"A casa non s'arriva mai, ma dove confluiscono vie amiche, il mondo per un istante sembra casa nostra" (H.Hesse)

venerdì 22 giugno 2012

Via grembiuli e presine: oggi si viaggia!


Ieri, 21 giugno, cadeva il solstizio d’estate. La voglia di vacanze (che comunque, per quanto mi riguarda, si manifesta variamente nel corso di tutto l’anno e non solo allo scoccare preciso della stagione estiva) mi pare fin troppo scontata.
Ma siccome la realtà di questi giorni è stare fuori casa dalle 8 alle 12 ore al giorno saltellando sull’asfalto rovente di una città caotica e sovraffollata di turisti pure loro accaldati (ma contenti), la mente è giocoforza costretta a prendersi delle sacrosante libertà, almeno lei.
E allora viaggiamo!
Un amico molto caro che di mestiere fa lo scrittore (e gli riesce anche piuttosto bene…), una volta mi disse una cosa che suonava più o meno così:
Lo spazio dell’invenzione si apre quando tu hai pagato tutti i dazi allo spazio della realtà. Quando si arriva al confine lo capisci. Non esiste il fuoco sacro, l’ispirazione o balle del genere:esiste quel confine. Quando lo varchi (e lo capisci) comprendi di essere nel privilegio della scrittura. La realtà non esiste più perché esiste una realtà altra, più vera e assoluta
Del Kenya non sono mai riuscita a raccontare. Evidentemente quel confine non l’ho mai varcato e questo fatto mi sembra tanto più vero quanto più sento crescere un’emozione incontenibile ogni volta che riguardo le foto. Poche, rispetto a quante ne abbiamo fatte in seguito durante altri viaggi. Ma anche per fare foto, a pensarci bene, devi aver pagato quel dazio, forse perché immortalare con l’obiettivo è un po’ come scrivere una storia, solo usando altri mezzi.
Se ciò che vedi ti cattura completamente, togliendoti il respiro e frenando ogni altro pensiero, anche tirare fuori la macchina fotografica diventa impossibile. E’ una messa a fuoco solo interiore, che poi faticherà a compiersi, perché avrà sempre un alone di incredibile e illusorio, di vago e di indecifrabile.
Un documentario a cielo aperto, in presa diretta, soltanto con quella telecamera virtuale  che c’è nel cervello. Che vede, osserva, memorizza, fissa per sempre e poi rielabora, metabolizza e restituisce con contorni più nitidi. O almeno dovrebbe. Perché tutto questo, per il Kenya, in realtà non è mai accaduto. Rimane un groviglio di emozioni vivide e pulsanti chiuso lì, ancora da smaltire, pure a distanza di cinque anni, ancora da assaporare, perché è di una bellezza così sconvolgente che non finisce e non si smaltisce mai.
Continua a commuovere, a far pizzicare gli occhi di nostalgia, a stringere il cuore di quella malinconia che solo uno spettacolo vero e perfetto della natura può suscitare.
Bagliori di immagini che si susseguono a volte sovrapponendosi.
La terra rossa della savana
Le strisce nette e perfette di una zebra
La magia di un’alba fuori da una tenda

L’eleganza maestosa di una giraffa
L’imponenza di un elefante (che ha perso una delle zanne in un combattimento)
I colori di un’iguana
La curiosità di un babbuino
La vicinanza di un coccodrillo
Le abitanti un po' indisciplinate di un albero
La stranezza di un insetto
La bellezza nuda e cruda di un piccolo "bar" locale
Il fascino di una piantagione di agave
E perfino la dolcezza di una piccola istrice
...e l'aspetto un po' meno rassicurante di un altro strano animaletto
Fino ai giochi imprevedibili e affascinanti delle maree, 
di quando il mare si allontana così tanto che finisci per non vederlo più e al suo posto resta solo un lago immobile
Dal quale affiorano bellezze che non ti aspetti
Che per un attimo pensi siano finte, 
messe lì appositamente da qualcuno.
E ricordi di volti, nomi, luci, profumi, suoni, contatti durati lo spazio di un pomeriggio o dell’intero viaggio. Sfoglio il quaderno di Joseph e ripenso alla sua storia, alle sue lezioni improvvisate di Swahili, e ai suoi racconti della fuga dalla Somalia.
Ricordo vagamente i nomi dei suoi fratelli e ho invece nitido il suono di quel fiato corto che gli mozzava a metà i discorsi, troncando anche i pensieri, suoi e miei.
Lo sfoglio e ripenso a quel mio strano marsupio monospalla che gli piaceva tanto e che ho barattato col suo quaderno ben più prezioso. Perché fosse chiaro che quella in debito ero e sono io, che la merce di scambio più nobile e preziosa l’aveva lui, che le parole vergate su quel foglio sono rimaste impresse anche qui, sul lato sinistro, esattamente dove pulsa il sangue.
Karibuni Kenya

8 commenti:

  1. Cara Luna,
    forse quel confine l'hai varcato proprio ora e l'emozione è stata tale che in ogni tua parola si avverte una piena vibrazione: quella del ricordo, del sussulto, della rievocazione. Non voglio aggiungere altro, perché in fondo non posso. Dico solo che stavo aggiornando il mio blog e mentre con molta fatica cercavo parole, ho trovato le tue.

    Un abbraccio

    Giulia

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  2. Bellissimo post! Mi sono emozionata nel leggerlo e quando ci si emoziona, la sfera razionale, per fortuna!, va in letargo, però, in quel groviglio di sensazioni, sentimenti, parole, colori, immagini, insomma emozioni, mi sono riconosciuta quando scrivi di avere poche foto del Kenia, perché sei talmente preso da ciò che vedi, da non voler neanche fotografare.
    E' quello che capita a me, talvolta!
    Un bacione e buon fine settimana

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  3. accidenti che bel post, pieno di emozioni e sentimenti, quelli poi, che ci fanno andare avanti nella nostra vita, come vivere senza, impossibile. Non sono mai stata in Kenia, per il momento, un abbraccio SILVIA

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  4. Nonostante penso che tu sia una brava cuoca, mi piace molto quando appendi al chiodo grembiule e presine... per raccontarci, come tu solo sai fare, le emozioni e gli appunti dei tuoi viaggi!
    E riesci sempre a colpire nel segno, a trasmetterci le tue emozioni che per un attimo vorrei fossero le mie, tanta è la passione che ci metti!! Un abbraccio!

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  5. ciao, grazie per la visita!
    anche io mi sono unita al volo tra i tuoi lettori perchè qui vedo che condiviamo una passione: il viaggio!
    e che posto questo!
    in kenya ci sono stata ma non ho avuto il tempo e la fortuna di vedere questi posti.
    Grazie per queste foto.. non so perchè ma quando vedo le immagini dell'Africa, mi si apre il cuore.
    vaty

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  6. Grazie a tette ragazze, siete carine e uniche come al solito!

    @VATY: grazie a te, io stamattina sono passata al volo e ho rischiato di rimanere impigliata fra le pagine e soprattutto le foto del tuo blog che mi piacciono da morire! Poi mi sono accorta che rischiavo di perdere il treno per andare al lavoro allora ho fatto appena in tempo a iscrivermi ma non anche a lasciarti un commento...ma tornerò molto presto!!
    Tanti baci

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    Risposte
    1. ahaha, Luna, mi hai fatto sorridere! non ti preoccupare, guai se perdi il treno per colpa di un blog ;-)
      la foto del mio blog.. pensa che l'ho scattata durante la ns ultima vacanza a cipro..
      la gente in spiaggia mi guardava in modo strano perchè fotografato un innaffiatoio a terra e non ne capivano il senso
      :D

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  7. Bellissime foto, anche se io non so se ce la farei ad avvicinarmi così tanto XD

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