Dunque
funziona così: si presentano sul fare dell’alba quando il cielo è ancora
ammantato di stelle e nemmeno un fievole bagliore accenna a rischiarare
l’orizzonte.
Arrivano avvolti
in tripli strati di capi pesanti, berretti di lana calati sugli occhi e la
testa insaccata nei baveri.
Suonano per
cortesia e riguardo, ma poi aprono il cancello da soli e si guardano intorno
per stilare il programma della giornata e riprendere dal punto in cui avevano
lasciato la sera prima.
Se devono
usare le chiavi di casa per prendere gli attrezzi mi danno prima una voce, per
chiedere ancora una volta permesso, a me che sono al piano di sopra, generalmente
chiusa in bagno, sistematicamente ancora semiaddormentata, a finire di
prepararmi e manco li sento.
Se sono
riuscita ad aprire gli occhi e scendere dal letto a un orario congruo può
essere pure che vada loro incontro e gli apra io. Rabbrividendo mentre mi
sbrigo a richiudere tutte le finestre prima che scatenino l’inferno.
Funziona che
l’aria alle stanze ora si fa prendere alle 6 e mezza del mattino, manco uscita
dal letto, quando fuori ancora si aggirano gufi e civette e la brina prende a
mozzichi la lamiera delle macchine. E addenta pure la mia faccia quando mi
sporgo a spalancare le persiane.
Ma è proprio necessario sottoporsi a
questa tortura? – mi
chiede l’amato bene (a quell’ora già sul treno) quando glielo racconto.
Fondamentale
direi. Visto che per il resto del giorno le finestre le tengo prudentemente (ma
abbastanza vanamente) sigillate.
Quindi,
infreddolita e assonnata, a un certo punto arrivo io.
E ci
salutiamo come vecchi amici, scandendo e reiterando un allegro e sonoro
buongiorno che pare portarsi dietro, nascosto sotto fitte coltri, un bonario lanimadelimejomortaccivostra.
Sorridendo a
32 denti, mentre ondeggio fra un sentimento di tenerezza pensando pure al
freddo che devono sentire loro, specie alle mani, e l'impulso di ricoprirli
di insulti e mandarli a quel paese perché ancora una volta devo rivedere le
loro facce. E sentire i rumori, e affogare nella polvere e guadare fiumi, risalire colline, scalare montagne di calcinacci per uscire di casa e per rientrare.
Amore e odio.
Salvatori e
distruttori.
Presente e
futuro.
Mi stanno
smantellando casa pezzo per pezzo, sti fetenti.
Ma me la
ricostruiranno. Soffrire oggi per gioire domani.
E comincio a
sciorinarmi mentalmente slogan di autoincoraggiamento mentre preparo
caffè per tutti.
E offro
biscotti, un pezzo di ciambellone, lo zucchero bianco che ho preso per uno di
loro che non ama quello di canna
(anzi domani
devo ricordarmi di prendere pure mezzo litro di latte, che a F. non piace
quello di soia).
Domande al
volo, personalizzate secondo lo status di ognuno: com'è andata ieri la festa
per il compleanno di tua moglie? Come sta la tua bambina? Come vanno gli
allenamenti?, al più giovane e sbarbatello.
Poi arrivano
le nove meno dieci, l’ora di uscire per andare in palestra e mi sembra sia già
trascorsa mezza giornata (ma non fa niente: arrivo tardi lo stesso, come quando
mi alzavo con comodo solo un’oretta prima).
Esci? – mi domandano
Per poi
correre premurosi a spostare una carriola, aprire il telone che sbarra
l’entrata di casa per proteggere il vetro da eventuali colpi, rimuovere una
palanca o predisporne subito un’altra per farmi passare indenne sopra a uno
scavo profondo un metro.
Quando
proprio non è possibile tutto ciò mi allungano una mano per aiutarmi a non
farmi scapicollare sui calcinacci, o inciampare nei corrugati portati alla
luce, che ce manca solo quello.
Sono molto
gentili oppure hanno inquadrato subito la situazione e capito quanto posso
essere sbadata e pericolosa per me stessa e per gli altri.
Quando torno
un paio d’ore più tardi mi chiedono com’è andata, si offrono di aiutarmi a
portare la spesa (per gli oscuri motivi di cui sopra).
Che
camminare in bilico sulle palanche già è complicato di suo, figuriamoci
sbilanciati da 3 chili di frutta e 4 pacchi di farina; che non è che posso fare
più viaggi, visto il percorso di guerra dalla macchina alla porta di casa.
Poi riesco
di nuovo per andare al lavoro e ci salutiamo con raccomandazioni sparse, come
nemmeno con mia madre.
Mi raccomando, ricordatevi di
chiudere casa quando uscite (che detto da me suona quasi come una presa in giro..)
Sì sì, stai tranquilla – e aggiungono perfino Buon lavoro, a domani!
È capitato
che mi sia scordata le chiavi a casa e che mi abbiano dovuto aprire loro.
Casa mia.
Ecco, la
convivenza è anche questo: sopportazione e aiuto reciproco. Io ci sono per te,
tu ci sei per me.
Perché non
siamo più in due in questa casa. Siamo mediamente in 5, tutti di famiglia
ormai. Perché in questa casa (o in quel che ne rimane) loro passano 8-9 ore
della loro giornata.
Più di noi
due.
Con o senza
noi due.
Anche se si
alternano, secondo i lavori che devono fare e si avvicendano come le varie fasi dei lavori impongono.
E quindi per
il momento abbiamo conosciuto, e abbiamo
adottato, l’idraulico, il carpentiere, lo smantellatore di professione, quello
fissato con la linea che non accetta biscotti e ciambelloni ma tira fuori dal
portapranzo salmone o bresaola alle dieci di mattina; quello che carbura solo a
caffè e ne prende uno dietro l'altro e quello che pure con dieci gradi sotto zero arriva bardato e poi,
appena passate le nove, si ritrova a lavorare in maniche corte.
Ognuno con
la sua peculiarità, le sue battute, la sua vita.
Che ti
raccontano, con semplicità e naturalezza, mettendotene a parte.
Ognuno con
le sue storie, le sue difficoltà, il suo malumore mattutino ma un sorriso e una
parola gentile sempre pronti sulle labbra.
(al piano di
sopra poi mi arriva solo l’eco di bestemmioni, battute salaci, sfottò che si
rivolgono reciprocamente, quando sono da soli, per ridere, allentare la
tensione, alleggerire il peso della fatica, distrarsi un po’)
Vite che si
incontrano, si intrecciano, convivono diventando improvvisamente familiari,
vicine, inevitabilmente care.
E a
proposito: devo ricomprare i torroncini al cioccolato che gli sono piaciuti
tanto, che ieri li hanno finiti.
@@@@@@@@@@@@
Siete alla
ricerca di un primo facile, veloce e buonissimo per la sera della Vigilia?
Questo risotto fa per voi! Con il valore aggiunto di farvi fare un figurone
perché con quei suoi colori delicati è anche molto bello e raffinato da vedere…ecco,
magari presentato su piatti che non siano di plastica, come nel mio caso ;-)
L’ho
sperimentato per noi due e preciso che né l’amato bene né io amiamo i finocchi
cotti. Ma qui a prevalere è l’affumicato del salmone e nemmeno troppo. In
realtà è un’armonia di sapori unica e difficilmente descrivibile a parole. E quindi niente, vi tocca provarlo!
Ingredienti (per due persone)
180 gr di
riso originario (o arborio)
1 litro di
brodo vegetale (ottenuto con sedano carota cipolla e le foglie esterne del
finocchio; altrimenti con queste ultime e 1 dado vegetale - io uso Alce Nero bio, senza olio di palma né
glutammato)
75 gr di
salmone affumicato
1 finocchio
piccolo
1 scalogno
½ bicchiere
di vino bianco
Olio
extravergine d’oliva
Pepe nero
Procedimento
Lavare il
finocchio, tagliarlo in quattro e poi a fettine sottili, conservando alcune
barbe per la decorazione finale e le foglie esterne per il brodo. Mettere a
bollire il brodo. In una casseruola con poco olio tostare il riso con lo
scalogno affettato sottilmente. Sfumare con il vino, lasciare evaporare, quindi
unire il finocchio e metà dose di salmone a striscioline sottili. Lasciare
cuocere per una ventina di minuti aggiungendo il brodo a mano a mano e
mescolando ogni tanto. Quasi a fine cottura aggiungere il salmone rimasto.
Lasciare riposare un paio di minuti, quindi impiattare decorando con le barbe
del finocchio tenute da parte e una spolverata di pepe nero macinato al
momento.
(Volendo si
può mantecare con una noce di burro o di formaggio cremoso a fine cottura, ma
io generalmente salto questo passaggio)
ti rubo immediatamente questo risotto perfetto per queste feste!!!grazie e un bacione...
RispondiEliminaFelice che ti piaccia! Grazie e bacioni a te
EliminaFanno un lavoro pesante.. ma è comuqnue il loro lavoro.. e nel tuo caso.. spero lo facciano bene.. Un baciotto e rubo questa ricetta.. deve essere delizioso il tuo risotto...
RispondiEliminaLi coccolo anche per questo...meglio tenerseli buoni piuttosto che avere un lavoro finale fatto male! A noi il risotto è piaciuto tantissimo, fammi sapere cosa ne pensi se deciderai di provarlo!! Grazie bacioni a te
EliminaE che ci vuoi fare? Non solo stanno lavorando, ma hanno pure un lavoro pesante quindi... calma zen e continua a coccolarli che ne hanno bisogno! A rapportarsi bene si sta meglio tutti, ma vedo che comunque brontoli brontoli ma li stai viziando, vero?
RispondiEliminaSenti un po', questo risotto mi ispira parecchio... pure a me che non amo i finocchi, però se ci metti il salmone ti mangio pure le pietre!
Un bacio :) (tieni duro...)
Proprio così Tatiana:mi lamento ma in fondo ormai a forza di vederli ogni giorno se per caso saltano per questioni tecniche mi mancano perfino!! Comunque sì, teniamo duri anche perché dalla prossima settimana forse inizieranno la ricostruzione e lì almeno si comincerà a rivedere un Po di luce! Grazie tanti baci a te!!( il risotto te lo consiglio proprio, prevale il salmone i finocchi si sentono appena!)
EliminaSono d'accordo a volte ci sono convivenze forzate strane importante è trovare un modo di relazionarsi, ci si può convivere anche se a volte non sembra
RispondiEliminaSono d'accordo a volte ci sono convivenze forzate strane importante è trovare un modo di relazionarsi, ci si può convivere anche se a volte non sembra
RispondiEliminaOttimo il risotto hai fatto anche una bella fotografia
RispondiEliminaGrazie Gunther, che bello!! Con le foto, ma ormai si sarà capito, litigo sempre un po'...quanto alla convivenza forzata hai ragione: alla fine basta trovare la chiave giusta..
EliminaCon l'eperienza che abbiamo fatto noi, offrirgli qualcosa di buono gli rallegra la giornata e li fa lavorare meglio stemperando tutti i disagi che la situazione inevitabilmente crea. Quella piccola pausa ristoratrice ha davvero una funzione importante. E' un po' come la carota ed il bastone. Ci sono momenti in cui bisogna farsi sentire ed altri in cui è bene creare momenti piacevoli.
RispondiEliminaIl risotto propone un abbinamento che mi piace molto, mi piace l'idea!
Fabio
È proprio quello lo spirito Fabio: amore e odio che si accavallano e si stemperano in una di quelle famose pause caffè!
EliminaGrazie, abbracci a entrambi
che bello questo racconto!!!
RispondiEliminaGrazie Fede!!!
Eliminache buona questa ricetta... Amo tutti tipi di risotti ed è il mio piatto preferito:-)
RispondiEliminaAnche il mio! Grazie benvenuta Alice!
EliminaLeggo sempre le tue vicissitudini casalinghe e mi chiedo come fai ancora ad avere tutto questo spirito, dove trovi queste forze!!! Io sarei ormai scoraggiata (anche se è poi vero che quando sei in ballo bisogna ballare!!!!).
RispondiEliminaAvevo in passato sentito parlasre del risotto al finocchio, ma mai con l'aggiunta del salmone...sarà da provare!!!!
Complimenti
Guarda quando siamo entrati in questa casa ero contenta che fosse tutta ristrutturata (e completa di mobili) perché Non avrei mai voluto fare dei lavori. Pensavamo di farli con moooolta calma, negli anni, poi sono cominciate a comparire le prime crepe e allora l urgenza di trovare un rimedio ha preso il sopravvento. Tutto. Pur di non vederla più e non dover stare ogni giorno con l angoscia che la casa crollasse. Ecco, credo sia questo cambiamento di prospettiva. E anche il fatto di vivere giorno per giorno senza chiedermi quando finira..sennò mi assale l angoscia! Così facendo è già passato quasi un mese. Poi certo, non ti nego che i giorni di sclero totale ci sono eccome. Ma si fronteggiano, cercando di fare tutto come prima. Grazie Mila, fammi sapere se deciderai di provare il risotto!! Un bacione buona serata
EliminaQuesto piatto mette l'acquolina anche se presentato nell'usa e getta :-)
RispondiEliminaChe bello questo senso di famiglia allargata :-) mi piaci perchè riesci a vedere sempre il lato migliore delle situazioni ^_^
È proprio cosi: una specie di famiglia allargata! In cui si litiga pure, eh! Ma sono talmente tante le ore che si vivono insieme e i grattacapi che si affrontano che non potrebbe essere altrimenti!
EliminaGrazie di cuore Consu bacioni grandi
arrivano i re magi con i loro doni! Una casa nuova di zecca ti attende. Una domandina stipidina (mai farmi gli affari miei, neh?): ma fare i lavori in un periodo dell'anno meno glaciale no? Io che in Liguria ho freddo quando fuori di sono 17 gradi non ce la potrei fare! A meno che... non ci sia un bel risotto come il tuo a scaldarmi la giornata. E' sempre bellissimo passare di qui: le tue storie, condite con l'ironia che solo tu sai aggiungere e dosare, sollevano lo spirito e strappano qualche sorriso. Anche di questo ti devo ringraziare <3. Se mai non riuscissi a passare di qui ancora, anticipo: buon Natale :*
RispondiEliminaEhhh Faustina, questi lavori inizialmente era stato stabilito di farli a maggio del prossimo anno ma poi l entità delle crepe è l a accelerazione che hanno subito da questa estate non ha permesso di attendere oltre. Ci assicuravano che non sarebbe crollata, ma sai, come si poteva stare tranquilli? Erano veramente spaventose! E allora ecco perché li abbiamo fatti nel periodo meno indicato. Grazie a te di leggermi e di spendere sempre belle parole per me. Ti abbraccio fortissimo e ricambio gli auguri di buon Natale, casomai pure io non riuscissi a passare (ma spero proprio di si!)
EliminaUna buonissima ricetta di risotto. La proverò nei prossimi giorno dopo le feste:-)
RispondiEliminaNon vedo l´ora! Sull´immagine mi sembra davvero un risotto delizioso.
Saluti dal Belvita Hotel Alto Adige, Elena.