La scorsa
estate ha segnato un traguardo importante della mia vita: ho compiuto 50 anni!
Che a scriverlo o solo pensarlo mette un po’ i brividi ma poi no, in realtà la
testa rimane sempre ferma ai trenta, o giù di lì.
Per
l’occasione, l’amato bene mi ha regalato, a sorpresa, un viaggio a Copenhagen
(o Copenaghen, secondo la trascrizione italiana del nome), esaudendo così il
mio sogno di vedere questa città e, ovviamente, la statua della Sirenetta,
simbolo della stessa.
In realtà,
il fetente, mi ha svelato la meta solo il giorno prima della partenza, che era
poi anche il giorno esatto del mio compleanno, giusto per permettermi di fare
una valigia pertinente. Il che ha comportato che trascorressimo la giornata
organizzandoci, festeggiassimo abbondantemente la sera fino alle 2 di notte e,
da lì, dopo un breve passaggio da casa per cambio d’abito e raccattamento
bagagli, volassimo dritti in aeroporto dove avevamo un comodo volo alle 6 del
mattino…
Ma penso che
non fossi così felice ed emozionata dal giorno del mio matrimonio!
Ora, siccome
io sono nata il 13 agosto, va da sé che anche a Copenhagen, nonostante
sperassimo in un po’ di fresco, abbiamo trovato invece un gran caldo. Non come
quello appena lasciato in Italia, ma poco ci mancava. Nonostante ciò e
nonostante le due ore scarse di sonno in aereo (non mi sono nemmeno accorta del
decollo), Copenhagen mi è piaciuta fin da subito. Fin da quel lungo corridoio
in aeroporto per andare a prendere il treno per il centro.
La sua bellezza sta innanzitutto nell'aria sorprendentemente scanzonata della città in generale e dei suoi abitanti. Fra cani travestiti da squali (e che si tuffano nei canali); biciclette a 3 ruote con carretti-trasporta bimbi/spesa e fidanzate stanche (ci abbiamo visto dentro tutti e tre questi carichi);
ampie zone della città trasformate in stabilimenti balneari con tuffi fra barche a motore, yacht e velieri;
non ha fatto altro che stupirmi. Tutto mi sarei immaginata tranne che questa atmosfera rilassata, vacanziera e un po' pazzerella, in mezzo alle linee austere dei suoi edifici e all'ordine assoluto che regna in ogni suo angolo.
Per fortuna, a riequilibrare tutto a un certo punto appare lei, quella piccola sirena seduta su uno scoglio.
Piccola
davvero, ma così aggraziata, così fotografata e ammirata che a me è parsa
incantevole. E no, le sue dimensioni non mi hanno delusa (quanto deve essere
grande la statua di una sirenetta?).
Il lungomare per raggiungerla poi offre scorci straordinari. Uno di questi è sul Teatro dell'Opera,
tra i più moderni del mondo e anche tra i più costosi mai costruiti, con oltre 500 milioni di dollari. Dove si può arrivare tranquillamente via mare lasciando l’imbarcazione a ridosso del primo gradino della scalinata che porta all’ingresso.
Ma non è l’unico edificio imponente a sorgere proprio sul mare. Allontanandosi un po’ dal centro, infatti, ci si imbatte in due edifici di pari imponenza: uno è BLOX,
il Centro di architettura danese e, proprio a fianco, la meravigliosa Biblioteca reale di Copenhagen.
Quest’ultima merita un discorso a parte: l’edificio originale, in mattoni rossi, è collegato, da una passerella in vetro, al suo ampliamento moderno chiamato 'Diamante Nero'.
Granito nero e vetro fumé formano un parallelepipedo lucidissimo, inclinato verso il mare che dall'interno offre una straordinaria vista sul porto.
Quattro piani affacciati su un maestoso
atrio centrale e una scala mobile che conduce fino all'ultimo per poter
ammirare il dipinto, di 210mq, che ne decora il soffitto.
Tutto a
ingresso libero. Una visita, assolutamente da non perdere.
Gironzolando per la città, che si visita agevolmente a piedi (o in bici) si incontrano, poi, bizzarre costruzioni come questa guglia,
alta 56mt e formata dalle code
intrecciate di 4 draghi, che si trova in cima al palazzo della Borsa.
Purtroppo
non è visitabile all' interno, ma la sua camera di commercio, tuttora in
attività, è la più antica d'Europa.
Visto il periodo, il nostro secondo giorno a Copenhagen è Ferragosto. O almeno lo è in gran parte del mondo ma non qui, dove le scuole sono già ricominciate ed è un lunedì, frenetico e produttivo, come tutti gli altri. Notiamo che c’è traffico in questa città, ma di biciclette!
Pare che fra i suoi viali alberati e le sue giostre amassero passeggiare Hans Christian Andersen e Walt Disney e non è difficile crederlo, visto il luogo da fiaba che rappresenta.
Oggi è anche il suo compleanno, perché il "Giardini di Tivoli" fu inaugurato esattamente il 15 agosto del 1843. Quasi 200 anni per un parco divertimenti che è il secondo più antico sopravvissuto intatto fino a oggi. Deliziosa atmosfera retrò con giostre antiche (come l'ottovolante a pedali o le montagne russe in legno con freno manuale azionato da una persona a bordo!) e le loro strabilianti versioni moderne. Tutto perfettamente incastrato in una armoniosa convivenza. Montagne russe che ti corrono sopra la testa e romantici laghetti intorno ai quali fare una sosta e, con l'occasione, ammirare i vari tipi di casette per gli uccellini e per le anatre...
Ristoranti per tutti i gusti e camioncini dei pompieri (perfettamente funzionanti!) in miniatura.
Perfino le toilette sono luoghi incantati!
Di notte poi si accende,
se possibile, di ulteriore magia.
Rimaniamo nel parco fino a sera inoltrata, mangiando in uno dei suoi tanti locali e scoprendo così
un altro luogo assolutamente imperdibile di questa città.
Il giorno
seguente è all’insegna della cultura: facciamo una capatina nella chiesa
anglicana (l'unica di tutta la Danimarca) di Sant'Albano, dove, fra i banchi,
scopriamo che è allestito uno spazio per i bimbi: con fogli, carta, libri,
giochi e un tappeto colorato. Non in un angolo della sacrestia, non nel
parcheggio retrostante e nemmeno nascosto dietro il portone di ingresso.
Fra i
banchi. Questa cosa ci colpisce e intenerisce oltremodo.
Dopodiché, decidiamo di visitare il castello che compare sull’immagine di copertina della Lonely Planet tascabile
e che è situato proprio al centro di Copenhagen e circondato,
oltre che da un fossato, da un parco meraviglioso (il più antico della città).
Residenza estiva di Cristiano IV, che lo fece costruire nel 1600, il CASTELLO DI ROSENBORG è tuttora usato dai reali danesi per custodire i gioielli della corona.
Oltre a questi, e alle solite corone tutte tempestate di pietre preziose,
Ma solo come
gesto cerimoniale...
Siccome di camminare e di vedere non siamo mai sazi… Mezz'ora scarsa di treno e siamo a Roskilde.
Se il nome non vi dice niente sappiate che è stata la capitale della Danimarca per ben 4 secoli! E che rappresenta la culla della civiltà vichinga. Un paesotto carino e molto curato che ha il suo fulcro nella maestosa cattedrale, risalente addirittura al 1026 e oggi patrimonio UNESCO.
Qui sono sepolti ben 40 fra re e regine danesi. Ognuno col suo imponente sarcofago, uno più ampio e arzigogolato dell'altro.
Una gita che
vale la pena di fare!
L’ultimo giorno, avendo l’aereo verso l’ora di cena, lo passiamo a bighellonare per la città visitando quello che ancora ci manca: il Municipio, interessante perché è il luogo in cui vengono ricevuti i capi di stato in visita nella capitale ma è aperto a tutti!
Vi si può entrare, girare per le sale, salire e scendere le scale, farsi i 298
scalini della sua torre, che è una delle più alte della città...trascorrervi
del tempo insomma. Con l' occasione si può fare una sosta ad ammirare l'
OROLOGIO MONDIALE, attivato nel 1955 dopo un lavoro di costruzione e messa a
punto durato la bellezza di 27 anni! Il suo meccanismo però è in grado di
determinare i calendari dei prossimi 570.000 anni.
E poi ci immergiamo nella realtà colorata, un po’ sopra le righe e indipendente di CHRISTIANIA.
Negli anni '70 una comunità di hippy occupò una base navale dismessa alle porte di Copenhagen. Da allora CHRISTIANIA è diventata un quartiere autogovernato con uno status indipendente semi-legale.
Sulla via principale, che si chiama (non a caso) Pusher Street, è vietato scattare foto, ma nell'ambito della comunità vigono anche regole serie come il divieto di circolazione delle automobili e di droghe pesanti.
Per il resto, nel villaggio
esistono, completamente autogestiti, un asilo, un cinema, una panetteria,
una fabbrica di biciclette, un mercato e
poi bar e ristoranti. Lungo i bastioni orientali si snodano, immerse nella
vegetazione, originali casette colorate costruite perlopiù con materiali di
recupero.
Perfino le
casette per le anatre hanno i colori e le forme dell'ideologia anarco-pacifista.
Salutiamo la
città al tramonto, lasciandola alla sua aria allegra e festosa.
Personalmente la ricorderò sempre come la città - bellissima - delle biciclette (anche stratificate in parcheggi multipiano!), dei bagnanti in pieno centro cittadino, delle affascinanti case galleggianti
delle tante cose belle da vedere
...E delle
colazioni costosissime!
Abbiamo
preso caffè espressi in diverse parti del
mondo. Anche le più remote (tipo nei campi tendati in Sudafrica). In
Giappone, in Cina e negli Emirati Arabi.
Ma mai, mai
abbiamo speso per 2 caffè e due dolci l'equivalente di 15 -QUINDICI - euro.
(e no, non è
che i venditori ambulanti muniti di Ape lo vendano a meno!)
I prezzi infatti,
a Copenhagen, sono tutt'altro che abbordabili. Anzi, diciamo pure decisamente
esagerati.
Nell'ambito delle sistemazioni però una soluzione valida è sicuramente la catena di alberghi Wakeup.
Le camere sono molto piccole ma estremamente funzionali. Il bagno è chiuso dentro una vetrata opaca che dà luce ma garantisce un minimo di privacy. Pratiche di check- in rapidissime e disponibilità di custodia bagagli (anche quello dietro pagamento di circa 3€ per l' intera giornata). Quello situato nel quartiere di Borgergade (complesso imponente di 720 camere!)
ha l' enorme vantaggio di trovarsi in pieno centro, ma in una via tranquilla, e di poter raggiungere a piedi praticamente ogni luogo di interesse (almeno per buoni camminatori. Noi, facendo tra i 20 e i 22 km al giorno ci siamo trovati molto bene).
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
RispondiElimina