"A casa non s'arriva mai, ma dove confluiscono vie amiche, il mondo per un istante sembra casa nostra" (H.Hesse)

mercoledì 11 dicembre 2013

Falling in love - Spadellata di verdure alla curcuma


Ormai è ufficiale: non posso più farne a meno.
Come del caffè appena sveglia o del pigiama di Mafalda con le stelle fosforescenti; del lucidalabbra da mattina a sera o della pila di libri sul comodino; dell’acquisto compulsivo di riviste di cucina o del cioccolato fondente all’85%….(e potrei continuare, spaziando, per molto).
La palestra (e le sue signore del venerdì) è entrata a far parte delle mie giornate e della mia vita in modo così profondo e capillare, da sentirne prepotentemente la mancanza quando per un motivo o per l’altro (mannaggia!) di tanto in tanto sono costretta a saltare una lezione.
In quegli sporadici casi in cui ciò avviene (mio assoluto malgrado, lo giuro: manina-sul-cuore-anche-se-incrocio-è-lo-stesso), mi mancano le chiacchierate a cielo aperto così come le confidenze intime e inconfessabili che si consumano nel sottobosco pullulante degli spogliatoi.
L’allegria scanzonata e lo spargimento di saggezza (oltre che di sangue copiose sudate) con cui si eseguono esercizi e movimenti.
Tutti i consigli e gli incoraggiamenti a non mollare e sperare così, un giorno non molto lontano, di arrivare pure io, pivellina, ai loro livelli di scioltezza e agilità.
Nun te preoccupà, è tutta questione d’allenamento -  mi rassicurano bonarie.
Arrivando perfino a  rimproverarmi e a sottopormi ad accurato interrogatorio dopo ogni singola assenza.
Tanto che adesso come adesso potrei saltare con una certa leggerezza d’animo un’ora di posturale, ma di funzionale no! Mai: a fare sega il venerdì ci penso due volte, che sennò, oltre ai miei personali sensi di colpa devo sorbirmi pure i rimproveri delle nonnette, severissime e integerrime personal trainers de noantri.
Istruttore fatte da parte, che a questa ce penzamo noi!- paiono apostrofare il legittimo deputato al delicato compito, ormai defraudato del suo ruolo, almeno per ciò che concerne la sottoscritta.
Ma questa si chiama costanza, signori.
Forza di volontà, abitudine al sacrificio e loro sono lì, sempre pronte a infondermele, ricordarmele, farmele fissare bene in mente.
Sostenendomi, incoraggiandomi, spingendomi a non mollare. Mai.
Per questo le adoro: sono ormai perdutamente innamorata del loro entusiasmo e della loro vitalità.
Affascinata dalla caparbietà con cui si mettono de tigna a fare gli esercizi.
Tutti, nessuno escluso.
Perché non c'è limite alla flessibilità, manco a 80 anni (e oltre).
L’ora di palestra sul fare dell’alba oltretutto (a parte la difficoltà di aprire gli occhi al mondo con la prospettiva di catapultarsi subito in quella realtà di fatica: “eh ma la pigrizia la vinci, bella mia!” risolvono secche e rapide le mie tutors) ha il vantaggio di garantire uno stop forzato pure a ogni sorta di paturnia con la quale dovesse mai capitare (e capita!) di alzarsi dal letto.
È infatti ufficialmente riconosciuto (da comprovata esperienza sul campo) che anche iniziando la giornata col piede storto, preda di istinti bellicosi (er primo che me dice qualcosa me lo magno e se insiste je meno pure!) e un tale rodimento di chiccherone che al confronto la sindrome premestruale è allegria allo stato puro, basta scambiare quattro chiacchiere con le nonnette in questione che ogni problema viene ridimensionato; ogni traccia di nervosismo neutralizzata; qualsiasi accenno di marmatrone sciolto come neve al sole.
A volte non serve nemmeno interagire, basta farsi ascoltatore disponibile, amichetta accondiscendente, cassa di risonanza di perle di saggezza e amenità per trarre beneficio.
Assecondarle.
Lasciarle fare insomma.
Accettando di diventare la loro pupilla, sistemandosi bene sotto l'ala protettrice che hanno dispiegato per me, che del resto: a chi non piacciono coccole e attenzioni?
Sì, magari un filo rudimentali e una ‘nticchia travolgenti...e poi lievemente esigenti, un po' impegnative, ecco, ma pur sempre, concettualmente, coccole.
Anche perchè in tutta onestà "la scelta", di fronte a tanto ardore e tale impeto, viene necessariamente con sé…in maniera diplomatica e democratica.
Guarda e impara come se fa, ciccia.
Il durissimo corso dunque ha inizio già negli spogliatoi (dove per inciso io entro giusto per posare il giubbotto, che in palestra ci arrivo già dotata di tuta, per quanto discutibile..).
Basta varcare la soglia per trovarsi immersi in un mondo fatto, oltre che del frastuono di voci che si accavallano, di pizzi e merletti, di bretelline sottili e triangolini striminziti, di stoffe lucide e tessuti preziosi, altro che mutandoni della nonna e false credenze simili!
Lezione numero 1:
in palestra ce se viene acchittate.
Dotate di un certo stile, anche (…o solo) nell’intimo invisibile.
Con la cartuccia della seduzione sempre in tasca, che nella vita nun se sa mai.
E soprattutto: ci si cambia sul posto, che la tuta (come i pinocchietti o i leggins e tutte le altre svariate tenute ginniche prescelte) è affare da riservare solo al microcosmo dedicato all’allenamento.
Altro che solo cotone o microfibra che non-stressa-non-stringe-non-strappa, possibilmente senza cuciture a vista.
A 20 come a 80 anni, dalla taglia 38 alla 56, la questione non cambia e le regole rimangono invariate, tanto vale fissarsele bene in mente e soprattutto applicarle.
Capito tutto, Ciccia, che te presenti in palestra con la tracolla di lana cotta a forma di gufo?!
(ahhhh se sapessero del pigiama di mafalda e della mia passione per tutto, indistintamente, il campionario di Oysho).
Esaurite le chiacchiere (non un attimo prima! e il tempo che ci vuole ad espletare la pratica è a totale discrezione loro, mica dell'orologio o dell'istruttore che insieme agli altri 2 malcapitati e invisibili signori uomini attendono fiduciosi che si possa iniziare...) finalmente, si va.
E quando dopo svariati richiami all’ordine, superando il chiacchiericcio, il tutor ufficiale (ma solo sulla carta) riesce, sgolandosi, a impartire qualche indicazione, si assiste a tutta quella sequela di commenti di approvazione (o meno) rispetto all’esercizio, tanto che la sua libertà di scelta ne esce, sotto velatissime minacce, ampiamente limitata: prova a facce fa’ quell’esercizio lì e sei un uomo finito, paiono saettare gli sguardi delle tizie.
Non solo: le nonnette, in un delirante scambio di ruoli, per qualche breve attimo si fanno personal trainers pure dello stesso maestro, controllandolo passo passo e redarguendolo aspramente se per caso all’ordine di “tenete la pancia in dentro, sollevate le braccia, piegatevi leggermente sulle ginocchia” una di queste cose lui, nella foga di mostrare come se fa, trascura di metterle in pratica “ah le braccia vanno tenute così? E perché allora tu le tieni così basse?!!”.
Ma con le signore palestrate funziona così: non ci si può distrarre un attimo, non si passa inosservati, nemmeno se si è istruttori, nulla può sfuggir loro, nun se scappa.
Dopo il riscaldamento si passa al rutilante e affascinante mondo degli attrezzi, dove ogni volta è una scoperta, un macrocosmo di nuove conoscenze che si aprono, un tripudio di esperienze formative che si profilano all’orizzonte (quando finalmente si arriverà a padroneggiarne pure le tecniche senza conseguenze troppo gravi).
E dopo palloni giganti, pesetti colorati, corde cui appendersi variamente per le braccia o per le gambe, bacchette di legno o di ferro con cui rischiare ogni volta ferite lacerocontuse secondo la distrazione di chi ci capita di fianco, a un certo punto fanno il loro ingresso i miei preferiti: gli elastici!
Ed è qui che si consuma la seconda lezione di vita, quando una algida ma conturbante signora dichiara sicura:
lo sapevo che si facevano gli elastici: quando mi guarda capisco subito le sue intenzioni”.
E a questo punto crollano inesorabili tutte le mie convinzioni e teorie sulla linearità del pensiero maschile (rispetto agli arzigogolamenti di quello femminile) e degli (eventuali) messaggi in codice.
Del corpo come degli occhi.
Faccio un rapido punto della situazione: la tizia staziona esattamente davanti all’istruttore e in linea con la porzione di parete, dietro di lei,  su cui sono appesi gli elastici.
Avrei scommesso, nella mia ignoranza di matricola ancora da forgiare, che lui, molto semplicemente, ne stesse formulando uno del tipo: “mo che je faccio fa a questi stamattina? Vedemo un po’…se questa se leva e me fa’ vedè la parete…ah sì, ecco: gli elastici, eccoli lì!”.
Ma evidentemente sbagliavo e per fortuna c’è chi mi riporta sulla retta via.
Lezione numero 2:
L’istruttore ha le sue preferite e con quelle comunica in esclusiva, col pensiero o con lo sguardo, prima ancora di articolare concetti o di profferir parola!
(Capito, pivellì? Tu, pe arrivà a sti livelli, minimo vent’anni d’allenamento: fisico e psicologico, ricordate!...che “ preferite”  mica ce se diventa così!)
Come al solito, nella corsa ad accaparrarsi l’attrezzo, io rimango in disparte, aspettando che gli eventi (o la mia solita amichetta di posturale) decidano per me e con la speranza di diventare ancora più trasparente nell’attesa, sollevandomi così dall’obbligo di cimentarmi pure io.
Che curiosa di tutto sì, ma se si potesse sperimentare senza faticare troppo sarebbe pure meglio.
L’attesa non dura a lungo e con due begli elastici per me e per lei, l’amichetta di cui sopra mi sussurra complice e perentoria: “se se deve fa a coppia te vieni con me!”.
Nessuna possibilità di replica, ma tanto nell’inconsapevolezza di ciò che sta per accadere, per me fa lo stesso.
Ingenuotta che non sono altro...
Qualcuna infatti deve averci sentito e prende in mano la situazione, con un sottile inganno (perché - Lezione numero 3- in amore e in guerra, e da oggi pure in palestra, tutto è permesso, signori):
No, no, non è a coppia: se fa’ da soli! - ci informa una tipa dall’aria (molto) tosta.
Ma non appena l’amichetta di posturale si allontana, l’altra afferra sicura il mio elastico e mi trascina (letteralmente) davanti alla pareti a specchi ordinando: “viè, viè co me!
Ed è così che al posto della mia amichetta alta (se fa pe dì) come me, di corporatura abbastanza simile alla mia (etto in più etto in meno) e dalla facciotta dolce e rassicurante, mi ritrovo improvvisamente in sorte una specie di valchiria dalle forme giunoniche.
Una vichinga alta una spanna più di me, dai muscoli guizzanti, le braccia e le gambe formose, che di rassicurante (a parte gli occhiali e un largo sorriso, quello sì) ha davvero poco.
Ora, sul perché mi si litighino per fare coppia in esercizi con l’ausilio di attrezzi, andrebbe aperta una discussione e affrontato uno studio serio, ma la mia imbranataggine e il mio mollicciume devono giocare sicuramente un ruolo significativo nella selezione naturale.
“Intrecciate i vostri elastici e via: una tira da un lato, l’altra da quello opposto”
A parte tutte le mie difficoltà oggettive nell'individuare destra e sinistra in tempi rapidi (e senza fare mentalmente la prova-scrittura che mi suggerisce, senza ombra di dubbio, almeno la destra) la mia occupazione più urgente in realtà al momento è solo quella di ancorarmi saldamente a terra per evitare di venir trascinata ritmicamente da parte a parte, che la tizia di forza ne ha da vendere e ha deciso di profonderla tutta in questo esercizio qui.
Perfino il torturatore ufficiale ha un attimo di esitazione, vedendoci, e si premura di suggerire alla mia compagna di elastici: “Puoi andare anche più pianonon è che la devi ammazzà per forza!
Ma la frase mi suona di poco conforto e semmai più lievemente sinistra per quella libertà di scelta implicita che contiene...
Trovo, non si sa come, il modo per arginare la forza bruta della sorridente signora pregando che il tutto finisca prima possibile quand’ecco che nell’aria risuona una frustata, lo schiocco secco di un elastico che ha ceduto.
Che faccia parte dell’allenamento?
Siamo passati alle maniere (ancora più) forti e direttamente alle punizioni corporali?
Ma tiro un sospiro di sollievo vedendo che no, è solo una sventuratella come me (più di me, stavolta!) alla quale oltre che una tipa giunonica è toccata in sorte un’ imbranatona che s’è lasciata sfuggire l’elastico e gliel’ha fatto atterrare direttamente su una spalla….
Porella!
E siccome nella vita tutto è sempre estremamente relativo, posso dire che stavolta, con la (mia personale) nonnetta gigante che ancora è lì che s’affanna a tirare e saltare indifferente alla tragedia appena consumatasi, mentre la malcapitata presa a frustate corre a mettere del ghiaccio sulla parte (e io continuo a scavare la mia buca sul tatami per tenermi saldamente ancorata a terra), beh signori, mi è andata proprio di lusso!

Nota: vista la mole di aneddoti degni di nota che la palestra offre a ogni nuova lezione, il presente blog ha deciso di dedicarle un'apposita sezione, quindi da oggi, oltre alle "Cronache dalla casetta" troverà posto, nell'indice delle categorie, anche l'etichetta: "Notizie dalla palestra"....omaggio, doveroso, alle mie tutors!


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Tutto in padella a crudo: niente soffritti e niente spargimenti inutili di grassi.
 Si cuoce da solo in una mezz’oretta circa (avendo cura di lasciare le verdure un po’ croccanti) e costituisce un contorno ricco e piacevolmente colorato, oltre che salutare per tutte le proprietà benefiche della curcuma: antinfiammatorie, antiossidanti, immunostimolanti……


Ingredienti (per 4)
3 peperoni (giallo verde e rosso)
1 patata
1 finocchio
1 cipolla dorata
1 pomodoro
1 cucchiaino colmo di curcuma
½ bicchiere d’acqua
Basilico secco
Peperoncino
Sale
Olio extravergine d’oliva

Procedimento
Lavare e mondare i peperoni e il finocchio, tagliarle i primi a losanghe e il secondo a fettine non troppo sottili quindi metterli in una padella capiente insieme anche alla patate sbucciata e ridotta a dadini, alla cipolla affettata e al pomodoro a cubetti. Condire con olio, abbondante basilico secco, curcuma, sale e peperoncino. Aggiungere l’acqua e porre su fuoco moderato, semicoperto per circa mezz’ora controllando che le verdure non asciughino troppo (in quel caso stemperare gradualmente con un mestolo di acqua calda).







14 commenti:

  1. Invece sai che proprio per quello ho lasciato la palestra tantissimi anni fa?? Non mi piaceva l'ambiente.. si va per faticare...o per vantarsi e rimorchiare?? mah!!!! Buonissime le tue verdure.. sono una fans sfegatata della curcuma.. ormai dove posso la infillo.. :-) smackkkk

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    1. Guarda claudiè: sul perchè si vada in palestra per quanto mi riguarda continuo a interrogarmi sena trovare altra risposta convincente che non sia "perchè DEVO". una sorta di costrizione cui ho deciso a un certo punto della mia vita di sottopormi per una serie di problemi che spero non ti dico di risolvere ma perlomeno di attenuare...di contro però posso dirti che fino a qualche tempo fa la pensavo come te, infatti in palestra ho iniziato non so più quante volte per poi abbandonare puntualmente dopo nemmeno un paio di mesi (diverso è il discorso dello yoga che, se fatto seriamente, ci vai giusto se sei molto convinta, quindi è un ambiente a parte, dove certe dinamiche per forza di cose non entrano) poi incontrando questo corso di signore più avanti con gli anni ho scoperto che può essere divertente e istruttivo. Io ci scherzo su, e mi diverto a ironizzare, però ti assicuro che mi stupisce e mi affascina veramente vedere che in fondo quelle signore di 70-80 anni sono delle ragazze solo un po' più cresciute che mettono in atto più o meno le stesse dinamiche di quando eravamo al liceo! questa cosa non finisce di stupirmi e piacermi e forse è la vera molla che mi sprona ogni volta a infilarmi la tuta e andare a lezione! (finora ne ho saltate solo 2 dall'inizio: un vero record per una come me!!!!!).
      tanti bacioni, grazie e buon fine settimana!!!

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  2. Potentissima pagina!
    Le nonnette personal trainers sembrano imperdibili.....appena un filo meno rispetto al tuo pigiamino mafaldesco con stelle fosforescenti!

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    1. Eh sì, cara mia, roba seria da queste parti!!!
      (poi perchè non hai visto la tracolla a forma di gufo, la felpa con l'ape maia e quella di Grumpy!)
      devo passare da te da una vita...ce la farò prima o poi, abbi fede!!!
      bacioni

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  3. Leggerò molto volentieri la tua nuova sezione ;)
    Un enorme abbraccio e grazie perchè riesci sempre a farmi sorridere!!!

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    1. Cara lauretta: grazie a te, sempre! (ora più che mai!)
      e abbracci stritolosi

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  4. Ma come fai? come fai ogni volta a catapultarmi in quella palestra e a farmi "vedere" i protagonisti come se la stessa ora di lezione l'avvessi veramente vissuta? che ti adoro lo sai ma un pò ti odio anche perchè...lo sai perchè...vorrei leggere altro ...in un altra forma. Mi ritrovo molto nel fagottone con la maglia di lana che va in palestra già pronto....sembrava che tu descrivessi me.
    La curcuma mi piace molto e anch'io la metto nella verdura. Buona. Aspetto altre pagine esilaranti di lezioni di funzionale. Baci.

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    1. Ecco!!! Hai colto nel segno, trovato l'immagine che cercavo: un fagottone di lana che esce già pronto!...me lo rivenderò a breve!
      eddai, non mi odiare troppo: lo sai che sono imbranata con la tecnologia (...però ci ho provato!!!). Sono quella che ancora scrive a mano e imbuca lettere rigorosamente cartacee...un po' vintage insomma.
      Che ti adoro anche io lo sai pure tu <3
      buona fine settimana annarituzza bella e mille baci da estendere anche a darietto!

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  5. Seguirò con molta attenzione la tua nuova sezione perché da qualche mese sono diventata anch'io un'assidua frequentatrice di palestre! Ebbene sì, alla veneranda età di 49 anni mi sono decisa a fare tutto quello che non ho mai fatto fisicamente parlando nei 48 anni e 8 mesi precedenti :-D Gustosissimo il tuo post, spadellata compresa ;-)

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    1. Evvai: compagne di avventura!!! Certo se lo fossimo anche da vicino sarebbe molto più divertente e sono sicura che uscirebbero tanti e tanti spunti in più!
      tantissimi baci Lucy e auguri di buon natale!!

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  6. Ci avrei giurato che saresti caduta nella rete. A me è successo da qualche anno ormai e della palestra scarica stress non posso più a fare a meno, quasi quanto la cucina. Comunque a distanza di anni, la lezione n.1 ancora non l’ho imparata, non ho intenzione di impararla e continuo imperterrita ad arrivare bell’e pronta :)
    Una cosa invece l’ho imparata ultimamente: la curcuma mai provata prima mi piace assai come me gusta la tua padellata solare :) Un bacione, buona settimana

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    1. Cara fede, esattamente come te, di tutte le lezioni che mi vengono propinate poi faccio un'accurata selezione e scelgo quelle che mi vanno più a genio o anche...nessuna! Infatti pure io continuo ad arrivare pronta!
      Grazie tanti bacioni e buona domenica!!

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  7. mamma mia come mi manca la palestra...

    Grazie per essere passata a trovarmi, è stato un grande piacere fare la tua conoscenza!

    Ti leggerò molto volentieri ^^

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    1. Il piacere è stato e continua ad essere tutto mio: con tutti i tuoi post sulle barbie mi fai proprio sognare e tornare bambina!!!!! perciò grazie a te!

      Bacioni, buona domenica

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