A pensarci bene, di quel famoso pranzo lì, a salvarsi dal calderone malefico di insicurezza-scarsa autostima-giornata proprio storta-lasciateme stà, in cui ero inesorabilmente caduta in quel festoso frangente, non sono stati solo gli ormai noti cestini di fave, ma anche questa cosa sfiziosetta qua (vi chiedo lo sforzo di fidarvi sulla parola, considerando la qualità della foto...l'unica strappata ai mille impegni e alle stratosferiche paturnie del momento..):
Un antipasto curioso, assaggiato durante una brevissima trasferta a Firenze, salvo poi scoprire che con la Toscana non ha proprio niente a che vedere, trattandosi, come ho appreso poi, di un antipasto tipico addirittura del Monferrato.
Per la gita avevamo preso a pretesto San Valentino (perché ogni scusa è buona, non certo per singolare attaccamento alla festa in sé..) ed eravamo partiti già con l’intenzione di deviare, allungando un po’, per vedere la magnifica Abbazia di san Galgano, quella senza tetto e senza pavimento....
Con la leggendaria e suggestiva spada in questione
Arrivati poi nel bellissimo capoluogo toscano, indovinate un po’? Ma certo: pioveva!!!!
E non ha smesso nemmeno il giorno successivo
pur regalandoci scorci ugualmente indimenticabili
compreso il piccione appollaiato su una testa certamente fuori dal comune...
In barba al tempo e per nulla minati nell’appetito, girovaghiamo per qualche ristorante in cerca del “nostro”, dove tra cena e pranzo del giorno successivo ci rifacciamo ampiamente della beffa climatica tra antipasti tipici
Taglieri di formaggi
Pici al sugo di lepre
Per concludere in bellezza con un paradisiaco zuccottino, fortunatamente in formato mignon, che ci svela generoso tutto il suo golosissimo contenuto non appena affondiamo la forchetta....
Sta di fatto che, pur fra tutto questo ben di Dio, forse perché tutte cose ormai mangiate (sempre con lo stesso piacere) in più di un’occasione, questo tonno di coniglio invece,
sapore nuovissimo e assai stuzzicante, mi è talmente piaciuto che una volta tornata a casa, sono corsa a chiederne conto agli amici del Giornale.
sapore nuovissimo e assai stuzzicante, mi è talmente piaciuto che una volta tornata a casa, sono corsa a chiederne conto agli amici del Giornale.
E il grande Peppe, avvocato siciliano con una grande passione per la cucina, ne ha prontamente pubblicato la ricetta, assolutamente chiarissima, che potrete trovare qua nella versione originale.
Ma che per comodità riporto anche qua sotto, con accanto le mie (piccole) varianti in rosso.
Consiglio di servirlo su fette di pane, avendo però l’accortezza di scolarlo un po’ e di usare un pane adatto alle bruschette, altrimenti si intriderà oltremodo di olio e risulterà stomachevole, mentre invece il boccone più prelibato dovrà essere proprio quella bruschetta così saporita….
Ingredienti per 8 persone
10 litro e acqua
200 gr di sale
1 coniglio intero da circa 2 Kg (1,2 Kg da disossato)1 cipolla media
1 carota grossa
4 coste di sedano
1 mazzetto di erbe aromatiche (alloro, timo(non l'ho messo), rosmarino, salvia, prezzemolo)
2-3 chiodi di garofano (ne ho messi una manciata, e ne ho aggiunti anche successivamente nell'olio)
10 foglie di salvia
10 di spicchi di aglio medi (io ne ho usati soltanto 2)
½ litro di olio extravergine di oliva
Pepe nero in grani
Procedimento
Dal vostro macellaio di fiducia (oppure da vostro marito, come nel mio caso) fatevi eviscerare il coniglio e togliete via anche la testa. Una volta a casa lavatelo bene ed asciugatelo con un canovaccio da cucina.
Poi, per prima cosa mondate la cipolla e, lasciandola intera steccatela coi chiodi di garofano. Spellate la carota, pulite bene il sedano e legate gli aromi a mazzetto. Fatto questo mettete il tutto in una pentola di grandi dimensioni, aggiungete anche qualche grano di pepe nero. Mettete in pentola anche il coniglio intero e coprite bene con 10 litri d'acqua cui aggiungerete 200 gr di sale grosso. È di assoluta importanza rispettare questa proporzione da cui dipenderanno la morbidezza e la giusta sapidità del coniglio ( che dovrà assomigliare al tonno...). Portate a cottura finché il coniglio non sarà diventato tenero.
A cottura ultimata spegnete e lasciate intiepidire il coniglio nel suo stesso brodo. Poi, prima che sia completamente freddo, estraetelo e spolpatelo con cura facendo in modo di ottenere dei pezzetti di carne abbastanza regolari.
A questo punto sbucciate l’aglio, lavate la salvia ed asciugatela bene tamponandola con un canovaccio da cucina pulito. Poi in una ciotola o in una boccia con l’imboccatura larga versate un po' di olio, quindi fate uno strato di pezzetti di carne di coniglio, distribuiteci sopra qualche foglia di salvia e qualche spicchio di aglio sbucciato e qualche grano di pepe, ma lasciato intero, versate altro olio e continuate così fino a quando non avrete esaurito tutti gli ingredienti.
Fate però attenzione a che il coniglio sia ben impregnato d’olio, senza però esservi immerso. Coprite con una pellicola o con il coperchio se avete utilizzato una boccia e lasciate riposare in frigo per almeno 24 ore prima di utilizzarlo, ma tenete presente che dopo 48 ore è ancora più buono e tenero.
Sempre peppe dice che: "si chiama in questo modo poiché la carne, stando nell'olio per qualche giorno a macerare, diventa tenera come il tonno".
Un po' laborioso, anche per il fatto di doverlo preparare con almeno un giorno di anticipo, ma ne vale assolutamente la pena!
L'ho sempre detto che Firenze ispira... ;-)) Baci
RispondiEliminao.O che bel post, accipicchia !!!
RispondiEliminaBellissimo post,buonissima ricetta!Adoro Firenze!Un bacione!
RispondiEliminaOgni volta che torno a Firenze per me è sempre un'emozione. Ho sentito parlare spesso del tonno di coniglio, dev'essere davvero molto gustoso. Un bacio, buona settimana
RispondiEliminache belle foto di una città sempre magico...ma come piemontese rivendico la paternità del tonno di coniglio, tra l'altro buonissimo che vale la pena fare!
RispondiEliminaGrazie a tutte!!
RispondiEliminaLUCY: nella parte inziale specifico che è un piatto piemontese, anche per sfatare quella che era una mia convinzione e cioè che fosse toscano! Proprio perchè per una qualche stranezza l'ho assaggiato per la prima volta a firenze, ma va da sè che ora aspetto di mangiarlo sul posto!! E pensa che la ricetta me l'ha data un siciliano (che però a sua volta l'ha avuta da un piemontese)!!!
Tu lo prepari nello stesso modo? Sono curiosa di conscerne altre versioni perchè hai ragione: è davvero buonissimo e vale la pena farlo!
Buona giornata e bacetti a tutte