"A casa non s'arriva mai, ma dove confluiscono vie amiche, il mondo per un istante sembra casa nostra" (H.Hesse)

lunedì 24 settembre 2018

Penisola Calcidica: tutta un’altra Grecia


Dalle Meteore percorriamo 385 km e arriviamo sulla penisola Calcidica. 

Tre lembi di terra che si dipartono dal continente e si protendono sul mare. Visibili l'uno dall'altro, sottili come le dita di una mano.
Inaccessibile il primo, Agion Oros, occupato dalla Repubblica monastica del Monte Athos, territorio autonomo, con statuto speciale di autogoverno. Praticamente uno stato religioso, occupato solo da Monasteri (maschili) con divieto assoluto di accesso alle donne (e regole ferree anche per i visitatori uomini, ammessi nel numero di 150 annui previa accettazione della richiesta). 
Dall'aria ancora selvaggia e poco sfruttata Sithonia, la penisola centrale, costellata di fitte pinete digradanti verso il mare e innumerevoli calette di sabbia nascoste. 
Turistica e più affollata Kassandra, la penisola più a ovest, meno scenografica e più deturpata paesaggisticamente; meta, oltre che di turisti stranieri, anche di vacanzieri locali, provenienti da Salonicco (Thessalonìki).
Per la nostra vacanza al mare abbiamo scelto la terra di mezzo, Sithonia, per l'appunto, e il piccolo villaggio di Sarti in particolare. Raccolto ai piedi di una collina, conta appena un migliaio di abitanti le cui case sono del tutto invisibili perché inglobate fra le miriadi di b&b, guesthouse, pensioni, alberghetti e affittacamere di ogni genere. 
L'insieme però è piacevole: le strutture sono molto piccole, quasi in miniatura, molto curate e ognuna con dettagli personalizzati. 

Molti negozietti di souvenir, ma anche tanti ambulanti che ogni sera si appostano in pieno centro e aprono il retro dei loro furgoni per vendere miele, vino, frutta, olive, olio, marmellate, conserve fatte in casa.
Una lunga passeggiata a ridosso della spiaggia, 

costellata anch'essa di strutture ricettive e graziosi chioschetti in riva al mare,  

conduce verso la fine del paese (da cui parte giusto una strada sterrata che si inerpica sulla montagna o bisogna tornare indietro per riuscire sulla statale). 

La spiaggia si allarga, il tratto di mare diventa più bello, scompaiono gli scogli, l'andatura scoscesa del terreno che, nella parte vecchia di Sarti, a tratti diventa discesa ripida, qua è pianura e distesa di mare cristallino.

 L’acqua rimane bassa per molti metri e la sagoma del Monte Athos impreziosisce il già considerevole panorama. 

Ecco, noi abbiamo scelto uno studio esattamente alla fine di Sarti, Sarti Paradise House, lontano dalla calca e dai locali, dalle spiagge con lettini uno sopra all'altro e rumorosi beach bar.

 La scelta si è rivelata azzeccata, con finestre affacciate sul mare, 

anche se quello che ci è mancato rispetto alle isole sono stati la pace e il silenzio della sera, in quanto, seppure a distanza, arrivavano fino a tardi, le note delle discoteche improvvisate nei vari chioschetti.

Una giornata di maltempo ci dà la spinta per andare a visitare il resto della penisola rinunciando alla nostra bella spiaggia proprio di fronte. 

Ci dirigiamo verso sud, sulla bella strada panoramica che corre lungo la costa,

 passando per Porto Carras (riconoscibile da un terribile ecomostro che occupa l’intero fianco di una collina), Toroni e Porto Koufòs.

 Di tutti i luoghi visitati, piccoli agglomerati moderni di alberghi, taverne, b&b ci rimangono impressi giusto il porto naturale di Koufòs, con le sue belle insenature, 

e uno spettacolare tramonto goduto dalla spiaggia di Toroni

dove ci fermiamo anche a mangiare imboccando una stradina sterrata in discesa ripida che ci porta a una taverna in cui mangiamo dell’ottimo pesce, con i piedi direttamente sulla sabbia.

Unica nota stonata: un nugolo di zanzare e pappataci a darci il tormento e le cui punture ci affliggeranno per tutta la settimana successiva. 

Risalendo sul versante ovest, arriviamo a Neos Marmaràs, il “capoluogo”, ammasso di palazzine sgraziate arroccate su un’altura, dove, prima di fuggire via, sgomitando tra la folla, almeno facciamo incetta di magneti e altri regalini.
Ciò che ci rimane di questa gita è l’impressione di essere ovunque tranne che nella Grecia dei paesini tradizionali e delle case bianche e blu…
Un’altra mattinata la dedichiamo a visitare il nord della nostra penisola, passando per Vourvouro, un piccolo arcipelago di faraglioni e isolotti per lo più disabitati, a 500 metri dalla costa; per spingerci poi fino a Kassandra, la penisola più a Ovest, essenzialmente per visitare Afytos, quella che la Lonely Planet definisce “l’unica località della penisola dotata di fascino”.


Riscontriamo che in effetti è l’unica ad avere un aspetto più antico e grazioso, sebbene non ci strappi moti di entusiasmo nemmeno lei.

Alla fine della vacanza tiriamo le somme, constatando che la penisola Calcidica è paesaggisticamente molto bella. 

Piena di pinete arroccate sulle alture che incombono sul mare, una vegetazione fitta e aspra, e in generale un aspetto piuttosto selvaggio. 

A disturbare è l’architettura dei villaggi e dei piccoli paesi sorti lungo le coste: agglomerati di palazzine come nemmeno nel quartiere più popolare di Roma.
L’aspetto moderno, freddo e anonimo di queste mini-città, è aggravato dalla loro natura di macchine esclusivamente turistiche.
Alla fine Sarti mi è sembrata la più carina e integrata nell’ambiente.

La nota veramente dolente di questa cittadina però è costituita dall’assoluta sciatteria dell'offerta gastronomica. Grandi promesse, menu dalle liste lunghissime, locali da centinaia di coperti. L'impressione generale è quella che molti si siano improvvisati ristoratori senza averne le reali capacità. Più fast food che ristoranti o autentiche taverne greche, quelle in cui si mangia divinamente, con semplicità e ingredienti genuini.
Magari siamo stati sfortunati noi, e la situazione non è così drammatica, sta di fatto che in una settimana di permanenza abbiamo scovato un'unica, felice eccezione in questo panorama desolante, andando a istinto e scegliendo l'unica taverna, alla fine del lungo corso pedonale, che fosse al di fuori dei circuiti di Tripadvisor, Facebook e compagnia bella ma in cui è necessario prenotare se si vuole trovare posto. Si chiama To Paidiko Scholeio, o "Kindergarden" (con evidente indecisione) o ancora Old School. Insomma, qualche titubanza sul nome, che compare in vari modi sull’insegna di legno e sui menu in varie lingue. 

È ricavato nei locali di un vecchio asilo

 e ha tavoli in un piccolo giardino interno ma anche direttamente al di qua e al di là di una via pedonale. 

Piatti curati, autentici e con ingredienti genuini. Gustiamo finalmente una moussakà degna di questo nome, condita con una spettacolare besciamella dal sapore rustico e corposo e la noce moscata a fare la differenza. Ma anche dell’ottimo tzatziki, polpo su crema di cicerchie e polpette di zucchine con la menta.

Le due cene in questa taverna ci  riconciliano un po’ con la frustrazione di trovarci in Grecia, patria del buon cibo, e mangiare male.
I 130 km fino all’aeroporto di Salonicco, il giorno della ripartenza, ci permettono di riconciliarci anche con tutta la penisola e la sua ricca e spettacolare vegetazione.



10 commenti:

  1. questa cosa del monte athos mi ha un po' sconvolto!

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    1. e non è tutto: pare che l'interdizione si estenda anche agli animali di sesso femminile!

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  2. che peccato... chissà perché questi posti con potenziale altissimo si perdono nel piattume... forse questa parte della Grecia ha risentito di più della grande crisi rispetto alle isole, che in quanto tali, sono da sempre autonome?

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    1. Lo penso anche io. E poi una certa superficialità di fondo, credo. Perché con quel potenziale, appunto, basterebbe davvero pochissimo.
      Un vero peccato, sì.

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  3. La conosco.. o meglio. solo Sithonia.. perchè a parte la gita al monte Athos con la barca.. Cassandra l'abbiamo proprio snobbata.. A noi è piaciuta.. ma.. non sos e ci tornerei... Un abbraccio e bentornata!!! :-***

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    1. Ecco sì: è piaciuta anche a noi, in generale. Specie il mare, le spiagge (che così lunghe e pianeggianti e di sabbia fine sulle isole è difficile trovarle), la vegetazione...è tutto il contorno che ci ha lasciati un po' perplessi. E allora anche io penso che no, decisamente non ci tornerei.
      Un bacione a te, Claudietta grazie!!!

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  4. Ho visitato più isole della Grecia ed ognuna mi ha lasciato il segno! Non vedo l'ora di tornare e non solo per i paesaggi ma anche per la cucina ^_^ mi hai fatto venire l'acquolina con quei piatti :-P

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    1. Con il piccoletto sarà ancora più bello e divertente!
      Buona giornata Consu, tanti bacetti

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