Avrei potuto capire se avessimo avuto un giardino.
Non mi sarei stupita più di tanto se come dimora avessimo
scelto il mulino di Banderas e tutto intorno si estendessero ettari di campi di
grano e chilometri di filari di vite.
Invece abitiamo nella minuscola casetta affacciata sulla
statale.
Al primo piano.
E quindi un topolino no, non è concepibile che si aggiri
indisturbato sul balcone.
E osi addirittura fare capolino dentro casa.
Sto fetente.
Una domenica sera: ultimi 15 minuti de I Cesaroni che guai a
chi ci tocca quell’appuntamento lì.
Con la coda dell’occhio mi pare di veder correre un’ombra
dalla portafinestra verso il mobile del televisore.
Un’ombra proprio piccola in realtà, una sorta di pallina da
ping pong, che rotola come fosse in discesa.
Nera.
Mi si ghiaccia il sangue ma voglio prendermi in giro e
pensare di essermi suggestionata per il fatto che già la scorsa settimana
l’amato bene aveva avuto la stessa impressione e per non sbagliare aveva
piazzato due pastiglie velenose su entrambi i balconi.
Che si per carità non si fa e sono esseri viventi pure i
comuni topolini di campagna, almeno in teoria e idealmente.
Poi accade che ci si trova ad averne a che fare sul serio, e
allora provate voi ad alzarvi ogni mattina prendendo a calci le ciabatte per
scongiurare un coccolone nel caso in cui di notte quello abbia deciso di
infilarcisi dentro, o a battere sulla libreria ogni volta che dovete prendere
un libro o tenere a bada crisi isteriche quando si tratta di spostare un vaso,
un mobile, una tenda, temendo di trovarselo davanti!
E a lavare con bicarbonato o amuchina pure la frutta da
sbucciare (che può sempre averci passeggiato sopra) e a sterilizzare e
disinfettare ogni oggetto su cui la mia testa mi dice che può aver messo le sue
zampette malefiche.
Quindi tutti.
Cesta della biancheria compresa: i mucchi sono diventati il
mio terrore!
Mucchi di panni
Mucchi di libri
Mucchi di giornali
Mucchi di frutta e verdura nelle ceste di vimini sul
balcone.
Mucchi di plastica o di carta della differenziata da buttare
via.
Tutti potenziali giacigli/nascondigli del fetentello.
E a quel punto temere di veder correre lungo i muri il
topetto saltellante e scoppiettante di salute o di ritrovarlo esanime sul
pavimento per aver ingerito il cocktail micidiale non fa questa grande
differenza: sempre in costante allerta e preda del terrore vivo, io.
E se consideriamo la mia naturale inclinazione alla
sbadataggine che mi porta a fare razzia di tutto ciò che ogni minuto mi cade
dalle mani, c’è poco da stare allegri.
Anche perché la miopia non aiuta di certo e manca poco che
vada a dormire con le lenti a contatto, per non ritrovarmi scoperta nemmeno in
quell’attimo fugace in cui mi sveglio, apro gli occhi senza vedere altro che
ombre e inforco gli occhiali, tornando finalmente padrona della situazione
potendomi guardare attorno con circospezione.
In effetti però nei giorni scorsi cadaveri di topo non ne ho
rinvenuti.
E sì che ho spostato mobili, setacciato scaffali, rimosso
libri e oggetti vari dalla libreria.
Non c’è anfratto che io non abbia passato al vaglio.
Anche se le pastiglie risultano mangiate: allora deve
essersi sbagliato l’amato bene, ho pensato fino a questo momento.
La prova visiva però non lascia più spazio a dubbi: il topo
c’è e adesso è pure entrato dentro casa, e presumibilmente se ne sta acquattato
dietro il televisore, passeggiando sui fili del decoder, che magari chi lo sa,
una botta di fortuna e ci resta attaccato.
L’impressione non è stata solo la mia, difatti l’amato bene
si alza, con tutta la calma di questo mondo annunciando: “abbiamo un ospite!”.
E prende a rimuovere con cautela ogni singolo oggetto dai
ripiani sopra/sotto/accanto a quello del televisore, con l’intento poi di
spostare il mobile e stanare il suo nuovo, sgraditissimo inquilino.
Il quale zitto zitto, così come era entrato, eludendo i
nostri varchi, un’oretta dopo, riprende la via della finestra e va a piazzarsi
dentro la scarpiera dell’amato bene sita sul balcone.
Una scarpiera artigianale fatta da lui, con ripiani in legno
e tendine di bambu.
Un paio d’ore dopo la situazione, pressoché invariata, è
questa: noi due armati rispettivamente di spazzolone e scopa di saggina che
guardiamo fisso il ripiano sotto il quale siamo certi si sia rintanato, non
sapendo esattamente come agire.
Non abbiamo un vero piano.
Ma un obiettivo, almeno io, sì: lo voglio prendere. Vivo o
morto.
Lui vuole solo tranquillizzare me senza ammazzare l’intruso
perché gli fa pena, ma non sa bene come gestire la cosa, conciliare le due
faccende, dividersi tra moglie e topo.
E mentre lui pensa e ripensa, e io fremo e borbotto, un
musetto spunta da sotto un paio di Birken.
Minuscolo, simpatico, un cartone animato quasi.
“che volemo fa’?”
pare apostrofarci
Si guarda intorno e
fissa lo sguardo su di noi, i due umani-mammalucchi fermi immobili a osservarlo
brandendo armi improprie, manco fossero Kalashnikof e Bazooka.
I suoi occhietti pietosi e i nostri sguardi torvi si incrociano per
un attimo (quello fatale), in cui il mondo si ferma e tre deficienti (di specie
varia) rimangono lì, a guardarsi, incerti sul da farsi
E sorridendo: noi di noi stessi ma pure un po’
di lui che tanto scafato non sembra; lui di noi, che tutta sta paura non
dobbiamo incutergliela.
Difatti non fa una piega. Non compie movimenti convulsi, non
scappa terrorizzato.
Semplicemente:
Ok via libera! pare dire.
Sti due so’ innocui..
E salta fuori del tutto, con estrema calma, rivelando un
corpicino altrettanto piccolo.
Poi lentamente se ne va, da sotto la grata del balcone, giù
per il fognolo del pianerottolo o su, lungo i foratini nei muri, questo non è
dato saperlo.
Lasciandoci lì a riflettere, coi nostri scopettoni: eroi
impavidi, guerrieri indomiti, cavalieri senza macchia e senza paura.
Messi in scacco da un topolino minuscolo.
Troppo simpatico per poter pensare di calargli, con
nonchalance, uno scopettone sulla testa.
@@@@@@@@@@@@
Noci e nocciole, i due ingredienti protagonisti del Contest
di StagioniAMO!
Li potete usare indifferentemente all’interno di questa
ricetta, che come cascate cascate bene visto che si addicono entrambi.
E magari
pensare ad altre ricette, per la categoria secondi, da lasciarmi a questo link o, nel caso in cui non abbiate un blog, da inviarmi a questa mail, per poter partecipare.
Anche perché la scadenza non è più il 30 novembre:
IL CONTEST è PROROGATO FINO AL 31 DICEMBRE!!!
Non ci sono proprio più scuse per non cimentarsi nella
sfida: vi aspetto!
Ingredienti (per
4 persone)
500 gr di macinato scelto di manzo (o misto manzo e maiale)
2 uova
1 patata lessa
50 gr di parmigiano grattugiato
30 gr di nocciole tritate grossolanamente
Succo e buccia di un’arancia
Un bel mazzetto di rucola
Qualche cucchiaio di pangrattato
Peperoncino
Sale
Olio extravergine d’oliva
Procedimento
Raccogliere il macinato in una ciotola e “condirlo” con le
due uova leggermente sbattute, la patata schiacciata con la forchetta (o frullata al minipimer) e il parmigiano.
Unire anche la scorza grattugiata dell’arancia, il sale e il peperoncino; da
ultimo aggiungere metà delle nocciole tritate e la rucola spezzettata.
Amalgamare con cura il composto e formare delle polpettine grosse quanto una
noce. Unire la restante granella di nocciole al pangrattato, salare leggermente
e rotolarci dentro le polpettine. Disporle quindi in una teglia oliata,
irrorarle con il succo d’arancia e cuocere in forno a 180° per una ventina di
minuti rigirandole, delicatamente, una sola volta.
ahhh ma vabbèèè era un topilino.. e io che credevo le pantegane del fiume Tevere!!!!! :-) No ma ti capsico sai.. io ho fatto peggio questa estate con le blatte in casa che pure quelle carine non son per nulla... Comunque nonf a piacere lo stesso averloin casa.. Speriami che non torni più! Invece che dire de ste polpettine sfiziose??? mi piacciono e le voglio per pranzo ecco che ti dico.. A che ora vieni???? :-D un bacione cara
RispondiEliminaAll'ora di pranzo in punto sono da te, comincia ad apparecchiare!!!!
Eliminase fossero state le pantegane del tevere claudiè penso che non sarei stata qui a scriverne...ma avrei fatto già le valigie per destinazione ignota!!!
brrrrr....mi sento male solo a pensarci!
tanti bacioni a te, buona settimana!!
oh, queste le faccio! ma l'arancia ce la gratto dentro, invece.
RispondiEliminacoraggiosi: io avrei abbandonato l'immobile...
Inconcludenti direi: io c'è mancato molto poco che nn l'abbandonassi...
Eliminae certo pì: dentro va grattata l'arancia!
baci, buona giornata!
ahahahahahaha....che mi hai fatto ricordare!!!!
RispondiEliminaAnche noi per un periodo abbiamo avuto un piccolo ospite in giro per i balconi. però da noi far alberi e campagne sono quasi giustificati....per noi dire di tutto il resto: gechi, cavallette ecc ecc
Ottimi questo secondo piatto, perfetto x il rilancio.
Dai che porteremo a casa risultati grandiosi ;-)
Oh sì sì: quanto a gechi e cavallette abbiamo avuto pure la nursery dedicata tempo fa sul balcone della camera da letto...(con foto del neonato sulla colonna di destra del blog fra le dita dell'orgoglioso "padre" ....ma i topetti no, proprio non li reggo!!
Eliminabaci immensi stagionatrice! a te e al pupetto bellissimo!!
ma dai un povero topolino in piena città!! Povero pero' non sapevo dove andare...invece io abito in piena campagna e ho di tutto...topi, serpenti, uccelli di tutti i tipi...qualche cane randagio (ho anche io un cane a casa Maya) oltre a tutti i tipi di insetti...ovvio...poi c'è pure chi ha polli, pecore e cavalli non troppo lontano da casa mia...insomma praticamente uno zoo ;) queste polpette con le nocciole saranno assolutamente mie! Un abbraccio SILVIA
RispondiEliminaBeh oddio piena città no, perchè anche noi di fronte (oltre la statale) abbiamo campagna aperta e alle spalle (poco distante) il mare. però insomma, anche qua ne girano di strani individui...
Eliminagrazie abbracci fortissimi a te silvietta buona settimana!
Che meraviglia ste polpette! che gusto e che aroma! sei unica coi secondi! sei unica in tutto! :)
RispondiEliminabaci baci
uau terry, che gran botta all'autostima i tuoi apprezzamenti: oggi ne avevo proprio bisogno!!!!!! Grazie amica bella!<3 baci a te
EliminaMamma mia da quanto manco!!! E lo sapevo che potevi strapparmi un sorriso e infatti ho fatto bene. Mi hai fatto venire in mente tanti di quegli episodi nei quali mi sono imbattuta in 20 anni in un luogo con giardino .... e un bosco sotto casa. Prima il doberman ci faceva praticamente amicizia e ci si innamorava.... poi l'arrivo delle miciacce... niente più inquilini scomodi. Perché in realtà con quelle orecchiette tonde tonde, il corpicino minuscolo, fanno quasi (sottolineo "QUASI") tenerezza! Però a me il cuore si ferma lo stesso!
RispondiEliminaMa mi rianimo immediatamente alla vista di queste splendide polpette Luna! Una vera prelibatezza... Attenta che se si sparge la voce.... a volte tornano!!! Bacione
Elly, bella mia, te possino!!!!!! certo che pure io manco da te da un bel pezzo, mannaggia!
Eliminasì sì la tenerezza è solo vaga e assolutamente parziale rispetto al colpo che ti fanno prendere....
pensa che nel giardino dei miei con tre (e dico 3!) cani a volte capitava di vedere un topetto che andava a cibarsi nelle loro ciotole...grandi amicizie e romantici amori proprio!!
Per non parlare dei rospi giganteschi che passeggiavano loro praticamente davanti al muso, del tutto indisturbati...
grazie elly, tanti baci e buona giornata, passo da te al più presto!!!!
Io di incontri ravvicinai con animali vari ne ho avute molte vivendo nel verde: ragni, scorpioni, topi, ratti, pipistrelli, gechi, rospi, lumache ecc. una volta sono riuscita a farlo uscire dalla mia dispensa seza ucciderlo ma nel secondo caso avevo messo una trappola che poi è saltata e non riuscivo a trovare il corpo. Dopo qualche giorno il mio naso è stato guidato dalla puzza e ho trovato un ratto enorme dentro la borsa del mare ormai stecchito, che giaceva tra i costumi e i parei. mi è preso un colpo e ci sono rimasta male perché probabilmente la trappola lo aveva ferito e è morto dopo del tempo non subito come accade ai topolini piccoli. Un trauma.
RispondiElimina