(immagine presa dal web) |
Mi aveva colpito già dalla copertina, così delicata e dai colori caldi e sfumati, con quell’ombrellino che poi sarà il filo attorno a cui si snoderanno i ricordi del passato e le ricerche attuali. Il presente e il passato.
La vicenda infatti si svolge sull'alternanza costante di due piani temporali: gli anni 80 e gli anni 40 del XX secolo, ed è ambientata nella città di Seattle. I protagonisti sono un ragazzino cinese, Henry Lee, naturalizzato americano ma costretto dal padre a girare con la scritta “IO SONO CINESE” sempre sul petto, per amore verso la tradizione ma soprattutto per evitare di essere scambiato per giapponese; e una ragazzina giapponese per l’appunto, Keiko Okabe, nata e creciuta in America ma sottoposta, come tutti gli appartenenti al suo popolo, a persecuzioni e internamenti in appositi campi recintati e controllati. Un’amicizia molto tenera e delicata che ha per sottofondo la muscia jazz ascoltata di straforo nei locali della città dove si beve, di nascosto, lo zenzero giamaicano.
Quella musica, il disco raro e introvabile di un sassofonista loro amico diventerà la colonna sonora delle ricerche successive al loro distacco.
Ognuno a un certo punto andrà infatti per la sua strada, finché il figlio di Henry e la sua fidanzata spingeranno costui, rimasto vedovo, a rimettersi sulle tracce di quella piccola amica mai dimenticata.
E c’è la scena bellissima di una sontuosa cena preparata dalla ragazza per il futuro suocero, dando sfoggio di abilità culinarie notevoli, soprattutto considerando che lei, americana, si cimenta con preparazioni cinesi, in particolare di un dolce che “ci vogliono anni per imparare a cucinare” fatto di “sottilissimi fili di zucchero avvolti attorno a un cuore di cocco”.
E lo stupore dei commensali sarà grande e molto sentito, tanto che il signor Henry Lee, pieno di ammirazione, chiede alla ragazza dove abbia mai imparato a cucinare quelle pietanze.
Ma lei con molta naturalezza risponde che “a volte bisogna anche sapersi buttare nelle cose. Cimentarsi con ciò che è più difficile da raggiungere. Un po’ come lei e la fidanzatina della sua infanzia”.
Un libro molto delicato, che procede senza scossoni né clamorosi colpi di scena. Prevedibile in tante sue parti, con soluzioni spesso intuibili senza troppo sforzo, ma che nonostante questo fa crescere dentro la voglia di sapere come andrà a finire, se i due amici-fidanzati si ritroveranno, se la vita avrà riservato loro la possibilità di rivedersi, come premio finale alla costanza e al coraggio di non smettere mai di cercarsi.
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Per il contest di Serena dalla descrizione mi sarebbe piaciuto molto buttarmi nella preparazione di quel dolce di cocco o magari della “crema di mango fresca con menta” che fa capolino fra gli svariati piatti citati nel libro.
Non comparendo né il nome, per poterne cercare la ricetta, né indicazioni più precise, mi sono tuffata su un più semplice piatto a base di curry che mi fa inevitabilmente pensare a un piatto cinese (più che indiano) e al suo riso di accompagnamento con cui forma un’accoppiata buonissima e gustosa da apprezzare ancora di più dopo una piacevole lettura……
Ingredienti (per 2)
Per il riso pilaf:
2 tazze di riso basmati a chicco lungo
2 tazze di brodo vegetale (carota, sedano, cipolla e, volendo, un piccolo pomodorino)
Un pizzico di sale
1 cipolla piccola intera
1 cucchiaio d’olio extravergine d’oliva
4-5 chiodi di garofano
1 foglia di alloro
Per gli straccetti
4 fettine di arista di maiale
Il succo di ½ limone
Farina
Olio extravergine d’oliva
Sale
2 cucchiaini colmi di curry
1 tazzina d’acqua calda
Procedimento:
Preparare il brodo vegetale e filtrarlo.
Mettere il riso in un colino a maglie strette , sciacquarlo sotto l’acqua corrente e scolarlo bene. In un recipiente adatto anche al forno scaldare l’olio e poi far tostare il riso per qualche minuto finché non diventa trasparente e sprigiona un profumino molto invitante.
Coprirlo quindi con il brodo bollente, aggiungere la foglia di alloro spezzata a metà, la cipolla steccata con i chiodi di garofano, poco sale e coprire con un foglio di alluminio, quindi infornare a 180° in forno già caldo per dieci minuti senza scoprire e senza mescolare mai. Cuocerà da solo assorbendo tutta l’acqua. Estrarre dal forno, versare in un recipiente di coccio e sgranare i chicchi con una forchetta di legno, eventualmente aggiungendo poco olio. Eliminare la cipolla e l’alloro solo quando si sarà intiepidito.
Nel frattempo preparare gli straccetti tagliando la carne a striscioline (dopo aver eliminato eventuali parti grasse). Infarinarle molto bene, scaldare dell’olio in una padella antiaderente e farle rosolare a fiamma vivace in modo uniforme. Bagnare con il succo del limone, salare, unire i due cucchiaini di curry continuando a mescolare e aggiungere infine poca acqua calda per mantenere la preparazione morbida e succosa.
Disporre il riso in un piatto ampio e creare un cratere centrale in cui versare la carne, avendo cura di servire quest’ultima molto calda. Se eventualmente c’è la necessità di prepararla con anticipo ci si può portare avanti facendola rosolare e sfumandola solo all’ultimo (dopo averla fatta nuovamente scaldare) con il limone e l’acqua.
Con questa ricetta partecipo al contest di Dolcipensieri
Grazie per il commento ...e complimenti per il libro...l'hai raccontato prorio bene...ma il finale non l'hai scritto o sono stata io a non leggerlo??????ora mi incuriosisce....sai sono una romanticona e queste storie,subito mi prendono....
RispondiEliminaComunque la ricetta della crocchette di finocchio io un ci vado ad "occhio"come si vuol dire,ma posso dirti che per mezzo cafoncello,aggiungo tre uova piccole,formaggio grattuggiato...Be io non lo misuro mai...io amo abbondare....La consistenza deve essere uguale a quella delle polpette...e' semplicissima da fare....La cottura e' al forno,nel mio forno imposto a 250 gradi e spengo quando si e' formata una bella doratura....Impiegheranno 15 minuti circa con forno gia' preriscaldato.
Lascia prima un po' raffreddare...e poi li mangi....Per mezzo pezzo di pane uso due finocchi....bastano....
Provale perche' sono molto leggere....
Buona vita e buona cucina!!!!!!
Raffaella
Grazie mille a te Raffaella, per le informazioni aggiuntive sulla ricetta che proverò sicuramente perchè mi incuriosisce tanto e perchè adoro i finocchi!
EliminaIl finale del libro l'ho omesso volutamente: non potevo rivelarlo!!!!! Metti che ti venga voglia di leggerlo ti avrei rovinato la sorpresa!!
Un bacio, buona giornata. Ti farò sapere quando proverò le tue polpette!
E adesso come faccio a sapere come finisce questa bella storia ;-)..Mi hai fatto venir voglia, non solo di leggere il libro, ma anche di preparare il riso! Dev'essere buonissimo!
RispondiEliminaUn abbraccio e buon inizio settimana
Sono molto contenta per entrambe le cose! Grazie!!
EliminaTanti bacetti e buona settimana a te
amo la cucina speziata, come non essere intrigata dalla tua preparazione?
RispondiEliminaCi hai anche introdotto bene nell'atmosfera un po' magica del libro, insomma... se volevi incuriosirci e spingerci a leggerlo con me hai raggiunto il tuo scopo!
Ciao Luna, un bacetto
Che dire? ne sono felice! Pensavo di rischiare il linciaggio qualora avessi rivelato il finale del libro ma ho idea che invece lo rischio proprio per non averlo fatto! Solo che non potevo proprio: ti immagini che noia mettersi a leggere un libro di cui si conosce già il finale?? Io lo abbandonerei dopo le prime pagine........
EliminaE allora, se lo leggerai fammi sapere che ne pensi!
Ciao Faustidda, tanti bacetti a te!!
ciao cara che bella recensione ad un libro che anche a me mi ha stuzzicato dalla copertina... ce l'ho già in elenco e dopo aver letto le tue parole è inevitabile l'acquisto. Per la ricetta è una gran buona delicatezza che porterò anche io presto in tavola.
RispondiEliminagrazie
Ho rischiato seriamente di saltare il tuo contest nonostante i tempi dilatati in cui si è svolto...ma con me il tempo non è mai abbastanza e puntualmente mi riduco all'ultimo!!!
EliminaSono contenta invece di esserci riuscita.
Grazie a te, bacio buona giornata
Dalle parole che hai scritto il libro dev'essere molto interessate!
RispondiEliminaIl riso pilaf mi piace tantissimo e lo faccio spesso. Anch'io lo abbino con carne, pollo o pesce, ma non l'ho mai fatto con gli straccetti di maiale. Voglio proprio provare l'accostamento, mi ha ingolosita moltissimo! ^-^
Un bacione
Cara Gio!! IO uso spessissimo l'arista di maiale, come alternativa al pollo o al tacchino, mentre devo dire che tralascio volentieri la carne rossa.
EliminaSe gli togli tutto il grasso intorno è anche quella una carne molto leggera. poi dipende sempre da come la cucini, naturalmente. Infarinata rimane morbida e non stoppacciosa come sarebbe la sua tendenza.. E insomma, a me piace proprio tanto.
Fammi sapere se la provi!!
Tanti bacetti e buona giornata!
Mi ha colpito la storia del padre che obbligava il figlio a girare con la scritta “IO SONO CINESE” sempre sul petto, per amore verso la tradizione ma soprattutto per evitare di essere scambiato per giapponese: qualche volta verrebbe voglia anche a me di girare con un cartello per evitare di essere scambiata per... italiana! :-D Purtroppo ultimamente trovo ben poche ragioni per andare fiera della mia nazionalità, ma sorvoliamo :-) Bel piatto: delicato ma interessante, proprio come il romanzo...
RispondiEliminaCara Lucy, qualche volta, e sempre più spesso ultimamente, ho il tuo stesso desiderio per le medesime ragioni. Proprio ieri sera con mio marito facevamo una specie di quiz: dimmi un motivo per il quale l'italia può essere fiera da un anno (ma anche più) a questa parte....è seguito il silenzio assoluto.
EliminaE molta tristezza.
Baci, buona giornata e grazie!!
l ho letto anche io quel libro! e' romantico:-) e hai fatto un piatto che ci sta veramente! brava! baciotti
RispondiEliminaGrazie mille, tanti baciotti a te, buona giornata!!!
Eliminadevo leggerlo pure io...ora lo leggerò pensando al tuo post =) buon week
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