Orologi, profumi, pigiami.
Felpe, maglioni, camicie e gilet.
Interi set di mutande, calzini e maglie della salute, tanto
per fare il completo.
Costumi, accappatoi, teli mare e occhiali da sole.
Tute da ginnastica e l’ultimo modello di Nike, di Reebook,
di Lotto, di Vattelapesca sul banco del mercato.
Cravatte e cinte.
Gemelli e fermacravatta quando ancora andavano di moda e
quando ancora girava in giacca e cravatta.
E poi libri, libri e ancora libri.
Buoni da spendere.
Accessori per la macchina, per il pc, per lo stereo.
Foto incorniciate, biglietti amorosi e biglietti di treni.
Ingressi a concerti, mostre e spettacoli.
Weekend avventurosi, cenette romantiche, gite fuori porta.
Ventiquattro anni di vita insieme, tra matrimonio e fidanzamento, per quanto ci si voglia scervellare, a un certo punto rendono
lievemente complicato continuare a essere originali nei regali.
Ma anche solo trovarlo, un regalo.
Figuriamoci continuare a ostinarsi sull’effetto sorpresa.
Infatti per il 41esimo dell’amato bene io non avevo
minimamente idea di cosa regalargli.
Tra l’altro l’ebook reader dell’anno scorso mi ha sbarrato
per sempre la strada al jolly, intramontabile e sempre estremamente gradito del libro, perché lui ormai, innamorato perso
dell’aggeggetto elettronico, il
cartaceo lo ha abbandonato definitivamente.
In pratica mi sono data la zappa sui piedi da sola e per
fortuna temevo che non l’avrebbe mai usato.
Allora toccava per forza rassegnarsi a escogitare una strada alternativa.
Darsi al regalo simbolico.
Votarsi alla cosa pensata e con valore puramente affettivo,
evocativo, un po' alla stregua dei regali virtuali su facebook insomma…
Perché da lì a cedere
alla domanda “cosa vuoi per
compleanno/natale/pasqua”, condita di aria afflitta, quasi risentita, e la
richiesta esplicita di aiuto, perlomeno, a risolvere il tragico problema, è
proprio un attimo.
Manco fosse colpa sua se compie gli anni!
Lo zuccotto, il suo dolce preferito.
Trasformarlo in regalo, il lampo di genio.
Che ha implicato, tanto per citare le prime difficoltà,
fracassare l’anima a quattro o cinque persone per poi non ascoltare nessuna di
queste e fare di testa mia (ma questo fa parte della mia strana pignoleria
mista ad ansia).
Un’intera settimana a scrivere mail e cercare le ricette, nessuna delle quali mi
andava bene.
A tampinare i malcapitati di messaggi e di richieste di
consigli.
Non lo volevo fatto di gelato (prima sì, poi no, poi non sapevo..).
Né di ricotta e canditi.
Né di savoiardi e caffè.
Volevo quello preparato dal marito della mia amica l’ultima
volta in cui sono venuti a cena da noi.
Così mi sono concentrata su di loro, costringendoli a scrivermi la
ricetta e mandarmela via mail, cosa che sono riusciti a fare solo intorno a
mezzanotte, una sera che non ne potevano più, dopo aver messo a letto la loro bambina.
Per poi decidere che no, non avrei usato quella ricetta ma
avrei fatto un po’ di testa mia, un po’ secondo il tempo che avevo a
disposizione.
(poi uno si chiede perché finisce un’amicizia…)
Il pan di spagna è meglio farlo in casa, ma io il tempo non
ce l’avevo e l’ho comprato.
Almeno compralo in
pasticceria! – mi ha intimato, inorridito, sempre il marito dell’amica…
“ah certo, hai ragione”
ho convenuto molto grata del suggerimento...per poi prenderlo direttamente dallo
scaffale del supermercato.
“E le creme
preparatele il giorno prima, così guadagni tempo, non hai scuse!”, pensi di parlare con una sprovveduta? Avrei voluto
rispondere, ma una – orrore – alla fine l’ho addirittura fatta con un preparato
industriale.
Tanto per essere una foodblogger modello.
E sempre perchè volevo esagerare mettendo tre gusti e tre colori diversi, che se mi fossi accontentata di vaniglia e cioccolato avrei fatto lo stesso la mia bella figura senza scadere nella sciatteria più bieca.
Ecco, in attesa di trovare il coraggio di confessare tutte queste
cose agli amici che aspettano di sapere “come è venuto” (e che non leggono il blog) e ammettere che delle loro
indicazioni, dei loro consigli, dei suggerimenti spassionati, io, sciatta e
irriconoscente, ho fatto un uso più che limitato, per non dire che non ne ho
seguito manco mezzo, riporto la ricetta dello zuccotto così come l’ho fatto io.
Con i mezzi e i tempi a disposizione.
Scavalcando pigrizie e remore.
Guadando pensieri e affanni vari, di questo periodo così
incasinato.
E il lato più difficile è stato tenere nascosto a lui il
dolce pronto per due lunghi giorni, anche se stazionava in freezer.
Ma si sa che pur non aprendolo mai, in quei due giorni
avrebbe avuto sicuramente un motivo per andare a cercare qualcosa lì dentro.
ma fortunatamente non è successo.
In ogni caso lo avevo occultato bene, ricoprendo la
ciotola di carta stagnola fino a farla sembrare un mezzo cocomero, di cui certo non avrei saputo giustificare la
presenza in congelatore….
Per fortuna non l’ha scoperto e la sorpresa è pienamente ed
egregiamente riuscita.
La sua faccia stupita, dopo che da anni andava ripetendo che
gli sarebbe tanto piaciuto rimangiare lo zuccotto di quando era bambino, è
stata inequivocabile e ha fatto gongolare il mio ego.
Non sarà stato proprio quello dei suoi ricordi d’infanzia,
né uno zuccotto degno di Masterchef, né quello formidabile e inarrivabilmente buono
del marito della mia amica.
Però è stato pensato, discusso, pianificato.
Inventato, plasmato, rimodellato di sana pianta.
Poco ma sicuro.
E successivamente gradito, apprezzato, lodato.
Quindi pure stavolta il regalo l’ho trovato.
Ma….
per Natale?
@@@@@@@@@
Per la crema chantilly ho usato l’ormai stracollaudata
ricetta di Nanni; per quella al cioccolato ho aggiunto di mio pugno, alla base, cioccolato
e rum; per quella al pistacchio mi sono affidata a una confezione di preparato
industriale.
Non posso che migliorare…
Di Alchermes ne ho usato a fiumi, senza nemmeno diluirlo
perché a me le bagne piacciono proprio alcoliche e non solo con pallidi
riflessi e vaghi sentori, ma ovviamente questo va a gusti quindi assaggiate e regolatevi di
conseguenza.
E per un pan di spagna da urlo, tempo permettendo, seguite
alla lettera tutte le indicazioni riportate qui: non fallirete.
Ingredienti (per una
ciotola di 22 cm
di diametro)
1 pan di spagna da 500gr
Alchermes
Per le creme alla vaniglia e al cioccolato
0,6 lt di latte
65 gr di zucchero + 1 altro cucchiaio
3 tuorli
45 gr di farina
I semi di una bacca di vaniglia (o 1 bustina di vanillina)
120 ml di panna da montare
100 gr di cioccolato fondente
2 cucchiai di rum
Per la crema al pistacchio
1 confezione di preparato per Crème délice al pistacchio Rebecchi
250 ml di latte
250 ml di panna
Procedimento
Per la preparazione della crema al pistacchio seguire le
istruzioni sul retro della confezione, dopodichè metterla a raffreddare in
frigorifero mescolando ogni tanto.
Per le altre due creme, prima di iniziare tutta l’impresa,
calcolare che devono riposare in frigo almeno 4 ore prima di essere utilizzate.
Mettere il latte a scaldare con l’aroma di vaniglia (o la
bacca incisa per la lunghezza). Sbattere leggermente i tuorli con lo zucchero senza
montarli e aggiungervi progressivamente la farina setacciata, quindi il latte
caldo a filo continuando a mescolare.
Fare cuocere la crema su fuoco lento mescolando
continuamente finché non si addensa e per altri 5 minuti a partire dal momento
in cui comincia a fare le bolle.
Una volta tolta dal fuoco dividerla in due ciotole e
aggiungere a una il cioccolato sciolto a bagnomaria e due cucchiai di rum.
Lasciare quindi raffreddare il tutto. Una volta fredda riporla
in frigorifero per almeno 4 ore.
Trascorso questo tempo, montare la panna (ben fredda) e
aggiungerla alla crema bianca mescolando bene.
Come assemblare lo zuccotto:
rivestire una ciotola di vetro con la pellicola lasciandola
sbordare (questo renderà più agevole sformare lo zuccotto prima di servirlo).
Tagliare il pan di spagna a losanghe, bagnarlo bene nell’alchermes e rivestire
accuratamente tutto il contenitore senza lasciare spazi vuoti.
Dopodichè
versare la crema al cioccolato, livellandone la superficie per quanto
possibile,
quindi la crema al pistacchio e per ultima la crema alla vaniglia.
Ricoprire con altri pezzi di pan di spagna sempre inzuppati nell’alchermes, a
formare un “tappo” e schiacciare leggermente ricoprendo tutto con la pellicola
rimanente.
Riporre in freezer.
Per servirlo:
Lasciare lo zuccotto a temperatura ambiente mezz’ora prima
di servirlo.
Mettere la ciotola capovolta su un vassoio e accarezzarla con le mani umide. Tirare leggermente la pellicola verso
il basso e staccare il dolce dal contenitore, rimuovere la pellicola e
decorarlo a piacere.
Quello avanzato l'ho tagliato a fette prima di riporlo nuovamente in congelatore. così porzionato basterà lasciarlo a temperatura ambiente una decina di minuti prima di consumarlo.
E invece sei stata bravissima!!!! hai fatto bene alla fine a seguire il tuo istinto.. anche io chiedo consigli e poi faccio di testa mia! E poi che male c'è aiutarsi con preparati già pronti? Non son così fissata nemmeno io.. se non si ha tempo.. sono nostri alleati!!!! Lo hai fatto con il cuore.. e il tuo dolce maritino lo avrà apprezzato tantissimo.. sembra così goloso...un abbraccio e auguri a lui! :-)
RispondiEliminaGrazie cla!!!! In effetti la soddisfazione più grande è stata la sua faccia quando lo ha visto perché proprio non se lo aaspettava e perché avevo appositamente creato grande mistero intorno alla sua torta di compleanno nei giorni precedenti, sottoponendogli indovinelli fuorvianti e depistandolo un po!
EliminaTanti baci, buona giornata!!
sarà stato contentissimo è un super zuccotto e preparato con le tue mani, bravissima un ottima idea
RispondiEliminaGrazie gunther!! Buona giornata un bacione!
Eliminacerto che l'ammmòre tira fuori di quella pazienza... guarda che hai fatto!
RispondiEliminaAh sì guarda, giusto l amore, visto che io di pazienza, a parte con i bimbi per i quali è (quasi) inesauribile, ne ho davvero pochina!
Eliminatanrti Bacioni pills!!
Vedo che poi hai fatto di testa tua e hai fatto benissimo, guarda che meraviglia, certo quell'uomo può dirsi davvero fortunato.
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