare.
Le solite 5-6 lavatrici da avviare….e la fototessera per la patente internazionale da andarsi a fare.
Le occupazioni dell’amato bene e mie, con cui riempire sabati, domeniche e lunghi ponti primaverili, sono tra le più vaste e varie.
E quasi mai coincidono.
Che di per sé non sarebbe un problema: ognuno i suoi spazi, ognuno con i suoi tempi.
È che a noi tante cose piace farle insieme, questo va detto.
Ma certo non tutte.
Per riparare la reflex (il cui utilizzo peraltro mi è precluso....) per esempio non saprei da dove iniziare (ma potrei sempre imparare!).
E di contro lui difficilmente riuscirebbe a districarsi fra le mille opzioni dei programmi di una lavatrice (ma potrei sempre insegnare!).
Di certo non mi darei la zappa sui piedi offrendomi di riparare l’anta della cucina che io stessa ho provveduto a sradicare con la delicatezza che mi è propria: sarebbe come ammettere di averla divelta io e cadrebbe il mito del “mi è rimasta (così, casualmente…) la maniglia in mano e ho visto saltare una vite (che però non trovo più)”.
Ma sarebbe anche insolito che sulla fototessera per la SUA patente internazionale ci fosse la mia faccia.
Insomma: ognuno le sue cose, i suoi hobby, i propri passatempi.
Almeno fino a quando non ci si incontra.
E mentre noi donne, almeno in fatto di compitini casalinghi da assolvere, godiamo di una certa autonomia decisionale (e i suddetti ce li sbrighiamo, per lo più, da sole), i signori mariti quando ciondolano per casa in crisi d’astinenza da partita di campionato o Gran premio di formula uno, corrono il serio rischio di essere presi dal sacro fuoco di (in ordine di pathos crescente):

1. rendersi utili (?)
2. aggiustare qualcosa (??)
3. buttare via qualcos’altro (c’è troppa roba qua dentro)
4.  fare più spazio possibile (può sempre servire)
5.  liberare energia (fa bene allo spirito)
6. dare una tinteggiata alle pareti (vedi come sono ridotte?)
7. rifare il pavimento dei balconi (è già la terza volta sì, ma vuoi mettere, cambiare sempre prospettiva?)
8. sostituire tutte le lampadine di casa (pure quelle che ancora vanno…mi porto avanti)
9. smontare e rimontare l’armadio a muro per vedere quanto tempo ci vuole (e battere così un immaginario record autostabilito).

E potrei seguitare per molto.
Perché tutto: pur di assecondare la rinascita primaverile (e il guizzo volenteroso che regala) e ammazzare la noia quando è ancora un po’ freschino per andare in spiaggia ma troppo soleggiato per infilarsi in un centro commerciale.
Peccato che i loro tempi raramente coincidano con i nostri.
Che non sempre le loro idee siano felicissime.
Che quasi mai le loro lodevoli intenzioni siano supportate da altrettanto buon senso.
Domenica pomeriggio: primo fine settimana dopo il rientro dal viaggio (che per noi non è vacanza, ma è: pedalare, marciare, dormire pochissimo, puntare la sveglia all’alba, scegliere voli aerei rigorosamente notturni o  prudentemente antelucani), invito a cena multiplo appena espletato per festeggiare le mamme (in anticipo di un giorno ma vabbè..), cambio di stagione ancora da completare, nuova settimana di lavoro che sta per cominciare.
Mi chiudo in camera a piegare panni sperando di sfuggire a strampalate richieste.
Perché qualcosa mi dice, con ragionevole certezza, che una stramberia gli salterà in mente di fare per impiegare questa rimanente metà pomeriggio di domenica in cui io, per conto mio, mi sarei già programmata 7-8 cosette da autogestire (ma anche rimandare, che ‘mme frega?).
Sento bussare alla porta, cerco di giocare d’anticipo e manco finisce di aprire che gli urlo: “Usciamo a  fare una passeggiata??!” che in verità suona più come un ordine che come una proposta.
Ma lui è già avanti: “No, volevo chiederti se puoi aiutarmi a fare una cosa” e ha già preso la scala, as usual, s’è già fatto spazio in cucina, ha già cominciato a tirare giù le prime tazze, quelle dei viaggi, quelle che ci perseguitano..
Quell’ammasso di porcellana sacra, certo da tirare giù, ne convengo, almeno una volta l’anno: per pulirle,togliere via la polvere unticcia dai pensili che le ospitano, cambiare i giornali che ne rivestono la sommità, trovare sistemazioni più congeniali, fare spazio alle nuove arrivate.
E cerca di rassicurarmi col suo innato ottimismo e l’ormai storica frase: “Ci vorranno solo 5 minuti!
Ma deve essere un problema di percezioni spazio temporali.
Altrimenti non si spiega com’è che  lavori di questo genere saltino in mente rigorosamente:
a)      quando hai appena finito di passare l’aspirapolvere per tutta casa e stai ancora boccheggiando per la fatica
b)      quando hai appena cambiato i copridivani e sei tutta fiera del profumo che quelli appena lavati spargono tutto intorno.
c)      quando hai appena ricollocato al suo posto l’ultimo dei 100mila ninnoli che ti piacciono tanto ma non hai mai voglia di spolverare e invece finalmente stavolta t’eri decisa
d)      quando hai appena finito di pensare che “per oggi basta, mo’ mi concedo una bella doccia, poi mi sbrago e mi guardo un film!
(il tutto sarebbe di per sé privo di nesso logico se non stessimo parlando dei nostri 40 metri quadri di casa dove il salotto è anche cucina che è anche disimpegno che è pure mensola appoggiatutto che è pure appendiabiti…e dove tutto è vicino, confinante, trasbordante, confluente e la polvere transita allegramente da un anfratto all’altro senza soluzione di continuità).
Ma soprattutto, la domanda destinata a rimanere inevasa, è: perché per certi sporchi lavori loro, gli uomini, hanno sempre bisogno del nostro aiuto?
Ché noi per mettere su una lavatrice chiamiamo la vicina di casa?!

@@@@@@@@@@@@@


Sarebbe l’ora della dieta e della prova costume, ma piatti così impongono uno slittamento perlomeno di date di inizio, se non proprio di intenzioni generali.
Un pasto completo, e molto di più. La ricetta è di una carissima amica di mia madre (che quando sua figlia ed io eravamo piccole ce la portava pure in spiaggia, sotto l’ombrellone con la tenda tutta intorno, nella Ladispoli di Verdone…). Un po’ laboriosa da preparare e di certo non veloce, ma ha il vantaggio di essere lievemente…light (non c’è besciamella, non c’è burro!), e di avere anche un secondo pasto incorporato, da ritrovarsi bello e pronto, visto che lo spezzatino del sugo servirà solo a dare sapore e potrà essere mangiato in un’altra occasione! e a questo proposito: sembrerebbe bizzarro, ma nel suddetto ci va proprio rosmarino tritato, in luogo del consueto trittico sedano-carota-cipolla.


Ingredienti (per 8 persone)
750 gr di zite
3 etti di spezzatino di muscolo
800 gr di macinato (di cui 600 gr per le polpette e 200 gr per il sugo)
2 barattoli grandi di pelati
1 bicchiere di vino bianco secco
300 gr di mozzarella
2 uova
Abbondante parmigiano
2 rametti di rosmarino
Mezza cipolla
Olio extravergine d’oliva
Sale
Pepe

Procedimento
Staccare gli aghi di rosmarino dai rametti e tagliuzzarli con le forbici o tritarli con la mezzaluna. Tritare anche la cipolla e mettere entrambi a rosolare piano in un largo tegame cosparso di olio. Non appena la cipolla sarà imbiondita unire lo spezzatino, lasciare rosolare anche quello e non appena sarà ben dorato su tutti i lati, sfumare con mezzo bicchiere di vino bianco, alzare la fiamma, aggiustare di sale e pepe, quindi unire i pomodori pelati precedentemente schiacciati con una forchetta o passati velocemente al minipimer. Mescolare e lasciare sobbollire lentamente il sugo per circa un paio d’ore.
Nel frattempo preparare le polpette: mescolare il macinato con le uova, sale, pepe e, volendo, anche la mollica di un paio di fette di pane rifatto precedentemente ammollata in acqua e ben strizzata. Formare delle polpettine molto piccole (all’incirca grandi quanto un’oliva di quelle verdi dolci…) prelevando poco impasto per volta e disporle su un vassoio. Far scaldare poco olio in una larga padella, unire le polpettine e farle dorare bene su ogni lato, sfumando alla fine con il restante mezzo bicchiere di vino bianco e lasciando cuocere ancora pochissimi minuti.
Spezzare a metà le zite e lessarle in abbondante acqua salata. Scolarle molto al dente e passarle sotto il getto dell’acqua fredda per arrestarne la cottura.
Quando anche il sugo sarà freddo, e lo spezzatino sarà stato messo da parte per mangiarlo in un’altra occasione (serviva solo a dare sapore al sugo!)-  si passa alla composizione del timballo.
In una teglia rettangolare, grande, disporre un primo strato di sugo, quindi le zite e tutte le polpettine. Ancora sugo, parmigiano e metà della mozzarella tagliata a dadini. Disporre un secondo strato di zite, cercando di sistemarle in modo che abbiano tutte più o meno lo stesso verso, quindi altro sugo, parmigiano e la mozzarella rimanente.
Infornare a 200° per circa 20 minuti, più altri 5 in funzione grill.


Va da sé che, come tutti i pasticci, le lasagne e appunto i timballi, preparato il giorno prima è ancora più buono!

18 commenti:

  1. Mi sembra di vedere il tuo assieme col mio, certo ci sarà una differenza di anni enorme lui oggi fa 76 ma per il resto si possono dare la mano. A casda succede la stessa cosa con la differenza che ...si dai dfimmi come si fa ! e dimenticarselo esattamente 5 minuti dopo con la frase...scusa non ho memoria :((
    Buona volontà sono qui dimmi cosa devo fare salvo poi quando glielo dico chiedere e questo come si fa...dove lo metto.... e via dicendo. Dico che lo fanno apposta perchè sanno che piuttosto perdere tempo a spiegare abbiamo già fatto noi e qui sta lo sbaglio nostro.....
    Sto preparando il caravan per le vacanze, pulire rasettare verificare che non ci siano cose che mancano ecc ecc. lui fuori in sedia sdraio che dice...quando vuoi sono qua!!!! sa benissimo che in quell'angusto spazio in due non ci si lavora e lasciarlo lui solo....ogni due secondi....senti ho trovato questo cosa facci e poi e questo dove lo metto !!!!! Stressante preferisco avere male di spalla, stanchezza di gambe e mi sento massacrata piuttosto che estenuarmi a parlare e spiegare e magari rifare.
    Come vedi non siamo lontane....grrrrr
    La ricetta che proponi sarebbe un must per maritozzo ma siccome sono "stanca" col cavolo che lo faccio anzi compro pronto in gastronomia ho sfacchinato troppo ieri e devo ancora pulire una parte estera e lui dice...io non sono brava come te tu si che sai come fare !!!!!! Io l'ammazzerei ma purtroppo lo sopporto da 48 anni per cui ora...vuoi mettere la fatica per trovare un altro almeno questo lo conosco....ahahahahaha ciaoo e buona giornata :))

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    1. Noooo che scherzi edvige?!! Ricominciare tutto da capo, con un altro, che appunto non conosci?! ma non conviene proprio!!!
      Scherzi, a parte: tantissimi auguri al maritozzo anche se in ritardo! avevo letto ieri ma poi me ne sono dimenticata quando ho lasciato il commento da te!
      che coppia che siete! Fortissimi! E sì, per le faccende meglio fare da sole che tanto quando lasci fare a loro vieni investita da tremila domande, inutili e fastidiose. che ti sottraggono tempo ed energie.
      tu calcola che, come ho detto più volte, la nostra casetta è veramente piccola, quindi abbiamo un'unica credenzina che straripa di oggetti. Lui mi chiede: "dov'è quel certo vassoio?" (che già di per sé sarebbe domanda retorica...) e io pazientemente rispondo: "nella credenza!"....sai cosa ha il coraggio di chiedere lui di rimando?
      "QUALE CREDENZA?"!!!!!!!!!!!!!
      T'ho detto tutto...ma sono così e dobbiamo tenerceli come tali ;-)
      Abbracci stritolosi, buona giornata e grazie!

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    2. Grazie anch'io holetto la tua risposta che attendevo con ansia...mi piace questo scambio grazieeeee... eh si il mio peggio ancora sul tipo dov'è una determinata cosa e lo ha davanti al naso ma...non lo vede perchè non ha cercato è più comodo chiedere :)))
      Boh pazienza teniamoceli forse cambiare sarebbe peggio ehehehehe ciaoo cara buona domenica e un abbraccio fortissimo.

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  2. Mi sembrava di esserci e di vivere la scena....mi fai morire.. Anch'io mi faccio la stessa domanda da anni...e ancora non so rispondere, ma ogni lavoretto devo assecondarlo, qualunque cosa io stia facendo sento :<< Annaaaaaaa>>, mollo tutto e vado, se protesto mi risponde << ma dai è un attimo>>. Se sono io a chiedere, mi risponde serafico che non può perchè sta facendo un'altra cosa....devo aspettare.....e nel frattempo ho fatto da me.
    Talvolta scatta il << ma oggi non vai a giocare con Gaetano?>> che suona come ..potresti uscire di casa per favore? che vorrei fare le mie cose in santa pace?
    Un bacione e .....tanto per la cronaca per la prova costume non sarò mai pronta perciò ben vengano le tue ricette.

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    1. Tanto guarda, mi sa che per la prova costume annarita bella, con il tempo che sta facendo possiamo prendercela comoda, quindi via: bel piattone di timballo, che così ci scordiamo pure le stranezze dei nostri rispettivi consorti!!!
      Bacioni, buona giornata!

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  3. ahahahahahahaahahahaha ti prego!!!! è tipo quando Riccardo decide di sistemare l'acquario dopo che ho pulito il bagno... oppure che decida di fare avanti e indietro casa/giardino dopo che ho passato l'aspirapolvere così da riportarmi foglie e povre in casa... ma la sua cosa più stramba adesso.. la novità delle ultime 2 settimane? Il lavarsi i completi giacca e cravatta O_O.. perlomeno lo fa senza il mio aiuto! ahahaha Ottimo il tuo timballo.. smackkk

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    1. Beh meno male dai, finché fanno da soli, va tutto bene (più o meno!!!). Certo che lavarsi da solo completi di giacca e cravatta: eroico quasi!!...ecco, anche al mio prendono improvvisamente questi raptus di cose un po' folli da fare, seguendo poi anche precise fasi tematiche: c'è il periodo della colla in cui qualsiasi cosa gli capiti a tiro lui appunto la prende a colpi di pappetta vinilica; c'è il periodo del silicone in cui gira per tutta casa armato di pistola apposita; c'è il periodo del bricolage in cui qualsiasi cosa io esprima il desiderio di avere lui mi risponde: la costruiamo!!! Insomma, cose così.
      E pazienza. tanta pazienza.
      baci claudietta, grazie e buona giornata!!

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  4. emmadonna! Boni!
    (io mi boicotto da sola, vivendo tale. Passo lo straccio, dimentico il telecomando dello stereo sul letto, parte un pietoso motivetto negroamariano, ricammino sul pulito lasciando ampie orme pur di liberarmi di quello strazio...)

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    1. mah sai pills, finchè uno se la canta e se la suona da sola, va bene. Anche lo smadonnamento conseguente è relativo e , immagino, di modesta entità: Al massimo dopo esserti boicottata ti cospargi un po' il capo di cenere ma poi finisce lì.
      Insomma uno con se stesso tende a essere più indulgente, no? E poi, nel caso che citi, il fine giustifica i mezzi!!!!
      Bacioni, buon a giornata!

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  5. Svenuta!!!
    (di piacere, seppure virtuale!)
    ;)

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  6. Devo dartene atto! Hai fatto un'attenta analisi di quello che è l'universo uomo in fatto di "come ti trascorro il tempo quando ho esaurito tutte le cose da fare e vorrei trovarne delle altre pensando pure di darti una mano". Ho ancora ricordi che mi fanno rizzare i capelli! Sarà per questo che non ne sento la benché minima mancanza??? Meglio non indagare.
    Indagherei meglio quelle zite fa-fo-lo-se... Nella ma infanzia si sarebbero mangiate alla pineta di Ostia, alla grande. E in realtà qualcosa simile la faceva papà, da buon salernitano. Il timballo di ziti con le polpettine piccole era il suo cavallo di battaglia, che riusciva a far mangiare anche me che odiavo tutto!
    Bella, hai proposto veramente un piatto buono, uno di quelli da salvare, sai quando ti dicono: "se ti spedissero sulla luna... ecc ecc... che ti porteresti?" . Bacio.

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    1. Beh, alla pineta di ostia quel timballo preparato dal tuo papà doveva avere un sapore davvero speciale!
      Cara elly, sono felice che ti piaccia. Quanto al resto: ma che ce frega de indagà...pensiamo alle zite con le polpettine, va!!!
      Baciiii bella mia, e buonissima giornata!

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  7. E' vero hanno sempre bisogno di noi! Sale sulla scale e dice mi passi la lampadina? Ma perchè io salgo sulla scala con la lampadina in mano? E' che sono più avanti, almeno così mi pare....Io dopo il cambio della lampadina faccio altro lui si mette a 4 di bastoni perchè è stanco!
    Se continuo a sbavare sul tuo timballo e sulle tue polpette il costume lo dò via.... Bacioni

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    1. "mettersi a quattro di bastoni" non l'avevo mai sentita e mi piace molto, me la rivendo sicuramente!!!
      Ecco, marina hai centrato il punto: siamo più avanti, c'è poco da fare! (ma guai a dirglielo!!!).
      Grazie, tanti bacioni a te e buona giornata!!

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  8. Sono quasi le 10, ho cenato già da tempo e mi hai fatto venire un'acquolina e una voglia di mangiarne una buona fettona.
    Bravissima, buona serata
    Mandi

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