Certo è dura tornare
al lavoro dopo due settimane di stacco.
Soprattutto
considerando di dover riprendere i due treni sia in andata sia al ritorno, per un
totale di quattro treni al giorno con relativi ritardi/soppressioni/coincidenze/porte
chiuse in faccia/scioperi/guasti sulle linee… – rifletto a voce alta
addentando l’ultimo pezzo di panettone
vegano (che durante le feste ho poi sapientemente alternato a fettine di
burrosissimo pandoro e pezzi di voluttuoso torrone alla gianduia).
È il giorno dell’Epifania, le vacanze sono ormai agli
sgoccioli e fa un freddo cane.
Ma è così bello stare al calduccio, alzarsi tardi e
prendersela comoda.
E lo dici a me che non
ho nemmeno mai smesso, tranne che per le feste comandate? - sospira l’amato bene spargendo briciole
sulla veranda per il pettirosso che ormai da un po’ di tempo è di casa e pranza
insieme agli operai.
Siccome poi oggi pare sia in modalità san Francesco si
lancia pure in un discorso di incoraggiamento sul qui e ora.
Dai, mancano ancora
due giorni pieni dopotutto: cerca di goderteli tutti e ai treni ci pensi
lunedì!
Giorno uno, sabato:
ci svegliamo senza un filo d’acqua dai rubinetti. Ci
mettiamo in ascolto della vicina che invece pare stia scaricando acqua a più
non posso e perfino facendosi una doccia. Chiamo mamma, che al momento abita 6
numeri civici più avanti, e mi conferma che pure loro l’acqua ce l’hanno.
Facciamo due più due per scoprire che i tubi a cielo aperto,
causa lavori, non hanno retto al gelo notturno e si sono completamente
ghiacciati. Piccole stalattiti infatti pendono perfino dalla grondaia. Ma siamo
tipi tosti noi e quindi, faccia ancora ammaccata dal cuscino, con spazzolino e
dentifricio sotto un braccio e due taniche sotto l’altro ci dirigiamo dalle
rispettive famiglie d’origine a chiedere asilo politico per lavarci e fare
scorta di acqua per eventuali necessità future e almeno finché il sole non
provvederà a sciogliere i ghiacciai perenni.
Dai su, ora se i tubi
si ghiacceranno di nuovo avremo l’acqua di scorta. Intanto domani, che è domenica possiamo goderci più a lungo il calore
dei termosifoni e alzarci con molto comodo in una casa calda.
Giorno due, domenica:
Un gelo polare ci avvolge non appena mettiamo la testa fuori
dal piumone e nuvolette di vapore prendono a
danzarci davanti alla bocca mentre balbettiamo parole di buongiorno
alternate a smadonnamenti sparsi.
Con ogni evidenza la caldaia non è partita.
Guardo l’amato bene bloccandolo prima che se ne esca con un
incoraggiamento dei suoi.
Famo na cosa, va:
tornamo al lavoro domani!
@@@@@@@@@@
E dopo le golose colazioni a base di avanzi di panettoni,
pandori e torroni, torniamo nei ranghi con un dolcetto leggero ma appagante.
Assomiglia un po’ a quei muffin lì ma cambiano le farine e dentro c’è una bella mela frullata al posto dello
yogurt.
Ingredienti
150 gr di farina di orzo
70 gr di fecola di patate
120 gr di zucchero di canna
180 gr di latte di riso (o altra bevanda vegetale)
60 gr di olio di semi
1 grossa mela frullata (circa 120 gr al netto degli scarti)
Succo e buccia grattugiata di un limone bio
2 cucchiai di semi di papavero
3 cucchiaini di lievito
1 pizzico di sale
Procedimento
Setacciare insieme le farine e unirle a lievito, semi di
papavero, sale, buccia di limone e zucchero. In un’altra ciotola mescolare
latte, olio e la mela grattugiata. Unire i due composti, amalgamare bene e
rovesciare tutto in uno stampo da plumcake oliato e infarinato. Cuocere a 180°,
in forno preriscaldato, per circa 40 minuti facendo la prova stecchino.
Oh come vi capisco! A quanto pare nella nostra palazzina la pompa della caldaia non ce la fa e con tutti i termosifoni a palla non riusciamo a superare i 16 gradi, ovviamente l'acqua calda è pressoché una chimera e considera che Trieste non è proprio geograficamente a livello della Sicilia, che la bora penetra ovunque e la temperatura percepita è paurosamente bassa. Ora sono al lavoro con la stufetta tra le gambe, ovviamente :)
RispondiEliminaUn bacio (e in bocca al lupo)!
Mamma mia ho seguito le tue peripezie con termosifoni, forno e quello splendido strudel. A me piace l'inverno, ma quando è troppo è troppo! Per fortuna poi ci sono rimedi confortanti come preparare un dolce!
EliminaTanti baci tatiana, in bocca al lupo anche a te!
boonoooooo
RispondiEliminaMai come cioccopere, proposito dell'anno!
EliminaMi sono congelata solo a leggere il post, non oso pensare a come siete stati voi !!!!! Mangiare una fetta di plumcake mi pare un ottimo rifugio. Meraviglia la tua versione vegana. Un abbraccio cara Luna
RispondiEliminaSe non altro accendere il forno aiuta a sopravvivere!! E poi sì, mangiarlo è uan bellissima consolazione ;-)
EliminaAbbracci stretti a te cara Lisetta
Oh mamma! Io sarei andata nel panico con annessa crisi isterica!!!
RispondiEliminaGuardiamo il lato positivo, questo rientro al lavoro sarà stato meno traumatico del previsto!
Golosissimo cake, chissà che buon profumino e a basso contenuto di sensi di colpa ^_*
Sì ecco, diciamo che per una volta almeno non vedevo l'ora di tornare al lavoro dopo le vacanze!! Grazie Consu, baci!
Eliminaè un po' che non lo faccio più: il mio plumcake limone e papavero però non è vegano. proverò la tua versione :)
RispondiEliminaè un dolce a cui sono molto legata perché l'ho mangiato in un bar a valparaiso in Cile e mi sono innamorata di quel paese, di quella città e di quel baretto!
che bello! no e allora devi assolutamente rifarlo, almeno per rivivere un po' la magia di quei posti. Vorrà dire che io proverò la tua versione non vegana!! Bacione Fede, buona giornata
Eliminamia carissima ma quanto sei brava a scrivere!!!i tuoi post sono dei piccoli gioielli li leggo sempre tutto d'un fiato ...ma anche in cucina sai il fatto tuo questo plumcake è delizioso...ti abbraccio aspettando il tuo prossimo"romanzo"!!!!
RispondiEliminae quanto sei carina tu Mammalorita: grazie di cuore!!!!!
Eliminasulla cucina, detto da te è davvero un grandissimo, smisurato complimento!
Ti abbraccio forte