Va fatta una premessa: le città del Canada me le aspettavo completamente diverse. Le avevo immaginate moderne, all’avanguardia, una fotocopia di New York o di Tokyo, con quell’energia che quasi tutte le metropoli moderne sprigionano.
Le ho trovate grigie, cupe, dall’aria un po’ retrò come una matura signora con il viso segnato dal tempo. Nessuna delle quattro grandi città del Canada orientale mi è rimasta nel cuore, nessuna di loro mi ha colpita particolarmente e portata a pensare quanto sarebbe bello viverci. A cominciare da Toronto, definita la “città più multiculturale del pianeta”, dove si parlano 140 lingue diverse. Neppure lei mi ha appassionata, eppure è vitale, ordinata, efficiente.
Il Financial District lo si attraversa ammirando i riflessi di vecchi palazzi nel vetro e acciaio dei loro discendenti contemporanei.
Una di quelle città senza anima, un po’ astratta, di tutti e di nessuno, ma senza una precisa identità. Non è una città brutta ma nemmeno da innamorarsene perdutamente. Toronto si visita agevolmente in un paio di giorni: noi ci siamo mossi a piedi, avendo un alloggio abbastanza centrale e in macchina senza riscontrare particolari difficoltà di traffico come segnalato dalla Lonely Planet (ma forse perché siamo abituati al traffico di Roma…).
-CN Tower,
icona di Toronto, 553 metri percorribili a bordo di un suggestivo ascensore di
vetro. Conviene andarci di mattina presto all’apertura, quando ancora c’è poca
gente, per godere del panorama dalle sue magnifiche vetrate.
Per i più coraggiosi poi c’è anche la possibilità di passeggiare per 20 minuti, imbracati da cavi di sicurezza, su un cornicione esterno a 356 mt di altezza!
Per
ammirarla di sera quando si illumina di mille colori diversi e scattare una
foto che la prenda tutta: piazzarsi all’incrocio tra Mc Caul St e Queen St W, a
nord della Torre.
-Distillery
District, è uno dei quartieri più antichi e meglio conservati di Toronto.
Il suo fulcro è la distilleria Gooderham
and Worts, che risale al 1830 e un tempo era la più grande dell’impero
britannico. Si passeggia tra vecchie ciminiere e magazzini industriali
convertiti in gallerie d’arte, pub, ristoranti e negozietti di design.
-St.
Lawrence Market, edificio di mattoni rossi che all’interno ricorda un po’
(ma in piccolo) il Quincy Market di Boston. Spiccano un paio di rivenditori,
per essere tra i più antichi e per l’originalità delle loro esposizioni, ma per
fermarsi a mangiare c’è di meglio.
-City
Hall, una curiosa costruzione moderna che somiglia a un disco volante,
formata da due torri concave poste simmetricamente e una struttura centrale con
rampe e mosaici. Da tornarci di sera per fotografare la scritta “Toronto”
illuminata.
-Old City
Hall, sul lato
opposto rispetto al palazzo moderno, il vecchio municipio risulta molto più
affascinante con i suoi decori e le espressioni inquietanti dei Gargoyle.
- Yonge
Street, pare essere la via più lunga del mondo, divide la città
longitudinalmente ed è il fulcro di
downtown, al pari di Times Square a New York della quale tuttavia non è che un
pallido riflesso. Non è particolarmente bella ma ci si può fare una piacevole
passeggiata fermandosi magari all’Eaton
Center, centro commerciale ed edificio simbolo di Toronto
-University
of Toronto: come non fare almeno un salto nel più grande ateneo del Canada
pieno di edifici vittoriani e ampi spazi verdi?
-Casa
Loma, situato in collina, è un vero e proprio “castello” con torrette,
comignoli, bandiere svettanti e vezzosi balconi, che domina la città dall’alto.
Risale ai primi del ‘900 ed era la lussuosa dimora di un ricco finanziere che
poi cadde in disgrazia e fu costretto ad abbandonarla. Si può raggiungere
salendo i Baldwin Steps, una
scalinata di 27 mt che parte da Spadina Ave, ma noi lo abbiamo raggiunto
comodamente in macchina.
-The Path,
la Toronto sotterranea: è un labirinto di corridoi lungo 28 km in cui
rifugiarsi d’inverno o in caso di pioggia.
Abbiamo poi
fatto un giro per Chinatown e Little India trovandole però dimesse e davvero poco
attraenti.
Frizzante e
vivace invece il quartiere di Queen West, con ristoranti e negozi.
Bellissima
Union Station.
Discorso a parte meritano gli hotel. Il costo della vita in Canada è piuttosto alto e trovare un alloggio economico (e poi ben posizionato e magari che disponga di un parcheggio o di una convenzione con un garage), soprattutto a Toronto, potrebbe rivelarsi un'impresa.
L'averne trovato uno, a 130$ a notte, con una mini camera PRIVA DI FINESTRA e bagno incorporato (letteralmente) ma in posizione comodissima (a due passi dalla CN Tower) e convenzione con parcheggio nelle vicinanze, mi ha fatto rivalutare l'esiguità degli spazi delle camere d'albergo giapponesi. E direi che no, queste ultime non sono più piccole di quelle canadesi!
Qui l'itinerario completo del viaggio nel Canada orientale.
io invece avevo l'idea che fossero come le descrivi tu ma mi sono ricreduta ^__^ Toronto alla fine mi è piaciuta e seppur è un mix di modernità e talvolta di trasandato mi è piaciuta e sarei rimasta un paio di giorni in più.
RispondiEliminaEh infatti mi ricordo che ne avevamo parlato. Secondo me alla fine è questione di aspettative:io ne avevo di altissime per queste città ecco forse perché mi hanno un po'delusa. Ma mettiamoci anche che io guardo sempre da una prospettiva di "dove mi fermerei a vivere" e ecco, forse anche per clima, Toronto non la sceglierei. Grazie Marta, è sempre tanto bello confrontarsi sui viaggi, specialmente ora che siamo fermi (speriamo non ancora a lungo). Un bacione, buon fine settimana!
EliminaLeggere il tuo post mi ha fatto tornare in mente un bel giallo canadese letto qualche tempo fa.... prima o poi leggo anche i libri successivi :)
RispondiEliminaSe può interessarti ti lascio la mia recensione di Case di Vetro
https://unaciliegiatiralaltra.blogspot.com/2020/10/case-di-vetro-le-indagini-del.html
Altroché se mi interessa! Grazie Fede, io leggo sempre le tue recensioni, non so perché questa me la sia persa!
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