Il fatto che
non si sia più dato conto qui, fra queste pagine, degli impeti di bricolage
dell’amato bene, non significa che questi siano rimasti sopiti.
Abbiamo
potuto assistere, semmai, a un loro felice (solo per lui) esplodere e permeare
di gaudio ( e polvere) le feste di Natale.
In cui lui
non era in ferie.
Io sì. E
diligentemente mi ero programmata tutta una serie (noiosa ma necessaria) di
cose da fare.
Tipo lavare
vetri e tende, spolverare le porte, pulire le mattonelle del bagno e altre,
simili, piacevolezze.
Poi arriva
lui, che nei ritagli di tempo, tipo le due ore che intercorrono fra quando
torna dall’ufficio e l’ora di cena; il sabato pomeriggio mentre io traffico in
cucina; la domenica mattina mentre io dormo come se non lo avessi mai fatto in
vita mia….scartavetra, pialla, rivernicia, smonta e rimonta le assi del
pavimento di legno del piano superiore.
Che
effettivamente andava cambiato, nessuno lo nega.
Da tre anni
che siamo in questa casa diciamo che quel marrone scuro non ci piace e vorremmo
tutto bianco.
Ma non è che
finora eravamo stati in panciolle.
E certo il
lavoro è tanto.
Che noi mica
ci accontentiamo di comprare un pavimento di legno qualsiasi, chiamare un tizio
che tolga quello vecchio e metta il nuovo e chi s’è visto s’è visto.
Nossignori.
Noi siamo quelli che, appurata l’impossibilità tecnica di riverniciare le
attuali assi, per usura e per tutti i molteplici strati di impregnante che gli
ha passato sopra il vecchio proprietario, le abbiamo ricomprate. Evviva! - si
sarà portati a pensare.
Se non fosse
che le abbiamo prese di legno naturale.
Cioè da
verniciare. Ovviamente in completa autonomia.
Una, due,
tre volte, che il bianco mica è così coprente.
E poi
trattare con il protettivo.
Per un
totale di quattro “mani” e relativi tempi di asciugatura fra una e l’altra.
Nell’attesa
di ciò, si smontano le vecchie. Una ad una, non prima di aver spostato armadi,
letti, scrivanie, comodini e cassettiere varie.
E si
rimontano le nuove.
Ma mica
tutto insieme: un pezzetto di stanza alla volta. Altrimenti i mobili dove li
accatastiamo? O, più banalmente, dove dormiamo?
Dopodiché,
si rivernicia anche tutto il riverniciabile che ormai stona col nuovo colore.
Mobili, porte, cornici…mentre già mi vedo riverniciate di bianco pure le
statuine dei Masai.
E quindi
lavoro enorme, lunghissimo. Considerato che lo fa da solo e nei ritagli di
tempo. Bravo, eh? Per carità. È l’invidia di mamme, zie e amiche, pronte a
ricordarmi quanto sono fortunata ad avere un marito così!! Ma a volte, come
dire, lo cederei in prova volentieri vorrei che lo fosse anche un po’
meno, bravo.
Che poi non
sporca nemmeno più di tanto: è attento a creare il minor disagio possibile, a
ripulire tutto ogni volta, aleggiando quasi in maniera invisibile sui luoghi
deputati, questo sì. Ma la polvere è polvere e quella fa per conto suo.
E di tempo
ce ne vuole.
Tantissimo.
Sarà per
questo che la mattina di Natale, alle 11:30, mentre il tacchino sfrigolava in
forno e io terminavo di preparare l’aperitivo in attesa degli 8 commensali, lui
scompare al piano di sopra e lo ritrovo così,
con la porta dello studio
smontata, intento a “darle una prima mano di vernice”.
Che quelle
no, non le ricompriamo.
“E se non
approfitto di ogni occasione, quando affittiamo?”
@@@@@@@@@@@@@
L’idea di
questa torta nasce da qui, dove si chiamava “Ciambellone
d’autunno”. Ho cambiato poi la farina, il tipo e la quantità di zucchero,
l’olio e il tipo di liquore. Morbida, buonissima…sa proprio di autunno! E
pazienza se siamo in inverno inoltrato.
Ingredienti
200 gr di
farina di farro
100 gr di
farina integrale di farro macinata a pietra
160 gr di
zucchero di canna
100 gr di
gherigli di noci
100 g di uvetta
80 g di olio
di riso
2 mele medie
35 ml di Moretta
di Fano (o rum)
65 ml di
acqua
3 uova
1 bustina di
lievito
Procedimento
Tritare
grossolanamente le noci e mettere a bagno l'uvetta nel rum. Pulire le mele e
tagliarle a cubetti.
Rompere le
uova in una ciotola capiente e montarle leggermente con lo zucchero. Aggiungere
quindi l'olio, l'acqua, il rum e il lievito.
Unire poca
alla volta la farina di farro setacciata con il lievito continuando a mescolare
e, da ultimo, incorporare anche la farina integrale.
Infine aggiungere
l'uvetta strizzata, le mele e le noci.
Versare l’impasto
in uno stampo oliato e infarinato e cuocere in forno (preriscaldato) a 180°C
per 45 minuti circa.
Ecco , io sarei per chiamare il tizio e chi s'è visto s'è visto, te lo confesso !!!!! In compenso siamo in sintonia sulla torta, davvero una sana delizia !!!! Un abbraccio grande cara Luna
RispondiEliminaNo no ma siamo in sintonia pure sul tizio, credimi! Che io manco morta avrei affrontato tutto questo lavoro se non fosse stato per l ottimista della famiglia!! Abbracci immensi a te, mia carissima Lisa
Eliminaio sono la regina del procastinare: non fare oggi quello che avresti dovuto già fare l'altroieri :)
RispondiEliminabravo tuo marito!
Io pure!!!! Ed è veramente faticoso avere un marito così!!
EliminaBuona giornata Fede un bacione
E sì che sei fortunata! Io da una settimana aspetto un chiodo per attaccare un quadro! E non ho chiesto che me lo appenda lui, sia chiaro, me lo sono incorniciato ed è prontissimo da sistemare (in ufficio), ma dico... ho chiesto un chiodo o almeno di sapere dove li hai messi, eppure sembra ci voglia una domanda in carta bollata.
RispondiEliminaConcordo sulla bellezza del bianco, io pure piano piano sto portando tutto al chiaro, però pensa solo che il tuo bello sta lavorando alacremente mentre il mio (dopo anni di mugugni e una casa a pezzi)ha deciso di accettare la mia proposta di un prefinito Ikea, ovviamente da far posare da altri perché lui non sa nemmeno reggere un mano un martello. Quindi zitta e ringrazia, ahahah!!!
Fammi vedere sta bella torta semplice ed invernale che mi piace molto va', pure di queste ne sto facendo troppo poche ultimamente (sono troppo impegnata a cercare i chiodi :) ).
Un bacione!
Ahahaha!! Mio marito andrebbe a nozze con una precisa, organizzata e pragmatica come te Tatiana, mentre io con il tuo formeremmo una coppia per la quale ci vorrebbero gli assistenti sociali ahahaha di immagini che casa?? Quindi a conto fatto, direi che il destino ci mette accanto proprio ciò di cui abbiamo bisogno, mettiamola così! Grazie ifinite e tantissimi baci
EliminaLa torta della mia nonna, la faceva molto simile, che buona!!!!
RispondiEliminaSono felice di avertela ricordata! buona giornata
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