Arriviamo in questa piccola isola da Hiroshima, dopo aver
visitato il parco della Pace e tutto il suo memoriale, riprendendo il tram n.2
che ci aveva scaricati proprio davanti alla Cupola della bomba atomica.
Il percorso è lunghissimo, attraversa praticamente tutta la
città per circa un’ora prima di approdare al molo da cui partono i traghetti
per l’isola di Miyajima.
Non occorre nemmeno fare il biglietto dal momento che anche
questa tratta è compresa nel Japan Rail Pass. Ci limitiamo a prendere una mappa presso un centro di
informazioni dove un ragazzo, in un inglese abbastanza comprensibile, ci
fornisce vari suggerimenti molto utili per la visita dell’isola.
Il viaggio in traghetto dura pochissimo e viene allungato di
proposito per permettere di fotografare il torii (ingresso dei santuari
shintoisti) dell’Itsukushima-jinja,
che
si protende verso il mare e con l’ alta marea sembra fluttuare sull’acqua.
Lo scenario è molto suggestivo anche se la marea è piuttosto
bassa: non a caso è considerata una delle tre vedute più belle del Giappone.
Una volta sbarcati si passeggia, sul lungomare
o per una
bella via parallela,
in mezzo a una moltitudine di cervi
attraverso bancarelle
di cibo e souvenir.
Questa via è l'unica concessione al turismo, per il resto a farla da padrona è una vegetazione fitta e rigogliosa che segue le pendici di un monte su cui si sale a piedi o (almeno per un tratto) in funivia.
Il tutto incorniciato dal mare
e da lunghe strisce di sabbia
Il prodotto di punta del luogo sono le ostriche, che vengono servite bollite o grigliate
ma anche
il dolce più buono mai assaggiato, Momiji
Croissant,
fatto di una leggera e croccante pastella e ripieno in vario
modo, fra cui marmellata di fagioli rossi.
Ma essendo arrivati giusto giusto all’ora di pranzo, prima
di quello sperimentiamo anche un panino cotto al vapore ripieno di carne e
verdure, preferendolo ad altre proposte ittiche.
Una volta rifocillati ci mettiamo in cammino saltando però
il santuario principale che è letteralmente preso d’assalto,
per dirigerci
invece, come consigliatoci dal ragazzo del centro informazioni, verso il meno
gettonato tempio buddista Daisho-in.
Lungo la strada guardo con inquietudine i cartelli di
allerta per lo tsunami.
E penso che in fondo siamo su un minuscolo fazzoletto di terra in balia del mare, dei venti e del tempo.
Una scalinata con ruote della preghiera ci conduce nel
labirintico giardino del tempio affollato di numerosi personaggi di pietra.
Quasi tutti dotati di berretti o sciarpe variopinte
Qualcuno sorridente
Qualcun altro un po’ accigliato
O del tutto rassegnato
Alcuni da soli
Qualche altro in gruppo
Oppure proprio in schieramento
C’è chi dorme
E chi gioca
Ogni tanto si incontrano grotte, anfratti, cunicoli, tutti
“abitati” e ornati da statue e simulacri.
È pomeriggio inoltrato e rinunciamo purtroppo a proseguire
il percorso per arrivare alla funicolare che, in due tratti, conduce a 30
minuti di cammino dal punto più alto dell’isola.
Scendendo nuovamente verso il molo passiamo accanto all’
O-shakushi, il Mestolo per riso più grande al mondo, fatto di legno ricavato da
un albero di 270 anni.
Salutiamo l’isola
e tutti i suoi cervi
e affrontiamo il viaggio
di ritorno a Hiroshima con il traghetto e verso la stazione con il solito tram
numero 2 della mattina.
Giornata lunghissima e densa di emozioni, che però sembra
non voler finire.
Mentre aspettiamo il treno di ritorno a Kyoto facciamo un
giro in un elegante centro commerciale a più piani con una bella libreria al
piano terra e una esposizione di cucine all’ultimo piano.
Ci divertiamo a osservare come siano diverse dalle nostre.
Piccolissime, visti gli spazi ristretti dei loro appartamenti. Senza forno ma
dotate di una griglia che si estrae da sotto il piano cottura.
E poi mi
incanto, come sempre da quando sono qui, davanti alle riproduzioni di alimenti,
toccandoli per sincerarmi che non siano veri.
Lo shinkansen di ritorno si rivelerà il mio preferito di
tutto il viaggio: Sakura, con particolari in legno, più salotto di un
salotto vero.
Affascinante questo paese, in ogni scatto che proponi mi innamoro e mi incuriosisco sempre di più... quanto vorrei poter viaggiare in paesi così lontani!
RispondiEliminaUn abbraccio!
Il Giappone è veramente un altro mondo. Oserei dire più dell'Africa. e visitarlo ti cambia la percezione di tante cose. Io da quando sono tornata non passa giorno in cui non pensi di volerci riandare prima o poi...
EliminaAbbracci forti a te Tatiana, Buon fine settimana!
Partirei subito, che luoghi da sogno, grazie!!!!
RispondiEliminaA chi lo dici!! Io partirei sempre!! Grazie a te, un abbraccio
EliminaQueste viaggio è sempre più magico, grazie davvero di condividerlo con tanta dedizione anche con noi <3
RispondiEliminaGrazie a te di leggermi e apprezzare, Consu! ma lo faccio essenzialmente per me: perchè mi permette di tornarci virtualmente e tenere traccia di un viaggio che mi ha scalfito l'anima. Tanti baci!!
EliminaCome sono particolari certi luoghi, coi cervi che camminano tra le persone :-D
RispondiEliminal'isola è molto bella e quel torii, magico.
Ma quel panino? Troppo giapponese! :-D
E che chiccheria il treno :-)
Fabio
Il panino sì, veramente giapponese!! Come si tenga insieme un pane cotto al vapore e ripieno all'inverosimile lo sanno solo loro! Tutto il Giappone è molto particolare. non finisce mai di stupire e affascinare e trascinarti nelle sue meraviglie sparse in ogni aspetto della vita, dove nulla è lasciato al caso. Ti auguro di andarci prestissimo, Fabio: non smetteresti mai di fotografare!
EliminaMi sono persa questi post stupendi mx rimedio leggere non fa male alle spalle e rispondere con il cell nemmeno. Stupende foto ed il racconto li completa. Un abbraccio e buona giornata nonché settimana a presto. 😚
RispondiEliminaSono contenta Edvige, di farti compagnia durante la tua convalescenza. Spero che vada meglio e vedrai che presto sarai in perfetta forma per riprendere in mano anche il tuo blog! Tanti baci e abbracci, anche a maritozzo
EliminaGrazie del magnifico reportage
RispondiEliminaGrazie a te Carmine!
EliminaChe gran bel viaggio, ci hai reso partecipi proprio di una gran bella esperienza
RispondiEliminaUno dei viaggi più bello e intensi, un paese veramente unico. Grazie Gunther!
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