"A casa non s'arriva mai, ma dove confluiscono vie amiche, il mondo per un istante sembra casa nostra" (H.Hesse)

venerdì 2 marzo 2012

La Sicilia in un libro e nel cuore – Timballo di anelletti


Racconto d’amore, storia di una sfida mortale, raccolta di leggende, excursus storico, inno al piacere di narrare, ma soprattutto libro di cucina. Un ricettario, precisamente”, scrive Andrea Camilleri nell’introduzione di questo libro cercando di definirne il genere. 
(immagine presa dal web)
Poi conviene che si tratta anche di un saggio sulla democrazia, dato lo stretto legame, nell’ambito di uno stesso menu, tra cucina povera e cucina ricca, senza ombra di distinzione, principio per il quale le panelle,
 il maccu, la caponatina si trovano affiancate alle triglie all’arancia o al capretto farcito. Alla fine riassume tutto in un prezioso suggerimento: “Mi viene da dire: leggetelo, certo, ma anche assaggiatelo, gustatelo”, esortando ad affidarsi al proprio palato per ricavarne la sintesi ultima e strettamente personale. 
Perchè una cosa è certa: le sette cene attraverso cui si snoda l’intera vicenda contengono non solo le antiche ricette per provare a cimentarsi nell’impresa di riprodurle, ma anche la mirabile descrizione di sapori e profumi condotta dai due autori.
Semplice la trama, quasi banale nel suo ripetere la ben più celebre storia delle Mille e una notte e della protagonista Shahrazàd: anche qui compare una bellissima principessa araba ed è in pena per la sorte del fratello, Omar Ibn Khalid, condannato a morte per alto tradimento da Ruggero d’Altavilla, conte di Sicilia;
 e anche qui l’astuzia e la capacità oratoria, insieme alle virtù culinarie e seduttive di Yasmina, saranno il perno intorno a cui ruoterà la sorte del condannato.
Sette cene: tanto dura la manovra di persuasione nel confronti del futuro re, ammaliato dalla bellezza della donna, ma soprattutto dalle prelibatezze che ogni sera allestisce per lui
accompagnandole con racconti incantatori sul tema dell’amore visto da ogni angolazione. 
L’amore materno, l’amicizia (forte quanto l’amore, recita il titolo), l’amore cortese, l’amore per gli animali, l’amore filiale, l’amore tra fratelli e sorelle fino a giungere all’amore perfetto, con sui si chiude il libro. 
Il titolo di ogni capitolo, cui corrisponde una cena (del primo giorno, del secondo giorno e così via), è accompagnato dall’elenco del menu e si apre con il racconto di una leggenda, inframmezzato alla descrizione delle portate offerte a Ruggero e agli effetti che hanno su di lui; 
quindi si chiude con una parte riservata alle ricette vere e proprie: grandi classici della cucina siciliana, di cui si mostrano le influenze arabe, senza voler ricostruire, come specificano i coautori, la realtà storica dell’alimentazione ai tempi di Ruggero I.
Mirabile la descrizione della caponata: “[...]che è come un concentrato di Sicilia: la melanzana violetta che il mio popolo ha portato dalla Persia, insieme con l’oliva bianca, i capperi, il potente sedano...ognuno cotto a parte, ben insaporito ciascuno nel proprio aroma prima di mescolarsi a quello delle altre verdure, come un coro di cantanti 
che avranno coltivato a solo il proprio talento prima di unirlo a quello degli altri per fonderli insieme, riuniti ed esaltati sotto la direzione di un maestro: esattamente come queste verdure sotto la sferzata dell’aceto e la dolcezza dello zucchero....”.
 Bellissimo il racconto della nascita delle isole Eolie, le sette sorelle che “portano il nome del loro sposo divino” cui si sono offerte, fissandosi per sempre nella pietra, per amore del loro fratello, Pellegrino, il quale “consacrò il resto dei suoi giorni a far prosperare gli orti e i giardini e a elargire la carità su quel monte, a strapiombo su Palermo, che ormai porta il suo nome...”.
 

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E dopo quelli di mare, è arrivato il momento di parlare anche della versione classica degli anelletti.
Come per le lasagne e per qualsiasi altro piatto della tradizione, ogni famiglia ha la sua ricetta con le sue varianti e i suoi segreti.
Scorrendo diverse liste degli ingredienti che compongono questo sontuoso timballo di anelletti mi viene da dire che quello che mi ha insegnato a fare mio padre, in confronto, può quasi definirsi “light”.
Dove a prevalere sono sicuramente gli elementi base: il ragu di piselli, il formaggio, la crosticina di pangrattato.
Ma c’è chi usa la provola ragusana al posto del provolone piccante (variante, quest’ultima, che facilita la vita di chi volesse prepararlo lontano dall’isola e si è già ampiamente dannato per trovare gli anelletti in questione…), chi aggiunge la ricotta, chi le melanzane oltre ai piselli e chi tocchetti di salame nel sugo (questo un tempo lo faceva anche mio padre!). Io ho da sempre mangiato questa versione qua e per me, ovviamente, è in assoluto la più buona!
Ma è istruttivo e interessante leggere la ricetta così come è riportata nel libro in questione, specificando che si tratta di “una pietanza di festa, e all’origine araba della pasta si uniscono tutti gli arricchimenti gastronomici portati dalle differenti dominazioni che, nei secoli si sono succedute sull’Isola”.
Ingredienti (x 8 persone)
500 gr di anelletti
3 etti di carne macinata
2 salsicce di prosciutto
2 barattoli grandi di pelati
250 gr di piselli surgelati
200 gr di provolone piccante
Abbondante parmigiano
½ bicchiere di vino bianco secco
1 carota
1 cipolla piccola
Un bel ciuffo di prezzemolo
Olio extravergine d’oliva
Qualche cucchiaio di pangrattato
Sale
Pepe

Procedimento
Predisporre innanzitutto un bel trito omogeneo di tutti gli aromi, quindi metterlo a rosolare insieme alla carne, alle salsicce sbriciolate e private della pelle (e all’occorrenza anche lasciate un po’ sgrassare sul fuoco in un dito d’acqua bucherellandole un po’), in un tegame capiente con un po’ d’olio.
Far rosolare bene quindi sfumare con il vino bianco. Aggiungere i piselli, quindi i pelati precedentemente passati al minipimer. Aggiustare di sale e di pepe e lasciar cuocere, a fuoco moderato per circa un paio d’ore (io aggiungo anche un pizzico di zucchero per contrastare l’acidità del pomodoro).
Nel frattempo lessare gli anelletti in abbondante acqua salata e scolarli molto al dente. Il tempo di cottura riportato sulla confezione è di 15 minuti, perché in effetti si tratta di una pasta che tiene molto bene la cottura. Siccome però dipende sempre dalla marca, per non sbagliare io li tengo al massimo 5 minuti e poi li scolo, passandoli sotto il getto d’acqua fredda per bloccarne la cottura: avranno tutto il tempo poi di finire di cuocersi in forno.
Condirli con metà del sugo intiepidito e con del parmigiano. (N.B.: non usare il sugo caldo per non rischiare che la pasta continui a cuocere, come mi è successo una volta!).
Oliare una teglia e spolverarla con il pangrattato, quindi disporvi un primo strato di anelletti, poi uno di provolone tagliato a cubetti, parmigiano e altro sugo e proseguire in questo modo fino a esaurimento degli ingredienti.
Terminare con uno strato di sugo, ricoprire uniformemente di pangrattato e oliare leggermente in superficie (oppure completare con qualche fiocchetto di burro).
Cuocere in forno a 180° per circa 25 minuti e altri 5 in funzione grill.
Una volta sfornato lasciarlo riposare qualche minuto prima di servirlo.
Pregate poi che ne avanzi un po’ perché il giorno dopo è tanto, tanto più buono!



33 commenti:

  1. Toh, oggi sono la prima...
    Bene bene, come sai mi leggo mooolto attentamente i tuoi post! Hai fatto una recensione di questo libro che non vedo l'ora di andarmelo ad accaparrare in libreria!!! Questo lo posso sicuramente fare... Quello che mi "rode" è non essere riuscita ad arrivare a casa tua in tempo per mangiarmi un piattone di questi aneletti... Ma sono avanzati ancora??? Il giorno dopo è oggi??? Faccio ancora in tempo????
    Buona giornataaaaaaa!!

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    1. Aho, i romani sono pure pigri a scrivere... Anelletti!!! Ci vanno due elle! Sorry

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    2. Eh...purtroppo gli anelletti sono finiti, anche se ogni volta se ne fa una teglia che basterebbe per un reggimento. Tuttavia...nulla impedisce di replicare, e allora ti chiamo per tempo!!
      Baci, buona giornata a te!!!!

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  2. Ammazza che bel libro che deve essere!! e che recensione super che ne hai fatto!!!e quegli anelletti invece?? dalla foto si capisce quanto siano buoni.. fameeeeee... baci e buon w.e. .-)

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    1. Grazie claudietta, oddio non posso credere che sia di nuovo lunedì....che sonnooooo!!
      Baci, buona settimana a te

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  3. BELLISSIMOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!
    il libro, le foto, il racconto, la ricetta, tutto meravigliosooooo, GRAZIEEEEEEE!!!!!!
    la macchina l'ho vista vicino Selinunte :)))
    il libro è nella mia lista...è da un pò che volevo leggerlo!!!
    e gli anelletti...prima o poi saranno miei :)
    baciiiii

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    1. Esatto: proprio vicino a selinunte! E che buffo metterci la Routard vicino per vedere se era proprio lei quella in copertina: ma certo di quelle 500 non devono essercene proprio tante in giro!
      Grazie a te chiaretta, buona settimana e baciiiiii

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    2. trovatiiii!!!
      in basso in basso, in uno scaffale della coop
      segno le tue ricette :)))

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    3. E andiamo!!!! perchè prima o poi la costanza premia!!
      bravaaaaaa!!!!
      allora oggi vado pure io a dare uno sguardo alla coop!

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  4. Ma sai che mai post mi acchiappò più di questo? Tra libri ghiotti, timballi principeschi, foto intriganti e quant'altro sono rimasta letteralmente affascinata... E adesso come faccio a tornare alle atmosfere padane? :-D

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    1. Semplice Lucy: esci a cercare gli anelletti e il libro e ti chiudi in cucina.
      Poi, mentre aspetti che quelli siano pronti ti immergi nella lettura dimenticando tutto il resto...a volte funziona!
      Mi dirai però che oggi è lunedì...e quindi è tutto più complicato (almeno per me): pure l'immaginazione fatica a decollare!!
      Buona settimana, grazie e tanti bacetti

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  5. Mamma mia quanto mi hai incuriosito con questa attenta recensione di questo libro che comprerò subito! Per non parlare poi della tua squisita ricetta degli anelletti....a fine mese scendo a Catania e me ne compro almeno 10 kg da portare a Napoli! Sarà timballo di anelletti per mesi...:-)
    A presto

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    1. Oh che bello: beata te!!!! Salutami la sicilia e fai una scorta enorme di anelletti: non sono mai abbastanza!!
      Grazie di essere passata, baci, buona giornata!

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  6. Domani chiamo mia sorella per farmi comprare il libro..mi hai invogliato già dalle prime parole del post! E quando sono arrivata agli anelletti al forno ero "cotta"..che buoni, quanto li adoro! Io non ho una ricetta che seguo, perché anche se mio marito ha vissuto tanti anni in Sicilia mica li sa fare!! E poi uso una pasta corta perché qui ovviamente gli anelletti non ci sono!! Per cui non è come mangiare gli originali..però ci si accontenta :) Baci buon fine settimana

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    1. Ma sì, Ornella: puoi sostituirli con i rigatoni, viene fuori un timballo ugualmente strepitoso!!
      Gli anelletti sono uno sfizio che proprio per il fatto di essere così difficili da trovare...risultano ancora più buoni quando finalmente li vedi in qualche negozio!
      Tanti bacioni, buona settimana!!

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  7. C'è una sottile corrispondenza di momenti tra ciò che scrivi e ciò che vado sperimentando intorno a me. Sto terminando in questi giorni un libro della Maraini, La lunga vita di Marianna Ucria, ambientato nella Sicilia del '700. Inutile dirti che qui e là spuntano descrizioni di prelibatezze a volte riportate con il loro nome originale (molto evocativo!) Sono stata in Sicilia lo scorso anno, a Catania per la precisione, e sono innamorata di quella città. Ho mangiato prelibatezze e respirato profumi incredibili, oltre ad aver ricevuto un'accoglienza calorosa e familiare.

    Ho sentito molto parlare del libro che descrivi e ora ne sono completamente rapita!!! Sarebbe un buon seguito alla mia lettura (in verità ho già pronto Accabadora della Murgia). Ma mi hai definitivamente convinta: lo comprerò!!!

    E mi copio la tua ricettuzza perché non mi sono mai cimentata con i timballi e vorrei proprio iniziare da questo!!! La cucina siciliana rispecchia perfettamente la mia interpretazione di cucina: aggregazione e condivisione. La richezza dei piatti è una sinfonia di sapori che non tradisce la loro genuinità legata alla terra.

    Ecco, potrei parlare per ore presa da logorrea-cibaria!!! :)) Grazie per la condivisione delle tue belle foto e per i tanti spunti di spassionata chiacchiera!!

    A presto, buon fine settimana!!
    Un bacione

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    1. Ecco, tu invece mi hai fatto venire voglia di rileggere il libro della Maraini che avevo letto mi pare al liceo, non ricordo nemmeno più.
      Vedi come funzionano certe cose? uno si fa due chiacchiere spassionate, in piena enfasi da logorrea cibaria (bellissimo!!) e finisce per riscoprire certe letture...come se non fossero già abbastanza i libri "in programma" (credo di averne una ventina che vorrei leggere da mesi e mesi)!
      Catania mi manca purtroppo: non ci sono mai stata e spero di rimediare quanto prima!
      Quanto alle prelibatezze siciliane, io ancora sogno il profumo di quell'origano meraviglioso e il sapore incredibile della ricotta o delle verdure......
      Buona settimana, bacioni a te!!!

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  8. il mare che mi manca..tanto...e tute queste bontà... i pomodori che giù hanno un altro colore e sapore... tutto mi invoglia anche alle 9 del mattino a presto simmy chissa che bello il mare oggi lo dice una ex aime abitante di una città di mare

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    1. Eh sì, il mare è bello sempre, anche d'inverno!
      hai ragione sul sapore più intenso dei pomodori e delle verdure in generale al Sud: è una cosa che ha colpito anche me!
      I pomodori della foto tuttavia hanno un profumo anche più forte visto che sono di pasta di mandorla!!
      (che bella la martorana: realizzano dei veri capolavori!)
      Un bacione, grazie e buona giornata!

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  9. complimenti gli anelletti al forno sono unici bellissime le foto da oggi ti seguo se ti va passa da me ciao

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  10. Ciao Luna, che piacere è conoscerti con questo tuo delizio post!!!!! Mi agginguo ai tuoi lettori, passa a trovarmi; un abbraccio e buona domenica!

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    1. Ciao benvenuta, il piacere è tutto mio! grazie dei complimenti e dell'apprezzamento
      bacioni, buona giornata!

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  11. adoro la Sicilia e la sua cucina!!!!!
    il timballo (ottimo) mi ricorda moltissimo mia nonna!!!!
    ciaoooo

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    1. Immaginavo che avresti apprezzato, aspettavo il tuo commento infatti, ziodà!!
      Ti abbraccio, buona giornata!!!!!

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  12. Che bel post, ricco di spunti, letteratura, ricetta e quegli anellini...una delizia solo a vederli!
    Un bacione grandissimo e buona serata

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  13. Ammappete che carrellata di piatti! E per finire in bellezza...gli anelletti! Oh signur! Mi è davvero torppo simpatico quel formato di pasta, peccato che qui trovarlo sia come cercare un ago in un pagliaio o giù di lì! Un bacione grosso grosso, buona serata

    P.S. ma di quella 500 ne vogliamo parlare ^_^

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    1. é troppo bella, vero?? Un trionfo di colori tanto da essere scelta per la copertina della guida routard della sicilia! Ritrovarsela davanti, gironzolando con quella guida in mano è stato buffo e molto bello: già mi piaceva sulla carta, figuriamoci dal vivo!
      Non disperare sulla ricerca degli anelletti, fede: ogni tanto capita di trovarli, prima o poi ci riuscirai!
      Grazie, tanti bacetti e buona giornata!

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  14. wowwwwww!!!!!!!!!! ciaooo bel blog complimenti :))) se ti và unisciti al mio!
    a presto

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    1. ciao benvenuta! ma è troppo simpatico il nome del tuo blog!!
      Un bacione, buona giornata!
      (grazie di essere passata da queste parti!)

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  15. Anche a me piace leggere e tu hai recensito questo libro benissimo! Foto meravigliose e una ricetta dal leccarsi i baffi :-) baci

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    1. Grazie, che bei complimenti!! ti mando un bacione enorme e l'augurio di una splendida giornata!

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