Duecento anni, mica un giorno.
Da tanto non si verificava un’ondata di caldo di questo
genere.
Che poi più che un’ondata, un evento passeggero, un caso
fortuito pare proprio una realtà consolidata, un dato di fatto ormai radicato.
Come se il freddo non dovesse arrivare mai più insomma.
E a dispetto dei vari nomi che danno a cicloni e
anticicloni, che in teoria si susseguirebbero (in pratica sembra non cambiare
mai nulla), la realtà è che fa tanto caldo ormai da giugno.
Senza soluzione di continuità.
Senza variazioni di rilievo.
Quindi i vari Caronte, Acheronte, Flegetonte e compagnia
bella si avvicendano ininterrottamente, montandosi quasi sopra, nella foga di
esprimersi.
Allora non si può fare a meno di parlarne.
Sulla spiaggia, sull’autobus, dal fruttivendolo, in
pizzeria, nella sala d’aspetto del medico, in fila dal fornaio e perfino a
mollo sul bagnasciuga.
Come se parlarne fosse di qualche aiuto.
Ma forse lo è, per quel principio del mal comune che ti fa
scongiurare, fra le altre, anche l’ipotesi di essere entrato improvvisamente in
menopausa, preda di vampate terrificanti.
Pure se sei maschio.
Si suda camminando, rassettando, cucinando, parlando,
annaffiando il giardino, andando a buttare la mondezza o rifacendo il letto.
A volte perfino sotto la doccia quando aspetti che il
balsamo faccia il suo effetto e se non apri uno spiraglio nel box muori
soffocato.
Salire in una macchina ferma sotto il sole è un incubo.
Dal quale ti riprendi giusto azionando l’aria.
Trovare un parcheggio un miraggio, se non fosse che dopo ti
tocca pure riscendere (abbandonando la bolla d’ossigeno fresco) e raggiungere a
piedi, sotto una canicola impietosa, la destinazione che parrà sempre troppo
distante.
Ma si suda pure stando fermi davanti al pc, guardando la
televisione, ascoltando la radio o leggendo un libro.
Immobili come un Opossum.
Duecento anni che non fa questo caldo.
La prima estate nella casetta nuova.
Quella con le stanze da letto al piano di sopra.
Con il pavimento di legno, tanto per mantenere meglio il
calore.
Che hanno per tetto un terrazzo costantemente battuto dal
sole.
E…prive di aria condizionata!
Le nostre personalissime saune svedesi in pratica.
Roba che quando è ora di salire per andare a dormire ti
senti male al solo pensiero.
È per questo che ci siamo attrezzati con un ventilatore.
Di quelli abbarbicati su un trespolo che girano di 180°
gradi e smuovono timidi refoli d’aria dandoti l’illusione (giusto quella) di
frescura.
E sì che noi siamo quelli che i condizionatori della vecchia
casetta (che ne era dotata!!) li avranno accesi si e no un paio di volte in sei
anni.
Ma quest’anno è diverso.
Quest’anno non fa un caldo qualsiasi: è il caldo che non si
verificava da duecento anni.
Mica cavoli.
In cui si boccheggia e si smadonna alternando le due cose
senza sosta.
Finché ieri, 6 agosto, l’amato bene torna a casa trionfante
annunciando di aver ordinato i condizionatori.
Lacrime di commozione, moti di giubilo, salti di gioia.
“Quando arrivano??”
chiedo come un assetato nel deserto, davanti a(l miraggio di) una brocca di
acqua fresca.
“Beh, metteranno in
partenza l’ordine quando avranno ricevuto il bonifico, calcolando che ci
vogliono un 4-5 giorni, considerando che siamo sotto ferragosto, mettendo in
conto qualche intoppo….direi verso il 20” .
“ah mbè dai, pensavo peggio”
Ma non coglie la sfumatura ironica.
Tanto che si premura di azzardare una previsione ancora più
precisa:
“Ovviamente devo fare
le tracce, intonacare, e solo poi montarli”
(ebbene sì: siamo quelli che facciamo tutto da soli, noi!
Che possiamo trasformarci in idraulici, carpentieri, elettricisti e smanettoni come
ci pare e piace)
“ahhhhhhh e chissà che
me credevo!”
Allora mi sono messa tranquilla, che per la data in cui i
nostri condizionatori saranno arrivati, montati e funzioneranno pure (si
spera), inizieranno contestualmente piogge, tormente e uragani.
E un abbassamento repentino delle temperature con rischio di
nuove glaciazioni.
Chi tocca il mio antiquato ventilatore è un uomo morto.
(E pure il ventaglio col bordo in pizzo de pora nonna)
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Ingredienti (x2)
160 gr di farro
3 carote
2 uova
1 cucchiaino colmo di curry
Olio extravergine d’oliva
Sale
Pepe
Procedimento
Pelare le carote e tagliarle a rondelle non troppo sottili.
Cuocerle in acqua bollente salata insieme al farro precedentemente
risciacquato, per il tempo indicato sulla confezione (circa 40 minuti, oppure
solo 10 per quello precotto: nel primo caso aggiungere le carote a metà cottura;
nel caso del farro precotto, invece, cuocere tutto insieme). Scolare, condire
con un filo d’olio e lasciare raffreddare. Nel frattempo ungere d’olio una
padella e quando sarà calda romperci dentro le due uova e cuocerle strapazzate
aggiungendo un pizzico di pepe appena macinato e sale. Unire tutto al farro,
condire con altro olio a crudo e completare con il curry.
Ma i vostri condizionatori non fanno anche pompa di calore??? Noi abbiamo messo quelli in casetta nuova e l'era glaciale o l'ondata di calura africana ci fanno un baffo :-P Ti confesso che mi sono chiesta come abbia fatto prima senza!
RispondiEliminaIl tuo piatto è strepitoso, domani compro tutto e lo provo!
I nostri condizionatori cara consu sono arrivati ( moltonprima del previsto e di tutte le pessimistiche ipotesi dell amato bene) ma ancora giacciono nel sottoscala in attesa di terminare i lavori in terrazza e poterli installare.... Anche io mi chiedo come facciamo tuttora senza!! Tanti baci, buon ferragosto!!
EliminaNoi abbiamo messo il condizionatore due anni fa e non l'abbiamo mai usato l'anno scorso con le pioggie non era necessario, Quest'anno è una benedizione. Sul minimo giusto per asciugare diciamo è che sono in piena battuta di sole come te ed il balcone in corte grande come uno stadio ventilato da lato mare oggi segna 43 e prima di andare a dormire nella stanza che da sulla corte sarà mezzanotte passata. Dall'altro lato si deve attendere dopo le 20 per avere un pò d'aria cosidetta discesionale dalla collina e dal boschetto. Metto in pausa perchè quassù sotto mansarda è da liquefarsi ed il portati che posso aprire giù non ha tutto quello che mi serve per cui...scriverò ma come posso magari dopo mezzanotte :-((
RispondiEliminaCiaoo cara hai ancora voglia di cucinare...io digiuno piuttosto o mi annego con l'anguria tanta acqua che sazia hihihi illusione... Buona fine settimana.
Per fortuna la voglia di cucinare non passa mai e anzi ad agosto sono più attiva che in tutto il resto dell anno,avendo più tempo e stando a cassa. Poi mi dico: ma si fa caldo, allora caldo per caldo.,...tanto vale accendere pure il forno!!!!
EliminaBuon ferragosto cara Edvige, bacioni!
quanti post mi sono persa :(((((
RispondiEliminanei prossimi giorni voglio recuparare e gustarmeli tutti con calma
per ora ti dico che questa insalata di farro mi piace tantissimooooo
proprio ieri sera ho mangiato farro allo zafferano e ne ho riportato a casa un sacchettino perfetto
per provare la tua ricetta!
tanti tanti tantissimiiiiii baci
un abbraccio grande tesorissimo <3
Chiaretta mia, tanti baci e abbracci stritolosissimi a te!!!!!!<3<3<3
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