"A casa non s'arriva mai, ma dove confluiscono vie amiche, il mondo per un istante sembra casa nostra" (H.Hesse)

mercoledì 5 luglio 2017

Miyajima, la selvatica


Arriviamo in questa piccola isola da Hiroshima, dopo aver visitato il parco della Pace e tutto il suo memoriale, riprendendo il tram n.2 che ci aveva scaricati proprio davanti alla Cupola della bomba atomica.
Il percorso è lunghissimo, attraversa praticamente tutta la città per circa un’ora prima di approdare al molo da cui partono i traghetti per l’isola di Miyajima.

Non occorre nemmeno fare il biglietto dal momento che anche questa tratta è compresa nel Japan Rail Pass. Ci limitiamo a  prendere una mappa presso un centro di informazioni dove un ragazzo, in un inglese abbastanza comprensibile, ci fornisce vari suggerimenti molto utili per la visita dell’isola.
Il viaggio in traghetto dura pochissimo e viene allungato di proposito per permettere di fotografare il torii (ingresso dei santuari shintoisti) dell’Itsukushima-jinja

che si protende verso il mare e con l’ alta marea sembra fluttuare sull’acqua.
Lo scenario è molto suggestivo anche se la marea è piuttosto bassa: non a caso è considerata una delle tre vedute più belle del Giappone.

Una volta sbarcati si passeggia, sul lungomare 

o per una bella via parallela, 

in mezzo a una moltitudine di cervi

 attraverso bancarelle di cibo e souvenir.
Questa via è l'unica concessione al turismo, per il resto a farla da padrona è una vegetazione fitta e rigogliosa che segue le pendici di un monte su cui si sale a piedi o (almeno per un tratto) in funivia.
Il tutto incorniciato dal mare 
 e da lunghe strisce di sabbia

Il prodotto di punta del luogo sono le ostriche, che vengono servite bollite o grigliate

 ma anche il dolce più buono mai assaggiato, Momiji Croissant,

 fatto di una leggera e croccante pastella e ripieno in vario modo, fra cui marmellata di fagioli rossi.
Ma essendo arrivati giusto giusto all’ora di pranzo, prima di quello sperimentiamo anche un panino cotto al vapore ripieno di carne e verdure, preferendolo ad altre proposte ittiche.


Una volta rifocillati ci mettiamo in cammino saltando però il santuario principale che è letteralmente preso d’assalto,

 per dirigerci invece, come consigliatoci dal ragazzo del centro informazioni, verso il meno gettonato tempio buddista Daisho-in.

Lungo la strada guardo con inquietudine i cartelli di allerta per lo tsunami.

E penso che in fondo siamo su un minuscolo fazzoletto di terra in balia del mare, dei venti e del tempo.
Una scalinata con ruote della preghiera ci conduce nel labirintico giardino del tempio affollato di numerosi personaggi di pietra.

Quasi tutti dotati di berretti o sciarpe variopinte

Qualcuno sorridente

Qualcun altro un po’ accigliato

O del tutto rassegnato

Alcuni da soli

Qualche altro in gruppo

Oppure proprio in schieramento

C’è chi dorme

E chi gioca

Ogni tanto si incontrano grotte, anfratti, cunicoli, tutti “abitati” e ornati da statue e simulacri.

È pomeriggio inoltrato e rinunciamo purtroppo a proseguire il percorso per arrivare alla funicolare che, in due tratti, conduce a 30 minuti di cammino dal punto più alto dell’isola.

Scendendo nuovamente verso il molo passiamo accanto all’ O-shakushi, il Mestolo per riso più grande al mondo, fatto di legno ricavato da un albero di 270 anni.

Salutiamo l’isola

 e tutti i suoi cervi 

e affrontiamo il viaggio di ritorno a Hiroshima con il traghetto e verso la stazione con il solito tram numero 2 della mattina.
Giornata lunghissima e densa di emozioni, che però sembra non voler finire.
Mentre aspettiamo il treno di ritorno a Kyoto facciamo un giro in un elegante centro commerciale a più piani con una bella libreria al piano terra e una esposizione di cucine all’ultimo piano.

Ci divertiamo a osservare come siano diverse dalle nostre. Piccolissime, visti gli spazi ristretti dei loro appartamenti. Senza forno ma dotate di una griglia che si estrae da sotto il piano cottura.

 E poi mi incanto, come sempre da quando sono qui, davanti alle riproduzioni di alimenti, 

toccandoli per sincerarmi che non siano veri.


Lo shinkansen di ritorno si rivelerà il mio preferito di tutto il viaggio: Sakura, con particolari  in legno, più salotto di un salotto vero.

14 commenti:

  1. Affascinante questo paese, in ogni scatto che proponi mi innamoro e mi incuriosisco sempre di più... quanto vorrei poter viaggiare in paesi così lontani!
    Un abbraccio!

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    1. Il Giappone è veramente un altro mondo. Oserei dire più dell'Africa. e visitarlo ti cambia la percezione di tante cose. Io da quando sono tornata non passa giorno in cui non pensi di volerci riandare prima o poi...
      Abbracci forti a te Tatiana, Buon fine settimana!

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  2. Partirei subito, che luoghi da sogno, grazie!!!!

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  3. Queste viaggio è sempre più magico, grazie davvero di condividerlo con tanta dedizione anche con noi <3

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    1. Grazie a te di leggermi e apprezzare, Consu! ma lo faccio essenzialmente per me: perchè mi permette di tornarci virtualmente e tenere traccia di un viaggio che mi ha scalfito l'anima. Tanti baci!!

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  4. Come sono particolari certi luoghi, coi cervi che camminano tra le persone :-D
    l'isola è molto bella e quel torii, magico.
    Ma quel panino? Troppo giapponese! :-D
    E che chiccheria il treno :-)

    Fabio

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    1. Il panino sì, veramente giapponese!! Come si tenga insieme un pane cotto al vapore e ripieno all'inverosimile lo sanno solo loro! Tutto il Giappone è molto particolare. non finisce mai di stupire e affascinare e trascinarti nelle sue meraviglie sparse in ogni aspetto della vita, dove nulla è lasciato al caso. Ti auguro di andarci prestissimo, Fabio: non smetteresti mai di fotografare!

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  5. Mi sono persa questi post stupendi mx rimedio leggere non fa male alle spalle e rispondere con il cell nemmeno. Stupende foto ed il racconto li completa. Un abbraccio e buona giornata nonché settimana a presto. 😚

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    1. Sono contenta Edvige, di farti compagnia durante la tua convalescenza. Spero che vada meglio e vedrai che presto sarai in perfetta forma per riprendere in mano anche il tuo blog! Tanti baci e abbracci, anche a maritozzo

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  6. Che gran bel viaggio, ci hai reso partecipi proprio di una gran bella esperienza

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    1. Uno dei viaggi più bello e intensi, un paese veramente unico. Grazie Gunther!

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