"A casa non s'arriva mai, ma dove confluiscono vie amiche, il mondo per un istante sembra casa nostra" (H.Hesse)

giovedì 30 marzo 2017

Dimostrazioni pratiche – Ciambellone 12 cucchiai


Questo piccolo giardino non è mai stato un fiore all'occhiello del circondario.
Piuttosto un triste ricovero per piante in agonia.
 Negli ultimi mesi poi, tra polvere del cantiere e attrezzi poggiati di malagrazia direttamente sui teneri virgulti che, nonostante tutto, cercavano di venir fuori da qualche residua radice, l’aspetto generale è quello di un orto assalito da un’orda di cavallette, strapazzato per bene e infine abbandonato al suo misero destino.
Tronchi di ortica si elevano fra la ex pianta di rose e il fu gelsomino siciliano. Rovi intricati avviluppano i fragili rametti di ortensia che, pure, cercano in qualche modo di ricicciare. Selve oscure di specie non meglio identificate ammantano il sottobosco di piantine grasse che vivono, loro malgrado, un interminabile buio polare come manco in Antartide.
E poi garbugli di gramigna, distese di farinello selvatico, nuvole di erba calderina.
In tutto questo magma informe tuttavia, svetta, orgoglioso, l’albero di albicocco e, soprattutto, comodamente incastrata nel suo tronco biforcato, una piantina parassita che ho trafugato l’estate scorsa da una casa abbandonata.
Non so come si chiami né di quali cure necessiti. So soltanto che vive attaccata al tronco di un’altra pianta e tanto basta (a me e a lei).
In estate produce fiori fucsia bellissimi che durano fino a quando non si decide di strapparli via, ormai rinsecchiti e senza più particolare appeal.
Fin dall’inizio dei lavori sono stata chiara con tutti: poggiate i vostri attrezzi dove volete, devastate pure vasi, piante e fiori (come del resto stavano tranquillamente facendo prima ancora che li invitassi a non darsi troppa pena). Agite pure senza riguardi né premure, ma una cosa dovete sempre preservare: la piantina parassita, cui tengo particolarmente.
Che del resto sta per conto suo, sull’albero e manco la dovreste vedere.
Lasciatela lì: non la guardate proprio. Non ve la filate. E soprattutto, abbiate cura che non cada per nessun motivo al mondo: deve rimanere abbarbicata all’albero. Sempre.
Ed è così che la piantina parassita è diventata il pretesto di ogni bonaria presa in giro e l’arma di ricatto di ogni occasione.
Se non ce fai er caffè te famo fori quaa parassita
Aò piove: namo a pià a piantina, portamola dentro, sennò se fracica!
E via di questo passo.
Un giorno della scorsa settimana, tornando a casa dal lavoro, trovo l’amato bene in contemplazione estatica di una veletta in cartongesso realizzata lungo tutti i muri del salotto, a sfioro del soffitto, che nei progetti dovrebbe costituire la dimora delle nostre amate tazze di viaggio.
Hai visto come l’hanno fatta bene? -  commenta rapito
In effetti devo dire che stavolta, caso assai strano, hanno interpretato perfettamente schizzi, spiegazioni dettagliate e disegni al millimetro.
Guarda pure gli angoli, con quei sostegni di metallo piccoli e leggeri.  Mi hanno detto che lì potremmo metterci anche una pianta che scende – prosegue, aggiungendo tutto felice, un attimo prima di mordersi la lingua:
Ecco, sì, sono perfino andati fuori in giardino…. a prenderla per farmi vedere, ehm, come ci stava bene – conclude con la voce di due toni più bassa.
Troppo tardi.
Le antenne le ho già drizzate da un pezzo.
Scusa, quale pianta avrebbero preso per fare la dimostrazione di interior design? – chiedo scartando subito l’ipotesi di ortiche e infestanti varie.
Ehm…beh…quella attaccata all’albicocco, del resto è l’unica un po’ a cascata che abbiamo – tenta invano di giustificarli
Però veramente si erano raccomandati pure di non dirtelo
Nello specifico, scopro poi che avrebbero testualmente detto: “nun lo dì a tu moje sennò c’ammazza”.
 E sì in effetti, devo averli proprio terrorizzati, porelli.

@@@@@@@@@@@@@@


 Una torta facilissima e soprattutto tanto comoda, non dovendo pesare niente ma limitandosi a contare il numero di cucchiai per tutti gli ingredienti. Ho seguito questa ricetta, variando come al solito farine e tipo di zucchero. Poi, dalla versione al limone si può spaziare attraverso tutti gli aromi del mondo, solo seguendo la fantasia!

Ingredienti
3 uova
12 cucchiai di zucchero (io di canna)
12 cucchiai di olio di semi
12 cucchiai di latte (nel mio caso di avena, ma potete usare quello che avete in casa)
12 cucchiai di farina 00 (io di orzo integrale)
Scorza e succo di 2 limoni non trattati
1 bustina di lievito vanigliato


Procedimento
Rompere le uova in una ciotola e frullarle con lo zucchero e la scorza dei limoni finché non saranno diventate gonfie e spumose.
Unire l’olio e il latte continuando a mescolare. Aggiungere anche il succo dei limoni, quindi incorporare progressivamente la farina. Da ultimo unire il lievito setacciato e versare il composto in uno stampo oliato e infarinato.

Cuocere in forno preriscaldato per 35-40 minuti. 

16 commenti:

  1. Ma adesso dov'è la pianta parassita, l'hanno invasata o l'hanno rimessa dov'era ? Io li avrei disintegrati !!!!!!!!! Mi piace assai questa torta dei 12 cucchiai, davvero da provare. bacioni Luna

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    1. Fortunatamente per loro, dopo la dimostrazione, l hanno rimessa al suo posto tanto che io non mi sarei accorta di nulla se non me lo avesse detto l amato bene! Ma vai a fidarti...provala la torta, libertà e fammi sapere! Tanti baci a te, cara mia.

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  2. Aahahaha no vabbè.. però io mi sarei arrabbiata di brutto.. ma glielo avevi anche detto.. che li possino!! Dai.. magari riciccia.. Ottimo il tuo ciambellone..mi mancava il 12 vasetti! smackkkk

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    1. Ma poi con tutte le piante e piantine pure in vaso che ci sono in giardino, proprio quella sono dovuti andare a prendere! Il fatto dei cucchiai ti risparmia di usare la bilancia ed è proprio comodo!! Bacioni cla

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  3. Che bel ciambellone: goloso e soffice e ben lievitato....una di quelle ricette che è sempre bene avere a portata di mano!Baci!

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    1. È soprattutto che si fa in un attimo! Grazie Cristina, buona giornata, un bacio a te!

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  4. ottima ciambella, bello il racconto anche se seocndo non si terrorizzano mai abbastanza :-)

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    1. No, figurati: sono tutt'altro che terrorizzati! Grazie gunther un abbraccio

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  5. ...spero che non l'abbiano rovinata 😱 in quel caso ti aiuto a dargli una lezione!
    Fantastica questa ricetta a cucchiai, da provare :-)
    Buon we <3

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    1. Fortunatamente no, Consu, ma li avrei ammazzati ugualmente! Fammi sapere se deciderai di provare la ricetta! Buon se a te, tanti bacj

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  6. Capisco bene cosa intendi, avendo anche io un piccolo giardino. Un paio di piante me le hanno fatte fuori svuotando secchi da pulire e cose così. Per fortuna gli ho dato una dignità solo a fine lavori, con buona pace delle piante che già c'erano. Comunque è sempre la solita storia, dalla mela di Adamo ed Eva. Dici di non toccare e crei un desiderio incontrollabile :-D
    (io li avrei ammazzati! ahahah)
    Meglio consolarsi con un bel dolce, va :-)

    Fabio

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    1. Ah si si, ma infatti è stato proprio quello l errore: raccomandarmi di non toccarla! I dolci sono consolatori mai come in questi frangenti!! Grazie Fa, buon we

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  7. Una torta semplice ma buonissima!:-)
    Cari saluti da Levico Terme, Emilia.

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