Che io sia lievemente sbadata è questione ormai risaputa.
Che sia solita farmi cadere dalle mani qualsiasi cosa, in qualunque contesto, non è più un segreto.
Che questa peculiarità io l’abbia ereditata da almeno uno dei miei genitori anche.
Che in famiglia ormai ci si contenda il primato di sfascioni è realtà piacevolmente
consolidata, che risulta anche di qualche
conforto.
Chi invece pare non volersi proprio rassegnare a questi dati
di fatto è l’amato bene.
Per il quale la distrazione non è casuale: è sempre
colpevole.
Un incidente di percorso non capita per caso: lo si va a
cercare.
E rimarca sulle parole:
“il prezioso soprammobile che mi aveva regalato mia cugina
non ti si è rotto, l’hai rotto
(lasciandolo cadere)”
“la maniglia dello sportelletto del bagno non ti si è staccata, l’hai divelta (per la delicatezza
con cui sei andata lì ad aprirla)
“il filo del caricatore del cellulare non ti si è spezzato, l’hai reciso (per la grazia con
cui ogni volta lo sfili dalla presa, magari al volo, passandoci davanti mentre,
come al solito, corri per casa)".
Perché per lui la precisione è tutto, i puntini sulle i sono
fondamentali, dirsi la verità è principio di vita (e aiuta a prendere
coscienza).
Ma al di là di questo è anche un uomo molto premuroso.
Che si preoccupa se rincasa prima, non mi trova e io non gli
ho lasciato nemmeno un biglietto per dirgli dove sono.
Che mi dice grazie ogni volta che gli cucino qualcosa che
gli piace o (assai di rado) gli stiro una camicia oppure faccio la fila alla
posta per pagare una bolletta.
Che si raccomanda di non tenere troppo i bambini in braccio
per non rimanere incriccata con la
schiena.
Che mi prepara il caffè la mattina di ogni fine settimana quando finalmente
si fa colazione insieme.
È per tutti questi motivi che l’altra sera mi sono sentita
in dovere di rassicurarlo.
Tornati da una bella passeggiata sulla spiaggia al tramonto,
esco sul balcone della camera da letto a ritirare i panni, ma rincasando col
mucchio in spalla e la vista fortemente limitata (che già di suo mi difetta
alquanto), prendo in pieno la struttura in legno del letto, giusto sul punto
più dolente dello stinco.
Lui davanti a me, che si sta preparando il cambio per
andarsi a fare la doccia, alza la testa di scatto, mi guarda stralunato, occhi
sbarrati, forse si è preso uno spavento, il rumore è stato così forte che i
casi sono due: si è rotto il letto o mi sono spaccata una gamba.
Trattengo un’ imprecazione mentre sento salire il bruciore,
ma butto i panni sul letto e mi affretto a rassicurarlo:
“ non è niente! non mi sono fatta male!!”.
Mentre tante stelline mi brillano negli occhi e in mezzo al
bagliore guardo un rivolo di sangue scorrere giù verso il malleolo.
Viene verso di me, forse vuole abbracciarmi, magari mi
consolerà un pochetto, andrà a prendere la pomata di Arnica e mi dirà che no, non sono io a essere sbadata, è la nostra camera ad essere troppo piccola per poterci camminare senza sbattere a ogni angolo.
Mi dirà che in fondo non è una vergogna se un altro livido andrà ad aggiungersi alle mie gambe già martoriate di graffi ed escoriazioni.
Che con gli shorts sto bene lo stesso.
Che un pareo basta a garantire quel vedo/non vedo delle ginocchia sbucciate.
Che tanto le mini non vanno più.
Ma torno alla realtà
E non è la mia di gamba che sta analizzando, non è
verso di me che si è proteso.
Si affretta però a rassicurami a sua volta:
“sì sì, ma infatti io
me preoccupavo pe la zampa del letto: ah no è a posto per fortuna!”
È bello sapere di essere al primo posto nel cuore di una
persona <3.
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Ingredienti (per
2)
220 gr di pasta tipo cellentani
10-15 fiori di zucca
2 piccole zucchine
3 filetti di acciughe sott’olio
1 pomodoro tondo piccolo
1 spicchio d’aglio
Peperoncino in grani
Olio extravergine d’oliva
Sale
Procedimento
Mettere a bollire l’acqua per la pasta. Nel frattempo
mondare i fiori di zucca e spezzettarli con le mani. In una padella capiente
far imbiondire, a fuoco dolce, in un po’ di olio lo spicchio d’aglio tagliato a
metà insieme alle acciughe. Dopo che queste si saranno disfatte, unire i fiori
e le zucchine grattugiate con la grattugia a fori larghi. Aggiungere il
peperoncino e il pomodoro tagliato a dadini piccolissimi e far andare qualche
minuto, giusto il temo che il tutto prenda sapore.
Lessare la pasta al dente e, dopo aver messo via un mestolo
di acqua di cottura, scolarla e tuffarla nel condimento, allungando se
necessario con l’acqua.
Ahahahahahaahaha mi sa che devo fargli conoscere Ric... sta ell sua stessa barca. Aveva una casa nuova.. immacolata quando lo incontrai e venimmo dopo pochi mesi a viverci assieme.. Gliel'ho mezza demolita ahahaha no, nel senso che son tante le cose che gli ho rotto.. dai bicchieri suoi preferiti.. al rovinargli il piano del comò strofinandolo aggressivamente e togliendo la parte opaca (ora controluce il comò è pieno di pois lucidi O_o).. e l'ultima volta uscendo ho intruppato nel filo del caricabatterie del suo PC portatile.. e strattonandolo l'ho piegato.. ha dovuto aprire il pc per sistemare dentro O_o.. maru... vabbè..ma ci amano così come siamo! ahahahaahahah Buonissima la tua pasta.. gnam gnam.. smack e buon w.e. :-)
RispondiEliminami fate morire.....Sandra e Raimondo in confronto erano dilettanti......d'altronde tu l'avevi rassicurato cosa potevi aspettarti? Un bacione enorme. quella pasta così semplice così perfetta da sentirne il profumo...vado matta per i fiori di zucca.
RispondiEliminaleggendo...mi sembra quasi di vedere un'altra coppia...quella mia e del mio compagno! ahahahahahahah Questa ricettina l'hai preparata per me...visto che sai che ho l'orto e quindi zucchine, fiori di zucca e pomorori...un abbraccio SILVIA
RispondiEliminabona, io questa la faccio sempre con i cellentani ma di farro, e aggiungo una idea, alla fine, di parmigiano o di gomasio. bona bona bona!
RispondiEliminaMi piacciono semprei i tuoi racconti qualche volta sono in sintonia con te...dustrazione colpi ecc e la domanda maritozzo...hai rotto qualcosa...no mai ti sei fatta male ???? ahahahaha ma ha lo sguardo un po preoccupato. Buona la ricetta tutto meno i fiori scusa....ciaooo
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