Non si può dire che in questo periodo io non abbia oziato.
Quel tipo di ozio proprio sfacciato e senza remore.
Che genera invidia e malevoli pensieri anche se giustificato
da una non perfetta forma fisica.
Uno stop per le vacanze di Natale iniziato un po’ prima.
Molto prima.
Diciamo con comodo: il 12 dicembre per la precisione!
Giornate in cui ho letto, letto e ancora letto.
Come verbo e come sfruttamento massimo del nome comune di cosa.
Ho letto nel letto.
Al caldo, sotto le
pezze.
Beandomi della solitudine della casetta, dei suoi silenzi
assoluti, della sua atmosfera ovattata.
Forse per volermela godere fino in fondo, fino al momento di
dover traslocare perché io, se tante volte ancora non si fosse capito, questa
piccola casetta la amo visceralmente.
È me, è noi, è tutto ciò che ci rappresenta, singolarmente e
come coppia.
Anche se, dello stesso amore ci siamo innamorati della
nuova, dell’altra casetta.
Tanto da averla scelta nel giro di 12 minuti, dopo averne
viste una ventina e forse più, nel corso di un lungo anno di ricerche,
trascorse senza affanno, quasi per gioco, prendendola molto alla larga, che noi
tutta questa esigenza di cambiare mica la sentivamo in verità.
E quindi sì, ameremo quella come questa qua alla fine, ma va
costruita, personalizzata, vissuta, resa nostra, per poterlo affermare e
soprattutto sentire dentro.
Forse basterà entrarci, in ogni caso: siamo in quella via di
mezzo che precede un trasloco (a data ancora da destinarsi) non ancora
perfettamente in quell’ordine di idee però che impedisce, per fortuna, di
vivere ancora il presente.
E io me lo sono vissuto alla grande, nel lungo mese di stop
pre e post natalizio.
Lasciandomi sorprendere dagli scenari insperati che ha
schiuso.
Perché non è che abbia poltrito proprio completamente anche
nei giorni di festa.
Il 25 ho cucinato per 10 commensali e il 26 per 8, che tutti
e due i giorni s’è festeggiato qua da noi, che vi credete?
Con fior di ville di svariati metri quadri e signori
appartamenti perfino nuovi di zecca a disposizione.
A riprova del fatto che la casetta, e i suoi 45 metri quadri, non siamo
gli unici ad amarla.
Canti di Natale in sottofondo, tante candele accese, il
presepe nel camino, spazio risicato per stare tutti più vicini e poi
angioletti, renne e babbi natale che penzolano da ogni dove.
Deve essere questa atmosfera ad attirare tutti qua da noi.
O il nostro innato masochismo.
Sta di fatto che, com’è come non è, io, malaticcia e
convalescente ho cucinato, ma l’amato bene ha passato due giorni a lavare:
piatti, piattini, e sottopiatti
Fondi, piani, da dolce e da caffè.
Più tanti bicchieri.
Da vino da acqua da spumante e da liquore.
E le tazzine.
Poi le pentole.
E teglie, tegami e padelle.
Insalatiere, ciotole e vasetti.
E le posate.
Forchette coltelli cucchiai e cucchiaini.
Ancora forchette e coltelli per l’ananas.
Che moltiplicati per 10, solo questi ultimi fanno 20 pezzi
totali.
E per fortuna che qua non ci formalizziamo e non facciamo
distinzioni tra servizio “buono” e quello da tutti i giorni.
Che non disponiamo di argenteria apposita né di calici di
cristallo da tirare fuori una volta l’anno
Ma la roba sempre tanta è..
E poi “s’è fatta na
certa: via un altro giro di caffè!” e allora rilava le tazzine, i piattini
e i cucchiaini, che il servizio mica è
da 40.
E rilavali ancora dopo usati.
Lui, il valoroso guerriero dall’indomito coraggio, schivando
i colpi
di mamma e suocera già pronte e scalpitanti attorno al
lavello;
del pezzo da novanta della zia che s’affannava a
sparecchiare (ma in una piccola casetta non c’è spazio per ammucchiare
stoviglie sporche);
e soprattutto della
cognata volenterosa, zompettante e mai stanca di chiedere “posso essere d’aiuto?”;
lui, l’eroe di questo
Natale, sprezzante del pericolo, con gesto deciso sbarrava la strada alle
quattro nemiche chiudendosi (metaforicamente) nell’angolo cottura e impedendone
l’accesso a chiunque con sguardi torvi e poco comprensibili suoni gutturali.
Una volta lì dentro, canticchiando e fischiettando motivetti natalizi, procedeva indefesso a lavare, uno per uno, tutti
gli elementi delle tavolate dei due giorni di bagordi.
Dal primo all’ultimo.
Dal più grande al più piccolo.
Accettando sommessamente solo brevi ma categoriche
indicazioni dalla sottoscritta:
Amore usa acqua calda!
Tesoro metti l’aceto!!
A Fà, prendi un
canovaccio pulito per asciugare!!!
perché sì, in tanto zelo ha pure riasciugato tutto…
Del resto se il giorno dopo erano di nuovo tutti da noi mica
si poteva lasciar fare al caso…
L’iniziale disappunto di mamma e suocera per l’affronto
dell’estromissione è stato prontamente risospinto indietro prima da curiosità e studio attento (canta pure mentre lava?!), subito dopo da una nuova, più
allettante prospettiva:
“ce lo presti?”
Addirittura mi è stato proposto di cederlo dietro congruo
compenso…una sorta di affitto in pratica.
E mica sono matta. Dopo aver scoperto, di lui, anche queste
doti (che come li lava e li asciuga lui i piatti, signore mie…e come sgrassa le
teglie!!) me lo tengo ancora più stretto, sto marito qua.
Ma non paga dell’incommensurabile prova di grande amore, profondo
coraggio, enorme sopportazione, infinita pazienza manifestati in questa
occasione, io come contraccambio?
Tornato da lavoro ieri sera (perché sì, mica ha fatto lo
stop pre o post natalizio, lui…), infreddolito fino al midollo, con principi di
assideramento variamente sparsi ed estremità in ipotermia avanzata, si chiude
finalmente in bagno per una rinvigorente doccia calda.
“Amore non hai acceso
il forno vero? Sennò salta la corrente” si premura di chiedermi un attimo
prima.
Io, pure un filo stizzita: ma ti pare?
Si spoglia, pregusta il momento del disgelo, fa per mettere
il primo piede sul piatto doccia e….buio, black out completo!
Non avevo acceso il forno, ma la lavatrice sì.
E via, giù in mutande per le scale a riattaccare la
corrente.
Mica è colpa mia però se io non so quale sia il nostro
contatore.
In ogni caso no, non s’affitta.
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Ingredienti
Per la pasta
300 gr di farina di farro
120 ml di vino bianco
50 ml di olio extravergine d’oliva
1 cucchiaino colmo di curcuma
1 cucchiaino raso di sale
Per il ripieno
2 cespi di broccoletti siciliani (o uno se è molto grande)
2 spicchi d’aglio
Sale
Peperoncino in grandi
Olio extravergine d’oliva
Procedimento
Lavare i broccoletti e staccarne le cimette tagliandole
nuovamente a metà per il lungo. Tuffarle in una pentola di acqua bollente e
farle cuocere per una decina di minuti al massimo. Scolarle, passarle sotto il
getto dell’acqua fredda e farle saltare velocemente in padella con aglio, olio
e peperoncino.
Salare e mettere da parte. Nel frattempo preparare la pasta
mescolando in una ciotola la farina con il sale e la curcuma. Aggiungere
progressivamente il vino e l’acqua e impastare fino a ottenre un panetto
liscio. Ungere uno stampo da crostata e stendere l’impasto al suo interno con
le mani, alzandolo bene sui bordi. Riempire con i broccoletti (dopo aver eliminato l'aglio) e ripiegare i
bordi verso l’interno.
Cuocere in forno già caldo a 180° per circa 30 minuti.
Mi piace il tuo racconto e anche lìimmagine di casa è molto intimo e caldo è logico che piace. Buona questa crostata da fare. Un abbraccio, buon anno a te e famiglia. Bacio
RispondiEliminaAhahahaha scusa rido subito per il black out nella doccia.. pover uomo.. deve amarti alla follia!!!! Per il resto.. me lo presti pure a me??? lo dico perchè so che Ric non legge queste righe sennò sarebbero cavoli.. perchè dico la verità.. nemmeno io posso lamentarmi.. sapessi le volte che cucina cene.. e che cene... al mio posto! .. anche se il lavaggio non è il suo forte.. Ma son fortunata.. ho la lavastoviglie!!!! Comunque che bella la tua piccola casetta.. accogliente e calda.. ma amerete anche quella nuova.. appena vi ci sarete piazzati definitivamente.. rendendola accogliente per voi!!!! E sbavando sulla tua torta rustica.. perchè come sai.. amo broccolo siciliano e curcuma.. ti auguro un felicissimissimissimo 2015!!!!! anno nel quale spero di conoscerti! :-) ti abbraccio forte
RispondiEliminaahahah...troppo troppo simpatica :-)
RispondiEliminaTuo marito è eccezionale..ti chiedere anch'io l'affitto ma ho già capito che devo mettermi in corda..ed è già piuttosto lungo :-P
In bocca al lupo x la salute, il trasloco e l'inaugurazione della nuova casetta..vedrai che sarà un 2015 spumeggiante, io almeno te lo voglio augurare dal profondo del mio cuore <3
A presto e ancora tanti tanti auguri <3
Carissima, quanto mi piace leggerti, sei simpaticissima, trooooooooooooooppo forte! La crostata mi piace tantissimo!!! Auguri per un magnifico anno nuovo, per una nuova vita... in tutti i sensi, baci!!!
RispondiEliminaHo dovuto leggere questo post in due riprese..per poter leggere la ricetta senza fermarmi a ridere per il tuo racconto!! Anche io ho lasciato da poco una casetta di 45metri che amavo alla follia e che mi calzava alla perfezione..dove ho cucinato per 14 persone e per farli stare tutti ho mangiato sul bracciolo del divano..! Questa ricetta mi piace molto..mi piacciono molto i broccoletti e anche il profumo della curcuma..! Brava!!
RispondiEliminaA presto
Jess
Mio marito lo avresti sentito fino a casa tua se infreddolito e mezzo nudo doveva scendere a riattaccarsi la luce. Io direi che è un sant'uomo. Fortunata te......e pure lui però. un bacio.
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